Ipersonnia
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L’ipersonnia si riferisce a quei disturbi del sonno che si manifestano attraverso un’eccessiva sonnolenza diurna, non attribuibile a cause mediche, all’assunzione di farmaci o ad altri disturbi del sonno (ad esempio, apnee notturne oppure sindrome delle gambe senza riposo).

Le Persone che presentano ipersonnia non riescono a mantenere uno stato di vigilanza continuo per tutto il giorno, al contrario, possono trovarsi in situazioni di sonno improvviso da cui non riescono a sottrarsi, come ad esempio durante una conversazione o durante i pasti o in situazioni che prevedono scarsa dinamicità (es. anche alla guida).

 

Le ipersonnie si suddividono in:

  • IPERSONNIE PRIMARIE: rientrano in questa categoria la narcolessia, caratterizzata da sonnolenza diurna eccessiva, che talvolta presenta cataplessia (perdita del tono muscolare), allucinazioni ipnagogiche (allucinazioni di breve durata presenti durante il passaggio tra veglia e sonno) e paralisi del sonno (impossibilità a muoversi per un breve lasso di tempo in concomitanza della fase dell’addormentamento o del risveglio), l’ipersonnia ideopatica, caratterizzata da un sonno notturno quantitativamente e qualitativamente ristoratore che si accompagna ad un’eccessiva sonnolenza diurna con necessità di sonnellini diurni di lunga durata e non ristoratori ed, infine, la Sindrome di Kleine – Levin, condizione molto rara con attacchi di iperfagia (aumento dell’appetito e assunzione di elevate quantità di cibo) seguiti da insonnia.
  • IPERSONNIE SECONDARIE: sono subordinate ad altre cause, ad esempio, possono presentarsi in seguito all’assunzione di alcuni farmaci, a problemi di respirazione durante il sonno (apnee notturne), a tumori cerebrali, meningite o abuso di sostanze.

 

Sintomi dell’ipersonnia

Formulare una diagnosi di ipersonnia è complesso in quanto è necessario escludere tutte le altre possibili cause di sonnolenza associate ad altri disturbi (organici, psicologici, etc.). L’ipersonnia si presenta, nelle sue varie manifestazioni, il 5% della popolazione, con esordio, nella maggior parte dei casi, tra i 15 e i 25 anni.

Si presenta attraverso:

  • Eccessiva sonnolenza diurna.
  • Assopimento diurno involontario.
  • Sonno non ristoratore.
  • Fatica ad alzarsi al mattino.
  • Irritabilità.
  • Allucinazioni.
  • Perdita di memoria.
  • Ansia.
  • Disorientamento.
  • Spossatezza psicofisica.

 

L’ipersonnia si manifesta attraverso una sonnolenza eccessiva, presentandosi attraverso una prolungata durata del sonno notturno (può durare anche oltre le 10 ore) ed un’ulteriore sonnolenza diurna composta da sonnellini involontari.

L’ipersonnia è frequente anche durante l’infanzia, presentandosi attraverso: irritabilità, aggressività, difficoltà nell’apprendimento, distraibilità, iperattività e problemi dell’attenzione, attacchi di sonno improvvisi e frequenti, mancanza di concentrazione, rallentamento nel linguaggio e rallentamento nello sviluppo.

La sintomatologia sia negli adulti che nei bambini porta ad una riduzione dell’autostima e ad un’insicurezza derivanti dal timore di addormentarsi in pubblico. Tale disturbo a lungo andare influisce sulla dimensione relazionale e sociale, giungendo, nei casi gravi, all’isolamento e alla chiusura sociale.

Questa condizione può elicitare stati ansiosi e depressivi.

 

Come insorge l’ipersonnia

L’eziologia dell’ipersonnia è a tutt’oggi sconosciuta.

Recenti ricerche hanno evidenziato l’influenza di fattori biologici e genetici nell’espressione del disturbo.

 

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Intervento terapeutico

Il trattamento dell’ipersonnia va definito all’interno del quadro sintomatologico complessivo nel quale viene diagnosticata.

L’intervento terapeutico è sostenuto da tecniche e approcci terapeutici diversificati, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana e la Mindfulness per distogliere la Persona dai pensieri ricorsivi disadattivi e ansiogeni e depressivi. La scelta viene effettuata in base a quanto emerso dalla valutazione iniziale, ovvero in base alle caratteristiche fenomenologiche del disturbo di una specifica Persona con ipersonnia.

In generale, l’obiettivo è quello di esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo, destrutturando ed elaborando gli schemi che attivano il disturbo del sonno e le emozioni connesse ad esso

Un percorso terapeutico agisce sia sugli stati emotivi disturbanti, gli stati ansiosi che ne conseguono e sulle abitudini della Persona, che spesso si prepara al sonno in modo poco corretto e non si pone nelle condizioni ambientali più idonee ad un riposo soddisfacente.

L’espressione della sintomatologia derivante da ipersonnia, nell’adulto così come nel bambino, porta ad una riduzione dell’autostima, ad una chiusura sociale (paura di addormentarsi in pubblico) con la conseguente possibilità di sviluppare stati ansiosi e depressivi.

 

L’intervento psicologico può essere associato a terapia farmacologica e prevede di:

  • Ridurre i livelli di stress e di disagio psico – fisico e relazionale che caratterizza le fasi della veglia.
  • Fornire tecniche per gestire lo stress e l’ansia relative al disturbo.
  • Potenziare l’autostima e il senso di autoefficacia.
  • Fornire informazioni circa la fisiologia del sonno e regole di igiene del sonno per migliorarne la qualità e i sintomi correlati al disturbo.
  • Rinforzare e motivare la Persona al mantenimento di uno stile di vita sano per potenziare il senso di controllo sul proprio sonno.

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