Incubi notturni
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I sogni sono il modo attraverso il quale il nostro cervello elabora le informazioni, le esperienze e le emozioni sperimentate durante le ore di veglia.

Quando i sogni diventano spaventosi, le informazioni e le emozioni processate possono essere dolorose o scomode. 

Tale processo di elaborazione delle informazioni nel sonno è privo di censura poiché la nostra mente relazionale, quella legata ai processi di pensiero logico, abbassa le sue difese. Generalmente, gli incubi si risolvono spontaneamente, anche se a volte sono così vividi e spaventosi da indurre la Persona a svegliarsi improvvisamente.

Sogni ed incubi sono un prodotto della nostra mente irrazionale e hanno la caratteristica di essere completamente imprevedibili, contengono simboli che trovano significato nei mondi relazionali della Persona.

Gli incubi sono accompagnati da sentimenti quali la paura, l’ansia, ma anche rabbia, tristezza, disgusto e altre emozioni sgradevoli, che arrivano a svegliare la Persona, disturbandone quindi il sonno.

Prima del risveglio, la Persona si muove e/o emette qualche suono, raramente urla (al contrario dei terrori notturni) e manifesta, in alcune occasioni, i segnali di attivazione del Sistema Nervoso Autonomo (ad es. palpitazioni, sudorazione, respiro accelerato).

Gli incubi tendono a presentarsi nelle prime ore dell’alba e si contraddistinguono per la piena consapevolezza al risveglio e per il vivido ricordo del contenuto dell’esperienza terrifica. La durata dell’evento è di norma breve, 4-15 minuti, ma spesso, dopo l’episodio, la Persona può far fatica a riaddormentarsi.

 

Sintomi degli incubi notturni

Gli incubi notturno possono rappresentare un fattore di disturbo del sonno, nonché portare a conseguenze diurne (es. spossatezza, difficoltà di concentrazione, memoria e apprendimento, etc.) e/o a patologie più complesse.

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Spesso, gli incubi sono correlati ad un indice di stress elevato, a stati ansiosi, depressione e disturbo post traumatico da stress.

Gli incubi notturni sono anche associati a persone che presentano schizofrenia, disturbo di personalità borderline e disturbo di personalità schizoide.

 

Come insorgono gli incubi notturni

La componente genetica nell’insorgenza del disturbo da incubi risulta essere molto significativa, come anche fattori ambientali e psicologici:

  • Deprivazione di sonno e ritmo sonno – veglia irregolare.
  • Abitudini alimentari serali inadeguate (es. assunzione cibi pesanti da digerire, etc.).
  • Utilizzo di antidepressivi e/o narcotici.
  • Interruzione improvvisa dell’uso di antidepressivi o dell’assunzione di alcol.
  • Disturbi ansiosi e depressivi.
  • Altri disturbi del sonno (es. sindrome delle gambe senza riposo, apnee in sonno).
  • Abusi fisici e psicologici.

 

Intervento terapeutico

Il trattamento degli incubi notturni va definito all’interno del quadro sintomatologico complessivo nel quale vengono diagnosticati. Nel trattamento si tiene conto se la causa è un disturbo d’ansia o un disturbo post traumatico da stress. In questi casi, lavorando sul sintomo, il disturbo può attenuarsi e scomparire nel tempo.

L’intervento terapeutico è sostenuto da tecniche e approcci terapeutici diversificati, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana, terapia EMDR e la Mindfulness per distogliere la Persona dai pensieri ricorsivi disadattivi e ansiogeni che influenzano il sonno, nonché da tecniche di rilassamento e distrazione immaginativa.

In generale, l’obiettivo è quello di esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo, destrutturando ed elaborando gli schemi che attivano il disturbo del sonno e le emozioni connesse ad esso

Un percorso terapeutico agisce sia sugli stati emotivi disturbanti, gli stati ansiosi che ne conseguono e sulle abitudini della Persona, che spesso si prepara al sonno in modo poco corretto e non si pone nelle condizioni ambientali più idonee ad un riposo soddisfacente.

 

L’intervento psicologico può essere associato a terapia farmacologica e si pone l’obiettivo di:

  • Sostenere la Persona a migliorare le abitudini e l’igiene del sonno (mantenere orari di addormentamento/risveglio regolari ed evitare di dormire poco o di andare a dormire troppo tardi, evitare cibi pesanti durante il pasto serale, consumo di alcol e caffè, etc.).
  • Lavorare sulla riduzione di stress e ansia derivanti dall’espressione del sintomo e sul miglioramento della qualità del riposo.
  • Lavorare sul significato del sintomo e sulla gestione delle emozioni, facendo acquisire alla Persona una maggiore competenza emotiva.
  • Potenziare l’autostima e il senso di autoefficacia.
  • Rinforzare e motivare la Persona al mantenimento di uno stile di vita sano per potenziare il senso di controllo sul proprio sonno.

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