riscoprire il proprio valore e la propria autenticità
Paura di fallire o paura di avere successo?
superare la sindrome dell'impostore

 

La paura è una delle emozioni primarie che utilizziamo per entrare in relazione con il mondo. E’, tendenzialmente considerata negativamente, anche se in realtà svolge una funzione che ci permette di riconoscere i pericoli e di evitarli. E’ il suo grado di intensità che fa la differenza: può proteggerci da una minaccia o può renderci ostaggio di uno “spazio mentale” nel quale ci sentiamo al sicuro, dove niente e nulla ha bisogno di essere cambiato. Di questa zona si conosce tutto, il bello e il brutto e, si sa gestire tutto quello che capita. Tuttavia, questa zona non offre possibilità di crescita.

Partendo da questa premessa, si può dire che ci sono alcune persone che più della paura di fallire e di non riuscire, sembrano aver PAURA DI RIUSCIRE E DI AVERE SUCCESSO e, quindi, permangono e stazionano, come se fossero cristallizzate, in questo “spazio mentale”, per gran parte della loro vita.

Questo accade perché, per diventare la Persona che vorrei essere e per realizzare i progetti di vita che desidero, devo aumentare il livello di responsabilità e di impegno, e questo può spaventare. Ciò si verifica, ad esempio, quando si rimanda un progetto vincente, tendendo a sabotarlo per non vedere come andrà a finire. In questi casi, emerge una sorta di paura di non essere all’altezza che blocca tutto il processo di evoluzione di Sé.

 

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Ma veramente esiste la paura di avere successo?

Sì, ed ha anche un nome.

La paura del successo si chiama nikefobia (dal greco “nike” vittoria e “phobos” paura). Inizialmente, collegata solo al mondo dello sport, con il tempo si è mostrata anche nei contesti lavorativi (soprattutto quelli con alti livelli di competizione), per poi rivelarsi in tanti ambiti della vita della Persona, come le relazioni sentimentali e familiari, che possono patire lo stesso destino di insuccesso e insoddisfazione, per la paura di far accadere quello che realmente la Persona desidera.

 

Paura del successo vs paura del fallimento

 

Possono essere confuse, in quanto sembrano essere le due facce della stessa medaglia, infatti, hanno lo stesso effetto e conseguenze.

 

 

Sono simili nel trattenere la Persona dall’avere successo e apportare i cambiamenti necessari per ottenerlo, ma nascono e si manifestano in modo diverso.

  • La PAURA DEL FALLIMENTO è dovuta ad un confronto con me stesso/a, ad esempio, “non mi sento pronta”, “non ho fiducia nelle mie capacità” (per esperienze passate e eventuali fallimenti ripetuti). E’ connessa alle mie aspettative e alle mie reazioni.
  • La PAURA DEL SUCCESSO ha a che fare con le aspettative e le reazioni degli altri, o meglio, a come io credo che reagiranno gli altri al mio successo.

 

Avere successo implica necessariamente un CAMBIAMENTO e, se anche è il cambiamento che ho sempre desiderato, può far paura.

 

RIUSCIRE vuol dire intraprendere una trasformazione interiore che comporta l’esplorazione dell’ignoto, uscire fuori dalla propria zona di comfort e addentrarsi in quella che viene definita area di sfida e di apprendimento, uno spazio dove avviene la crescita personale.

 

Il cambiamento implica che la Persona si assuma la responsabilità delle conseguenze che scaturiscono dalle sue scelte e dalle sue decisioni. Inoltre, il cambiamento che riguarda la paura del successo, non riguarda solo la Persona (come per la paura del fallimento), ma avrà impatto anche su altre persone. Ed è qui che nasce la vera paura del successo.

Un possibile successo implica il mio essere al centro dell’attenzione, che magari è proprio quello che non voglio, per il timore di non essere in grado di gestirlo o di deludere le aspettative. Oppure, temo l’isolamento che può derivare dal mio successo, ad esempio, i colleghi di lavoro mi possono allontanare se ottengo una promozione o gli amici mi possono allontanare perché vivo, a differenza loro, una relaziona d’amore appagante, etc. È come se la Persona che ha paura di riuscire, tema che il successo potrà cambiare la sua vita, in modo non positivo. In tal senso, può temere di essere considerata ambiziosa, insensibile, etc.

Oltre a questi aspetti, nella paura di avere successo s’inserisce quella che viene chiamata la SINDROME DELL’IMPOSTORE (versione italiana dell’inglese “the impostor phenomenon”, coniata sul finire degli anni ‘70 dalle psicologhe americane Pauline Clance e Suzanne Imes) caratterizzata dal non sentirsi all’altezza, il dubitare del proprio talento, il cercare una perfezione irraggiungibile, avere una bassa autostima, sperimentare un significativo senso di inadeguatezza e frustrazione, ansia, rimuginio e ruminazione, forte autocritica e auto – colpevolizzazione.

 

 

In altre parole, la Persona è convinta di non meritare il successo, si sente come un impostore, crede di aver commesso una frode, aver ingannato, temendo di essere smascherata, quando assolutamente non è la realtà delle cose. La Persona si sminuisce di fronte agli altri, non celebra i risultati ottenuti, ma tende a nasconderli, come se fossero il risultato di un inganno, come se non fossero meritati. Chi soffre della sindrome dell’impostore è intransigente verso se stesso/a, pensa e ripensa ai propri errori ed è molto concentrato/a e inflessibile sulle proprie presunte mancanze, provando anche un senso di vergogna per queste. Si confronta continuamente con gli altri e la valutazione sarà sempre a proprio sfavore, in quanto gli altri sono più bravi, più preparati, più intelligenti.

 

Come per la paura del cambiamento, la PAURA DI AVERE SUCCESSO SI MANIFESTA con:

  • PROCRASTINAZIONE: es. “oggi non sono ispirato”, “questo non è il momento giusto per cominciare questo progetto”, “questo non è il momento giusto per andarci a parlare”, etc.
  • PERFEZIONISMO: che rappresenta l’alibi per non agire, per non dare inizio al cambiamento, per non iniziare a mettermi alla prova.
  • ROUTINE: es. “ho sempre fatto in questo modo e mi sembra che vada bene”. Perché cambiare dunque?
  • OBIETTIVI NON AMBIZIOSI: non mi metto mai alla prova veramente, ma mi prefiggo obiettivi mediocri che non fanno risaltare il mio talento e mi tengono al riparo dal successo.
  • OBIETTIVI TROPPO AMBIZIOSI: che non raggiungerò mai e, quindi, non avrò mai successo.

 

La paura di avere successo si può anche esprimere, ad esempio, mettendo in campo un atteggiamento che fa apparire la Persona desiderosa di farcela, es. “vorrei”, “vediamo”, “proviamo”, ma mai abbastanza da agire. In questi casi, il desiderio rimane tale e non si trasforma in obiettivo.

 

Da dove nasce la paura di avere successo?

Come accade per molti altri complessità psicologiche è plausibile ipotizzare che specifiche caratteristiche della personalità possano predisporre alla paura di avere successo, come un determinato contesto relazionale.

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In famiglia, genitori iperprotettivi, genitori tendenti al controllo, genitori molto critici, incapaci di amare incondizionatamente, di fornire un attaccamento sicuro, di fornire un genuino nutrimento affettivo e la competitività tra fratelli sarebbero fattori predisponenti. In queste famiglie, spesso, emergono:

  • Bassi livelli di disponibilità al supporto reciproco.
  • Poco margine di possibilità di esprimere liberamente le proprie emozioni.
  • Alti livelli di conflittualità in famiglia.
  • Tendenza al controllo attraverso regole severe.

 

Genitori ipercritici e squalificanti, possono riflettersi nella vita della Persona attraverso la sua costante ricerca di dimostrare di avere valore, quel valore di amabilità che non gli è stato riconosciuto durante l’infanzia.  

I bambini (e, quindi, successivamente gli adulti) che crescono in questo tipo di ambiente familiare, che ha favorito l’apprendimento di schemi di pensiero auto – limitanti, basati sulla colpa e sul ricatto affettivo, possono sviluppare un falso sé compiacente per ricevere la validazione esterna dai propri familiari, dai partner, dagli amici, etc. Di conseguenza, queste persone oscillano tra sensazioni euforiche di grandiosità quando vengono ammirate e validate, e sentimenti di vergogna e inutilità in caso di critiche o di mancanza di conferme. L’autostima non è quindi interiorizzata in maniera stabile, ma dipende sempre dal feedback esterno per il suo rifornimento.

Inoltre, a livello socio – culturale, un mondo molto competitivoorientato alla performance e al guadagno, che spinge verso il constante confronto con gli altri, può far sviluppare la paura di riuscire/di avere successo, che si esprime nelle persone attraverso l’introversione, la diffidenza, l’ansia e la timidezza, nonché tramite la tendenza narcisistica a ricercare conferme del proprio valore negli altri.

 

Obiettivi

E’ importante capire di che cosa si ha veramente paura. Probabilmente non è il successo di per sé, ma sono le conseguenze del successo che frenano la Persona.

Ti sei mai domandato/a che, se non prendi una decisione, o se non provi a conquistare un amore, o se non intraprendi un percorso per realizzare un obiettivo, è perché hai paura di riuscire?

Ti sei mai domandato/a se sei un perfezionista? Un procrastinatore?  Se ti poni obiettivi troppo alti, o troppo bassi?

Per rispondere a queste domande in modo costruttivo, è molto importane lavorare sul diritto di meritarsi di essere ciò che si desidera essere e di realizzare ciò si desidera realmente.

Va spostato il focus sulle ragioni che mi spingono ad essere la Persona giusta per quella soluzione.

 

Ti sei mai chiesto/a se quello che desideri, pensi di meritarlo davvero?

Perché non dovrei meritarmi di essere chi desidero essere?

Perché non dovrei meritarmi di realizzare i miei progetti di vita?

Perché non dovrei meritare il successo?

Che cosa aspetti a prenderti il successo?

 

In ambito clinico, il processo psicologico da sostenere con la Persona è quello secondo il quale:

IO HO UN VALORE e questo valore mi permette di andare incontro al successo, di riuscire in quello che mi prefiggo di raggiungere e di diventare chi decido di essere.

 

La paura del successo può essere superata attraverso un percorso di consapevolezza e di riscoperta del proprio valore e della propria unicità, attraverso il quale imparare a riconoscersi il merito e la responsabilità dei propri successi, ad abbandonare la maschera compiacente e perfezionista, a mettere in discussione la voce ipercritica, giudicante e auto – colpevolizzante, a ridurre la dipendenza dal giudizio altrui e ad interiorizzare una autostima stabile e salda.

Il lavoro terapeutico favorirà, inoltre, la capacità di riconoscere e finalmente mettere in discussione la voce del severo giudice interiore, consentendo di poter gradualmente ridurre i vissuti di inadeguatezza e vergogna, di ristrutturare le credenze e convinzioni negative rispetto a Sé e di riconoscersi il giusto valore, lasciando emergere tutte le risorse e le capacità per lungo tempo sommerse.

 

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Per questo è importante riuscire a smettere di dubitare del proprio valore cercando di diminuire il dialogo interno negativo e valutare il proprio potenziale che si fonda su capacità e parti autentiche della Persona. Può essere utile intraprendere un PERCORSO PSICOTERAPEUTICO al fine di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • Approfondire la propria storia di vita. 
  • Esplorare la storia familiare e le modalità relazionali ed emotive acquisite nei propri contesti relazionali significativi di appartenenza.
  • Individuare, destrutturare e ristrutturare gli schemi distorti, disturbanti e automatici di funzionamento, le credenze negative e disfunzionali connesse alla percezione di Sé e alla relazione del Sé con il mondo, sostenendo l’apprendimento di una nuova idea di se stessi più costruttiva ed evolutiva.
  • Riportare alla luce una percezione reale di se stessi, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze passate.
  • Ristrutturare le credenze non adattive legate al proprio valore.
  • Modificare le convinzioni e i comportamenti auto colpevolizzanti e autocritici.
  • Sviluppare una maggiore consapevolezza di Sé.
  • Ridurre la dipendenza dalle validazioni esterne per confermare la propria autostima.
  • Sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé, della propria indipendenza e autodeterminazione.
  • Sviluppare un’autostima stabile e interiorizzata.
  • Sostenere il senso di autoefficacia e di sicurezza in se stessi.
  • Promuovere il processo di autorealizzazione.
  • Fare in modo che non sia più necessario “indossare una maschera”, sostenendo lo sviluppo di un vero Sé autentico.
  • Vivere secondo le proprie esigenze e i propri bisogni profondi.
  • Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi ed accettarsi (self compassion).
  • Sviluppare comportamenti alternativi all’evitamento per la gestione delle emozioni
  • Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
  • Ricentrarsi e riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere realmente se stessi e di perseguire i propri autentici obiettivi e desideri, andando verso l’idea di meritare di essere felici.
  • Sostenere la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicologico, fisico, emotivo, affettivo e relazionale.

 

Strumenti

Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, Carte Dixit, esercizi di role play, il GenogrammaMental Training, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

A chi è rivolto?

Il percorso psicologico “Paura di fallire o di avere successo?” è rivolto alle persone che vogliono:

  • Implementare la consapevolezza di Sé.
  • Riscoprire il proprio valore e la propria autenticità.
  • Imparare a riconoscersi il merito e la responsabilità dei propri successi.
  • Depotenziare lo spirito autocritico e auto – colpevolizzante.
  • Ridurre la dipendenza dal giudizio e dalle aspettative altrui.
  • Potenziare l’autostima.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Puoi contattarmi per scoprire come possiamo progettare insieme una soluzione personalizzata che rispetti i tuoi bisogni, in uno spazio professionale, empatico e non giudicante. 

Fai il primo passo per recuperare il controllo sul proprio benessere e sentire di meritare di essere felici.

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