Problem Solving
Photo by Jambulboy on Pixabay

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La nostra quotidianità è spesso caratterizzata dalla presenza di problemi a cui cerchiamo di dare una soluzione e gran parte delle nostre energie le dedichiamo proprio a questo processo. Ci sono problemi facilmente risolvibili, per cui basta un’attenta riflessione di qualche minuto, per capire il modo in cui affrontarli, ci sono problemi più complessi per i quali le nostre energie, le nostre capacità e le nostre emozioni sembrano non bastare, condizione che conduce a sperimentare un senso di impotenza, di non saper da che parte iniziare.

 

Cos’è un problema?

Per problema si intende una condizione in cui ciò che stiamo facendo, le nostre azioni abituali o le nostre conoscenze non sono soddisfacenti a raggiungere le nostre finalità. Per superare l’ostacolo è necessario introdurre un cambiamento.

Un problema è connesso a un:

  • Obiettivo: meta, stato che ci prefiggiamo di raggiungere.
  • Ostacolo: impedimento o insieme di impedimenti che non ci permette di raggiungere il nostro obiettivo. Spesso lo si confonde con il problema stesso, in realtà, l’ostacolo va superato o aggirato o altre volte utilizzato per risolvere il problema.
  • Soluzione: insieme delle nostre azioni, comportamenti e pensieri che ci permette di risolvere il problema e raggiungere l’obiettivo.

 

Come si risolvono i problemi?

Il Problem Solving è l’insieme di strategie e tecniche attraverso le quali affrontare i problemi, superando le difficoltà che impediscono di trovare una soluzione alle difficoltà.  La focalizzazione sul processo che sostiene il problema, permette di generare soluzioni creative e, al contempo, pragmatiche.

Il Problem Solving, oltre ad essere definito come abilità, è diventato anche un vero e proprio metodo, utilizzato e sperimentato moltissimo in psicologia, tanto che oggi trova moltissima applicazione anche in psicoterapia, nella consulenza psicologica, nella psicoeducazione e in ambito aziendale.

 

problem solving

 

Le fasi del Problem Solving

IDENTIFICARE IL PROBLEMA/OBIETTIVO

Serve per conoscere bene la natura del problema e focalizzare l’obiettivo che si vuole raggiungere. Che cosa voglio? E’ importante che l’obiettivo non sia posto in termini negativi, ad esempio, “non voglio stressarmi”, ma in termini positivi “come vorrei sentirmi, cosa vorrei provare, come vorrei comportarmi”?

 

IDEARE LE SOLUZIONI

Per generare molte idee e ipotesi di soluzioni possibili si utilizza la tecnica individuale o gruppale del Brain Storming attraverso la quale vengono espresse le proprie idee in modo del tutto spontaneo e libero, senza il giudizio.

 

VALUTARE VANTAGGI E SVANTAGGI DI OGNI SOLUZIONE

Per ogni soluzione trovata per il problema vengono definiti vantaggi e svantaggi della stessa.

 

SCEGLIERE LA SOLUZIONE

Nella gamma di soluzioni trovate si opta la scelta della soluzione più efficace rispetto al problema da risolvere. Tendenzialmente dovrebbe essere quella più realistica, efficace, pragmatica e meno rischiosa.

 

PIANIFICARE

Viene progettato un piano dettagliato nel quale vengono decise e descritte le azioni da svolgere, chi, quando, dove e con quali mezzi verranno utilizzati per risolvere il problema.

 

AGIRE E VERIFICARE I RISULTATI

Viene eseguito il piano prestabilito e constatato se l’obiettivo è stato raggiunto. In caso negativo, viene rivisto il piano oppure viene utilizzata una nuova soluzione o vengono ricercate nuove idee.

 

Circolarità e problem solving

Questo processo, rappresentato in modo sintetico, è caratterizzato da circolarità, ovvero ogni fase può essere di nuovo modificata e affinata una volta che i risultati sono stati verificati e non sono soddisfacenti.

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Le fasi del Problem Solving sono sicuramente molto più facili da applicare a problemi e situazioni più pratiche, che riguardano fatti e azioni più oggettive, ma sono di certo più complesse da adattare a problematiche inerenti a dinamiche relazionali ed emotive, per le quali non c’è un’unica soluzione, ma una serie di soluzioni in sequenza.

Di fronte a situazioni di questo tipo è fondamentale non affrontare insieme tutti i problemi, ma iniziare invece ad affrontare il problema più accessibile.

Può essere utile iniziare dal più piccolo, ma concreto cambiamento ottenibile.

Iniziare dal passo più semplice può alleggerire dalle eventuali incapacità nel realizzare grandi azioni e, al tempo stesso, riduce la resistenza al cambiamento del sistema sul quale si interviene.

Quando si ha un problema complesso da risolvere, al fine di costruire una strategia efficace, può essere utile partire dall’obiettivo da raggiungere e immaginare lo stadio subito precedente, poi lo stadio precedente ancora, sino a giungere al punto di partenza. In questo modo, il percorso viene suddiviso in una serie di stadi. Ciò significa suddividere l’obiettivo finale in una serie di micro obiettivi che tuttavia prendono avvio dal punto d’arrivo per tornare sino al primo passo da eseguire. Questa strategia mentale contro intuitiva permette di costruire agevolmente la sequenza di azioni da realizzare per risolvere un problema, partendo dal più piccolo, ma concreto cambiamento possibile.

Al fine di risolvere i problemi, è possibile anche immaginare lo scenario ideale al di là del problema. In pratica, si tratta di domandarsi quale sarebbe lo scenario, riguardo alla situazione da cambiare, una volta che il problema sia completamente risolto o, nel caso di miglioramenti da ottenere, una volta che l’obiettivo sia completamente raggiunto. In altre parole, viene sostenuta la mentalizzazione della “realtà ideale” da raggiungere, che spesso ci permette di vedere cose che non saremmo in grado di concepire, se lavorassimo semplicemente sulla realtà presente e passata.

 

Intervento terapeutico

Il problem solving rappresenta il processo psicologico ed emozionale attraverso il quale ci adoperiamo per risolvere un problema o a trasformare in “positivo” qualcosa che all’inizio si presenta come svantaggioso e sfavorevole. Il problem solving assume una grande importanza nel processo che porta a prendere una decisione (decision making).

Foto di Gerd Altmann da Pixabay f

Photo by Gerd Altmann on Pixabay 

Raggiungere gli obiettivi e risolvere problemi è una questione di metodo. Il primo passo che compie un problem solver è riconoscere di avere un problema.

Successivamente, è importante comprendere da dove deriva il problema.

Il Problem Solving rappresenta un significativo sostegno, nel riconoscere e affrontare i problemi, poiché stimola a cambiare prospettiva, a scoprire risorse poco utilizzare e/o ancora sconosciute, ad agevolare il cambiamento dei nostri processi mentali, delle emozioni e dei comportamenti per gestire meglio la propria quotidianità.

il Problem Solving permette di individuare i propri reali bisogni, mettere ordine a pensieri e comportamenti e arrivare più facilmente a una soluzione che ci consenta di star bene con noi stessi e con gli altri.

Il Problem Solving è una delle competenze più richieste in ambito lavorativo e non solo. Non si tratta solo di usare la creatività, ma anche di sopportare la pressione e lo stress durante la ricerca della soluzione e l’abilità di non farsi bloccare nei consueti e automatici schemi di ragionamento che ognuno di noi adotta quotidianamente.

 

In quest’ottica, un percorso psicologico:

  • può agevolare il potenziamento di autostima e senso di autoefficacia che ci permettono di avere l’energia necessaria per impegnarci nella fase di risoluzione, ma anche per andare oltre i possibili elementi di blocco;
  • può agevolare la gestione delle emozioni, in particolare, la capacità di non farsi bloccare dall’ansia che mantiene una visione negativa e non razionale della realtà;
  • può favorire la motivazione a perseguire i propri obiettivi, oltre le possibili avversità.

 

Se stai vivendo un momento di cambiamento della tua vita, durante il quale devi prendere delle decisioni e/o ti trovi dentro ad una situazione nuova e ti accorgi di avere delle emozioni contrastanti, ti senti disorientato e stressato, concediti la possibilità di chiedere un aiuto per riordinare le idee, lavorare sulla paura che ti blocca nell’andare incontro al cambiamento, individuare gli schemi automatici e disfunzionali di ragionamento che impediscono la tua evoluzione, focalizzare meglio i tuoi obiettivi, esprimere i tuoi reali bisogni e acquisire maggiore CONSAPEVOLEZZA E PADRONANZA DI TE STESSO, migliorando la qualità della tua vita relazionale, affettiva e professionale. 

 

Strumenti d’intervento

Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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