Sonnambulismo
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Il sonnambulismo è un disturbo del sonno si presenta tipicamente durante la prima parte della notte, ovvero, entro le prime 2 ore dall’addormentamento.

Chi ne soffre compie dei movimenti o dei comportamenti, a volte anche complessi, senza averne coscienza. Nonostante l’attività motoria il sonnambulo sta continuando a dormire.

 

Sintomi del sonnambulismo

Talvolta, durante gli episodi di sonnambulismo, la Persona può sedersi sul letto con gli occhi aperti, oppure può alzarsi e camminare, può lavarsi, vestirsi, accendere la tv, etc., senza ricordarsi di tutto questo al mattino.

Al termine di ogni episodio, solitamente, la Persona torna spontaneamente a letto a dormire.

Gli episodi di sonnambulismo durano generalmente dai 5 ai 20 minuti, raramente si prolungano oltre questo tempo.

sonnambuli possono parlare, oppure emettere suoni incomprensibili e possono diventare aggressivi, specialmente se qualcuno li tocca nel tentativo magari di svegliarli.

Il disturbo si può risolvere da solo, ma l’attenzione va posta ai comportamenti compiuti durante gli episodi, poiché, la Persona non essendo cosciente di ciò che sta facendo, potrebbero diventare pericolosa per se stessa.

Il sonnambulismo è un disturbo che riguarda prevalentemente l’età evolutiva, e si ritiene essere anche piuttosto comune. Si stima che tra il 15 e il 30% dei bambini hanno sperimentato almeno una volta un episodio di sonnambulismo, mentre circa il 6% presenta episodi ricorrenti.

L’età di insorgenza di questo disturbo varia dai 4 ai 12 anni, e generalmente a partire dalla pubertà tende a scomparire spontaneamente. Più raramente si presenta o si prolunga in età adulta.

 

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Come insorge il sonnambulismo

Le cause del sonnambulismo non sono ancora chiare, un ruolo importante sembrano svolgerlo i fattori genetici, infatti, circa la metà delle persone con sonnambulismo hanno almeno un familiare che ha sofferto di tale disturbo.

Tra le cause scatenanti ci sono anche fattori emotivi (es. eventi o periodi stressanti), fattori medici (es. infezioni e febbre alta che aumentano la quantità di sonno profondo, fase in cui si presentano gli episodi), la deprivazione di sonno e l’uso di alcol o droghe.

 

Intervento terapeutico

La diagnosi può essere effettuata anche solo sulla base del racconto riportato da chi ha assistito agli episodi di sonnambulismo.

Una diagnosi di tipo strumentale (video-polisonnografia) si rende indispensabile nel caso si sospetti che gli episodi riportati non siano di sonnambulismo, bensì che siano di natura epilettica.

 

In generale, l’intervento terapeutico si pone l’obiettivo di esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo, destrutturando ed elaborando gli schemi che attivano il disturbo del sonno e le emozioni connesse ad esso. Inoltre, la terapia ha lo scopo di:

  • Sostenere la Persona a migliorare le abitudini e l’igiene del sonno (mantenere orari di addormentamento/risveglio regolari ed evitare di dormire poco o di andare a dormire troppo tardi, evitare cibi pesanti durante il pasto serale, consumo di alcol e caffè, etc.).
  • Trattare, laddove presenti, disturbi come l’apnea notturna, che può essere essa stessa causa di sonnambulismo.
  • Lavorare sulla riduzione di stress e ansia derivanti dall’espressione del sintomo e sul miglioramento della qualità del riposo.
  • Lavorare sul significato e sulla gestione delle emozioni, facendo acquisire alla Persona una maggiore competenza emotiva.
  • Potenziare l’autostima e il senso di autoefficacia.
  • Rinforzare e motivare la Persona al mantenimento di uno stile di vita sano per potenziare il senso di controllo sul proprio sonno.

 

Il trattamento farmacologico è indicato solo nel caso in cui gli episodi sono molto frequenti oppure se i fenomeni di sonnambulismo mettono a rischio l’incolumità della Persona.

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