L’eiaculazione precoce rientra a far parte della categoria dei Disturbi sessuali, ovvero l’insieme di disturbi caratterizzati da un’anomalia riguardante la sfera sessuale, come ad esempio non provare piacere, non avere reazioni sessuali nonostante la presenza di situazioni stimolati o presentare reazioni abnormi (es. dolore associato al rapporto) etc. Questi disturbi sono di impedimento alla soddisfazione sessuale nella Persona o nella coppia.
Sintomi dell’eiaculazione precoce
L’eiaculazione precoce consiste nel presentarsi, persistente o occasionale, di eiaculazione in seguito a stimolazione sessuale anche minima, prima, durante o poco dopo la penetrazione e comunque prima di quando la Persona desidererebbe. Generalmente l’eiaculazione precoce avviene tra i 60 secondi e i 2 minuti ma può variare da persona a persona.
Gli uomini con questo disturbo vivono rapporti sessuali veloci e insoddisfacenti compromettendo la qualità della vita. La compromissione spesso si manifesta nella relazione di coppia (etero o omosessuale) generando conflitti, equivoci e malumori che rinforzano e aggravano la sintomatologia stessa.
Questo tipo di disturbo sessuale si basa sulla durata della latenza eiaculatoria e non si riferisce unicamente alla penetrazione vaginale, ma anche ad altre attività sessuali.
In genere, la maggior parte dei maschi con eiaculazione precoce possono ritardare l’orgasmo durante la masturbazione per un tempo notevolmente più lungo rispetto al rapporto sessuale.
Affinché si possa parlare di disturbo, l’eiaculazione precoce deve verificarsi per un tempo di circa sei mesi e sperimentato nella maggioranza delle azioni sessuali.
Il disturbo può essere permanente, ovvero presente da quando l’individuo è diventato sessualmente attivo o acquisito, ovvero subentrato successivamente ad un’attività sessuale relativamente “normale”.
Caratteristiche della eiaculazione precoce
Il disturbo può essere:
- Generalizzato: non limitato a determinati tipi di stimolazione, a determinate situazioni o partner.
- Situazionale: si verifica solo in determinate situazioni, con determinati partner e a seguito di determinati tipi di stimolazione.
I livelli di complessità del disturbo si differenziano in:
- Lieve: l’eiaculazione si manifesta entro 30-60 secondi dall’inizio dell’attività sessuale.
- Moderata: l’eiaculazione si manifesta entro 15-30 secondi.
- Grave: l’eiaculazione può verificarsi all’inizio dell’attività sessuale o entro i primi 15 secondi.
Questo disturbo della sfera sessuale può condurre la Persona a sperimentare una mancanza di controllo, un senso di bassa autostima, bassa autoefficacia, senso di inadeguatezza, frustrazione, vergogna, mancanza assertività e diminuzione del desiderio, piacere/soddisfazione sessuale con ripercussioni nelle relazioni interpersonali e/o di coppia. Ad esempio, il partner può leggere il disturbo come una mancanza di rispetto e di attenzione o come indice di egoismo.
Come insorge l’eiaculazione precoce
L’eiaculazione precoce può derivare da fattori psicologici e manifestarsi maggiormente in uomini affetti da fobia sociale o da disturbi ansiosi, quali anche l’ansia da prestazione, stati depressivi, stress, utilizzo di droghe e/o alcol o da fattori genetici e fisiologici.
La sfera emozionale e relazionale gioca un ruolo significativo nell’insorgere del disturbo. Esperienze sessuali fallimentari, idealizzazioni di performance surreali, costrutti culturali devianti, svalutazione del Sé e della propria immagine corporea, ideali di perfezionismo e ipercriticismo, nonché bassa autostima, possono essere tra i fattori che contribuiscono all’insorgere del disturbo e al suo mantenimento.
Intervento terapeutico
Nel caso dei disturbi sessuali, in primo luogo, è significativa una valutazione medica per escludere implicazioni organiche.
L’intervento psicologico prevede l’analisi di:
- Fattori riguardanti il/la partner: nel caso di un’eiaculazione precoce situazionale, può essere utile apprendere come si è costruita la dimensione di intimità con il/la partner.
- Fattori relazionali: nel caso in cui siano presenti nella relazione problemi di comunicazione o desideri differenti.
- Fattori di vulnerabilità individuale: riguardanti la percezione del Sé e della propria immagine corporea, nonché eventuali esperienze pregresse insoddisfacenti o traumatiche sia fisicamente che emotivamente.
- Comorbilità: presenza di disturbi come ansia o depressione.
- Eventi stressanti e/o traumatici: come la perdita del lavoro, lutti, difficoltà economiche, preoccupazioni di vario genere, separazioni, cambiamenti di vita, etc.
- Fattori culturali o religiosi: inibizioni, senso di colpa e tutto ciò che può derivare da un’educazione familiare e/o religiosa di tipo oppressivo o l’osservanza di regole e valori estremamente rigidi.
L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, psicologica, emotiva, affettiva e socio relazionale della Persona.
RICONOSCERE, ACCETTARE e RISIGNIFICARE gli schemi o circoli viziosi mentali, affettivi, emotivi, relazionali e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico, fisico e sessuale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato e rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto per vivere con intensità, senza ansia e paura le relazioni nel presente.
L’intervento terapeutico andrà ad agire sulla concezione che la Persona ha di Sé, in modo da riportare alla luce una percezione reale di se stessa, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze del passato spiacevoli e traumatiche all’interno dei propri contesti relazionali d’appartenenza.
Il percorso di psicoterapia può essere associato a terapia farmacologica e si pone l’obiettivo di:
- Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali.
- Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà disturbanti e disfunzionali, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, psicologiche, relazionali, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
- Sviluppare comportamenti alternativi per la gestione delle emozioni intense.
- Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
- Apprendere nuove modalità comunicative e relazionali da sperimentare con il/la partner.
- Modificare le convinzioni e i comportamenti autocritici, le aspettative irrazionali, il giudizio degli altri che amplificano e mantengono il sintomo.
- Facilitare l’esposizione alle situazioni temute e sviluppare modalità alternative per gestire la paura o l’ansia.
- Ridurre il comportamento di evitamento dalle situazioni relazionali, affettive e sessuali temute.
- Recuperare la padronanza di Sé, un maggiore senso di autostima e di autoefficacia in campo relazionale, affettivo e sessuale.
- Potenziare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale.
- Riscoprire i punti di forza e le risorse della Persona, nonché i fattori che mantengono il sintomo e ostacolano il cambiamento.
- Riprendere il controllo della propria vita e migliorarne la qualità psicofisica, relazionale e sessuale.
L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, emotiva, psicologica e socio relazionale della Persona e può avvalersi di diversificati approcci terapeutici, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana, la terapia EMDR e la Mindfulness.