Il termine cannabis è un termine generico che sta a indicare le sostanze psicoattive derivate dalla pianta di cannabis; i due principali componenti della cannabis sono il delta9-tetraidracannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).
Il THC sembra essere responsabile della potenziale dipendenza della cannabis a causa delle sue proprietà psicoattive, le quali influenzano il sistema dopaminergico che agisce sui sistemi della gratificazione e del piacere.
Negli anni, questa sostanza vegetale è stata spesso definita utilizzando altri termini, ad esempio erba, spinello, marijuana, ganja, hashish e altre (American Psychiatric Association, 2013).
I diversi principi attivi della cannabis e la loro diversa composizione nelle sostanze possono provocare effetti diversificati nelle persone che ne fanno uso, ad esempio un senso di euforia e di benessere, rilassamento, seguito da disinibizione, con conseguente sottovalutazione dei rischi, aumento dell’appetito e dell’attività sessuale, alterazione delle prestazioni cognitive (es. deficit memoria e concentrazione, etc.) e psicomotorie (es. mancanza di controllo muscolare, tempi di reazione, etc.).
Come insorge la dipendenza da cannabis
Spesso la dipendenza da marijuana e la dipendenza da hashish si struttura in persone che hanno inizialmente fatto un uso regolare di tali sostanze per far fronte a problemi di umore, sonno o altri problemi fisiologici e psicologici, ma anche in persone che si sono avvicinate a tali sostanze facendone un utilizzo ludico e sociale.
Dipendenza da cannabis
La dipendenza da cannabis e gli altri disturbi correlati alla cannabis includono problemi relativi a sostanze derivate da questa pianta e composti sintetici simili a livello chimico.
Tra le sostanze sintetiche che possono provocare una dipendenza da cannabis troviamo, ad esempio, le pillole di delta -9- tetraidrocannabinolo (delta-9- THC), medicinali soggetti a prescrizioni mediche, utilizzati, ad esempio, per ridurre sintomi di nausea e vomito nelle persone che seguono un trattamento chemioterapico.
La dipendenza da cannabis si esprime attraverso sintomi quali: stati di ansia, attacchi di panico, ruminazioni, disturbi del sonno, iperattività, agitazione e irritabilità.
L’intossicazione acuta può essere associata a disturbi cognitivi come la perdita di memoria a breve termine, stati di paranoia e in alcuni casi anche ideazioni suicidarie.
L’uso periodico della cannabis può influenzare negativamente il comportamento e il funzionamento cognitivo e psicomotorio.
Le persone che sviluppano una dipendenza sviluppano assuefazione alla sostanza, ovvero hanno bisogno di assumere quantitativi sempre maggiori o per un periodo più lungo di quanto si voglia e presentano un desiderio persistente della sostanza.
L’uso di cannabis può avere un impatto su molteplici aspetti relativi alla salute, quali ad esempio effetti negativi sul sistema cardiovascolare, immunitario, oculare, neuromuscolare, etc.
Inoltre, può influenzare l’esordio o la complicazione di altri disturbi psicologici, quali disturbi depressivi e disturbi psicotici.
Astinenza da cannabis
I sintomi di astinenza da cannabis (spesso anche definita astinenza da THC) comprendono:
- Irritabilità.
- Ansia.
- Nervosismo.
- Irrequietezza.
- Disturbi del sonno.
- Rabbia o aggressività.
- Umore depresso.
- Diminuzione dell’appetito e perdita di peso.
- Altri sintomi fisici quali ad esempio dolori addominali, sudorazione, brividi, etc.
Tipicamente i sintomi di astinenza da cannabis si verificano da 1 a 2 giorni dopo la cessazione di uso intenso e può durare tra 7 e 14 giorni. La complessità della sintomatologia di astinenza è associata con un maggiore impatto negativo sulle normali attività quotidiane.
Intervento terapeutico
Disintossicarsi da cannabis richiede consapevolezza e una forte motivazione e costanza. Per lavorare su tali aspetti è spesso fondamentale iniziare un percorso di psicoterapia.
Il percorso implica la scelta e la motivazione della Persona di essere aiutata attraverso le diverse possibilità di prevenzione e disintossicazione presenti sul Territorio nazionale, ovvero centri specializzati con approccio multidisciplinare sia pubblici che privati.
Trattare una dipendenza significa aiutare la Persona a interrompere l’assunzione della sostanza, sostenere la sua motivazione al cambiamento, evitando che si verifichino ricadute, nonché recuperare il proprio senso di Sé, ruolo in famiglia, nella coppia, come genitore, sul lavoro e nella società.
La terapia farmacologica viene usata, prevalentemente, per disintossicarsi, gestire i sintomi dell’astinenza e prevenire le ricadute. In tal senso, i farmaci aiutano a eliminare i sintomi dolorosi che si manifestano durante la disassuefazione, evitando di riprendere ad assumere la sostanza; questo non costituisce, in sé, il trattamento, ma rappresenta un primo passo indispensabile per il cambiamento. I disturbi psicologici compresenti potrebbero contribuire al mantenimento della dipendenza e il loro trattamento è un ulteriore obiettivo che facilita la disassuefazione.
Il trattamento della dipendenza da cannabis prevede un approccio multidisciplinare. A seconda della gravità della situazione, del quadro sintomatologico complessivo nel quale viene diagnosticata la dipendenza, in base alle caratteristiche della Persona, alla sua storia e alla consapevolezza che ha del disturbo, è prevista la collaborazione tra diverse figure specialistiche: psichiatra, neurologo, infermiere, assistente sociale, educatore, psicoterapeuta, etc.
L’intervento messo in atto, che sia farmacologico, psichiatrico, psicoterapeutico, psicoeducativo o riabilitativo, tiene sempre in considerazione la sfera fisiologica, psicologica, emotiva, affettiva, comportamentale e socio – relazionale della Persona.
Gli interventi possono realizzarsi in una dimensione terapeutica individuale, in una dimensione terapeutica gruppale per agevolare una maggiore consapevolezza di Sé attraverso il rispecchiamento con l’Altro e una dimensione terapeutica familiare nella quale sono coinvolte le persone significative (genitori, fratelli, partner, figli, etc.) per la Persona.
In linea generale, un percorso di psicoterapia per il trattamento della dipendenza da cannabis si pone l’obiettivo di:
- Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei propri mondi relazionali.
- Individuare, destrutturare e ristrutturare i pensieri, le emozioni e i comportamenti ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
- Acquisire maggiore consapevolezza circa la propria dipendenza e le ripercussioni della stessa nella propria vita.
- Potenziare le abilità di coping, ovvero di fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
- Ridurre le aspettative positive che la Persona ripone nel comportamento di dipendenza.
- Mitigare il disagio emotivo – cognitivo – relazionale attivati dal disturbo.
- Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
- Acquisire competenza emotiva, riconoscendo, gestendo e regolando le proprie emozioni per affrontare le diverse situazioni che si propongono.
- Sostenere la Persona a concepire e perseguire obiettivi indipendenti dalla propria storia fatta di comportamenti incontrollabili.
- Migliorare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale (es. del proprio contesto di vita, delle proprie relazioni familiari, della propria progettualità, etc.).
- Riscoprire i punti di forza e le risorse della Persona, nonché i potenziali ostacoli al cambiamento e i fattori di vulnerabilità.
- Accrescere l’autostima.
- Individuare e gestire al meglio le situazioni ad alto rischio ricaduta (quando, come, dove, con chi, per quale motivo, a che scopo, etc.).
- Riprendere il controllo della propria vita e migliorarne la qualità.
Sostegno psicologico per i familiari
Il contatto o la convivenza quotidiana con un componente della famiglia tossicodipendente può essere molto impegnativa da un punto di vista psicologico, emotivo ed economico.
Gli stati d’animo conseguenti sono frustrazione, senso d’impotenza, paura, stress, ansia e depressione.
I familiari possono essere sostenuti tramite un percorso di sostegno psicologico per accogliere gli stati emotivi dolorosi, riattivare quelle risorse emotive e fisiche che consentano di percepire una maggiore padronanza della situazione e un maggiore senso di autoefficacia, ripristinando un benessere psicofisico, che può avere una positiva ricaduta anche sulla relazione con il componente della famiglia tossicodipendente e sulla sua qualità di vita.