Il benessere organizzativo può essere definito con le parole dei ricercatori Dott. Avallone e Dott. Bonaretti, come “La capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione” (Benessere organizzativo, 2003).
Il concetto di benessere organizzativo si riferisce, quindi, al modo in cui le persone vivono la relazione con il contesto di lavoro nel quale svolgono la loro professione. Tanto più una Persona sente di appartenere al proprio contesto di lavoro, condividendone i valori, le azioni, i linguaggi, tanto più troverà motivazione ed sperimenterà un senso valore nello svolgere il proprio lavoro.
Fattori che influenzano il benessere organizzativo
Il benessere organizzativo può essere influenzato da:
cultura e clima aziendali, sicurezza sul lavoro, adeguata gestione dei conflitti con i colleghi e i superiori, adeguati carichi di lavoro, percezione di supporto da parte del sistema organizzativo, efficacia collettiva, gestione efficace dei fattori di stress, senso di produttività, resilienza, ottimismo o pessimismo, strategie di coping.
La relazione tra fattori organizzativi e personali, come ad esempio, la percezione di autorealizzazione, può:
- In positivo: incrementare il benessere e la soddisfazione nel lavoro, l’impegno, la generosità verso i colleghi e l’organizzazione, le speranze e le aspettative di miglioramento, migliorare le performance e la qualità del lavoro.
- In negativo: sperimentare malessere e insoddisfazione del lavoro, disagio e malattie psicofisiche, assenteismo, presenteismo, turnover, burnout, mobbing, decremento delle performance e della qualità del lavoro.
In sintesi, il benessere organizzativo fa emergere la capacità del sistema organizzativo di favorire e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori. Si tratta di un costrutto multidimensionale, che tiene in considerazione sia il livello individuale del lavoratore, che in modo personale reagisce alle situazioni stressanti, sia il livello gruppale (team di lavoro), sia il livello organizzativo.
Indicatori ed effetti di malessere e benessere organizzativo
Di seguito sono schematizzati gli indicatori e gli effetti di malessere e benessere organizzativo.
Le dimensioni del benessere organizzativo
La salute e il benessere all’interno di un sistema organizzativo sono possibili quando:
- L’ambiente di lavoro è confortevole e accogliente.
- Gli obiettivi sono espliciti e chiari.
- Le competenze dei lavoratori sono valorizzate.
- La comunicazione verte verso l’ascolto attivo del personale.
- Le informazioni per svolgere il lavoro sono chiare e disponibili.
- I conflitti vengono gestiti.
- Il team di lavoro è sostenuto e incoraggiato.
- Le relazioni sono improntate alla collaborazione.
- Viene assicurata fluidità operativa nel raggiungimento degli obiettivi organizzativi.
- C’è correttezza nell’assegnazione delle responsabilità lavorative e nel trattamento retributivo.
- Viene prestata attenzione verso la prevenzione dei fattori di stress.
- Si promuove la percezione dell’utilità, del riconoscimento del lavoro svolto, la valorizzazione dei risultati raggiunti, per generare autostima e autoefficacia, favorendo buone performance.
- Si sostiene lo sviluppo del potenziale
- Si presta attenzione alla sicurezza e alla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
- Vengono assegnati compiti lavorativi sostenibili.
- C’è apertura verso l’ambiente esterno, la creatività e l’innovazione.
Dal pensiero all’azione
Un numero sempre maggiore di contesti professionali includono nuove strategie che possano promuovere il benessere dell’ambiente di lavoro e delle relazioni, consapevoli del fatto che, se i lavoratori sono messi nella condizione di poter operare serenamente, di sentirsi a proprio agio, realizzati e appagati, portano a termine i propri compiti lavorativi in modo più efficace e produttivo.

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Quanto condiviso, può rappresentare il punto di partenza per molte aziende per realizzare un intervento ad hoc per il welfare aziendale, andando a migliorare quelle dimensioni di benessere organizzativo (sopra elencate) che necessitano di essere rinforzate.
La consulenza organizzativa è orientata al benessere, è orientata a creare ambienti di lavoro equilibrati, produttivi e motivanti.
Ogni intervento dello psicologo è personalizzato rispetto ai bisogni specifici del Cliente (es. azienda di grandi e piccole dimensioni, ente formativo, struttura sanitaria, studio associato di liberi professionisti, etc.) puntando a creare soluzioni sostenibili e a lungo termine.
Una consulenza organizzativa diviene un processo interattivo tra Cliente (sistema organizzativo) e consulente psicologo, attraverso il quale poter circoscrivere l’aspetto sul quale si vuole intervenire, rinnovare l’insieme dei processi, pratiche, valori e competenze, giungendo a co – costruire una soluzione organizzativa efficace ed evolutiva.
L’obiettivo è quello di intervenire strategicamente a sostegno del benessere organizzativo, attraverso azioni che connettano la performance lavorativa, la salute psicofisica, emotiva e relazionale individuale e gli obiettivi di business.
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Come? Attraverso interventi su misura:
- Percorsi di formazione.
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