La paura degli insetti è indicata con i termini di entomofobia, dal greco “entomos” e “phobos” o insettofobia.
L’entomofobia è una fobia specifica che si caratterizza per la paura persistente, irrazionale e incontrollabile degli insetti, come api, calabroni, cimici, ragni, farfalle, mosche, formiche, blatte, cavallette, etc.
Solitamente le persone provano paura, disgusto e repulsione per alcuni insetti e anche in assenza di una reale minaccia, possono soffrire di veri e propri attacchi di panico legati al terrore di essere morsi o punti o riportare infezioni o reazioni allergiche dal contatto con gli insetti. Tale timore è legato alla loro grandezza, all’aspetto e alla velocità con cui sono in grado di spostarsi in volo. La paura tende a raggiungere la sua massima intensità quando gli animali sono in movimento. Tale intensità tende ad accrescere quando la Persona non può scappare o sfuggire alla situazione.
Se la fobia degli insetti raggiunge un certo livello di intensità può divenire invalidante, fino ad andare a condizionare e limitare le normali attività quotidiane della Persona.
Caratteristiche della fobia degli insetti
L’entomofobia si esprime attraverso una:
- Reazione o risposta sproporzionata rispetto all’evento o alla situazione, ovvero reazione eccessiva a una situazione che non è potenzialmente pericolosa.
- Reazione non razionalmente spiegabile da parte della Persona.
- Reazione fuori dal controllo da parte della Persona.
- Reazione che porta all’evitamento della situazione temuta.
- Reazione disadattiva e persistente nel tempo.
Gli entomofobici tendono ad evitare le situazioni associate alla possibilità di sperimentare la paura per gli insetti. Ad esempio, tendono a disinfestare la propria casa con ogni tipo di insetticida e controllano che non ci siano insetti prima di sentirsi al sicuro. La paura degli insetti può condizionare la scelta del luogo dove vivere o dove andare in vacanza o cosa fare nel proprio tempo libero.
Solitamente, gli entomofobici sono i primi ad avvistare o notare la presenza di un insetto nell’ambiente circostante. Questo accade perché quando si avverte il pericolo, i sensi vengono amplificati dall’ansia anticipatoria, ovvero la paura di avere un attacco di panico. Da un punto di vista neurofisiologico, questa risposta di ipervigilanza può essere ricondotta all’attivazione dell’amigdala, a seguito della percezione dello stimolo fobico (insetto).
Il meccanismo appena descritto, con il passare del tempo, diviene una trappola, in quanto l’evitamento conferma la pericolosità della situazione evitata e predispone all’evitamento successivo.
In altre parole, l’evitamento innesca la reazione fobica e si instaura la convinzione che il ripetersi dell’esperienza d’ansia sarebbe intollerabile. Nella pratica, la Persona cerca in tutti i modi di sottrarsi alla situazione che gli crea un allarme.
La fuga e l’evitamento portano ad una effettiva riduzione dei sintomi d’ansia e generano la convinzione di riuscire ad affrontare l’oggetto fobico. Tuttavia, il sollievo conseguente all’evitamento degli insetti è solo temporaneo e incrementa il senso di sfiducia personale e insicurezza, così che l’evento temuto appare sempre più impossibile da affrontare.
Sintomi fisiologici e psicologici della paura degli insetti
La paura degli insetti può produrre sintomi diversi, con varie intensità, a seconda dello specifico stimolo fobico. Se la Persona avverte l’impossibilità di prendere le distanze o evitare l’incontro con l’insetto temuto, è possibile che l’ansia arrivi ad un’intensità tale da provocare un attacco di panico. Tra i principali sintomi derivanti dalla paura degli insetti vengono riportati:
- Ansia.
- Attacco di panico.
- Tachicardia
- Difficoltà respiratorie.
- Eccessiva sudorazione.
- Tremori.
- Vertigini.
- Nausea.
- Prurito immaginario.
- Agitazione.
- Paralisi.
- Urla e pianto.
- Sensazione di perdita di contatto con la realtà.
- Paura di svenire.
- Appannamento della vista.
Da cosa nasce la paura degli insetti?
La motivazione più frequente che scatena l’entomofobia nella Persona è un evento traumatico vissuto nell’infanzia, come la puntura molto dolorosa di un’ape o di una vespa oppure può essere tramandata per osservazione. Ad esempio, una risposta appresa per una reazione eccessiva di un genitore o di un amico al contatto con gli insetti, ovvero una risposta derivante da un’esperienza negativa accaduta ad altri, oppure per aver assimilato informazioni non veritiere sugli insetti (es. caratteristiche, pericolosità, etc.) che hanno strutturato un’idea sugli stessi che elicita e mantiene la fobia.
Intervento terapeutico
Generalmente, si ha paura di ciò che non si conosce. In tal senso, un primo passo per superare la paura degli insetti potrebbe essere quello di cercare informazioni per imparare a comprendere il loro comportamento, in modo da poter distinguere quelli inoffensivi da quelli più pericolosi.
Per gestire la paura degli insetti, come con tutte le fobie, si deve evitare di evitare, per rendere la paura meno potente.
L’obiettivo del processo terapeutico è quello di sostenere la Persona nell’acquisizione di abilità nella gestione dello stato di ansia in modo che l’entomofobia non sia più paralizzante e limitante.
L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, psicologica, emotiva e socio relazionale della Persona.
Esplorare, riconoscere, accettare, risignificare, gestire, comprendere la funzionalità delle proprie risposte emotive e ansiogene di fronte agli insetti può essere utile per sperimentare una maggiore padronanza di se stessi e un maggiore senso di autoefficacia e autostima, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali, professionali e affettivi con determinazione, forza e libertà decisionale.
Individuare gli schemi o circoli viziosi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere fisico, psicologico e relazionale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto vivere con intensità e senza ansia e paura la dimensione temporale del presente.
Il percorso psicoterapeutico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni (es. Terapia delle emozioni, terapia EMDR, Ipnosi ericksoniana, terapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica: esposizione guidata e graduale ai pensieri evitati e agli episodi che generano l’evitamento, consentendo un controcondizionamento alla paura), terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, etc.) che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione disfunzionale dell’entomofobia, i quali vanno identificati, destrutturati e ristrutturati, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
Questi approcci hanno l’obiettivo di stimolare la Persona a riconoscere e razionalizzare la propria paura e i significati latenti che sostengono il sintomo.
L’entomofobia può essere superata in maniera efficace procedendo con una ristrutturazione cognitiva attraverso la quale i pensieri e le emozioni negative vengono sostituite con convinzioni reali per valutare l’effettiva pericolosità della situazione temuta.
L’intervento terapeutico sosterrà la Persona nella gestione di pensieri negativi e limitanti, associati alla paura degli insetti e attraverso la esposizione graduale e la desensibilizzazione sistematica potranno essere presentati gradualmente stimoli fobici in condizioni controllate (es. attraverso simulazioni, visione e/o esposizione di stimoli fobici, etc.) ed apprese delle tecniche di autocontrollo emotivo capaci di ridurre l’ansia e i pensieri negativi.
Generalmente, la terapia ha inizio sottoponendo la Persona entomofobica a domande mirate sulla sua paura, in cui viene chiesto di descrivere la propria reazione alla vista di un insetto o anche di indicare se ha paura di una tipologia di insetti in particolare al fine di estrapolarne i motivi che l’hanno indotta. La maggior parte delle persone non sono in grado di dare una spiegazione precisa e sicura sulla propria entomofobia.
Spesso, è proprio la scarsa conoscenza dell’insetto ad intensificare la paura. La Persona, dunque, potrebbe reperire informazioni sui rischi connessi al morso o puntura dell’insetto, sul ruolo di questi animali nell’ecosistema o sui casi di morte per avvelenamento da insetti
E’ importante aiutare la Persona a raggiungere un’immagine molto vivida della situazione temuta, favorendone una descrizione molto attenta e precisa, incoraggiandolo a immaginare tutti gli aspetti della situazione. La grandezza, il colore, la collocazione, la velocità e il tipo di movimenti dell’insetto.
Inoltre, utile può essere anche osservare un’altra Persona, che funge da modello, che interagisce con un insetto perché contribuisce a ridurre la risposta paurosa. Per affrontare la fobia specifica può essere anche indicata una psicoeducazione sul significato dell’ansia, integrando tecniche di rilassamento perché la condizione di rilassamento è antagonista a quella di ansia che caratterizza la fobia.
Accogliere la premessa teorico – operativa cognitivo comportamentale, secondo la quale fobie e paure irrazionali, così come sono state apprese, possano essere anche “disapprese”, conduce a definire un intervento terapeutico che mette al centro la Persona, la quale diviene agente attivo del processo di cambiamento della situazione disturbante, vincendo le proprie paure attraverso il potenziamento delle risorse individuali già presenti e/o scoprendone di nuove, necessarie a ripristinare una qualità di vita soddisfacente.
Il percorso di psicoterapia si pone l’obiettivo di:
- Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali.
- Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà disturbanti e disfunzionali, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
- Facilitare l’esposizione alle situazioni temute e sviluppare modalità alternative per gestire la paura che in questo modo torna ad essere un’emozione utile e funzionale.
- Ridurre e/o estinguere il comportamento di evitamento.
- Sviluppare comportamenti alternativi all’evitamento per la gestione delle emozioni intense.
- Recuperare il senso di autostima e di autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
- Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
- Aumentare l’autoconsapevolezza e l’autodeterminazione.
- Potenziare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale.
- Riscoprire i punti di forza e le risorse della Persona, nonché i fattori che mantengono il sintomo e ostacolano il cambiamento.
- Ristabilire la libertà di movimento e di azione.
- Riprendere il controllo della propria vita e migliorarne la qualità.
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