Disturbo esplosivo intermittente
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Il disturbo esplosivo intermittente (IED, Intermittent Explosive Disorder) è un disturbo del comportamento caratterizzato da espressioni esagerate e incontrollabili di rabbia sproporzionate rispetto alla situazione o all’evento scatenante. Tali crisi di ira solitamente vengono provocate da una situazione che la Persona interpreta come negativa, ma che altre persone potrebbero gestire con facilità. In alcuni casi, la causa può persino essere immaginaria oppure dipendere da gelosia immotivata.

 

Le espressioni di rabbia, in genere, si esprimono:

  • Con un atteggiamento minaccioso che si manifesta tramite grida e aggressioni verbali e/o fisiche verso oggetti, persone e animali, talvolta di grave entità.
  • Sono di breve durata (meno di un’ora).
  • Attraverso sintomi tra cui palpitazione, sudorazione e balbuzie e sono talvolta accompagnate da una sensazione di sollievo e/o piacere spesso seguiti da rimorso.

 

Non si tratta di singoli episodi premeditati, bensì di uno stato emotivo incontrollato ricorrente nel tempo. Questa malattia può essere associata ad altri disturbi dell’umore come il disturbo bipolare.

 

I criteri per diagnosticare lo IED includono:

  • Riscontrare molteplici episodi di impossibilità a resistere agli impulsi aggressivi che hanno comportato la distruzione intenzionale di proprietà o l’aggressione di un’altra Persona.
  • Un certo grado di aggressività in caso di incidenti che è completamente sproporzionato all’evento da cui il comportamento deriva.
  • Episodi aggressivi che non sono giustificati da un altro disturbo mentale e non sono dovuti agli effetti di un farmaco o di una condizione medica.

 

Il disturbo esplosivo intermittente ha un’influenza negativa nelle relazioni interpersonali significative. Le persone che vivono vicino alla Persona che esprime il disturbo sperimentano un continuo stato di tensione poiché non possono predire quando si verificheranno altre esplosioni di rabbia.

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Questo disturbo influisce anche sulla vita professionale della Persona, ad esempio normali discussioni tra colleghi o una critica da parte di un superiore può scatenare una crisi di rabbia. Comportamenti ripetuti di questo tipo possono condurre al licenziamento.

Stessa situazione si può presentare in un contesto scolastico. L’alunno può esprimere una crisi di rabbia per un battibecco con un compagno o per la richiesta, considerata inopportuna, da parte di un insegnante, conducendo alla sospensione da scuola.

Da un punto di vista sociale, la Persona che esprime crisi di rabbia incontrollata può essere più predisposta al litigio, ad esempio, con i vicini, per strada in macchina, andando incontro a cause civili per il comportamento aggressivo contro le altre persone e nei casi gravi a ricoveri in ospedale o detenzione.

 

Sintomi del disturbo esplosivo intermittente

La Persona può descrivere gli episodi aggressivi come episodi o attacchi in cui il comportamento esplosivo è preceduto da una sensazione di tensione o di eccitazione ed è seguito immediatamente da una sensazione di sollievo.

Successivamente, la Persona può sentirsi turbata, aver rimorso, essere dispiaciuta e/o imbarazzata nei confronti del comportamento aggressivo compiuto.

Alcune persone segnalano che i loro comportamenti aggressivi sono preceduti da sintomi come formicolio, tremori, palpitazioni, senso di costrizione toracica e pressione alla testa.

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Il disturbo esplosivo intermittente tende a verificarsi per la prima volta nella tarda infanzia o nell’adolescenza. Il decorso è variabile e può essere cronico in alcune persone, episodico in altre.

 

Una diagnosi del disturbo viene fatta basandosi sui seguenti criteri:

  • Riscontrare molteplici episodi di impossibilità a resistere agli impulsi aggressivi che hanno comportato la distruzione intenzionale di proprietà o l’aggressione di un’altra Persona.
  • Un certo grado di aggressività in caso di incidenti che è completamente sproporzionato all’evento da cui il comportamento deriva.
  • Episodi aggressivi che non sono giustificati da un altro disturbo mentale e non sono dovuti agli effetti di un farmaco o di una condizione medica.

 

Come emerge il disturbo esplosivo intermittente

Le motivazioni dell’espressione del disturbo esplosivo intermittente sono sconosciute, ma sembrano concorrere una serie di fattori ambientali e biologici.

La maggior parte delle persone che presentano questo disturbo, sono cresciute in famiglie dove l’aggressività era espressa in modo distruttivo, dove non c’era controllo degli impulsi e gli abusi di tipo fisico o verbale erano frequenti. Essere esposti a questo tipo di violenza in età infantile rende più probabile che i bambini sviluppino, crescendo, i medesimi tratti e riproducano gli stessi copioni relazionali e di gestione delle emozioni.

Anche l’abuso di sostanze o alcol può essere un fattore di rischio per sviluppare il disturbo.

 

Intervento terapeutico

Il trattamento del Disturbo esplosivo intermittente va definito all’interno del quadro sintomatologico complessivo nel quale viene diagnosticato, in base alle caratteristiche della Persona e alla sua consapevolezza di malattia.

Gli interventi terapeutici si prefiggono di accrescere la consapevolezza del Paziente circa il proprio disturbo e promuovere la compliance, se necessario, al trattamento farmacologico.

L’obiettivo è prevenire il peggioramento della sintomatologia, l’invalidazione delle relazioni significative e della progettualità personale, l’isolamento sociale, ridurre i danni economici e/o quelli sociali, eventuali problemi con la Giustizia e ridurre eventuali ricadute.

 

L’intervento psicoterapeutico si pone l’obiettivo di:

  • Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei propri mondi relazionali.
  • Aumentare la consapevolezza della Persona circa la propria condotta.
  • Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
  • Ridurre il livello di aggressività e rabbia e fornire tecniche per gestirla.
  • Ridurre i livelli di stress e di disagio emotivo – cognitivo – relazionale attivati dal disturbo.
  • Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
  • Potenziare le abilità di coping per gestire situazioni stressanti e emozioni intense veicolandole in modo adattivo.

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