Il linguaggio è fondamentale per comunicare i propri stati d’animo e per interagire con gli altri e con il mondo. Lo sviluppo del linguaggio segue delle fasi precise anche se nella loro definizione esiste un certo grado di variabilità. In linea generale, le fasi dello sviluppo del linguaggio si differenziano come segue:
- Tra i 6 ed i 10 mesi è presente il balbettio e la lallazione, cioè la ripetizione continua delle stesse sillabe, come “ma-ma”, “pa-pa”.
- Intorno ai 12 mesi compaiono le prime parole, comincia l’ampliamento progressivo del vocabolario, che è notevole soprattutto nei primi 5 anni di vita.
- Intorno ai 18 mesi comincia a svilupparsi il “linguaggio telegrafico”, cioè le prime frasi, costituite da due parole, ad esempio “tato dormire” “tata mangiare”.
Nel corso dell’infanzia e dell’adolescenza possono presentarsi alterazioni dello sviluppo del linguaggio:
- Disturbi specifici del linguaggio: caratterizzati dalla presenza di un ritardo nel linguaggio, mentre tutte le altre abilità cognitive sono intatte e non sono presenti disfunzioni legate, ad esempio, all’udito o all’apparato orale.
- Afasie: difficoltà di produzione del linguaggio e produzione di parole derivanti da una lesione cerebrale.
- Balbuzie: si manifestano attraverso la lentezza e la scarsa fluidità del linguaggio. La balbuzie può avere sia cause organiche che psicologiche (traumi, ansia, etc.).
- Mutismo selettivo: caratterizzato dalla tendenza a non parlare solo in alcuni contesti (ad esempio, a scuola o in famiglia).
Attraverso la terapia logopedica è possibile individuare le principali difficoltà della Persona, ad esempio, individuare i suoni che non sono presenti nel suo repertorio e/o che sono prodotti sempre in modo distorto ed intraprendere un percorso di riabilitazione che faciliti lo sviluppo del linguaggio.
In altri casi, quando si ritiene che il disturbo possa avere anche una componente emotiva e psicologica, è importante analizzare le forme e i contesti nei quali si manifesta, le emozioni che suscita ed individuare ed intervenire le motivazioni della difficoltà.
Un supporto psicologico è importante per evitare che il disturbo del linguaggio possa portare ad un’autosvalutazione e ad un abbassamento dell’autostima invalidando la percezione di sé, la capacità relazionale e comunicativa e, in generale, la qualità della vita presente e futura del bambino.
All’interno di questa dimensione, i genitori sono una risorsa importante. Sostenere la genitorialità può favorire un atteggiamento educativo più costruttivo, può aiutare a promuovere le competenze personali presenti nel bambino e a conquistarne di nuove, sostenendo il suo benessere emotivo e psicologico, nonché può favorire il benessere emotivo e relazionale dei genitori e di tutto il sistema famiglia.