Nella vita ci troviamo davanti tante vicissitudini, tante situazioni che col tempo possono cambiare anche drasticamente. Non per tutti è facile accettare questi cambiamenti e adattarsi, anche per le persone che li vivono come possibilità di crescita.
Perché il cambiamento ci spaventa?
Perché il passato lo conosciamo. Il futuro no.
Il futuro rappresenta l’ignoto di fronte al quale ci sentiamo indifesi e inermi.
Da un’altra prospettiva, però, si può pensare che il punto di partenza non sia il passato o il futuro, ma se stessi.
È la nostra insicurezza e la mancanza di fiducia che ci porta all’immobilismo, alla coazione a ripetere azioni e modelli relazionali disfunzionali che bloccano l’evoluzione e impediscono di accogliere positivamente il cambiamento.
La mancanza di fiducia in te stesso e nelle tue capacità e risorse ti tiene ancorato al passato e ti fa sperimentare la paura verso il nuovo.
Per gestire la paura del cambiamento devi liberarti delle tue credenze disfunzionali che generano sentimenti di rinuncia e comportamenti orientati all’insuccesso.
Occorre essere consapevoli della necessità di essere flessibile e pronto ad agire.
Il cambiamento è inevitabile, resistergli o rifiutarlo è uno spreco di energie.
Perché può essere difficile accettare un cambiamento?
- Una motivazione può venire dalla naturale attitudine di tutti gli organismi viventi all’omeostasi, cioè al serbare le proprie caratteristiche, anche quando mutano alcuni requisiti esterni dell’ambiente, attraverso meccanismi di autoregolazione. In pratica, vi è una naturale propensione a mantenere le proprie abitudini.
- Il cambiamento può suscitare la paura di perdere la stabilità ottenuta, proprio perché comporta il mutare delle condizioni già esistenti, di quelle condizioni che avevano contribuito a creare quella solidità.
- Alcune persone sviluppano un attaccamento ad alcuni schemi mentali ed esperienziali che trasmettono loro sicurezza nell’affrontare le diverse situazioni. Questi schemi, però, spesso interferiscono con la possibilità di affrontare nuovi apprendimenti.
- La passività può essere un altro ostacolo al cambiamento, vi sono persone che preferiscono che le cose trovino da sole una loro soluzione, che siano altri ad attivarsi, piuttosto che farlo loro stesse.
Come si comporta la Persona quando teme il cambiamento?
La Persona può sperimentare diffidenza dell’Altro o della nuova situazione. I pensieri più frequenti sono quelli che riguardano la preoccupazione o la certezza che quel nuovo metodo, quella nuova casa o quei nuovi amici non andranno bene. Si vagliano le diverse possibilità sempre massimizzando gli sviluppi negativi e non vedendo le potenzialità o osservandole con un filtro attenuante.

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La Persona che vive in modo difficile quel cambiamento può ostacolarlo direttamente, cercando in tutti i modi di evitarlo o di annullarlo oppure può fingere di accettarlo, ma in realtà produrrà nel tempo solo pensieri pessimistici verso la nuova situazione.
In altri casi, dopo un periodo di rifiuto, la Persona si rende conto delle potenzialità di crescita e miglioramento di quel cambiamento e inizia ad accettarlo. In base alla personalità della Persona ci sarà un miglior o minor adattamento.
Qual è la reazione psicologica di non accettare il cambiamento?
Ci sono persone che tengono tutto dentro di Sé, vivendosi un mare di emozioni forti che magari si ripercuotono in disturbi del sonno, disturbi alimentari, nervosismo, facile irritabilità e stress.
Altre persone ne parlano continuamente, cercando così di sfogare quella tensione che stanno vivendo internamente.
Anche il chiedere molte informazioni circa la situazione che andrà cambiando, è un comportamento che si attiva per valutare se potremo adattarci alla nuova situazione.
Come affrontare la resistenza al cambiamento?
- OSSERVARSI, ascoltare se stessi circa quello che sta accadendo e/o quello che potrebbe accadere relativamente al cambiamento da affrontare, come se fossimo distaccati e ci guardassimo da fuori.
- COMPRENDERE quali sono i reali motivi per cui facciamo fatica ad accettare quel cambiamento: paura del nuovo, timore di non riuscire a fare cose diverse, esperienza già vissuta in modo negativo che si teme di ripetere allo stesso modo o cos’altro?
- CONFRONTARSI con persone vicine per valutare oggettivamente la situazione, sentire persone diverse che possono darci pareri anche differenti dal nostro.
- UTILIZZARE LE PROPRIE PAURE, LE PROPRIE ANSIE, I PROPRI TIMORI COME VANTAGGIO PER AFFRONTARE LA PAURA STESSA AL CAMBIAMENTO.
- Se invece abbiamo capito che quel cambiamento non è fonte di crescita, ascoltiamo le nostre emozioni e troviamo soluzioni più adatte.
Intervento terapeutico
Hai da poco affrontato un cambiamento e/o devi affrontarlo e ti senti confuso e ansioso?
Ti stai ritrovando in un vortice di emozioni che ti fanno sentire poco lucido?
Ti stai domandando:
- Come farò a gestire questo cambiamento?
- Perché cambiare mi fa paura?
- Come posso affrontare i cambiamenti della vita senza ansia?
- Che cosa farei se non avessi paura?
- Da cosa nasce questa paura?
- Come posso superarla?
Il semplice esprimere le tue paure circa quello che stai provando può fare la differenza e alleggerire il carico emotivo.
Spesso si presentano situazioni nella vita in cui non sappiamo come agire e optiamo per accettare quello che ci succede oppure, al contrario, evitarlo o persino negarlo.
Affrontare una situazione vuol dire cercare soluzioni, imparare a vivere con la situazione nel miglior modo possibile.
Evitare non viene mai contemplata come soluzione, poiché l’evitamento ci allontana dalla realtà, senza affrontare, né risolvere quello che ci preoccupa.
Accettare è il primo passo per raggiungere un cambiamento.
Accettare vuol dire adattarsi, rispettare e vedere il lato positivo della situazione.
E’ importante non confondere l’accettazione con la rassegnazione, poiché rassegnarsi significa accettare la situazione con la passività della sofferenza, mentre accettare presuppone essere parte attiva della situazione, ovvero prendere decisioni che possono condurre al cambiamento.
Un percorso psicoterapeutico può essere utile per apprendere ad accettare gli eventi e adattarsi in modo attivo ad essi. In quest’ottica non ci faremo sopraffare dal senso di impotenza, ma ANDREMO INCONTRO ALLA DECISIONE DI CAMBIARE.
Quando accettiamo la situazione, non combattiamo contro la stessa per cambiarla, ma decidiamo di cambiare personalmente, pianificando la nostra vita.
Quando evitiamo, invece, non affrontiamo la situazione ed il problema, quindi, persiste, anche se nascosto. Quando decidiamo di cambiare è perché, una volta accettata la situazione, decidiamo che non vogliamo vivere in quel modo e, senza la pretesa di modificare il contesto né le persone, cambiamo la traiettoria della nostra proiezione di vita.
Se stai vivendo un momento di cambiamento della tua vita, durante il quale devi prendere delle decisioni e/o ti trovi dentro ad una situazione nuova e ti accorgi di avere delle emozioni contrastanti, ti senti disorientato e stressato, concediti la possibilità di chiedere un aiuto per riordinare le idee, lavorare sulla paura che ti blocca nell’andare incontro al cambiamento, individuare gli schemi automatici e disfunzionali di ragionamento che impediscono la tua evoluzione, focalizzare meglio i tuoi obiettivi, esprimere i tuoi reali bisogni e acquisire maggiore CONSAPEVOLEZZA E PADRONANZA DI TE STESSO, migliorando la qualità della tua vita relazionale, affettiva e professionale.
Strumenti d’intervento
Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.
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