L’alopecia psicogena o alopecia da stress è una forma di perdita di capelli che si manifesta in concomitanza a periodi particolarmente stressanti dal punto di vista fisico e/o psicologico.
La caduta di capelli da stress comporta un diradamento progressivo e caratteristico, in seguito al quale il cuoio capelluto diventa visibile, soprattutto nell’area che si estende dall’attaccatura frontale al vertice della testa.
La perdita dei capelli progredisce fino a diventare visibile in un arco di tempo variabile, compreso tra le poche settimane ed i quattro mesi, in seguito all’episodio scatenante.
Il fenomeno persiste fin tanto che il periodo di stress si protrae e l’alopecia può permanere anche per diversi mesi dopo la rimozione dello stimolo.
Solitamente, l’alopecia da stress è un fenomeno transitorio, quindi dopo un periodo di cura, i capelli ricrescono. Solo i casi più gravi possono degenerare e la calvizie può divenire irreversibile.
Sintomi dell’alopecia psicogena
Oltre al diradamento dei capelli, altri sintomi che possono accompagnare l’alopecia da stress comprendono:
- Sensazione di prurito e bruciore a livello del cuoio capelluto.
- Dolore all’attaccatura dei capelli.
- Infiammazione perifollicolare.
- Aumento della produzione di sebo.
- Unghie fragili che tendono a spezzarsi.
I sintomi dell’alopecia psicogena (femminile e maschile) non sono facilmente distinguibili da quelli dell’alopecia androgenetica, che però, può essere esclusa qualora la Persona in esame non abbia precedenti sull’asse ereditario.
Anche l’alopecia seborroica non è facilmente distinguibile dall’alopecia da stress, entrambe infatti, condividono come sintomo la produzione eccessiva di sebo, solo che nel caso dell’alopecia seborroica, la seborrea è causa diretta della caduta di capelli, mentre nel caso dell’alopecia da stress la seborrea (quando si verifica) rappresenta una causa indiretta suscitata dallo stress.
Quando l’alopecia psicogena si presenta può creare dei problemi circa la percezione che la Persona ha di sé e ciò può influire nelle relazioni interpersonali.
La Persona ha la sensazione che il proprio sintomo sia molto visibile e questo innesca sentimenti di vergogna, disagio, rendendo la persona insicura e ansiosa nei rapporti con gli altri, fino a giungere all’evitamento di situazioni sociali nelle quali potrebbe essere giudicata.
S’innesca un circolo, secondo il quale: la Persona isolandosi elicita emozioni negative (frustrazione, rabbia, etc.), le quali aumentano lo stato di stress, innescando il peggioramento della sintomatologia.
Come insorge l’alopecia psicogena
Secondo gli studi più recenti, l’alopecia psicogena è una reazione biologica dell’organismo allo stress che coinvolgerebbe ipotalamo e ipofisi con conseguente rilascio di ormoni corticotropi che entrano in circolo fino a raggiungere, fra le altre, alcune delle cellule implicate nella formazione e alimentazione dei capelli: cheratinociti, fibroblasti, cellule immunitarie e sebociti. L’influenza su questi ultimi spiegherebbe perché l’alopecia psicogena si accompagna spesso alla produzione di sebo in eccesso a livello della cute dei capelli.
Lo stress è una reazione negativa che si sviluppa per l’effetto di una varietà di stimoli esogeni (ambientali, psicologici o sociali) o endogeni, come:
- Traumi, grandi cambiamenti e shock emotivi (divorzio, perdita di una persona cara, gravidanza, etc.).
- Periodi di particolare tensione o affaticamento fisico e mentale (studio, responsabilità professionali, difficoltà familiari, debilitazione da malattie, etc.)
- Ansia e depressione.
Sebbene non sia stata dimostrata sperimentalmente, la relazione fra stress e caduta dei capelli, ha una sua evidenza statistica ed empirica chiara a tutti i tricologi e specialisti del capello. Da questo punto di vista, l’alopecia psicogena si configura come un disturbo psicosomatico causato dallo stress e dalle tensioni nervose, in modo analogo a quanto succede con alcune tipologie di psoriasi, l’orticaria o la dermatite atopica.
In questo si differenzia nettamente rispetto all’alopecia da tricotillomania (irrefrenabile impulso di tirare e strappare i capelli dal cuoio capelluto), che pur avendo cause di natura psicologica, è un disturbo del comportamento non psicosomatico.
Intervento terapeutico
Essendo i disturbi psicosomatici il risultato di un’interazione di vari fattori, una visione terapeutica multidisciplinare è quella consigliata (es. medico dermatologico, neurologo, algologo, gastroenterologo, nutrizionista, psicologo, psicoterapeuta, etc.). Molte ricerche avvalorano il fatto che gli approcci multidisciplinari di terapia sono più efficaci rispetto agli approcci esclusivamente farmacologici.
Per ciò che riguarda l’intervento psicologico, esso si può avvalere di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: terapia sistemico relazionale, terapia cognitivo comportamentale, terapia EMDR, ipnosi ericksoniana, tecniche di mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, tecniche psico – corporee, etc.
Il percorso psicologico può aiutare la Persona che presenta alopecia psicogena a relazionarsi con il sintomo in maniera più adattiva e flessibile. Fare ciò significa eliminare quella parte di sofferenza psichica derivante dalla continua lotta con la propria esperienza di malessere/disagio e poter quindi beneficiare di un notevole miglioramento in termini di qualità di vita.
L’intervento terapeutico si pone l’obiettivo di:
- Esplorare la storia della Persona e dei suoi contesti relazionali di appartenenza, di indagare sull’evoluzione e sul significato del sintomo.
- Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni psicosomatiche disturbanti.
- Esplorare e trasformare le proprie percezioni e aspettative riguardo la salute e i sintomi fisici, passando da una condizione in cui la Persona si sente in balia della malattia ad una situazione in cui inizia ad imparare che può diventare padrona di se stessa.
- Comunicare apertamente i propri bisogni e desideri, dire dei no ed esprimere sia sentimenti positivi che negativi.
- Agevolare l’assertività favorendo nuove modalità comunicative e relazionali da sperimentare nei propri contesti di appartenenza.
- Ridurre l’evitamento di situazioni e attività sociali legate ai sintomi psicosomatici.
- Ridurre la preoccupazione e i pensieri eccessivi e ripetitivi, liberandosi dalle rimuginazioni che tendono ad amplificare le emozioni negative.
- Potenziare l’autostima e la consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità.
- Lavorare sul significato e sulla gestione delle emozioni, facendo acquisire alla Persona una maggiore competenza emotiva.
- Ridurre i livelli di stress e gestire l’ansia anticipatoria attivati dal sintomo psicosomatico.
- Rendere capace la Persona di sviluppare e implementare modi sempre più efficaci di reagire alla dermatite psicosomatica al fine di migliorare la propria qualità della vita.
- Rinforzare e motivare la Persona nel cambiamento del proprio stile di vita (alimentazione, attività fisica, sonno adeguati).
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