Il terrore notturno o pavor nocturnus è un disturbo tipico dell’età infantile e si caratterizza per un parziale risveglio dal sonno profondo (fasi 3 e 4, non REM), accompagnato da grida, agitazione intensa, pallore, sudorazione, tachicardia, respiro accelerato, aumento della pressione arteriosa e aumento del tono muscolare.
Sintomi del disturbo da terrore
Il bambino appare inconsolabile, poco responsivo agli stimoli ambientali e, se svegliato, è confuso, disorientato e non riconosce le persone vicine. A volte può scendere dal letto, camminare, e/o urlare per la casa terrorizzato.
Le manifestazioni del terrore notturno possono sovrapporsi a quelle del sonnambulismo, dal quale si differenzia per l’attivazione del Sistema Nervoso Autonomo (palpitazioni, sudorazione, tremore, rossore) e l’espressione di terrore.
Una caratteristica fondamentale è la totale amnesia dell’episodio al mattino.
Gli episodi, si verificano di solito nel primo terzo della notte e la durata dell’episodio va dai 30 secondi ai 5 minuti. Il disturbo mostra una graduale e spontanea remissione nel tempo.
I terrori notturni devono essere distinti da episodi di attacchi di panico notturni, i quali consistono in un risveglio associato a tachicardia, sudorazione e sensazione di soffocamento e sono generalmente ricordati al mattino e durano tra i 2 e gli 8 minuti.
I terrori notturni sono correlati a disturbo post traumatico da stress e disturbi d’ansia.
Come insorge il disturbo da terrore
Nell’esordio del disturbo si riconoscono alcuni fattori precipitanti come asma notturna, reflusso gastroesofageo, apnee e deprivazione di sonno.
La componente genetica nell’esordio di questo disturbo è molto elevata: è molto probabile che chi sviluppa questo disturbo abbia un parente che abbia sperimentato disturbi del sonno nella propria vita.
Eventi stressanti e/o traumatici (es. contesto familiare conflittuale, lutti, abbandoni, violenze fisiche e psicologiche, cambiamenti di vita, bullismo, etc.) possono elicitare il disturbo.
Il disturbo da terrore è abbastanza frequente nei bambini di età compresa tra 2 e 12 anni e tende a scomparire da solo nel corso dell’adolescenza.
Intervento terapeutico
Il trattamento del disturbo da terrore va definito all’interno del quadro sintomatologico complessivo nel quale viene diagnosticato (es. disturbi d’ansia, disturbo da stress post traumatico, etc.).
In generale, l’obiettivo è quello di esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo, destrutturando ed elaborando gli schemi che attivano il disturbo del sonno e le emozioni connesse ad esso.
Un percorso terapeutico agisce sia sugli stati emotivi disturbanti, gli stati ansiosi che ne conseguono e sulle abitudini della Persona (es. mantenere orari di addormentamento/risveglio regolari ed evitare di dormire poco o di andare a dormire troppo tardi, evitare cibi pesanti durante il pasto serale, etc.) che spesso si prepara e/o è preparata al sonno in modo poco corretto, non ponendosi nelle condizioni ambientali più idonee ad un riposo soddisfacente.
L’intervento terapeutico è sostenuto da tecniche e approcci terapeutici diversificati, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana, terapia EMDR e la Mindfulness per distogliere la Persona dai pensieri ricorsivi disadattivi e ansiogeni che influenzano il sonno, nonché da tecniche di rilassamento e distrazione immaginativa.
L’intervento psicologico può essere associato a terapia farmacologica e si pone l’obiettivo di:
- Sostenere la Persona a migliorare le abitudini e l’igiene del sonno (mantenere orari di addormentamento/risveglio regolari ed evitare di dormire poco o di andare a dormire troppo tardi, evitare cibi pesanti durante il pasto serale, consumo di alcol e caffè, etc.).
- Lavorare sulla riduzione di stress e ansia derivanti dall’espressione del sintomo e sul miglioramento della qualità del riposo.
- Lavorare sul significato del sintomo e sulla gestione delle emozioni, facendo acquisire alla Persona una maggiore competenza emotiva.
- Potenziare l’autostima e il senso di autoefficacia.
- Rinforzare e motivare la Persona al mantenimento di uno stile di vita sano per potenziare il senso di controllo sul proprio sonno.
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