Nella vita ci capita spesso di impuntarci su una Persona che per noi è importante o su una specifica situazione che per noi ha dei risvolti emotivi significativi o su un periodo della nostra vita dal quale non riusciamo a staccarci.
Ecco, il lasciare andare una Persona, una situazione, una stagione della vita può essere un’impresa gigantesca, in quanto richiede il coraggio di cambiare e andare verso a percorso trasformativo interiore che può implicare, talvolta, sofferenza e fatica.
Lasciare andare implica un profonda trasformazione psicologica, un atto necessario per liberarsi di schemi mentali e legami emotivi e affettivi che, pur avendo avuto una funzione nel passato, ora ci trattengono e non ci fanno evolvere.
Talvolta, siamo intrappolati nel bisogno di controllo e nell’illusione di sicurezza che derivano dall’attaccamento a vecchie abitudini, relazioni o convinzioni, ritrovandoci in una prigione mentale, che limita la nostra crescita e il nostro benessere.
Il processo di lasciare andare non è una rinuncia o una resa, ma un’opportunità di creare spazio per nuove possibilità.
E’ attraverso questo atto di liberazione che ci apriamo al cambiamento, concedendosi di vivere la vita con pienezza e autenticità.
Cosa vuol dire lasciare andare?
Lasciare andare è un processo psicologico profondo che richiede una COMPRENSIONE E ACCETTAZIONE DELLA REALTÀ COSÌ COM’È, senza lottare contro ciò che non possiamo cambiare.
Forzare le situazioni o cercare in maniera troppo insistente di raggiungere obiettivi che non ci portano a nulla, rischia solamente di impedirci di sperimentare nuove possibilità, persone o esperienze che potrebbero arricchire la nostra vita. Lasciare andare significa accettare con consapevolezza che alcune cose sono al di fuori del nostro controllo e continuare a spendere energie nel tentativo di cambiarle è un inutile spreco di tempo.
ACCETTARE non equivale ad arrendersi passivamente, ma a spostare il focus della nostra attenzione e del nostro interesse, scegliendo una prospettiva di azione più equilibrata e proattiva. Questo processo consente di LASCIARE ANDARE L’ILLUSIONE DI POTER CAMBIARE CIÒ CHE NON PUÒ ESSERE CAMBIATO, CONCENTRANDOSI SU CIÒ CHE POSSO REALMENTE FARE E REALIZZARE, ovvero, il mio benessere e i miei progetti di vita.
L’accettazione rappresenta la capacità di osservare la realtà in modo lucido e distaccato adottando un punto di vista che ci permette di affrontare le situazioni in maniera attiva e consapevole. Questo processo ci fa passare dal ruolo di semplice spettatore o vittima, al ruolo di protagonista della propria vita, in quanto consente di lasciare andare l’illusione di poter cambiare ciò che non può essere cambiato e abbandonare l’idea che tutto debba conformarsi ai nostri desideri.
Lasciare andare significa rispettare se stessi, mentre continuare a insistere a voler modificare ciò che non è modificabile, ci mantiene ancorati a una condizione di vittimismo, che ci fa sperimentare un senso di impotenza, frustrazione e anche passività rispetto al proprio destino.
Per affrontare il processo di lasciare andare, oltre ad accettare, è fondamentale ACCOGLIERE, ovvero aprirsi alla realtà con disponibilità e curiosità, accettando il passato e il presente senza pregiudizi. E’ solo con questo atteggiamento che è possibile esplorare nuove possibilità e sperimentare il cambiamento senza resistenze, prendendosi cura delle proprie emozioni, anche quando queste sono disturbanti e dolorose (es. rabbia, paura, etc.). Accogliere significa migliorare la propria capacità di adattamento alle sfide e alle criticità della vita, andando verso una crescita personale.
Cosa nasconde la difficoltà a lasciar andare?
Nel lasciare andare, il processo di attaccamento gioca un ruolo fondamentale. Durante i primi periodi di vita, l’ATTACCAMENTO, ovvero la relazione del bambino con le figure significative di riferimento, soprattutto quella materna, svolge un ruolo importantissimo rispetto a quello che sarà la relazione con il Sé e la relazione di Sé con il mondo. Nella vita di una Persona, il processo di attaccamento diviene la base per costruire relazioni intime e affettive costruttive o disfunzionali e può influenzare processi come quello del “lasciare andare”, in quanto, il lasciare andare implica un senso di distacco, di perdita e abbandono, che potrebbe essere stato sperimentato nella relazione di attaccamento. In modo inconscio, un attaccamento disfunzionale risuona nel presente e nel futuro della Persona adulta e, quindi, anche nel non riuscire a lasciare andare (una Persona, una situazione, una convinzione, etc.). L’intensità della sofferenza di lasciare andare è, spesso, proporzionata al proprio grado di autoconsapevolezza circa la propria storia personale, che comprende l’evoluzione del processo di attaccamento che ci ha coinvolti.
La PAURA DI LASCIARE ANDARE può derivare anche da:
- Il TIMORE DELLA PERDITA E DEL “VUOTO EMOTIVO”: tale paura spesso induce le persone ad aggrapparsi in maniera ostinata a ciò che chiaramente ha dato segnale di non voler essere più trattenuto. Ad esempio, nel caso della fine di una relazione sentimentale per volere di uno dei due partner, chi è lasciato può ricercare ossessivamente una risposta alle proprie insicurezze: es. “perché non mi ami più?”, “perché non ti piaccio più?”, “cosa posso fare per riconquistarti?”, etc., o al contrario, può cercare di cambiare il partner, dicendo “tutto questo sarebbe diverso se solo tu facessi questo …, se solo tu fossi così…”. Mentre, una relazione sana è libera da forzature, dipendenze e manovre finalizzate a cambiare o compiacere l’Altro. La difficoltà a lasciar andare è strettamente connessa all’accettazione di sentimenti dolorosi e al senso di perdita e/o abbandono, dai quali tendenzialmente ci si difende mediante l’evitamento o la repressione. Permettersi di provare fino in fondo le proprie emozioni, anche se indesiderate, significa darsi la possibilità di incontrarle e di riconoscerle, concedendo loro la libertà di esprimersi in tutta la loro pienezza. Solo se espresse, le emozioni possono essere canalizzate e trasformate in una nuova energia.
- La CONTINUA RICERCA DI SICUREZZA costituisce uno dei motori principali del nostro agire. Nel momento in cui non accade quello che ci aspettiamo, si verificano situazioni o abbiamo a che fare con persone che ci lasciano sospesi, lo stato di tensione aumenta, come anche il senso di frustrazione, che innesca un circolo vizioso fatto di continui ritorni al passato e proiezioni future, che ci porta a perdere completamente il piacere di vivere nel “qui ed ora”.
- Una CONCEZIONE NEGATIVA DEL CAMBIAMENTO che può costringere una Persona ad ancorarsi ad altre persone, legami o situazioni che le procurano sofferenza. Seppur nel malessere, queste persone mantengono l’illusione di conservare un certo equilibrio affettivo ed emotivo. Il senso di lasciar andare è vissuto come perdita, distacco e abbandono e una relazione disfunzionale è meglio che non avere nulla, anche perché, spesso, è quel tipo di schema relazionale che io ho sperimentato quando ero piccolo/a, è con quella modalità relazionale che io sono cresciuto/a, ed è attraverso quello schema che (inconsciamente) scelgo il partner o affronto gli eventi della vita. Decidere di cambiare significa aprirsi all’ignoto, andare ad elaborare alcuni aspetti del proprio passato, che coinvolgono anche le figure significative che ci hanno cresciuto, nonché contrastare il bisogno di sicurezza impellente tipico di chi ha difficoltà a lasciar andare. Tendenzialmente, chi non riesce ad “accettare”, vive il cambiamento come una degenerazione, piuttosto che come un’opportunità di crescita, al contrario, riuscire a comprendere che, in quanto essere umani, siamo costantemente in evoluzione, ci consente di armonizzare con la mutabilità delle cose e di scoprire che “attaccarsi” a ciò che si ha, solo per paura del cambiamento, è altamente rischioso per il proprio benessere psicologico, affettivo, emotivo e relazionale.
Obiettivi
Il processo di lasciare andare implica il cambiamento di alcune credenze e schemi di pensiero ed emotivi, affettivi e relazionali a cui si è fatto riferimento per dare un ordine logico alla propria vita.
Seppur impegnativo, attraverso un percorso psicologico, È POSSIBILE “ALLENARSI” ALLA PRATICA DEL LASCIARE ANDARE, attraverso un LAVORO INTERIORE CHE CONSENTA AI PROPRI BISOGNI AUTENTICI E ALLE PROPRIE EMOZIONI DI RICEVERE ATTENZIONE E UN ASCOLTO PIÙ CONSAPEVOLE.
E’ significativo:
- RIDIMENSIONARE LE ASPETTATIVE, ovvero se dietro una nostra aspettativa esiste un copione ricorrente o una rigida credenza che va resa più flessibile, bisogna agire per trasformare quell’aspettativa in un progetto realistico, fatto di obiettivi concreti e strategie funzionali al loro raggiungimento.
- PRESTARE ATTENZIONE ALLA PROPRIA DIMENSIONE CORPOREA: è difficile lasciar andare quando il proprio corpo è contratto. Si può dire che una contrazione corporea è collegata ad una “contrazione mentale”. Nella pratica della Mindfulness, intesa come “modalità di prestare attenzione consapevole, nel momento presente e in modo non giudicante” (Jon Kabat Zinn, 2003), l’aspetto del corpo è fondamentale. Il risveglio corporeo, attraverso pratiche di Mindfulness, consente alla Persona di riappropriarsi della capacità di “sentire”, elemento primario dell’accettazione. Solo se si è in grado di sentire, è possibile cedere alle proprie sensazioni – emozioni e solo allora si potrà “sgombrare” la propria mente per far spazio ad altro. Un’ottima metafora del lasciar andare è il respiro, infatti, per quanto ci imponiamo di trattenerlo, prima o poi, per non soffocare, sentiamo il bisogno di cedere e quindi, di lasciar andare.
- ABBANDONARE L’IDEA DI CONTROLLARE OGNI COSA. Il rimuginio e il non lasciar andare sono il riflesso della nostra ostinazione a mantenere il controllo su ciò che ci accade, a prescindere che dipenda o meno dal nostro agire. Il controllo è, infatti, il più grande antagonista dell’accettazione, esso diventa uno strumento attraverso il quale ci illudiamo di continuare a mantenere un certo potere sulla realtà.
- PRENDERSI CURA DI SÉ E DELLE PROPRIE EMOZIONI: mettendosi in ascolto delle proprie emozioni e dei propri bisogni autentici e rivolgendosi quotidianamente, pensieri e gesti amorevoli (self compassion). Agire in linea con le proprie esigenze presuppone la capacità di accettarsi incondizionatamente, con i propri punti di forza e di debolezza. L’auto – accettazione consente alla Persona di far leva sulle proprie risorse per affermarsi e per fronteggiare con successo gli eventi della vita.
Accettare ed accettarsi vuol dire mettersi al centro della propria esistenza, lasciar andare le vecchie abitudini negative, le credenze distorte su noi stessi e sugli altri, i legami e le situazioni che non ci gratificano, per darsi l’opportunità di vivere il presente con apertura e consapevolezza, facendo del proprio oggi “il primo giorno del resto della nostra vita”.
Lasciare andare è un atto intenzionale che coinvolge sia la mente, che il corpo e permette a una Persona di spezzare un legame che, se protratto nel tempo, può diventare fonte di sofferenza, ansia, stress, frustrazione e depressione.
A livello neuropsicologico, lasciare andare può portare ad una riduzione dell’attivazione del sistema limbico, in particolare dell’amigdala, che è coinvolta nella gestione delle emozioni disturbanti come la rabbia. Quando si lasciano andare le cose, le situazioni o le Persone, si crea uno spazio per la regolazione emotiva che favorisce la produzione di Neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, associati a condizioni di calma e soddisfazione.
Il lasciare andare, come è stato detto, non è sinonimo di rinuncia o resa, ma rappresenta un atto di liberazione che permette di recuperare il controllo sul proprio benessere e di vivere con maggiore consapevolezza e serenità.
Di cosa ho bisogno realmente nella mia vita?
Di cosa ho bisogno in questo momento?
Queste sono solo alcune delle domande alle quali è possibile rispondere all’interno di un percorso psicoterapeutico che può sostenere la Persona ad andare verso il cambiamento, una maggiore resilienza emotiva e il benessere psicologico, lasciando andare vecchie convinzioni, credenze, abitudini, relazioni tossiche o pensieri negativi che inficiano la crescita personale e il rinnovamento.
Ai fini di questo “DECLUTTERING MENTALE”, gli obiettivi del percorso psicologico possono delinearsi come segue:
- Approfondire la propria storia di vita.
- Esplorare la storia familiare e le modalità relazionali, emotive ed affettive acquisite nei propri contesti significativi di appartenenza.
- Riportare alla luce una percezione reale di se stessi, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze passate.
- Rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti, la progettazione e realizzazione di progetti di vita appaganti, riuscendo a lasciare a andare situazioni, Persone e cose senza la paura della perdita, del distacco, dell’abbandono o del rifiuto.
- Individuare, destrutturare e ristrutturare gli schemi distorti di funzionamento, le credenze negative e disfunzionali legate al proprio valore “IO NON VALGO”, “IO NON MI POSSO AMARE”, “IO NON SONO AMABILE” e le implicazioni che ne derivano da un punto di vista cognitivo, emotivo, psicologico, affettivo, comportamentale e relazionale, comprenderne i significati, sostenendo l’apprendimento di una nuova percezione di Sé, più costruttiva ed evolutiva.
- Agevolare lo sviluppo dell’autoconsapevolezza e del collegamento tra convinzioni negative e l’idea di Sé attuale che impedisce alla Persona di sentirsi sicura di prendere le decisioni e di progettare il proprio presente e futuro.
- Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi ed accettarsi.
- Potenziare la propria competenza emotiva, riconoscendo, elaborando e ri – significando le proprie emozioni.
- Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e comunicative e le risonanze delle stesse nelle proprie relazioni.
- Sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere e far rispettare i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé e della propria indipendenza e autodeterminazione.
- Potenziare la propria autostima e il senso di autoefficacia, riflettendo sulle proprie vulnerabilità e potenziando i propri punti di forza.
- Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
- Ricentrarsi e riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere realmente se stessi e di perseguire i propri autentici obiettivi e desideri, lasciando il passato nel passato.
- Sostenere la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicologico, fisico, emotivo, affettivo e relazionale.
Strumenti
Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, Carte Dixit, esercizi di role play, il Genogramma, Mental Training, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
A chi è rivolto?
Il percorso psicologico “Lasciar andare” è rivolto alle persone che vogliono:
- Implementare la propria consapevolezza di Sé.
- Imparare a lasciare andare quello che non può essere cambiato.
- Liberarsi dai legami emotivi che trattengono (es. rabbia, rancore, paura, etc.) e non fanno evolvere.
- Prendersi cura delle proprie emozioni, ascoltandole e non sopprimendole.
- Concentrarsi sulla propria realizzazione personale.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Puoi contattarmi per scoprire come possiamo progettare insieme una soluzione personalizzata che rispetti i tuoi bisogni, in uno spazio professionale, empatico e non giudicante.
Fai il primo passo per recuperare il controllo sul proprio benessere e vivere con maggiore consapevolezza e serenità.