sensibilizzare il proprio team ad ascoltare, far circolare le idee e confrontarsi
Comunicazione efficace per gestire i conflitti sul lavoro

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Il posto di lavoro ha un ruolo centrale nella vita di moltissime persone, poiché è un contesto nel quale passano molto tempo. Inoltre, riuscire a creare buoni rapporti sul lavoro, corrisponde alla possibilità di sentirsi apprezzati, valorizzati, aumentando il senso di sicurezza, di autostima e di gratificazione personale.

Non sempre però i rapporti con i colleghi sono facili. Possono essere caratterizzati da discussioni e polemiche che rischiano di trasformare la dinamica relazionale in qualcosa di frustrante e difficile da tollerare, avendo così ripercussioni sul benessere psicofisico, emotivo e relazionale individuale e sul benessere organizzativo.

 

Il valore costruttivo del conflitto nei team di lavoro

Le nostre relazioni interpersonali, a tutti i livelli, ci richiedono sempre più la capacità di accettare e gestire ciò che è diverso da noi (valori, pensieri, stati emotivi, culture) e questo implica che situazioni conflittuali, intese come incompatibilità o divergenze di scopi, interessi e bisogni tra i protagonisti coinvolti, si esprimano inevitabilmente all’interno dei nostri contesti relazionali di appartenenza (famiglia, lavoro, coppia, società, etc.).

In quest’ottica, il conflitto, può essere considerato come un’esperienza individuale emotivamente impegnativa, di per sé né positiva, né negativa. Gestire, superare e trasformare i conflitti in senso evolutivo significa conoscere i propri obiettivi e quelli delle altre parti coinvolte per individuare lo spazio in cui possano convergere, co – costruendo, attraverso un processo negoziale, una relazione reciprocamente soddisfacente in una prospettiva di lungo periodo. Per affrontare in modo costruttivo la gestione dei conflitti è di fondamentale importanza avviare un processo di consapevolezza dei propri vissuti e promuovere lo sviluppo di capacità comunicative e relazionali.

 

Il conflitto è quello “spazio” che fa emergere un proprio schema relazionale e comunicativo, un proprio modo di leggere la realtà, caratterizzata da un’attivazione che coinvolge il proprio mondo cognitivo, emozionale e comportamentale.

 

L’acquisizione di una maggiore consapevolezza degli aspetti emotivi individuali che accompagnano la situazione conflittuale, consente di prenderne distanza e di superare la posizione iniziale tenuta nel confronto con l’Altro, utilizzando nuove risposte del proprio repertorio relazionale.

I conflitti nascono spesso dai bisogni delle persone e i bisogni insoddisfatti non vengono meno, ma rimangono in attesa di un’occasione per manifestarsi. Tradurre questo concetto in ambito lavorativo significa affermare che i conflitti non risolti influiscono sul clima organizzativo e compromettono il raggiungimento degli obiettivi professionali. In tal senso, la gestione di situazioni conflittuali sul posto di lavoro si traduce nel recuperare energia da impiegare nell’operatività.

Per ciò che concerne, il significato del concetto di conflitto all’interno di contesti lavorativi, esso ha subito delle trasformazioni nel corso del tempo. In seguito ad alcune trasformazioni strutturali del modello organizzativo del lavoro, esso non è più esclusivamente connesso a fattori di produzione, ma riveste un grande rilievo sociale, in quanto sono le persone ad essere direttamente coinvolte nelle realtà organizzative in cui operano. Essendosi l’attenzione maggiormente rivolta verso il “fattore umano”, gli studiosi di management hanno compreso che il conflitto nel contesto lavorativo può essere considerato come un’opportunità di confronto e di chiarimento ai fini del raggiungimento dei risultati di business e non una situazione da eliminare, rifiutare o, peggio, da tenere nascosta.

 

All’interno delle realtà organizzative è possibile distinguere tra due tipologie di conflitti:

 

 

Un conflitto costruttivo, oltre a rafforzare il rapporto con l’Altro, del quale sono accolti e mediati i punti di vista divergenti dal nostro, consente di aumentare l’autostima, in quanto, ogni confronto relazionale obbliga a riflettere sulle proprie capacità personali, fa emergere i punti di forza, consentendo di “valutare” le proprie abilità comunicative e relazionali. Infine, un conflitto costruttivo stimola creatività e produttività, aprendo la strada a nuove prospettive.

 

Da dove nascono i conflitti nei team di lavoro?

Perché nasce il conflitto?

Da quale atteggiamento è attivato?

Le persone che causano il conflitto ne sono consapevoli? 

 

La gestione dei conflitti è un elemento quotidiano nel luogo di lavoro e nasce dalla necessità di favorire lo svolgimento dell’attività lavorativa in situazioni complesse con colleghi, superiori e collaboratori. Essa dipende da alcuni fattori:

  • Il contesto in cui si genera.
  • Le persone coinvolte nel conflitto e le loro personalità.
  • Il rapporto gerarchico esistente tra le parti coinvolte.
  • Il tempo a disposizione per la risoluzione del conflitto.

 

Il conflitto all’interno di un contesto lavorativo, che si percepisce, tra le altre cose, dalla freddezza nelle relazioni, dalla difficoltà di comunicazione, dall’assenza di ascolto dell’Altro, dalla scarsa condivisione di informazioni, si manifesta quando persone, che per la natura del loro lavoro dipendono l’uno dall’altro, hanno punti di vista, interessi o obiettivi diversi o addirittura contrastanti.

 

Situazioni conflittuali possono avere origine da:

  • PROBLEMATICHE TECNICHE – ORGANIZZATIVE legate alla struttura e/o alle procedure da seguire, come ad esempio nel caso in cui ad ogni Persona non vengano assegnati un ruolo, un compito ed un obiettivo, nella loro definizione ed implicazione, chiari e precisi. Spesso in questi casi, vige una comunicazione inefficace, caratterizzata da informazioni confuse, incomplete, ambigue o contraddittorie che può portare a fraintendimenti ed errori d’interpretazioni e, quindi, a controversie all’interno del team. In queste realtà organizzative, può essere presente anche una leadership inefficace, derivante da una gestione manageriale non adeguata. Ciò può amplificare i livelli di stress in azienda ed influire sul lavoro di squadra e sulle relazioni tra i dipendenti, creando inutili dissapori e scontri.
  • PROBLEMATICHE COMUNICATIVE – RELAZIONALI, ovvero da situazioni legate al modo personale di rapportarsi con le persone con le quali si lavora. Da un punto di vita intrapersonale, situazioni di tensione possono nascere, ad esempio, per:

 

 

Situazioni di conflittualità sul posto di lavoro sono una condizione inevitabile, poiché non può esistere una situazione organizzativa esente da conflitti, spesso sono fisiologici poiché appartengono all’inevitabile dinamica del confronto tra persone.

 

IL CONFLITTO “COMUNICA”, descrive una situazione organizzativa che deve essere interpretata, come un elemento generativo, creativo, una risorsa e come segnale di dinamismo o di cambiamento e di vitalità organizzativa o, viceversa, come segnale di difficoltà irrisolte.

 

Affrontare e risolvere positivamente una situazione conflittuale consente una crescita importante delle persone coinvolte e, in tal senso, il conflitto può diventare una dimensione relazionale attraverso la quale le persone possono svilupparsi nella loro globalità e diversità e al contempo un’opportunità per migliorare le relazioni interpersonali, gli obiettivi professionali individuali all’interno del proprio contesto lavorativo e gli obiettivi di business.

 

Comunicazione efficace nei team di lavoro

Il conflitto può incidere sul benessere organizzativo, sulla motivazione e soddisfazione del lavoro, difficoltà ad accogliere i cambiamenti organizzativi, nonché creare stati di tensione, insofferenza, ansia e stress nel personale.

La promozione di una modalità comunicativa che metta in evidenza gli obiettivi comuni e incoraggi le persone ad esprimere e motivare liberamente i propri punti di vista concentrandosi sul contenuto dei temi piuttosto che su aspetti caratteriali o personali, è la strada che può condurre verso una partecipazione attiva e costruttiva al raggiungimento degli obiettivi lavorativi individuali e/o condivisi e verso un miglioramento della qualità di vita all’interno del contesto di lavoro.

La COMUNICAZIONE EFFICACE è il processo di scambio di informazioni, pensieri o sentimenti idoneo a suscitare la comprensione e la risposta desiderata da parte del ricevente. È una componente essenziale delle interazioni interpersonali di successo e può verificarsi in vari contesti, personali, professionali, scolastici, sportivi, sociali, etc.

 

Tra gli ASPETTI CHIAVE di una COMUNICAZIONE EFFICACE ci sono:

  • CHIAREZZA E PRECISIONE: il messaggio deve essere chiaro e preciso per evitare fraintendimenti, ciò significa che chi invia il messaggio verbale o scritto, comunica i propri pensieri in modo ben strutturato e comprensibile.
  • ASCOLTO ATTIVO: in questo scambio di messaggi, chi ascolta è attento, dà un feedback e si assicura di aver compreso correttamente il messaggio.
  • EMPATIA: consente di accogliere il messaggio dell’Altro, di capire la sua prospettiva, di stabilire un legame ed evitare malintesi.
  • COMUNICAZIONE NON VERBALE: il linguaggio del corpo, le espressioni facciali, i gesti e il tono di voce svolgono un ruolo importante nella trasmissione dei messaggi. I segnali non verbali possono sostenere la comunicazione verbale o contraddirla.
  • FEEDBACK: è fondamentale per garantire che il messaggio sia stato compreso correttamente. Il feedback può essere verbale o non verbale e aiuta a migliorare la comunicazione.
  • ADATTABILITÀ: la capacità di adattare il proprio stile di comunicazione alla situazione e all’interlocutore è fondamentale. Ciò può significare cambiare il linguaggio, il tono o la complessità del messaggio.
  • APERTURA E ONESTÀ: una comunicazione aperta e onesta crea fiducia e promuove un rapporto positivo tra i partner della comunicazione.
  • EVITARE LE BARRIERE: è importante riconoscere e superare le possibili barriere comunicative, come i pregiudizi, le differenze culturali o gli stati emotivi che possono emergere durante uno scambio comunicativo.

 

La comunicazione efficace è un’abilità che può essere migliorata con la pratica e lo sforzo consapevole. È fondamentale per costruire e mantenere relazioni sane, risolvere i conflitti e raggiungere obiettivi in vari ambiti della vita, come l’ambiente di lavoro.

 

Comunicare in modo efficace in un contesto professionale è fondamentale per il successo di team e della realtà organizzativa.

 

PUNTI CHIAVE di una COMUNICAZIONE EFFICACE NEI TEAM DI LAVORO

 

  1. DEFINIZIONE DI OBIETTIVI E ASPETTATIVE CHIARI

Gli obiettivi comuni del team devono essere SMART. Ogni componente del team deve comprenda il proprio ruolo e le proprie responsabilità. E’ necessario stabilire e rivedere regolarmente le aspettative in merito agli standard di prestazione, comportamento e comunicazione.

  1. PROGRAMMAZIONE DI INCONTRI REGOLARI

Programmare riunioni regolari del team per discutere i progressi, risolvere i problemi e condividere le informazioni. Queste riunioni devono avere un ordine del giorno fisso, inviato in anticipo a tutti i partecipanti. Durante la riunione, il leader deve assicurarsi che tutti i membri del team abbiano la possibilità di esprimere le proprie opinioni e preoccupazioni. Al termine dell’incontro, è necessario riassumere i punti più importanti e definire chiaramente i passi successivi.

  1. PROMOZIONE DELL’ASCOLTO ATTIVO

I membri del team prestano piena attenzione all’oratore senza distrarsi o interrompere. Si incoraggiano i membri del team a fare domande e a parafrasare ciò che hanno sentito per assicurarsi di aver compreso correttamente il messaggio. L’ascolto attivo aiuta a evitare i malintesi e rafforza la fiducia all’interno del team.

  1. STABILIRE UNA COMUNICAZIONE APERTA E ONESTA

Creare un’atmosfera di apertura e onestà in cui i membri del team possano esprimere liberamente i loro pensieri, idee e preoccupazioni. Ciò può essere ottenuto attraverso regolari cicli di feedback e forum di discussione aperti. Si incoraggiano i membri del team a essere onesti, anche se le notizie potrebbero essere spiacevoli. Trasparenza e onestà promuovono la fiducia e un’atmosfera di lavoro positiva.

  1. STABILIRE UNA CULTURA DEL FEEDBACK

Implementare una cultura del feedback in cui il feedback costruttivo viene regolarmente dato e ricevuto. Questo può avvenire attraverso sessioni di feedback formali o discussioni informali. Il feedback deve essere specifico, tempestivo e costruttivo, con l’obiettivo di incoraggiare il miglioramento e rafforzare i comportamenti positivi. Il feedback deve fluire in entrambe le direzioni: dal manager al dipendente e viceversa.

  1. GARANTIRE UNA COMUNICAZIONE CHIARA E PRECISA

Assicurarsi che tutti i messaggi siano formulati in modo chiaro e preciso. Evitare un gergo superfluo e un linguaggio complesso che potrebbero generare malintesi. Quando vengono comunicate informazioni importanti, vanno riassunte e ripetuti i punti principali per garantire che tutti i membri del team abbiano le stesse informazioni. Utilizzare supporti visivi come diagrammi e presentazioni per aumentare la comprensibilità.

  1. UTILIZZARE MEZZI DI COMUNICAZIONE ADEGUATI

Scegliere il giusto mezzo di comunicazione per i diversi tipi di messaggi. Strumenti come Microsoft Teams possono essere utilizzati per una comunicazione rapida e informale. Per informazioni più formali o dettagliate, sono più adatti i messaggi di posta elettronica o le riunioni. Assicurarsi che tutti i membri del team abbiano familiarità con gli strumenti utilizzati e sappiano come usarli in modo efficace.

  1. MOSTRARE EMPATIA E COMPRENSIONE

Mostrare empatia e comprensione per le prospettive e i sentimenti dei membri del team. Ciò significa mettersi nei panni dell’altro e tenere conto del suo punto di vista. Rispettare le opinioni e i contributi di tutti i membri del team e promuovere una cultura inclusiva e solidale nel team. L’empatia contribuisce a creare un forte legame emotivo all’interno del team e a ridurre al minimo i conflitti.

  1. ESERCITARSI NELLA GESTIONE DEI CONFLITTI

E’ possibile riconoscere e affrontare i conflitti in una fase iniziale, prima che si aggravino, creare una cultura della comunicazione aperta in cui i conflitti possano essere affrontati e risolti in modo costruttivo, utilizzare tecniche di mediazione o un terzo neutrale per aiutare a risolvere i conflitti, assicurarsi che tutte le parti coinvolte abbiano l’opportunità di presentare il proprio punto di vista e di lavorare insieme per trovare una soluzione.

  1. PROMUOVERE UN PROCESSO DECISIONALE COMUNE

Coinvolgere il team nei processi decisionali per incoraggiare l’impegno e il senso di responsabilità. Questo può avvenire attraverso sessioni di brainstorming, votazioni o creazione di consenso. Assicurarsi che tutti i membri del team abbiano la possibilità di esprimere le proprie opinioni e che i loro contributi siano presi sul serio. Il processo decisionale comune rafforza il senso di appartenenza e promuove la cooperazione.

  1. OFFRIRE FORMAZIONE E SVILUPPO AL TEAM DI LAVORO

Promuovere programmi di formazione e workshop per migliorare le capacità comunicative e relazionali o attività di team building per contribuire a rafforzare la fiducia e la cooperazione all’interno del team.

  1. MONITORARE I PROGRESSI

Tenere i verbali delle riunioni e delle conversazioni importanti per registrare e tenere traccia delle informazioni. Inviare e-mail o messaggi di follow – up per assicurarsi che tutti i membri del team siano allineati.

Nel complesso, una comunicazione efficace contribuisce a ottimizzare la collaborazione, ad aumentare la produttività e a creare un ambiente di lavoro positivo e motivante che promuove il successo dell’intera organizzazione.

 

ALCUNI ESEMPI DI COMUNICAZIONE EFFICACE IN AMBITO LAVORATIVO:

 

Questi sono solamente alcuni ESEMPI che mostrano come una COMUNICAZIONE EFFICACE IN UN CONTESTO PROFESSIONALE può aiutare a evitare malintesi e conflitti, migliorare la collaborazione, le prestazioni e aumentare la produttività.

Quando i membri del team sono in grado di formulare i loro pensieri in modo chiaro e preciso, si riducono le incomprensioni e si ottimizzano i processi di lavoro. Questo porta a una collaborazione più efficiente e a un flusso più fluido delle attività quotidiane.

Inoltre, i comunicatori sicuri di sé sono anche più motivati e impegnati nel loro lavoro. Possono esprimere apertamente le loro idee e preoccupazioni, il che porta a una migliore risoluzione dei problemi e ad approcci innovativi, nonché un processo decisionale più rapido ed efficace. I lavoratori che sanno adattare il loro tono per formulare messaggi più efficaci contribuiscono in modo significativo a migliorare la comunicazione interna. In questo modo si rafforzano le relazioni all’interno dell’organizzazione, aumentando l’efficienza complessiva.

 

Il ruolo del team leader nella prevenzione e gestione dei conflitti

Prevenire i conflitti è il modo migliore per preservare l’armonia del gruppo ed evitare ripercussioni sulle performance individuali e di gruppo. Per farlo è necessario ascoltare e osservare con attenzione tutto ciò che succede all’interno del luogo di lavoro, a prescindere dal fatto che sia necessario o meno un intervento diretto per risolvere il conflitto. Imparando a conoscere (e a capire) i componenti del team è possibile individuare i segnali precoci di tensione e attivarsi per bloccarli sul nascere. Ad esempio, un dipendente sotto pressione e stressato, magari a causa di una scadenza importante vicina oppure perché non si sente particolarmente apprezzato, valorizzato potrebbe assentarsi ripetutamente dal lavoro, oltre che manifestare sentimenti conflittuali.

In questi casi, è utile incoraggiare i dipendenti a esprimere apertamente pensieri e preoccupazioni in un ambiente dove il confronto è visto come opportunità di crescita può aiutare a risolvere le questioni prima che si trasformino in conflitti.

In ottica preventiva rispetto all’espressione dei conflitti nei gruppi di lavoro il LEADER, possedendo le competenze necessarie per gestire i conflitti, interviene in modo proattivo e preventivo placando i segnali di tensione. Un buon leader deve mediare tra le parti in modo imparziale e promuovere soluzioni che rispettino gli interessi di tutti.

Monitorare regolarmente come i membri del team interagiscono tra loro permette di intervenire tempestivamente in caso di tensioni prima che degenerino. Adottando questi accorgimenti, le organizzazioni possono non solo ridurre la frequenza dei conflitti, ma anche migliorare la collaborazione e l’efficienza del team, creando un clima di lavoro positivo per tutti.

 

 

Per gestire in modo efficace le controversie sul luogo di lavoro, un team leader deve:

  • ASCOLTARE ATTIVAMENTE I DIPENDENTI: Conoscere il punto di vista delle persone coinvolte nel conflitto è il primo passo verso la sua risoluzione. Ad ognuno deve essere concessa la possibilità di rispondere o difendersi.
  • FARE RIUNIONI DI GRUPPO: per dare alle parti coinvolte l’opportunità di spiegarsi ed esprimere di fronte agli altri la propria opinione sulla vicenda. Oltre che per avere un quadro chiaro della situazione, un meeting di gruppo è utile per cominciare a intravedere una soluzione.
  • ESSERE IMPARZIALE: La funzione del leader è quella di mediare. Propendere per l’una o l’altra parte e dare chiaramente il proprio appoggio ad una delle due è tutto fuorché professionale. In caso di difficoltà ad assumere un atteggiamento imparziale, il consiglio è provare ad immedesimarsi nell’altro per vedere la questione con i suoi occhi.
  • RIFLETTERE PRIMA DI INTERVENIRE: Rimandare la risoluzione del conflitto è sempre sconsigliabile, ma non bisogna neanche avere fretta di chiuderlo per voltare subito pagina. Se il problema è particolarmente spinoso, occorre valutarlo attentamente, perché ogni decisione presa per affrontarlo influenzerà umore e prestazioni dei dipendenti.

 

L’intelligenza emotiva è forse la dote principale di un buon leader, fondamentale per la gestione dei conflitti: mantenere la calma e il controllo, porsi in modo gentile, ma assertivo e mostrare empatia permette di comprendere le ragioni altrui al fine di proporre soluzioni che accontentino tutti.

L’obiettivo di un leader non è criticare e punire la Persona, bensì giudicare l’effetto del suo comportamento sugli altri per migliorarlo e stimolare la crescita del gruppo. Al termine di ogni occasione di confronto, concludere con un incoraggiamento sull’efficacia e il valore del lavoro di gruppo è decisivo per mantenere alta la motivazione del dipendente.

 

Analisi dei conflitti nei team di lavoro

L’analisi dei conflitti sul lavoro consente non solo di comprendere quali siano le dinamiche che alimentano le discordie, ma anche di identificare modelli di comportamento ricorrenti sui quali intervenire per evitare divergenze nel lungo periodo.

Questo processo, che non deve limitarsi a un’indagine post-evento, ma essere continuativo e parte integrante della cultura aziendale, è essenziale per raccogliere informazioni preziose e sviluppare strategie di intervento finalizzate alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti.

Nel contesto aziendale, questo significa indagare come le differenze individuali possano influenzare le interazioni tra colleghi. Le aspettative di crescita professionale e l’ambizione dei lavoratori e delle lavoratrici, per esempio, concentra in sé mille anime diverse: può sia guidare la produttività e motivare al raggiungimento degli obiettivi aziendali, che diventare fonte di conflitto se le aspirazioni personali non sono allineate con le aspettative degli altri membri del team.

Adottare un approccio analitico permette di distinguere tra conflitti costruttivi, che stimolano il dialogo e la crescita, e quelli non costruttivi, che influenzano negativamente il clima organizzativo e la produttività. Inoltre, contribuisce a rafforzare la cultura aziendale, promuove un ambiente di lavoro più armonioso e aumenta la capacità dell’organizzazione di affrontare le sfide future.

 

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Per analizzare un conflitto è utile porsi delle domande:

  • In che modo il conflitto si è sviluppato?
  • In quale contesto si è sviluppato il conflitto? (es. Questa Persona ha problemi solo con qualcuno o con molti? Quali sono i comportamenti e le azioni che caratterizzano il conflitto?).
  • Quali sono le parti coinvolte? (es. C’è qualcuno che sta alimentando il conflitto? Chi ci guadagna se il conflitto si aggrava?).
  • Significato del conflitto: è importante identificare le motivazioni del disaccordo. Spesso, i conflitti non sono altro che la punta dell’iceberg di problemi più profondi e radicati. Indagare sulle cause sottostanti, distinguendo tra problemi di fondo e sintomi superficiali, è essenziale per trovare soluzioni mirate e durature. E’ fondamentale individuare i bisogni insoddisfatti, le paure e le incomprensioni che hanno generato la situazione
  • Dinamiche del conflitto: tutti i conflitti sono dinamici, si sviluppano e cambiano nel tempo (es Come è cambiato il conflitto?).

 

La RISOLUZIONE DI UN CONFLITTO TROVA RISPOSTA NELLA VOLONTA’ E NELLA SINCERA MOTIVAZIONE CHE LE PARTI METTONO NEL RISOLVERLO. Se mancano le energie e le risorse delle parti coinvolte nel conflitto, sarà impossibile la sua risoluzione.

In ogni caso, è fondamentale accettare il conflitto come parte del lavoro. In ogni gruppo di persone, è naturale che emergano divergenze e riconoscerle è il primo passo, agevolando il pensiero che il conflitto può trasformarsi da “problema” in “opportunità di crescita” individuale e organizzativa.

 

Farsi rispettare e affermarsi sul posto di lavoro

La comunicazione efficace insegna a mediare il conflitto, a diventare più consapevoli delle proprie capacità comunicative e relazionali, a non essere più spaventanti dal conflitto, in quanto capaci di affrontarlo e risolverlo, con un conseguente aumento della propria autostima.

 

Nei gruppi di lavoro, aver paura del conflitto o evitarlo non porta da nessuna parte, pertanto, È NECESSARIO IMPARARE A FARSI RISPETTARE SU LAVORO. Come?

  • Conoscendo se stessi: punti di forza e punti di debolezza.
  • Accrescendo una sana autostima e senso di autoefficacia.
  • Imparando a non subire l’attacco e/o a lasciarsi trascinare dalle emozioni dell’interlocutore, dando all’Altro il potere della comunicazione.
  • Identificando obiettivi realistici e realizzabili, senza crearsi aspettative che non si possono applicare alla realtà di quello specifico contesto lavorativo.

 

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FARSI RISPETTARE SUL LAVORO SIGNIFICA:

UTILIZZARE l’ASSERTIVITA’: difendere i propri diritti senza violare quelli degli altri attraverso una comunicazione assertiva, ovvero esprimendo idee, emozioni, opinioni, esigenze e necessità in modo appropriato al contesto e alla relazione.

PENSARE REALISTICAMENTE: a volte, i propri schemi mentali, gli automatismi disfunzionali, possono costituire delle barriere all’azione nella risoluzione delle problematiche relazionali.

ESSERE CONSAPEVOLI DEL PROPRIO STILE RELAZIONALE E COMUNICATIVO: stili appresi all’interno dei propri mondi relazionali di appartenenza che riproduciamo in modo automatico, con risvolti comunicativi e relazionali più efficaci o meno. Il nostro modo di comunicare ha un impatto sugli altri e sul mondo in cui siamo percepiti. Possiamo quindi iniziare a modulare consapevolmente i nostri comportamenti per trasmettere i messaggi che desideriamo. Osservare il proprio stile comunicativo è fondamentale: Come ho comunicato oggi? Quali messaggi ho trasmesso con il mio comportamento non verbale? Ci sono stati momenti in cui le mie parole e il mio linguaggio corporeo erano in contrasto? Questa pratica di riflessione può portare a intuizioni preziose sul nostro stile comunicativo e sulle aree in cui possiamo migliorare.

IMPARARE A RICONOSCERE E UTILIZZARE LA FORZA DELLE EMOZIONI, questo è essenziale per mantenere una comunicazione efficace, soprattutto in situazioni di conflitto e stress. Tecniche come la respirazione profonda, la mindfulness e la pratica della consapevolezza emotiva possono aiutarci a rimanere calmi e concentrati, permettendo di comunicare in modo più chiaro e costruttivo anche in circostanze difficili. Importante è riconoscere quello che stiamo provando, dargli un nome e ri – significare, in modo da agire/non agire consapevolmente e non reagire impulsivamente, ovvero acquisendo maggiore competenza emotiva di Sé.

LIBERARSI DAI PENSIERI DEBILITANTI, DISTURBANTI E NON EVOLUTIVI che ostacolano una comunicazione efficace, come ad esempio i pensieri autocritici, di disvalore di Sé oppure di iper – giudizio verso l’Altro. E’ importante stare nella comunicazione presente, ascoltare attivamente se stessi e l’interlocutore, allo scopo di creare uno spazio per una comunicazione più autentica e significativa.

IMPARARE AD OSSERVARE ATTENTAMENTE GLI ALTRI: questo significa prestare attenzione ai dettagli del loro comportamento non verbale. Osservando in modo attento, possiamo raccogliere preziose informazioni su come gli altri si sentono, cosa pensano veramente e come stanno reagendo alla nostra comunicazione. Divenendo più abili nel “leggere” gli altri, possiamo adattare il nostro stile comunicativo ed essere più efficaci nella comunicazione. Inoltre, questo avrà un risvolto anche positivo per connettersi in modo più profondo ed empatico con l’Altro, creando un ambiente di comunicazione più aperto e sincero.

COMUNICARE I PROPRI DESIDERI O BISOGNI: solo esprimendo in modo chiaro e diretto quello che voglio, posso essere compreso/a dall’Altro.

DIFENDERE I PROPRI DIRITTI E INTERESSI: attraverso un atteggiamento assertivo per proteggermi dalle relazioni manipolatorie o opportuniste.

UTILIZZARE LA GIUSTA DOSE DI FORZA: ovvero, promuovere uno stile autorevole, piuttosto che autoritario per raggiungere i propri obiettivi.

 

Dal pensiero all’azione

Le controversie e le situazioni di conflitto nei gruppi di lavoro possono essere frequenti e, quando sorgono, è necessario saperle riconoscere per affrontarle più efficacemente possibile, anche mettendo in atto strategie di comunicazione efficace e assertiva, gestione dei conflitti e tecniche di ascolto attivo.

 

Evitare che i conflitti si radichino all’interno del sistema organizzativo, è importante per:

 

Significativa è la PREVENZIONE di possibili situazioni conflittuali, che può essere realizzata attraverso la capacità dei manager e dei leader di riconoscere precocemente i segnali di malessere (es. un calo di produttività, problemi comunicativi e relazionali tra colleghi o con i superiori, minore disponibilità una minore disponibilità all’apertura e all’ascolto dell’altro, la diffusione di pettegolezzi e dicerie, lamentele, critiche nell’ambiente di lavoro, etc.).

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Per integrare le strategie di comunicazione e risoluzione dei conflitti nel contesto aziendale, è fondamentale adottare approcci pratici e continuativi che diventino parte integrante della cultura organizzativa.

Una concreta possibilità è quella di INVESTIRE NELLA FORMAZIONE E NELLO SVILUPPO DI COMPETENZE COMUNICATIVE DEL PERSONALE, così, da creare un ambiente di lavoro più sereno, produttivo e competitivo.

Promuovere un ambiente di lavoro aperto e trasparente, unito a programmi di formazione continua sulla comunicazione e la gestione dei conflitti, è essenziale per il successo a lungo termine. Queste iniziative creano una cultura aziendale resiliente, dove la comunicazione efficace è valorizzata e i conflitti sono visti come occasioni per migliorare.

Una CONSULENZA ORGANIZZATIVA con uno psicologo professionista è orientata al benessere e a creare ambienti di lavoro equilibrati, produttivi e motivanti. Ogni intervento è personalizzato rispetto ai bisogni specifici del Cliente (es. azienda di grandi e piccole dimensioni, ente formativo, struttura sanitaria, studio associato di liberi professionisti, etc.) puntando a creare soluzioni sostenibili e a lungo termine.

Una consulenza organizzativa diviene un processo interattivo tra Cliente (sistema organizzativo) e consulente psicologo, giungendo a co – costruire una soluzione organizzativa efficace ed evolutiva.

L’obiettivo è quello di intervenire strategicamente a sostegno della promozione della comunicazione efficace nei team di lavoro e del benessere organizzativo, attraverso azioni che connettano la performance lavorativa, la salute psicofisica, emotiva e relazionale individuale e gli obiettivi di business.

 

Puoi contattarmi per scoprire come possiamo progettare insieme una soluzione personalizzata, affrontare le sfide della tua organizzazione, promuovere la salute fisica e psicologica, migliorare il clima lavorativo, la gestione del cambiamento, la comunicazione e la produttività.

Come?

  • Percorsi di formazione.
  • Sessioni individuali di supporto psicologico.
  • Programmi personalizzati per leader, manager e team.

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