Comportamento passivo aggressivo
Photo by Alice Yamamura on Unsplash

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Il comportamento passivo aggressivo venne storicamente identificato dal colonnello William Menniger nel corso della Seconda Guerra Mondiale, definendo alcuni particolari comportamenti da parte dei suoi soldati differenti dai soliti “ribelli”, ma in ugual modo aggressivi e disfunzionali. Questi comportamenti si palesavano mediante misure passive come una spiccata caparbietà, temporeggiamento, il broncio e sabotaggio passivo rispetto ai loro doveri militari.

Le persone che presentano un comportamento passivo aggressivo di personalità si caratterizzano per una forte ambivalenza.

Tali persone, infatti, tendono continuamente ad esprimere comportamenti e atteggiamenti opposti, come, ad esempio, mostrarsi al lavoro servizievoli verso il proprio capo per poi, successivamente, mostrare un forte risentimento e rancore nei suoi confronti.

La personalità passivo aggressiva ha la tendenza costante a resistere in maniera indiretta alle richieste, seppur ragionevoli, degli altri, soprattutto se vengono da persone di maggior potere o autorità.

Queste persone sono generalmente pessimiste e tendono a prevedere catastrofi ed esiti negativi anche in situazioni che sembrano andare bene. Questo le porta a non essere mai felici e soddisfatte di ciò che stanno vivendo.

Ogni momento di serenità viene offuscato dal timore, che lentamente si trasforma in certezza che tutto andrà male. Tale costante negatività può indurre gli altri ad avvicinarsi nel tentativo di aiutarle e incoraggiarle ma, con il tempo, tale atteggiamento pessimista genera rabbia, poiché, chi presenta una personalità passivo aggressiva raramente riconosce l’aiuto ricevuto ma, anzi, tende a percepire intenti negativi in chi cerca di supportarle.

L’autostima di queste persone è generalmente bassa sebbene, in varie occasioni, tendano a mostrarsi sicure di sé.

Tendono, inoltre, a dare la colpa dei propri insuccessi agli altri in un circolo vizioso che, se da una parte li aiuta a non sentirsi responsabili dei propri errori, dall’altra non permette loro di comprendere le vere ragioni che li hanno condotti all’insuccesso, con un conseguente sentimento di impotenza di fronte alle avversità.

Photo by jisoo kim on Unsplash 66

Photo by Jisoo Kim on Unsplash 

Alla base di questo comportamento si riscontra una forte conflittualità tra il bisogno di dipendenza e di essere accuditi dagli altri e il desiderio di affermazione individuale.

Le persone passivo aggressive desiderano essere autonome ed indipendenti ma, al contempo, temono che, una volta raggiunta l’emancipazione rimarranno sole con il pericolo di non essere capaci di badare a se stesse.

Questa ambivalenza le porta ad impegnarsi in attività che le possano aiutare a raggiungere la propria autonomia, ma i loro timori li inducono, in maniera inconsapevole, a mettere in atto comportamenti che, in maniera indiretta, boicottano i loro tentativi di conquistare la propria indipendenza.

Ad esempio, tra i comportamenti di auto sabotaggio ci possono essere le continue liti con il proprio capo che portano le persone passive aggressive a non raggiungere mai livelli lavorativi superiori o addirittura ed essere licenziati.

 

Quali sono le caratteristiche del comportamento passivo aggressivo?

passivo aggressivo

 

Come insorge il disturbo passivo aggressivo

Sia fattori biologici che ambientali possono contribuire allo sviluppo di comportamenti tipici della personalità passivo aggressiva.

I ricercatori ritengono che tali comportamenti possano esordire già durante l’infanzia. Lo stile genitoriale, le dinamiche familiari e altri fattori contestuali possono essere fattori contribuenti.

Se si ripercorre la storia di vita delle persone che esprimono un comportamento passivo aggressivo, solitamente, si riscontra una prima infanzia sostenuta da uno stile di accudimento positivo da parte delle figure genitoriali e significative.

Tuttavia, questa serenità ad un certo punto della fanciullezza viene interrotta improvvisamente per un qualche motivo. Una madre che torna al lavoro, una crisi tra i genitori o la nascita di un fratello, etc.

A questo punto, alle cure amorevoli si sostituiscono richieste irragionevoli da parte dei genitori che iniziano a punire severamente il bambino che non obbedisce o non esegue in maniera corretta quanto richiesto.

Foto di Reimund Bertrams da Pixabay

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Tutto ciò genera nel futuro passivo aggressivo un forte rancore verso le figure adulte che, invece di occuparsi di lui, si dimostrano trascuranti, esigenti e, in alcuni casi, incoscienti.

Da tale rancore nasce il forte desiderio di emancipazione tipico di queste personalità.

Al rancore, tuttavia, si associa anche una profonda nostalgia per le cure ricevute in passato che induce in lui lo sviluppo del costante desiderio di trovare qualcuno che finalmente possa riconoscere e soddisfare i propri bisogni di accudimento.

Desiderio che porta le persone passivo aggressive a boicottare ogni possibilità di indipendenza.

Sembra che nella famiglia di un futuro passivo aggressivo, qualsiasi dimostrazione di rabbia è punita come anche qualsiasi forma di autonomia.

Da adolescente, ad esempio, il futuro passivo aggressivo può venire duramente rimproverato per i suoi comportamenti discordanti dai valori familiari, o per le scelte che non riscontrano il consenso genitoriale.

Tutto ciò sembra spiegare la difficoltà nell’esprimere direttamente ed in maniera chiara la contrarietà e la rabbia.

Le punizioni verso l’autonomia possono spiegare il desiderio di conquistare ciò che gli è sempre stato negato ma, al contempo, il timore che se raggiungeranno tale obiettivo potranno ritrovarsi soli e puniti per il successo ottenuto.

 

Emozioni e comportamento passivo aggressivo

Il comportamento passivo aggressivo altro non è che una modalità intenzionale e camuffata atta a manifestare i propri sentimenti di RABBIA nascosti.

Photo by Scott Rodgerson on Unsplash

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Perché le persone passivo aggressive hanno bisogno di nascondere i propri sentimenti di rabbia?

La rabbia è considerata un’emozione socialmente inaccettabile. Sebbene sia un’emozione del tutto naturale come le altre emozioni che compongono l’esperienza umana, essa conserva il connotato di qualcosa di negativo, come la paura.

Già a partire dall’infanzia, al bambino viene insegnato: “Non ti devi arrabbiare” oppure “I bambini buoni non si arrabbiano”, come se fosse una scelta farlo oppure no. Eppure, questa spinta a nascondere la propria rabbia viene ripetuta da parte dei genitori, degli insegnanti e di ogni altro adulto di riferimento.

Nascondere la rabbia è considerato socialmente accettabile.

Visto che è impossibile non arrabbiarsi, che la rabbia non svanisce e che nessuno insegna a gestire la rabbia, molte persone imparano ad esprimerla attraverso modalità socialmente accettabili, appunto tramite comportamenti passivo aggressivi (es. fare continue promesse senza impegnarsi davvero a mantenerle, posticipare impegni, inventarsi di continuo scuse, lamentarsi regolarmente, assumere atteggiamenti vittimistici etc.).

Essere passivi (aggressivamente) è più facile che essere assertivi. L’ASSERTIVITÀ è la capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera sincera e diretta. Una Persona assertiva non utilizza comportamenti passivo aggressivi.

L’assertività è un’abilità raramente insegnata ed appresa da bambini. Maggiormente diffusi sono comportamenti (passivi) quali: tenere il broncio, il ritiro emotivo, il comunicare indirettamente ed in maniera implicita, etc.

La Persona passivo aggressiva tende a capovolgere le questioni, finge risentimento, non comprende la reazione dell’Altro, assume il ruolo di vittima. Razionalizza, cioè, il proprio comportamento e considera la reazione dell’Altro come problematica (“E’ colpa tua!”).

Questo non fa altro che confermare la dinamica usuale di vittima – carnefice.

Quando la Persona passivo aggressiva decide di dirigere la propria rabbia verso la Persona che ritiene l’abbia ferita, lo fa in maniera nascosta tanto che l’Altro neppure comprende di essere l’oggetto di tale vendetta e spesso neppure percepisce la rabbia alla base di queste azioni.

Così, ad esempio, se una Persona sente di aver ricevuto un torto dal proprio partner può covare la propria rabbia fino a quando non le si presenti l’occasione propizia per “vendicarsi” seppure tale occasione possa presentarsi dopo alcuni giorni.

Il comportamento passivo aggressivo appare conveniente in alcune circostanze. Esso permette alle persone di evitare apertamente situazioni conflittuali, procrastinando le scelte che deve compiere con scuse e continui sabotaggi al fine di rimandare l’impegno verso il quale non era mai stato d’accordo, con l’idea di aver gestito al meglio la circostanza, ma con la sottovalutazione delle conseguenze.

 

passivo aggressivo 1

 

In conclusione, sebbene il comportamento passivo aggressivo possa sembrare conveniente nel breve termine perché permette di evitare i conflitti, a lungo andare mina le relazioni familiari, professionali, amicali e sentimentali, che diventano confuse, disfunzionali e distruttive.

 

Come gestire il comportamento di una Persona passivo aggressiva

La natura ingannevole del comportamento passivo aggressivo sta nel fatto che la Persona che assume tale comportamento nega di comportarsi in questo modo mediante spiegazioni plausibili. Durante un confronto, può dire di non sapere di che cosa si sta parlando o accusare l’interlocutore di reagire in maniera eccessiva.

Chi manifesta un comportamento passivo aggressivo potrebbe obiettare e rispondere in modo sarcastico, esternare critiche troppo dure, mostrare una momentanea accondiscendenza (è d’accordo a parole, ma decide di rimandare quanto gli è stato chiesto di fare), essere intenzionalmente inefficiente (accetta di fare qualcosa, ma mal volentieri), lasciar degenerare un problema senza intervenire e trarre piacere dall’angoscia che ne consegue, avere gesti deliberatamente subdoli per vendicarsi, usare la tattica del silenzio, etc.

Non sono pazzo” e “Stavo solo scherzando” sono tra le frasi più comuni pronunciate dalle persone passivo aggressive.

 

PER RELAZIONARSI CON UN PASSIVO AGGRESSIVO:

passivo aggressivo 2

 

Intervento terapeutico

Un percorso di psicoterapia può aiutare a:

  • Esplorare la storia familiare e le modalità relazionali ed emotive acquisite nei contesti significativi di appartenenza.
  • Ripercorrere la storia del comportamento disadattivo.
  • Individuare gli schemi cognitivi ed emotivi disfunzionali che non consentono di esprimere le proprie emozioni in modo adattivo soprattutto la rabbia, acquisendo una maggiore competenza emotiva.
  • Introdurre modalità relazionali più evolutive, meno sfuggenti e più dirette che consentano di gestire i conflitti attraverso una comunicazione assertiva.
  • Migliorare le proprie relazioni interpersonali rendendole più funzionali e costruttive.
  • Individuare strade che permettano di coniugare il profondo desiderio di ricevere amore e accudimento al bisogno di autonomia e indipendenza, conquistando un maggior controllo sulla propria vita e una maggior capacità di affermare i propri diritti e bisogni, raggiungendo così una maggiore serenità.

 

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