La Schizofrenia è un disturbo caratterizzato da alterazione del pensiero, della percezione, del comportamento e dell’affettività. Si manifesta con deliri e allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico e sintomi negativi.
Le Persone con schizofrenia, spesso, mostrano affettività inadeguata, disforia, stati depressivi, ansia, rabbia e alterazione del ritmo sonno/veglia.
Possono verificarsi anche depersonalizzazione, derealizzazione e preoccupazioni somatiche.
Tra i deficit cognitivi spesso si riscontra una diminuzione della memoria, delle funzioni linguistiche, della velocità di elaborazione e dell’attenzione.
Alcune Personae con schizofrenia mostrano deficit nella cognizione sociale e spesso mancano di consapevolezza di malattia.
Tipologie di schizofrenia
Le diverse tipologie di schizofrenia si definiscono in base ai sintomi predominanti che si osservano nei Pazienti. Spesso accade che il quadro generale comprenda contemporaneamente sintomi appartenenti a più sottotipi.
SCHIZOFRENIA PARANOIDE
La caratteristica principale della schizofrenia paranoide è la presenza di deliri e allucinazioni uditive senza evidenti alterazioni della sfera affettiva e del linguaggio, e senza comportamenti catatonici associati. Fondamentalmente, i deliri sono di persecuzione, di pregiudizio o entrambi, ma possono anche essere di tipo diverso e di solito sono coerenti con un tema dominante. In genere anche le allucinazioni sono legate al tema dominante dei deliri. I sintomi associati includono ansia, rabbia, sospetto/diffidenza e tendenza alla polemica. L’insorgenza tende ad essere più tardiva rispetto ad altri tipi di schizofrenia e le caratteristiche distintive possono essere più stabili nel tempo.
SCHIZOFRENIA DISORGANIZZATA
Le principali caratteristiche di questo tipo di schizofrenia sono disorganizzazione dell’eloquio e del comportamento e una spiccata alterazione delle emozioni. Ci possono essere deliri e allucinazioni, ma non sono spesso legate ad uno stesso tema dominante. I sintomi associati includono smorfie, manierismi e altre stranezze nel comportamento. Di solito, questo sottotipo è associato ad un esordio precoce e un decorso cronico.
SCHIZOFRENIA CATATONICA
La caratteristica principale della schizofrenia catatonica è un marcato disturbo psicomotorio, che può manifestarsi come immobilità, eccessiva attività motoria, estrema negatività, mutismo o peculiarità dei movimenti volontari. Apparentemente, l’eccessiva attività motoria è priva di scopo e non è influenzata da stimoli esterni. Può capitare che il Paziente mantenga una posizione fissa e si opponga ad ogni tentativo di essere spostato, adottando posture insolite o inadeguate. Per diagnosticare questo sottotipo devono essere escluse altre possibili cause o malattie.
SCHIZOFRENIA RESIDUA
Questa tipologia si diagnostica quando vi è stato almeno un episodio di schizofrenia, ma nel quadro clinico attuale non sono presenti deliri, allucinazioni, eloquio o comportamento disorganizzato e i sintomi dominanti sono quelli negativi (isolamento emotivo e sociale, povertà di linguaggio, mancanza di interesse, etc.).
SCHIZOFRENIA INDIFFERENZIATA
Se la schizofrenia che si osserva non soddisfa i criteri di nessuno tra i sottotipi sopra elencati, oppure presenta molti criteri sovrapposti, si definisce indifferenziata.
Nella maggior parte dei casi, la schizofrenia ha un’evoluzione ricorrente con alternanza di periodi in cui i sintomi sono molto intensi e periodi in cui si riducono o scompaiono del tutto. Con il ripetersi degli episodi l’intensità dei sintomi “positivi” (deliri e allucinazioni) si attenua, mentre diventano via via più evidenti quelli “negativi” (apatia, distacco emotivo, chiusura sociale).
Più raramente il disturbo consiste in un unico episodio che può o lentamente risolversi oppure cronicizzarsi.
La schizofrenia ha un impatto significativo sulla qualità di vita di chi ne soffre e dei suoi familiari perché rende difficile la realizzazione della propria progettualità. La situazione può peggiorare se la Persona non ha la percezione del disturbo e rifiuta le cure e/o le interrompe appena è possibile, ad esempio dopo i ricoveri in ospedale.
Come insorge la schizofrenia
Letteratura scientifica condivide l’ipotesi che nell’insorgere della schizofrenia siano interessati fattori biologici, genetici, psicologici e sociali.
Tra i fattori di rischio, ossia i fattori che aumentano la probabilità di esprimere sintomi psicotici emergono:
- Avere un genitore che ha sofferto di un disturbo psicotico.
- L’abuso di droghe e alcol.
- Esperienze infantili traumatiche di abuso o di abbandono.
- Essere isolati socialmente.
- Squalifiche relazionali dei contesti significativi di appartenenza come la famiglia.
Intervento terapeutico
Il trattamento della schizofrenia va definito all’interno del quadro sintomatologico complessivo nel quale viene diagnosticata.
Generalmente il trattamento della schizofrenia soprattutto nella fase acuta, è di tipo farmacologico (farmaci antipsicotici) per contenere la sintomatologia e consentire l’intervento psicoterapeutico, psicoeducativo e riabilitativo.
Gli interventi terapeutici hanno come obiettivo principale quello di ridurre la disfunzionalità emotiva e le disabilità derivate dai sintomi psicotici attraverso interventi di psicoeducazione che prevedono l’insegnamento di abilità sociali, comunicative ed occupazionali migliorative della qualità di vita del Paziente, nonché abilità efficaci per il controllo di comportamenti problematici quali aggressività, autolesionismo, iperattività e stereotipie.
Gli interventi terapeutici si prefiggono di accrescere la consapevolezza del Paziente circa il proprio disturbo e promuovere la compliance al trattamento farmacologico, ciò al fine di prevenire l’isolamento sociale e ridurre eventuali ricadute.
Oltre alla psicoterapia individuale, sono efficaci anche gli interventi di psicoterapia familiare che si possono svolgere in ospedale, se il Paziente è ospedalizzato oppure, presso strutture comunitarie protette.
Sostegno psicologico per i familiari
La convivenza quotidiana e la gestione di persone che esprimono un disagio psicologico può essere molto impegnativa da un punto di vista organizzativo, economico, emotivo, per le persone che le assistono, con il rischio, in alcuni casi, di essere, completamente assorbite dalle necessità del malato, fino al punto di lasciare il proprio lavoro e/o isolarsi socialmente.
Gli stati d’animo conseguenti sono frustrazione, senso d’impotenza, ansia e depressione.
Familiari o caregiver possono essere sostenuti tramite un percorso di sostegno psicologico o attraverso la partecipazione ad un gruppo di sostegno psicologico, composto da persone che assistono pazienti che esprimono un disturbo psicotico, favorendo dinamiche di rispecchiamento esperienziale di Sé nell’Altro. Il gruppo in questi casi ha l’obiettivo di prevenire un peggioramento della sofferenza psicologica ed emotiva già presente, sostenere il ritrovamento di un benessere psicofisico e di una progettualità di vita nuovamente soddisfacente.