In un mondo del lavoro che parla di competenze tecniche, processi strutturati e innovazione, la capacità di non rinunciare alle proprie emozioni e, di quella che è nota come intelligenza emotiva, sono diventate competenze cruciali non solo per chi svolge ruoli manageriali, ma per i lavoratori e le lavoratrici, perché non solo influenzano il benessere individuale, ma anche la produttività, la collaborazione e la creatività.
Oggi, parlare di emozioni sul luogo di lavoro non è più un tabù, in quanto esse sono universalmente riconosciute come un potenziale da incoraggiare, coltivare ed esercitare. Studi recenti identificano l’intelligenza emotiva come un elemento ormai imprescindibile all’interno delle organizzazioni. Il World Economic Forum la annovera tra le 10 soft skills più ricercate da qui ai prossimi anni.
All’interno dei contesti lavorativi d’oggi, i lavoratori e le lavoratrici emotivamente intelligenti e competenti emotivamente partecipano alla creazione di ambienti sani per lo scambio di idee e feedback, caratterizzati da elevata collaborazione, empatia e coinvolgimento con il team di lavoro e con l’azienda.
Cos’è l’intelligenza emotiva
L’intelligenza emotiva (E.I. – Emotional Intelligence) teorizzata dallo psicologo, giornalista scientifico e professore americano Daniel Goleman, è la capacità di identificare e gestire le proprie emozioni, nonché di comprendere le emozioni degli altri.
Saper gestire consapevolmente le proprie emozioni e quelle delle altre persone è una qualità fondamentale per il nostro benessere psicologico e sociale sia nella propria vita personale, sia in quella lavorativa.
LIVELLI DELL’INTELLIGENZA EMOTIVA:
- CAPACITÀ DI IDENTIFICARE, RECEPIRE CORRETTAMENTE E VALUTARE LE EMOZIONI PROPRIE ED ALTRUI: quindi arrivare a capire quel chi si prova e quello che gli altri provano.
- FACILITAZIONE EMOTIVA DEL PENSIERO, ovvero la capacità di farsi guidare dalle emozioni nel prendere decisioni.
- INTERPRETAZIONE DI EMOZIONI COMPLESSE, come quelle che contemplano insieme fascinazione e paura, oppure sorpresa e disgusto, rilevando i corretti passaggi di transizione tra le diverse emozioni provate.
- CAPACITÀ DI GESTIRE LE EMOZIONI INCANALANDOLE CORRETTAMENTE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI, attenuando il peso di quelle negative e assecondando quelle positive.
L’intelligenza emotiva è considerata sempre di più una competenza chiave per il successo professionale, per questo è importante allenare e sviluppare l’intelligenza emotiva per migliorare la propria capacità di affrontare le sfide della vita quotidiana e quelle sul lavoro, senza farsi sommergere dalle emozioni.
Competenze dell’intelligenza emotiva
Secondo Goleman, l’intelligenza emotiva si sviluppa in cinque competenze fondamentali:
- CONSAPEVOLEZZA DI SE’
La consapevolezza di Sé è indispensabile per ascoltare e riconoscere le proprie emozioni, cosa le alimenta e cosa le frena, i significati che hanno nella nostra vita. Non si tratta solo di consapevolezza emotiva, la consapevolezza di Sé è legata alla comprensione delle sfumature della propria identità, del proprio comportamento e della propria mentalità. Si tratta di prendere coscienza di come gli altri ci vedono e di come rispondono e capire l’impatto che le nostre azioni hanno sull’ambiente circostante.
Come si fa esattamente a diventare consapevoli di sé?
Può sembrare che le emozioni esistano solo nella mente, ma in realtà è possibile sperimentare ed esprimere le emozioni fisicamente. Ad esempio, quando mi arrabbio posso sentire il sangue che ribolle, quando mi sento ansioso sento una sensazione di tremore allo stomaco, quando mi sento felice sento leggerezza ed energia, etc. Se riesco a riconoscere questi indicatori fisici in me stesso e a capire quando e perché si verificano, sarò in grado di comprendere, anticipare e gestire meglio le mie emozioni. Consapevolezza di Sé significa essere consapevoli dei propri punti di forza e di miglioramento ed essere realistici circa le proprie capacità. Riconoscere le proprie debolezze è il primo passo per superarle, mentre riconoscere i propri punti di forza favorisce la motivazione e il benessere generale.
- AUTOREGOLAZIONE
Serve a capire come gestire e regolare le proprie reazioni emotive. Se permetto alle emozioni di prendere il sopravvento sul lavoro, non sono in grado di dare il meglio. Praticare l’autodisciplina significa non permettere a se stessi di farsi coinvolgere da fattori esterni o pensieri disturbanti, ma concentrarsi sul qui e ora. Disciplinarsi, nella vita privata come nel lavoro, significa affrontare le proprie emozioni in modo appropriato, professionale e consapevole. Esprimere emozioni e pensieri al momento giusto e con cognizione di causa. Esprimere le proprie emozioni senza controllo può far percepire la Persona come inaffidabile e problematica. In tal senso, all’interno dei team di lavoro è importante evitare di prendere decisioni impulsive e agire per capriccio. Posso iniziare a chiedermi: Sto comunicando le mie idee nel modo più produttivo e costruttivo possibile?
A sostegno dell’autodisciplina è possibile, ad esempio:
- Suddividere problemi e preoccupazioni: se permetto a molti problemi più piccoli di andare a comporre un problema più grande, risolverlo diventerà un’impresa più difficile.
- Stabilire una distinzione tra i problemi che possono essere risolti e i problemi su cui non si ha alcun controllo, concentrando le energie su ciò che è possibile risolvere.
- Dedicare momenti specifici ad affrontare problemi specifici e fare del proprio meglio per non pensarci fino al momento previsto, invece di pensarci costantemente.
- Praticare la mindfulness, dedicando del tempo a concentrarsi sulla respirazione e distaccarsi dai propri problemi.
- Fare un passo indietro e osservare i problemi da una prospettiva esterna.
- Descrivere attraverso la scrittura o il disegno le proprie sensazioni ed emozioni per materializzare e perfezionare i problemi più vaghi e definire soluzioni attuabili.
In ambito lavorativo, praticare l’autodisciplina consente di gestire i problemi, assegnare loro una priorità, nonché alleggerire il carico di lavoro.
- MOTIVAZIONE
Le emozioni possono aiutarci a raggiungere obiettivi personali e professionali, andando verso l’autorealizzazione. Se nel lavoro arrivo a far fatica a trovare quella motivazione che mi spinge a crescere professionalmente, è importante chiedermi cosa desidero realmente. Quali sono i miei più autentici bisogni? Quali sono i miei sogni o ambizioni? Cosa desidero dalla mia carriera? In questo processo di ricerca, è importante stabilire obiettivi realistici, ma stimolanti che facilitino la propria passione e il desiderio personale, in modo da sapere come e perché mi sto impegnando, anche quando lavoro per altri. Fissare regolarmente degli obiettivi è un modo eccellente per stimolare la motivazione e aumentare la produttività. E’ anche utile concentrare le proprie energie sulle parti del lavoro che piacciono di meno, capire se posso fare qualcosa per migliorare ciò che non mi piace del mio lavoro. Nel caso in cui, permanesse un senso di insoddisfazione, è possibile parlarne con un manager o con il leader e vedere di affrontare la situazione, anche perché la motivazione è contagiosa e il proprio stato d’animo contribuisce a stabilire un clima di lavoro positivo o meno positivo.
Serve a comprendere le emozioni delle altre persone, saperle interpretare e saper reagire nel modo appropriato.
Nel caso di un conflitto all’interno del team di lavoro, è più costruttivo cercare di vedere le cose dal punto di vista dell’altro. Avere un’alta intelligenza emotiva significa essere in grado di riconoscere e imparare dagli errori delle proprie interazioni passate e accogliere prospettive diverse. Non è necessario essere d’accordo con tutto ciò che dicono o fanno i colleghi, ma è sempre utile fare uno sforzo per capire almeno le emozioni degli altri in modo da poterle accoglierle e gestire. L’aggressività o la chiusura relazionale ostacolano la comunicazione e il benessere sul posto di lavoro, con conseguenze negative sul proprio lavoro, sulla propria leadership e sulla crescita professionale.
- ABILITÀ SOCIALI
E’ importante sviluppare le competenze per gestire le interazioni con gli altri, navigare i conflitti e arricchire gli scambi, in modo da creare relazioni solide e dagli effetti positivi. Possedere abilità sociali significa essere disponibili, coinvolgenti, trasparenti e assicurarsi che coloro con i quali interagiamo si sentano a proprio agio e ascoltati. Per fare ciò, è utile assicurarsi di seguire il discorso, mantenere il contatto visivo, contribuire attivamente alla discussione e mostrare interesse e disposizione ad imparare. E’ importante prestare attenzione al linguaggio del corpo, al proprio e a quello degli altri. Come nella vita, anche in ambito professionale, è importante, ascoltare i propri colleghi, non interromperli mentre parlano, assicurarsi che il proprio feedback sia sempre costruttivo (e non provocatorio, giudicante, squalificante, etc.) e riconoscere quanto un componente del team di lavoro è in difficoltà e intervenire a suo sostegno.
Nelle relazioni interpersonali nei team di lavoro gioca un ruolo fondamentale la comunicazione. È quindi importante che i componenti del team si comprendano a vicenda, potenziare gli scambi efficaci e costruttivi, non permettendo alle proprie emozioni di interferire con la qualità del lavoro stesso e con i rapporti nel team.
Le persone con una profonda intelligenza emotiva non ignorano un problema o un sentimento negativo, ma lo affrontano in modo pragmatico ed evolutivo. Si può parlare di “comunicazione emotiva”, ovvero la capacità di comunicare efficacemente le proprie emozioni e di comprendere quelle degli altri con impatto significativo sulla motivazione, la fiducia tra componenti del team di lavoro, sulla riduzione dello stress, sull’aumento del benessere individuale e del benessere organizzativo.
Perché l’intelligenza emotiva contribuisce al successo personale
Goleman, nel suo libro “Intelligenza emotiva: perché può essere più importante del QI”, sostiene che l’intelligenza emotiva è fondamentale per avere successo nella vita.
Dalle ricerche, l’intelligenza emotiva sembra influenzare il modo in cui i dipendenti interagiscono con i colleghi, gestiscono lo stress e risolvono i conflitti. Inoltre, sembra che influisca sulle prestazioni lavorative nel loro complesso e che sia collegata alla soddisfazione sul lavoro. I lavoratori con punteggi più alti nei test sull’intelligenza emotiva raggiungono punteggi più elevati anche nelle capacità di leadership e nella gestione dello stress.
In altre parole, non basta l’intelligenza strategica: le persone di successo non sono solo intelligenti, ma hanno anche un’alta intelligenza emotiva.
Tuttavia, l’intelligenza emotiva è qualità importante a tutti i livelli della carriera di una Persona, dagli studenti universitari in cerca del primo impiego ai professionisti e top manager che ricoprono importanti ruoli di leadership.
La rilevanza della competenza emotiva nei luoghi di lavoro
Le competenze emotive possono fare la differenza, trasformando determinate situazioni professionali da ostacoli a opportunità.
Una LEADERSHIP EMPATICA e una COMUNICAZIONE EFFICACE, per esempio, hanno ricadute anche sulla gestione delle tensioni, che possono essere così risolte in modo costruttivo prima che diventino conflitti. Così anche la CAPACITÀ DI COMPRENSIONE ED UTILIZZAZZIONE DELLE EMOZIONI ALL’INTERNO DEI TEAM DI LAVORO IN UN’OTTICA COSTRUTTIVA, può innescare un circolo virtuoso in cui crescita, creatività e motivazione si alimentano tra loro, verso il benessere non soltanto del singolo, ma del team di lavoro e dell’intera organizzazione.
È significativo creare dei momenti dedicati allo sviluppo di queste capacità, perché la vita lavorativa non si limita ai momenti di effettivo svolgimento della propria mansione. Lavorare in una situazione di benessere significa lavorare attraverso le soft skills che l’intelligenza emotiva incoraggia e accompagna.
Inoltre, una MAGGIORE INTELLIGENZA EMOTIVA NEI DIPENDENTI, NEI LEADER E NEI MANAGER IMPLICA una maggior soddisfazione nel lavoro, un maggior impegno e attaccamento al lavoro, un turnover ridotto, prevenzione del burnout, più sentimenti positivi, elevate performance, processi decisionali più rapidi ed efficaci, migliore salute fisica e mentale e un miglior clima all’interno dell’organizzazione. Le aziende dalle alte performance hanno una serie di caratteristiche comuni relazionate con l’intelligenza emotiva, come comprensione interpersonale, franchezza, autoconsapevolezza del team, autovalutazione responsabilità e apprendimento costante.
Per costruire un’organizzazione emotivamente intelligente, è essenziale concentrarsi su questa competenza quando si assume nuovo personale, analizzare l’engagement e dare la giusta importanza all’intelligenza emotiva nella formazione e nello sviluppo dei team. È fondamentale integrare l’IE nei valori e nei principi delle aziende, per FAR EMERGERE LA VERSIONE MIGLIORE DI CIASCUN MEMBRO DEL TEAM.
Daniel Goleman sostiene che È POSSIBILE SVILUPPARE E POTENZIARE LA PROPRIA INTELLIGENZA EMOTIVA ATTRAVERSO L’APPRENDIMENTO E LA PRATICA, attraverso esperienze che ci troviamo ad affrontare durante la nostra vita personale e lavorativa, ma anche attraverso momenti di formazione e con esercizi di autoconsapevolezza dedicati.
Avere del personale, aperto alla costruzione di relazioni positive, incoraggiato ad esprimersi e sentirsi accolto, responsabilizzato non solo delle proprie azioni, ma anche delle proprie emozioni, in grado di leggere i contesti e di operare in essi in modo consapevole non ha ricadute solo all’interno del posto di lavoro. Una volta terminato il turno, il personale o, meglio, le persone rientrano nei proprio mondi di appartenenza, società, famiglia, etc., all’interno dei quali è possibile incoraggiare il cambiamento: quello dell’intelligenza emotiva.
Sviluppare l’intelligenza emotiva nel leader
Un leader non è solo colui che guida un team verso il raggiungimento degli obiettivi, ma è anche una figura che ispira e motiva le persone a dare il meglio di sé. Per raggiungere questo scopo, È ESSENZIALE CHE IL LEADER SAPPIA COMUNICARE IN MODO EMOTIVAMENTE INTELLIGENTE.
UN BUON LEADER NON SOLO GUIDA, MA ISPIRA. La capacità di comunicare emozioni in modo efficace è una delle competenze fondamentali per chiunque voglia esercitare una leadership influente e duratura.
Un leader che sa trasmettere emozioni positive come entusiasmo, passione e gratitudine è in grado di creare un ambiente di lavoro più stimolante e coinvolgente. I dipendenti si sentono maggiormente motivati a lavorare quando percepiscono che il loro leader è sinceramente coinvolto nel progetto e apprezza il loro contributo. Quando un leader comunica con emozioni autentiche, il team tende a rispondere con maggiore fiducia e impegno. Ad esempio, durante una riunione di progetto, un leader che esprime apprezzamento per gli sforzi del team può rafforzare il morale e stimolare una produttività superiore. I leader che sanno comunicare emozioni positive, come la passione, l’entusiasmo e la gratitudine, sono in grado di motivare i loro team a livelli più alti.
Anche le emozioni negative, come lo stress o la frustrazione, fanno parte della vita lavorativa. Un leader emotivamente intelligente deve saper riconoscere e gestire in modo costruttivo queste emozioni, sia a livello personale che nel team, perché questo permette di prevenire conflitti, gestire lo stress e mantenere un ambiente di lavoro positivo. Ad esempio, durante una fase di crisi o di forte pressione, un leader che accoglie le sfide, ma mantiene un atteggiamento proattivo, riesce a mantenere alta la fiducia del gruppo, trasmettendo che la crisi è un’opportunità di crescita e miglioramento del singolo e dell’intero team.
IL LEADER CHE PROMUOVE L’INTELLIGENZA EMOTIVA IN AMBITO LAVORATIVO:
- RICONOSCE, COMPRENDE E GESTISCE LE EMOZIONI, SIA PROPRIE CHE ALTRUI. E’ più consapevole delle emozioni che influenzano le interazioni sul lavoro, favorendo una comunicazione più efficace ed empatica.
- ASCOLTA ATTIVAMENTE il team e il singolo componente del team. Ascoltare non significa solo sentire le parole, ma cercare di comprendere le emozioni sottostanti. L’ascolto attivo implica prestare attenzione al linguaggio del corpo e alle espressioni facciali, cercando di cogliere il vero significato delle parole dell’altro.
- E’ EMPATICO e in sintonia con l’altro. Valuta l’impatto di ciò che dice e di come lo dice sulla Persona che riceve il messaggio. Accoglie sempre il confronto con l’Altro.
- PROMUOVE IL FEEDBACK COSTRUTTIVO nello scambio comunicativo tra lui e il team e all’interno del team di lavoro stesso.
- PROMUOVE LA CRESCITA DEL SINGOLO e del TEAM DI LAVORO: Fornisce sostegno continuo e opportunità di crescita attraverso l’assegnazione di compiti stimolanti, pari alle abilità e competenze del singolo e del team. Motivare a raggiungere un obiettivo o una missione comune sfruttando punti di forza dei membri del team, aiutandoli a scoprire tutte le loro capacità e creando un senso di appartenenza.
- CREA SPAZI DI DIALOGO: favorisce un ambiente in cui le persone si sentono a proprio agio nel condividere le proprie emozioni. Crea spazi di dialogo aperto e non giudicante, permette ai dipendenti di esprimere le proprie preoccupazioni o idee senza paura di essere fraintesi o criticati.
- ACCOGLIE POSITIVAMENTE IL CAMBIAMENTO: dimostra al suo team la flessibilità necessaria che serve per affrontare i cambiamenti, gestisce le varie responsabilità e si adatta alle nuove circostanze con strategie innovative, stimolando anche il team a rispondere trovando soluzioni costruttive.
Sviluppare l’intelligenza emotiva e PROMUOVERE UNA CULTURA AZIENDALE BASATA SULL’APERTURA E L’EMPATIA non solo rende il lavoro più piacevole, ma aumenta la motivazione e la soddisfazione al lavoro, stimola la crescita della carriera professionale del singolo, la messa in atto di comportamenti altruistici verso i colleghi, previene la conflittualità e migliora le performance individuali e di team, sostiene gli obiettivi di business dell’azienda, contribuendo al successo al lungo termine della stessa.
Sviluppare la competenza emotiva sul lavoro
Si può imparare l’intelligenza emotiva?
Si può accrescere l’intelligenza emotiva?
Daniel Goleman afferma di sì. La condizione per migliorare la propria intelligenza emotiva È ESSERE DISPOSTI A INVESTIRE TEMPO E IMPEGNO SU SE STESSI, riflettendo su come ci si sente e su cosa si pensa quando ci relazioniamo con le persone, riflettendo sull’idea di come vengo percepito dagli altri e su come percepisco me stesso/a in relazione alle persone ed esplorando i miei punti di forza e i miei punti di miglioramento nella relazione con l’Altro.
Goleman riferisce anche che è possibile rilevare l’intelligenza emotiva di un dipendente o un candidato durante una selezione per un lavoro, facendogli simulare una situazione di lavoro. Si può sottoporre un compito o un problema, per esempio ricreare un litigio tra due persone, e studiare come il candidato lo affronta al momento. Un altro modo è chiedere alla Persona durante il colloquio qual è il peggiore errore che ha fatto sul lavoro e come lo ha gestito.
Accogliendo le premesse di Goleman, si condivide che lo SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA EMOTIVA sul lavoro, oltreché nella vita, è basilare per migliorare la capacità di regolare e gestire le proprie emozioni, rendendo così il team di lavoro, i leader e i manager sempre più efficienti nella conduzione di relazioni positive e nell’attuazione di comportamenti socializzanti, promuovendo il benessere individuale e il benessere organizzativo.
Sebbene le capacità emotive possano essere insite nella personalità, è possibile migliorare la propria capacità di comprendere e ragionare con le emozioni. Ciò può essere particolarmente utile sul posto di lavoro, dove le relazioni e le decisioni aziendali spesso dipendono dalla comprensione interpersonale, dal lavoro di squadra e dalla comunicazione.
PER SVILUPPARE LA COMPETENZA EMOTIVA È SIGNIFICATIVO:
- AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA EMOTIVA: La prima cosa da fare è allenarsi a riconoscere le proprie emozioni. Per riconoscere le emozioni e capire cosa c’è alla base di un sentimento o di un’emozione, è importante lavorare sulla propria consapevolezza, attribuendo un significato a quello che sto provando: da dove nasce, perché nasce, chi lo fa emergere, quando si placa o quando si attiva, etc. Posso chiedermi in che modo le emozioni influenzano il modo mio modo di agire, quali risonanze hanno le mie emozioni sulle decisioni che prendo e sulle relazioni interpersonali sul lavoro, quale influenza hanno sui miei obiettivi di crescita professionale. Inoltre, posso fare un elenco con descritti punti di forza e di debolezza emotivi che mi caratterizzano, declinandoli in varie situazioni professionali e vedere dove posso migliorare.
- IMPARARE AD AUTOREGOLARSI E AD UTILIZZARE L’INTENSITA’ DELLE EMOZIONI IN SENSO COSTRUTTIVO: Oltre a riconoscere le proprie emozioni e a significarle, è importante ragionare prima di prendere una decisione, facendosi forza dell’intensità dell’emozione provata (positiva o disturbante), per definire una risposta costruttiva ai fini dell’obiettivo personale o professionale prefissato, ovvero canalizzando e trasformando l’emozione negativa a mio vantaggio. Prendersi del tempo per riflettere sulle proprie reazioni emotive, sviluppare strategie di autocontrollo e gestire in modo costruttivo le emozioni negative contribuisce a mantenere un clima lavorativo positivo e produttivo.
- ASCOLTARE ATTIVAMENTE L’ALTRO: non limitandosi alle parole, ma anche al linguaggio del corpo dell’interlocutore, empatizzando durante lo scambio comunicativo. Mettersi nei panni degli altri, cercare di capire le loro prospettive, capire cosa ci sta dietro i comportamenti di ognuno, e rispettare le loro emozioni favorisce la coesione di gruppo e promuove relazioni di lavoro positive e collaborazione reciproca.
- COMUNICARE IN MODO EFFICACE E ASSERTIVO: ovvero, comunicare in modo diretto ed efficace, esprimendo le proprie emozioni in modo chiaro e rispettoso, per prevenire fraintendimenti e conflitti. Imparare a comunicare in modo assertivo, esprimendo i propri bisogni e opinioni senza aggredire gli altri, favorisce un clima di fiducia e collaborazione all’interno del team.
- AFFRONTARE I CONFLITTI IN MODO COSTRUTTIVO: I conflitti sul posto di lavoro possono generare emozioni intense e compromettere la produttività e il clima organizzativo. Affrontare i conflitti in modo costruttivo, cercando soluzioni che soddisfino entrambe le parti e che favoriscano la comunicazione aperta e il rispetto reciproco, è fondamentale per mantenere un ambiente di lavoro armonioso e funzionale.
- IMPARARE A GESTIRE LO STRESS: che è una delle principali cause di emozioni disturbanti sul lavoro. Imparare a gestire lo stress in modo efficace può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare il benessere emotivo. Utilizzare tecniche di gestione dello stress come la respirazione profonda, la meditazione, la mindfulness, l’esercizio fisico e la pianificazione del tempo può contribuire a mantenere un equilibrio emotivo anche durante le situazioni più impegnative.
Emozioni in azienda: come riconoscerle per gestirle
Identificare le proprie emozioni significa essere consapevoli di ciò che si prova in ogni momento, riconoscendo le sensazioni fisiche, i pensieri e i comportamenti associati ad ogni emozione. Identificare le proprie emozioni è il primo passo per gestirle in modo efficace, in quanto permette di capire le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni delle situazioni emotive.
Per GESTIRE LE PROPRIE EMOZIONI ci sono alcune possibili STRATEGIE:
- VALUTARE L’EMOZIONE
Puoi usare una domanda chiave: questa emozione ti aiuta o ti ostacola a raggiungere i tuoi obiettivi? Per esempio, se stai provando ansia per una presentazione importante, puoi chiederti se questa emozione ti stimola a prepararti meglio o ti blocca e ti fa perdere fiducia.
- MODIFICARE L’EMOZIONE
Se l’emozione è inadeguata o dannosa, puoi cercare di modificarla come segue:
- Ristrutturare il pensiero: si tratta di cambiare il modo di interpretare la situazione che ha scatenato l’emozione, cercando di essere più realistici, positivi e flessibili. Per esempio, se stai provando rabbia per un collega che ti ha criticato, puoi cercare di capire il suo punto di vista, di trovare degli aspetti positivi nel suo feedback o di relativizzare l’importanza della sua opinione.
- Cambiare il focus: si tratta di spostare l’attenzione da ciò che non puoi controllare a ciò che puoi controllare, da ciò che è negativo a ciò che è positivo, da ciò che è passato a ciò che è futuro. Per esempio, se stai provando tristezza per un progetto fallito, puoi concentrarti su ciò che hai imparato da quell’esperienza, su ciò che puoi fare per migliorare o su ciò che ti aspetta nel prossimo progetto.
- Sostituire l’emozione: si tratta di provare a sostituire l’emozione negativa con un’altra emozione più positiva o neutra, usando dei ricordi piacevoli, delle immagini mentali, delle frasi motivazionali o delle attività gratificanti. Per esempio, se stai provando disgusto per un compito noioso o spiacevole, puoi pensare a qualcosa che ti fa stare bene, come una vacanza, un hobby, una persona cara o un obiettivo.
- Regolare il comportamento: si tratta di modificare il tuo modo di agire in relazione all’emozione, cercando di essere più assertivo, collaborativo e proattivo. Per esempio, se stai provando paura per una sfida difficile o sconosciuta, puoi cercare di affrontarla con coraggio, chiedendo aiuto se necessario, preparandoti adeguatamente e facendo piccoli passi.
- Regolare la fisiologia: si tratta di modificare il tuo stato fisico in relazione all’emozione, usando delle tecniche di mindfulness, di rilassamento, di respirazione, di movimento o di alimentazione.
Dal pensiero all’azione
È ormai chiaro quanto la capacità di gestire le emozioni sia necessaria all’interno dell’ambiente di lavoro. Questa capacità e, più in generale, le soft skills, sono competenze che si sviluppano durante la crescita personale e professionale di ogni collaboratore.
Per svilupparle al meglio è importante INVESTIRE SU ATTIVITÀ DI FORMAZIONE LEGATE AL BENESSERE PSICOLOGICO ED EMOTIVO del team di lavoro, di leader e manager.
- Attività come workshop, finalizzati a migliorare la consapevolezza di Sé, la consapevolezza emotiva ed allenare determinate competenze personali nel contesto aziendale.
- Attività di role playing per simulare situazioni professionali reali introducendo differenze costruttive nelle proprie modalità comunicative e relazionali.
- Corsi di formazione finalizzati ad acquisire le conoscenze sulle dinamiche di gruppo, la gestione dei conflitti, la gestione delle emozioni, le strategie di comunicazione efficace, la leadership relazionale, etc.,
- Attività esperienziali come la Mindfulness e tecniche di prevenzione e gestione dello stress (Mindfulness Based Stress Reduction – MBSR) attraverso le quali accrescere competenze legate alla consapevolezza di Sé e al benessere.
- Spazio di sostegno psicologico (individuale o di gruppo) per accogliere il disagio personale e lavorativo, promuovendo il benessere psicologico ed emotivo del singolo e dell’intera realtà organizzativa.
Un ambiente lavorativo che sa offrire uno spazio alle emozioni permette ai collaboratori di sviluppare la propria capacità di generare valore in un’ottica produttiva e di sentirsi compresi nei loro bisogni emotivi fondamentali.
Costruire una CULTURA DELLE EMOZIONI richiede impegno, ma è un impegno ber riposto visto che le emozioni sono il motore per arrivare al successo aziendale. Scegliere di coltivarle e guidarle con intenzionalità significa prendere il volante e dirigersi, insieme al team di lavoro, verso una destinazione di successo condiviso.
Una CONSULENZA ORGANIZZATIVA con uno psicologo professionista è orientata al benessere e a creare ambienti di lavoro equilibrati, produttivi e motivanti. Ogni intervento è personalizzato rispetto ai bisogni specifici del Cliente (es. azienda di grandi e piccole dimensioni, ente formativo, struttura sanitaria, studio associato di liberi professionisti, etc.) puntando a creare soluzioni sostenibili e a lungo termine.
Una consulenza organizzativa diviene un processo interattivo tra Cliente (sistema organizzativo) e consulente psicologo, giungendo a co – costruire una soluzione organizzativa efficace ed evolutiva.
L’obiettivo è quello di intervenire strategicamente a sostegno della PROMOZIONE DELLA COMPETENZA EMOTIVA, DEL BENESSERE PSICOLOGICO ED EMOTIVO DEL SINGOLO E DEL BENESSERE ORGANIZZATIVO attraverso azioni che connettano la salute della Persona e gli obiettivi di business.
Puoi contattarmi per scoprire come possiamo progettare insieme una soluzione personalizzata, affrontare le sfide della tua organizzazione, promuovere la salute fisica, psicologica, relazionale ed emotiva, migliorare il clima lavorativo, la gestione del cambiamento, la comunicazione e la produttività.
Come?
- Percorsi di formazione.
- Sessioni individuali di supporto psicologico.
- Programmi personalizzati per leader, manager e team.