Chi sono?
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“Chi sono?” è una delle domande fondamentali che gli esseri umani si pongono da millenni. In base ai diversi periodi storici e sistemi culturali sono state fornite risposte diverse. Attualmente, la scienza approfondisce nel particolare le componenti genetiche, neurologiche, fisiologiche e psicologiche, che agiscono e interagiscono, per comprendere chi siamo e come funzioniamo, ma soprattutto per dare significato all’enigma fondamentale “Chi sono Io?”.

Per riuscire ad accedere a delle risposte è necessario un processo di conoscenza di se stessi attraverso l’autoriflessione (introspezione) che consentirà di riconoscere il proprio limite, dove possiamo o non possiamo arrivare. Incontrare se stessi permetterà, oltre a conoscerci, anche di decidere chi vogliamo essere.

Dalla conoscenza di Sé emerge la scelta, la capacità di ascolto, del non giudizio, dell’osservandosi per come si è.

Ascoltarsi, osservare i processi che guidano la nostra mente ci fa diventare esperti, competenti di se stessi, riuscendo ad avvicinarci sempre più alla domanda “Chi sono Io?”.

 

Consapevolezza e scelta

Spesso la Persona sperimenta un senso di confusione e racconta difficoltà nel definirsi. A volte la sensazione è quella di non essere abili in nulla, di non sapere cosa ci piace, quali scelte prendere e di non sapere in quale direzione andare per essere appagati e sereni. Quando ci si sente in questo modo può essere davvero difficile mettere a fuoco i propri bisogni, i propri desideri, le proprie preferenze, le proprie caratteristiche.

Piano piano, ricostruire degli elementi di conoscenza di Sé, un’immagine che ci rappresenti è possibile.

Recuperare uno sguardo più consapevole rispondendo alle domande “quali sono le mie opinioni?”, “cosa mi piace?”, “cosa desidero?”, “cosa ha senso per me?”, “cosa è importante per me?”, “cosa non voglio più?”, “chi non voglio più vicino?”, etc. e ridurre l’ansia e la confusione rispetto a se stessi e agli altri è possibile.

Con un’approfondita conoscenza di se stessi siamo pronti alla nostra piccola rivoluzione: AL “DEVO FARE” E “DEVO ESSERE” SOSTITUISCO “SCELGO DI FARE”, “SCELGO DI ESSERE” ciò che è interessante e utile per me. In questo senso, stare in equilibrio con se stessi significa portare anche equilibrio nei contesti relazionali nei quali ci esprimiamo e nelle nostre relazioni significative (es. partner, familiari, colleghi, amici, etc.).  Se cambio io, cambia il mondo intorno a me.

 

Identità e Sé

Noi siamo le nostre relazioni, i contesti che viviamo, siamo le esperienze che facciamo e che faremo. Soprattutto siamo il modo in cui classifichiamo e ricordiamo queste esperienze e le emozioni che abbiamo provato mentre le vivevamo. La somma di relazioni, contesti, emozioni e cognizioni e la capacità di apprendere e “fare nostre” le esperienze passate costituiscono la nostra identità.

Nella letteratura psicologica Io e Sé occupano un’area semantica e concettuale di sovrapposizione e intersezione e i termini Sé e Identità, spesso, vengono considerati sinonimi sebbene facciano riferimento a due aree di interesse specifiche.

Gli studi sull’Identità e quelli sul concetto di  condividono lo stesso oggetto di indagine, in quanto entrambi analizzano come una Persona risponde alla domanda “Chi sono Io?”, oggetto che però è esaminato da angolature diverse.

 

chi sono

 

Attraverso l’identità la Persona ha un’esperienza cognitiva ed emotiva di Sé, elabora e integra in modo coerente le informazioni interne ed esterne, seleziona i comportamenti idonei all’adattamento e favorisce la conoscenza retrospettiva e la progettualità futura.

L’identità sembra emergere dal senso di benessere che la Persona sperimenta tra un contesto sociale e le sue caratteristiche fisiologiche e psicologiche. Se, nel tempo, la Persona si trova in una condizione di equilibrio tra le richieste dei contesti ai quali appartiene e le proprie caratteristiche di personalità, mentali e fisiche, sperimenta un senso di benessere psicologico che favorisce lo sviluppo di un’identità stabile e coesa.

Se invece, in determinati momenti e situazioni, la realtà, con i suoi imprevisti e le sue perturbazioni, porrà la Persona di fronte a dei cambiamenti, a delle scelte che configgono con quello che pensa di se stessa o pensava di essere, potrà sperimentare un senso di confusione e sofferenza. Si troverà a prendere decisioni che prima non avrebbe preso, o assumere comportamenti ed atteggiamenti che mai avrebbe pensato di poter assumere. La conseguenza è l’irrompere nel suo vissuto di una sensazione di estraneità, di non riconoscimento di se stessa: quello che ero non è più quello che sono. Avviene una spaccatura a livello identitario e le caratteristiche personali nelle quali la Persona si riconosceva non vengono più riconosciute, non le appartengono più. Ciò che dava sicurezza e stabilità personale viene meno. Si crea una frattura che destabilizza, vengono sperimentate nuove sensazioni e non c’è più un riconoscimento di se stessi.  Da questa frattura possono originarsi sofferenze psicologiche ed emotive.

 

Intervento terapeutico

In noi alloggiano una quantità di pensieri, di sensazioni, di emozioni, di impulsi e desideri in continuo contrasto fra di loro. Nel conoscere noi stessi, nell’esplorare ciò che abita in noi momento per momento, iniziamo a confrontarci con la nostra molteplicità interiore, con le nostre “varie identità” che si alternano nelle nostre relazioni, nella nostra quotidianità.

Chi siamo veramente in questa diversità?

Fondamentalmente non sappiamo chi siamo veramente, ne siamo del tutto inconsapevoli e ciò che pensiamo di essere non ha nulla a che fare con chi siamo veramente.

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La maggior parte delle persone s’identificano principalmente con chi credono di essere: si identificano con il proprio nome, con il proprio lavoro, con l’essere madre, padre, moglie, figlio, fidanzato, fidanzata, intelligente, stupido, bello, brutto e via così. In qualche modo si identificano con dei modi di essere, rappresentati dalla frase “io sono fatto così”.

Diventare consapevoli di quello che blocca la nostra naturale espressione è nelle nostre possibilità. Questi condizionamenti sono idee che abbiamo di noi stessi, acquisite nel corso della nostra storia personale e che, con il passare del tempo, hanno acquisito forza, cristallizzandosi.

Premettendo che la conoscenza di Sé non ha mai limite, un percorso psicologico ci può insegnare a conoscere chi siamo veramente, aldilà delle proprie quotidiane identificazioni, ponendo l’accento non tanto su chi penso di essere, ma su chi realmente sono, svincolati da tutti gli schemi emotivi, cognitivi, relazionali e sociali acquisiti. In questo riconoscimento, la vita può acquisire un centro ed armonizzarsi.

 

Decidere di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale significa:

  • Approfondire la propria storia di vita. 
  • Esplorare la storia familiare e le modalità relazionali ed emotive acquisite nei propri contesti significativi di appartenenza.
  • Riportare alla luce una percezione reale di se stessi, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze passate.
  • Individuare, destrutturare e ristrutturare le credenze disfunzionali legate al proprio valore.
  • Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi, ad accettarsi.
  • Imparare a prendersi cura di se stessi, imparando ad imparare dalle proprie esperienze.
  • Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e comunicative e le ripercussioni delle stesse nelle proprie relazioni.
  • Imparare a conoscersi meglio e sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere e far rispettare i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé e della propria indipendenza.
  • Potenziare la propria autostima e il senso di autoefficacia, riflettendo sulle proprie vulnerabilità e potenziando i propri punti di forza.
  • Riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere realmente se stessi, svincolati da ciò che dobbiamo essere, sentirsi in grado di risolvere gli imprevisti della vita, imparare a focalizzare e perseguire con determinazione gli obiettivi e sentire di meritare di essere felici all’interno dei propri mondi relazionali.

 

Strumenti d’intervento

Il PERCORSO PSICOTERAPEUTICO si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica), la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, Carte Dixit, esercizi di role play, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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