Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano ripetutamente alla mente della Persona contro la sua volontà, generando un intenso disagio.
All’origine di un’ossessione c’è solitamente uno stato di preoccupazione che genera una spirale di pensieri negativi cui si associa una sensazione di ansia e malessere: un circolo vizioso che con il tempo si rinnova e rafforza.
Per non confondere le ossessioni con altri fenomeni mentali, può essere utile differenziare tra ossessioni e ruminazione.
Differenza tra ossessioni e ruminazione
L’ossessione riguarda ciò che può accadere nel presente o nel futuro.
La ruminazione riguarda ciò che è già accaduto.
Chi rumina tende a “ripensare” mentalmente a episodi del passato, a rianalizzarli, a chiedersi perché le cose sono andate in un certo modo e come avrebbe potuto farle andare diversamente, a porsi domande rispetto all’adeguatezza di ciò che ha fatto, etc.
La ruminazione è un processo parzialmente volontario, mentre l’ossessione è un fenomeno del tutto involontario, intrusivo e percepito come qualcosa fuori dal proprio controllo.
Differenza tra ossessioni e rimuginio
Il termine rimuginio, dall’inglese “worry” tradotto in italiano in “preoccupazione”, è descrivibile come la tendenza a preoccuparsi cronicamente, ad anticipare mentalmente tutte i possibili scenari negativi e a riflettere su come eventualmente poterli affrontare.
Il rimuginio è fortemente correlato con i disturbi d’ansia, ne costituisce un fattore di mantenimento.
Tipologie di ossessioni
Le ossessioni sono sintomi tipici del disturbo ossessivo compulsivo. Alcune tipiche ossessioni sono:
- Ossessione da contaminazione: si tratta di pensieri o immagini che nascono dal dubbio di essere entrati in contatto con sostanze ritenute pericolose o disgustose.
- Ossessione di danno: si tratta di pensieri e immagini relativi a potenziali danni a Sé o agli altri di tipo materiale, economico o emotivo causati da proprie disattenzioni, leggerezze o mancanze.
- Ossessioni scaramantiche: si tratta di pensieri o immagini relativi ad eventi negativi, che possono accadere a Sé o agli altri in futuro, se non si seguono certe regole di comportamento o non si interviene neutralizzandone l’effetto negativo.
- Ossessioni somatiche: si tratta di una eccessiva preoccupazione per una parte del corpo o per il proprio aspetto e, in questo secondo caso, si parla di dismorfofobia.
- Ossessioni aggressive: riguardano tutte le immagini o impulsi a far del male a persone care o se stessi, anche se non lo si desidera.
- Ossessioni relazionali: sono rappresentate da dubbi sul sentimento nei confronti del partner e da fantasie o impulsi sessuali nei confronti di persone diverse, che innescano un dubbio ossessivo di non essere davvero innamorati.
- Ossessioni religiose e morali: si tratta di immagini e pensieri a contenuto blasfemo, come bestemmie, fantasie sessualizzate verso immagini sacre o insulti ai defunti.
- Ossessione di ordine e simmetria: si tratta di un bisogno di simmetria, uniformità, equilibrio e esattezza che sfociano nella sensazione che qualcosa non sia fatto esattamente nel modo giusto.
Fonte: “La mente ossessiva, curare il disturbo ossessivo compulsivo” di Francesco Mancini, 2016, Raffaello Cortina Editore.
Intervento terapeutico
Il trattamento delle ossessioni va definito all’interno del quadro sintomatologico complessivo nel quale vengono diagnosticate.
Un intervento psicoterapeutico efficace per le ossessioni esplora la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, indaga sull’evoluzione e sul significato del sintomo, individua schemi disfunzionali e le implicazioni che ne derivano da un punto di vista cognitivo, emotivo, comportamentale e relazionale.
Si interviene destrutturando ed elaborando gli eventi che attivano l’ossessione e le emozioni connesse ad essi. Acquisita la consapevolezza dei meccanismi cognitivi dai quali non si riesce a prendere le distanze, ci si concentra sui processi di pensiero automatici che mantengono stabili nel tempo i pensieri ripetitivi, cercando di ristrutturarli e di far emergere altre strategie di pensiero più adattive.