Piromania
Photo by Mohamed Nohassi on Unsplash

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La Piromania (dal greco pyros fuoco e mania ossessione) è caratterizzata dalla persistente incapacità di controllare e di resistere all’impulso di accendere e dare fuoco a qualcosa.

La risultante è la presenza di numerosi fenomeni di appiccamento di incendi in modo intenzionale e senza alcun motivo.

Prima di appiccare il fuoco, la Persona prova tensione e/o eccitamento emotivo, è spesso affascinata, interessata, incuriosita, attratta dal fuoco e da tutto ciò che fa parte del suo contesto: ad esempio gli attrezzi e i mezzi per spegnerlo, i suoi molteplici utilizzi, o le sue conseguenze.

Il piromane può trarre fascino e tensione emotiva anche dall’osservare gli incendi, o nel lanciare falsi allarmi, può provare passione per le istituzioni, gli equipaggiamenti ed il personale associati al fuoco.

Il piromane può passare molto del suo tempo nella caserma dei pompieri o appiccare il fuoco con lo scopo di aggregarsi a loro per domare l’incendio.

Il piromane prova piacere, gratificazione, o sollievo dalla propria pulsione proprio quando accende un fuoco ed assiste e/o partecipa alle sue conseguenze.

Le emozioni derivanti dal fuoco appagano enormemente la Persona ed è per questo che aspira a viverle senza tenere in considerazione le conseguenze del proprio atto e la gravità del reato commesso.

Le conseguenze di un incendio, come distruzione, annientamento, paura, morte non sono tenute a mente dal piromane, nell’incendio vede solo conseguenze positive per se stesso: tensione appagata, sollievo; in più essere stato lui a causare l’incendio lo fa sentire il protagonista dell’evento.

Gli incendi non vengono appiccati per motivi personali, ideologici, economici, criminali o per esprimere rabbia o vendetta, ma bensì per l’incapacità di resistere ai propri impulsi interni.

 

Profilo del piromane

Il comportamento del piromane diventa ripetitivo, obbligato. Questo impulso “costrittivo” definisce il movente psicopatologico e delinea il profilo psicologico, comportamentale – criminologico e sociale tracciato dal Federal Bureau of Investigation (FBI):

  • In genere è un maschio, tra i 30 e i 40 anni.
  • Fa uso di alcolici o psicofarmaci.
  • Ha un basso livello intellettivo con una bassa scolarità.
  • Vive preferibilmente in campagna.
  • Ha tratti antisociali (non prova rimorso).
  • Ha manifestato fin dalla sua infanzia interesse patologico per il fuoco, incendiando di nascosto piccoli oggetti.
  • Durante il periodo adolescenziale ha manifestato ribellione.
  • Ha sempre “osservato” il fuoco e partecipato alla sua accensione o spegnimento.
  • È mosso da uno stato di forte tensione emotiva che lo porta ad agire vicino casa, nei luoghi familiari, in seguito allarga il suo raggio d’azione ma sempre in luoghi conosciuti.
  • Agisce in modo seriale, ossessivo o con ritualità.
  • Agisce soprattutto d’estate quando il clima secco favorisce l’innesco e la diffusione.
  • Risulta estremamente sensibile all’effetto che le sue azioni hanno sui media.
  • Le scene dell’incendio del piromane risultano poco organizzate e le tecniche di accensione molto semplici, ad esempio, il mozzicone di una sigaretta.
  • Emotività e impulsività si evincono dalle numerose tracce lasciate, che fanno pensare ad un atto commesso sotto una forte tensione psicologica.
  • Persona isolata dalle (familiari, personali, sociali).
  • Proviene da una famiglia dove la disponibilità emotiva e la comunicazione sono carenti, spesso le figure genitoriali sono assenti e hanno a loro volta disturbi psichiatrici.
  • Sono comuni esperienze di scarso coinvolgimento nelle questioni familiari e scarso riconoscimento del proprio valore.
  • Questa solitudine si estrinseca, probabilmente, in un comportamento instabile ed inibito.
  • Il contesto gravemente compromesso in cui cresce non favorisce relazioni sociali, ma contribuisce a far rimanere l’individuo ai margini.
  • L’aspetto comunicativo è carente e, presumibilmente, il piromane tenta di compensare tale carenza attraverso l’incendio, che usa per affermare e imporre la sua identità. Sembra che appiccare un incendio sia l’unico strumento che il piromane ha a disposizione per affermarsi.

 

Come insorge la piromania

Le cause che scatenano la piromania non sono certe, alcune ricerche riconoscono fattori genetici, ambientali, sociali e psicologici.

Photo 383191223 on Adobe Stock

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Si rende necessario indagare nei vissuti emotivi e nella storia di vita del piromane.

Ricerche mediche hanno evidenziato come ci possa essere un collegamento con l’ipoglicemia o una diminuita concentrazione di 3-metossido-4idrossofenilglicolico e di acido 5-idrossoindoleacetico nel fluido spinale. Inoltre, sono stati rilevati livelli di zuccheri nel sangue e anormalità nei livelli dei neurotrasmettitori, come la norepinefrina e la serotonina, che porterebbero a collegare la piromania a problemi del controllo degli impulsi.

La vista del fuoco suscita nel piromane emozioni eccitanti e irrefrenabili, sono sensazioni così intense non realizzabili in altro modo, il desiderio di riviverle spingono il soggetto a ricreare volontariamente l’incendio e le emozioni positive volute. Si stabilisce un circolo vizioso tra il fuoco e l’individuo, più il soggetto osserva il fuoco e i suoi effetti e più desidera ricrearlo.

 

Intervento terapeutico

Solitamente, l’inizio di un percorso terapeutico è successivo a procedimenti penali in cui la Persona è stata imputata e si trova in uno stato di detenzione e/o ospedalizzazione dove vengono previsti trattamenti psicofarmacologici e psicoterapeutici.

Il lavoro con il piromane è difficile perché raramente è motivato al cambiamento e ha deficit di monitoraggio del proprio funzionamento.

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