Disturbo dell’orgasmo femminile
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L’orgasmo è un’emozione estrema, paragonabile a una scarica di energia e tensione seguita da un profondo stato di rilassamento definito fase di risoluzione. L’orgasmo è raggiunto al culmine dell’eccitazione e mette fine alla reazione sessuale.

È seguito da una pausa caratterizzata da una momentanea insensibilità erotica e rilevante solo per gli uomini chiamata periodo refrattario.

La fase dell’orgasmo consiste nel raggiungimento del picco del piacere fisico e mentale cui segue una diminuzione della tensione sessuale fino al totale rilassamento.

È generato da contrazioni ritmiche dei muscoli perineali e degli organi riproduttivi.

Le forti sensazioni che si avvertono a livello mentale insieme alle modificazioni fisiche fanno dell’orgasmo un’esperienza gratificante e ben riconoscibile.

Le donne spiegano l’orgasmo femminile come la combinazione di un’esperienza personale e di modificazioni fisiologiche che avvengono all’interno della vagina e della zona pelvica. Ogni donna descrive e percepisce l’orgasmo in modo diverso, sottolineando l’esperienza unica che esso elicita.

L’orgasmo femminile non è mai uguale a se stesso, piuttosto esistono tante varietà di piacere e modalità di raggiungerlo.

 

Sintomi del disturbo dell’orgasmo femminile

L’orgasmo femminile è definito, a livello fisiologico, come un riflesso che si genera principalmente dalla stimolazione dei nervi sensoriali localizzati nel clitoride, ma anche tramite impulsi provenienti da altre aree, tra cui l’accesso vaginale e i capezzoli, etc.

La stimolazione genitale o la penetrazione non sono essenziali per l’orgasmo, molte donne riescono ad avere una risposta orgasmica anche al bacio, alle semplici carezze sul corpo o alle sole fantasie erotiche.

Da un punto di vista fisiologico non esistono due differenti tipologie di orgasmo, ma solo due diverse modalità di raggiungere il piacere: nel primo caso tramite stimolazione diretta del clitoride, nel secondo tramite una stimolazione indiretta delle radici del clitoride che avvolgono la parete anteriore della vagina. In tal senso, l’orgasmo è uno solo ed è frutto di molteplici stimolazioni mentali e fisiche.

L’entità di stimolazione necessaria per promuovere l’orgasmo femminile varia da donna a donna, ma anche da circostanza a circostanza. Alcune donne riescono a raggiungere l’orgasmo con pochi movimenti coitali, mentre altre hanno bisogno di una lunga stimolazione del clitoride prima di poterlo raggiungere, pur non soffrendo di anorgasmia.

La caratteristica fondamentale del disturbo dell’orgasmo femminile è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo (anorgasmia) dopo una fase normale di eccitazione sessuale, dovuta ad un’inibizione specifica della componente orgasmica della reazione sessuale.

Il disturbo orgasmico può essere primario se la donna non ha mai sperimentato un orgasmo, può essere secondario se invece il disturbo si è sviluppato successivamente ad un’attività sessuale relativamente “normale”.

Il disturbo può essere generalizzato, ovvero non limitato a determinati tipi di stimolazione, a determinate situazioni o partner, o situazionale, ovvero si verifica solo in determinate situazioni, con determinati partner e a seguito di determinati tipi di stimolazione.

Chi soffre di disfunzione orgasmica ha, generalmente, una normale spinta sessuale, una normale lubrificazione, prova piacere nei preliminari sessuali e la penetrazione è connotata da sensazioni erotiche gradevoli, anche se insufficienti a far scattare il riflesso.

 

Come insorge il disturbo dell’orgasmo femminile

Il piacere femminile è strettamente legato non solo ad una dimensione fisica e corporea, ma anche ad aspetti psichici, emotivi e relazionali. Condizioni quali ansia, stress, umore depresso possono influenzare notevolmente il raggiungimento dell’orgasmo, così come il piacere può restare “bloccato” se sono presenti difficoltà comunicative nella relazione con il partner.

II disturbo dell’orgasmo femminile è riconducibile a diversi fattori tra cui:

  • Cause mediche e farmacologiche.
  • Traumi sessuali pregressi: abuso sessuale e/o fisico, aborto.
  • Educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica: convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale.
  • Informazione sessuale inadeguata: aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale.
  • Timore di perdere il controllo: la paura di dire o fare qualcosa di sconveniente e/o di lasciarsi andare durante i rapporti sessuali non favorisce il rilassamento e lo stato di abbandono necessario per sperimentare l’orgasmo.
  • Scarsa conoscenza della propria sessualità e del proprio corpo.
  • Relazione problematica con il partner: la scarsa intimità e/o l’alta conflittualità può incidere sull’espressione del disturbo.
  • Ansia da prestazione: la donna può inseguire l’orgasmo per dimostrazione di normalità, di amore per il partner, etc. facendosi prendere dall’ansia, inibendo l’orgasmo.
  • Fattori psicologici: stato depressivo.

 

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Intervento terapeutico

Spesso, in una relazione sessuale, è frustrante e stressante pensare d’inseguire l’orgasmo come unica meta da raggiungere a tutti i costi.

L’appagamento sessuale si realizza se sostenuto da complicità, intimità, comunicazione, sincerità nel condividere i propri desideri, esplorazione, conoscenza reciproca e queste dimensioni, in alcuni momenti possono venire meno.

 

L’intervento psicologico prevede l’approfondimento di:

  • Fattori riguardanti il partner: nel caso di disturbo dell’orgasmo femminile può essere utile apprendere come si è costruita la dimensione di intimità con il/la partner.
  • Fattori relazionali: nel caso in cui siano presenti nella relazione problemi di comunicazione o desideri differenti.
  • Fattori di vulnerabilità individuale: riguardanti la percezione del Sé e della propria immagine corporea, nonché eventuali esperienze pregresse insoddisfacenti o traumatiche sia fisicamente che emotivamente.
  • Comorbilità: presenza di disturbi come ansia o depressione.
  • Eventi stressanti e/o traumatici: come la perdita del lavoro, lutti, difficoltà economiche, preoccupazioni di vario genere, separazioni, cambiamenti di vita, etc.
  • Fattori culturali o religiosi: inibizioni, senso di colpa e tutto ciò che può derivare da un’educazione familiare e/o religiosa di tipo oppressivo o l’osservanza di regole e valori estremamente rigidi.

 

Nel caso dei disturbi sessuali, in primo luogo, è significativa una valutazione medica per escludere implicazioni organiche dovute ad eventuali patologie.

L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, psicologica, emotiva, affettiva e socio relazionale della Persona.

RICONOSCERE, ACCETTARE e RISIGNIFICARE gli schemi o circoli viziosi mentali, affettivi, emotivi, relazionali e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico, fisico e sessuale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato e rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto per vivere con intensità, senza ansia e paura le relazioni nel presente. 

L’intervento terapeutico andrà ad agire sulla concezione che la Persona ha di Sé, in modo da riportare alla luce una percezione reale di se stessa, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze del passato spiacevoli e traumatiche all’interno dei propri contesti relazionali d’appartenenza.

 

Il percorso di psicoterapia  può essere associato a terapia farmacologica e si pone l’obiettivo di:

  • Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali.
  • Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrentigli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà disturbanti e disfunzionali, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, psicologiche, relazionali, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
  • Sviluppare comportamenti alternativi per la gestione delle emozioni intense.
  • Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
  • Apprendere nuove modalità comunicative e relazionali da sperimentare con il/la partner.
  • Modificare le convinzioni e i comportamenti autocriticile aspettative irrazionali, il giudizio degli altri che amplificano e mantengono il sintomo.
  • Facilitare l’esposizione alle situazioni temute e sviluppare modalità alternative per gestire la paura o l’ansia.
  • Ridurre il comportamento di evitamento dalle situazioni relazionali, affettive e sessuali temute.
  • Recuperare la padronanza di Sé, un maggiore senso di autostima e di autoefficacia in campo relazionale, affettivo e sessuale.
  • Potenziare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale.
  • Riscoprire i punti di forza e le risorse della Persona, nonché i fattori che mantengono il sintomo e ostacolano il cambiamento.
  • Riprendere il controllo della propria vita e migliorarne la qualità psicofisica, relazionale e sessuale.

 

L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, emotiva, psicologica e socio relazionale della Persona e può avvalersi di diversificati approcci terapeutici, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana, la terapia EMDR e la Mindfulness.

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