Mi fido di te
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Nutrire un sentimento di fiducia verso gli altri è un prerequisito sostanziale per creare relazioni sane e soddisfacenti. Se diamo fiducia alle altre persone e ci relazioniamo con autenticità e senza difese, sarà più probabile che agiscano tenendo conto dei nostri bisogni.

Una Persona che in modo naturale, nel corso della sua età adulta, nutre aspettative favorevoli e positive nei confronti degli altri ha di solito avuto nel corso della sua infanzia e adolescenza un bilancio positivo tra esperienze positive e negative nei rapporti con le altre persone.

Questo non significa che non abbia avuto esperienze relazionali “negative”, significa piuttosto che la quantità e qualità delle esperienze positive l’ha aiutata a non attribuire un valore negativo alle relazioni con gli altri.

Le persone che, al contrario, hanno difficoltà a fidarsi degli altri, nel corso della loro infanzia e adolescenza possono aver vissuto condizioni di forte conflittualità familiare, abbandono, attaccamento insicuro, rifiuto relazionale, bullismo, violenza fisica e/o psicologica oppure hanno avuto figure di riferimento che mostravano atteggiamenti critici e sospettosi verso gli altri.

Se non abbiamo fiducia negli altri pensiamo che le altre persone non sono degne di fiducia ed è necessario difendersi per evitare di essere danneggiati. A causa di questa convinzione avremo più difficoltà a creare e a mantenere i rapporti con le altre persone e tenderemo ad attuare schemi comportamentali coerenti con le nostre aspettative ed emozioni.

 

PROCESSI COGNITIVI

Se sono convinto che le persone mi danneggeranno, sarò spesso sulla difensiva. Probabilmente mi creerò aspettative precise circa il modo in cui gli altri si dovrebbero comportare e interpreterò ogni comportamento non conforme ad esse come un indice di scarsa affidabilità della Persona.

Esempio di schema cognitivo: “Se una Persona ti ama deve essere sempre presente”. Una Persona che non mi risponde immediatamente ad un messaggio Whatsapp mi porterà a confermare la sfiducia verso di lei.

 

COMPORTAMENTI
Quando si attiva lo schema della sfiducia la Persona può assumere comportamenti ipercontrollanti oppure evitanti.

Un esempio di comportamenti ipercontrollanti può essere rappresentato dal provare a richiamare più volte al telefono una Persona che non mi risponde, fare domande “a trabocchetto” provando a cogliere il partner in errore, controllare i suoi spostamenti e le sue comunicazioni, etc.

Altre volte la Persona che non ha fiducia mette in atto un comportamento di evitamento nei confronti delle relazioni con amici o partner, non avendoci reali contatti o nella comunicazione non verbale, ad esempio, distogliendo lo sguardo.

 

EMOZIONI
Le emozioni che la Persona prova sono di solito intense ed altalenanti. Può emergere rabbia nel momento in cui il partner percepisce di essere stato tradito oppure stati depressivi o di vergogna. Quando la Persona esprime comportamenti ipercontrollanti può essere guidata da una forte ansia.

 

mi fido di te

Mi fido o non mi fido di te?

L’amore rappresenta la base per l’inizio di una relazione tra due persone, ma è la fiducia a rappresentare il collante che le unisce.

La fiducia si basa su di un accordo concreto su ciò che entrambi i partner si aspettano dall’Altro.

Quando una nuova coppia si forma, i partner stabiliscono una sorta di contratto su ciò che è lecito e non lecito fare, soprattutto, circa i rapporti da tenere con altri che sono al di fuori della relazione. La fiducia deve essere accordata incondizionatamente affinché un rapporto possa svilupparsi ed entrambi in partner possano sentirsi al sicuro e vivere serenamente il rapporto.

Ogni Persona è degna di fiducia e deve avere la possibilità di definire con l’Altro alcune regole basandosi sui propri e sugli altrui bisogni.

 

Ci sono molti tipi di accordi che si possono creare come base per una relazione, ma ciò che le coppie hanno in comune è il fatto che entrambi i partner sono in accordo su quali confini rispettare e cosa, invece, significhi andare oltre (es. coppie sessualmente aperte o chiuse).

  • Fino a quando entrambi i partner rispettano gli accordi e rimangono all’interno del contratto la coppia è stabile e non viene espressa sofferenza.
  • Al contrario, se un partner modifica l’accordo di coppia (promesse d’amore), derivante dal cambiamento dei suoi bisogni emotivi e fisici, dovrà rinegoziare con l’Altro le condizioni. Se l’accordo non viene trovato, la relazione è a rischio.

 

A volte, alcune persone, per timore che le proprie esigenze non vengano accolte dal partner o per difficoltà di comunicazione, scelgono di soddisfare tali esigenze segretamente, senza alcun confronto, a scapito dell’Altro, ad esempio, nei casi di tradimento.

 

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Come negoziare un accordo di coppia senza minacciare la fiducia reciproca?

ESSENDO APERTI CIRCA LE PROPRIE ASPETTATIVE

Quando si inizia una nuova relazione, ciascun partner tende a considerare solo le somiglianze di vedute e valori e a mettere in secondo piano le diversità. Esplicitare cosa ci sia aspetta dall’Altro e non dare per scontato di essere capiti o avere le stesse necessità è altamente significativo ai fini della costruzione di una relazione solida. Per creare la fiducia è utile condividere le proprie speranze circa la relazione, le aspettative che si hanno nei confronti del partner, ciò che si desidera ricevere e cosa non si apprezza o accetta.

 

CONDIVIDENDO I PROPRI DUBBI

L’amore e l’attrazione non risolvono tutto, non mantengono vivo un rapporto negli anni. Può essere utile esplicitare le proprie perplessità circa comportamenti non desiderati e/o non compresi del partner, riferendosi anche a ciò che non ha funzionato per noi nelle relazioni passate e a ciò che desideriamo, ma non abbiamo ancora ottenuto. E’ sufficiente che ciascun partner possa raccontare le proprie relazioni precedenti quel tanto che serve per dichiarare ciò che ha imparato e di cosa ha quindi bisogno ora. Non è necessario, per la propria insicurezza e diffidenza, fare pressione ed indagare eccessivamente sul passato altrui. Ciascuno ha la propria storia affettiva ed ha diritto di tenerla per sé come memoria di vita. Parlare delle proprie aspettative significa mettere l’Altro nella condizione di venirci incontro e di essere onesti con se stessi.

 

MOSTRANDOSI PER QUELLO CHE SI E’

Mostrarsi a qualcuno può spaventare, può farci percepire vulnerabili, soprattutto per chi è stato ferito nelle relazioni precedenti. Iniziare un rapporto evitando di parlare delle proprie paure e fragilità significa creare una relazione falsata, invalidando la costruzione dell’intimità emotiva di coppia. Essere sinceri dà la possibilità all’Altro di conoscerci e calibrare le proprie intenzioni, comportamenti con rispetto e sensibilità.

 

COMUNICANDO

Comunicazione efficace, ascolto attivo, autoriflessione e confronto consentono di conoscere cosa l’Altro desidera, pensa e vive nella relazione. Condividere le proprie paure, ad esempio, pensieri sugli ex partner, sul passato che ritorna sempre, su situazioni connesse ad un reale tradimento, etc., permette di aprirsi, esplicitare i propri bisogni e all’Altro di rassicurarci, recuperare e sostenere la relazione. Al contrario, la distanza comunicava condurrà ad una distanza emotiva sempre più marcata con il rischio di andare incontro a stati di sofferenza significativi per entrambi i partner.

 

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Cosa accade se non mi fido più di Te?

Iniziare una nuova relazione significa non sapere in anticipo come andrà a finire.

La propria capacità di fidarsi dell’Altro e affidarsi all’Altro comporta sempre il rischio di cadere in una possibile delusione.

Spesso pensiamo che la fiducia in una relazione sia un aspetto che nasce a partire dalle dimostrazioni concrete che l’Altro ci dà con i suoi comportamenti, ma in realtà, i comportamenti dell’Altro ed il modo in cui noi li viviamo e li valutiamo hanno solo la funzione di rinforzo (positivo o negativo) sul nostro senso di fiducia.

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In altre parole, la fiducia che riponiamo nell’Altro e nella relazione di coppia nasce a partire dalla nostra capacità personale ed individuale di fidarsi dell’Altro e di affidarsi all’Altro.

I comportamenti del partner ed il modo in cui li valutiamo sostengono questa fiducia o, al contrario, la indeboliscono fino anche a estinguerla.

Sono molti i motivi che possono farci sentire incapaci di fidarci dell’Altro e di affidarci all’Altro, motivi legati alla nostra storia personale pregressa oppure motivi legati al vissuto relazionale con l’Altro, per esempio in caso di reale tradimento, delusione o ferita.

Se dentro di noi non sentiamo e non abbiamo questa capacità di fidarci ed affidarci, possiamo erroneamente pensare che la soluzione sia quella, per non rischiare di rimanere delusi e feriti, di metterci in una posizione anticipatoria di allarme. Questa condizione non ci farà mai sentire al sicuro, conducendo a comportamenti ipercontrollanti, monitorando ogni gesto, movimento, azione, cambiamento d’umore del partner, arrivando anche all’evitamento relazionale e/o affettivo.

Nel caso in cui non si sperimenti fiducia nell’Altro e non ci si senta di potersi affidare al proprio partner, la relazione di coppia fa fatica a costruirsi in modo autentico.

Se sentiamo che nella nostra relazione non ci fidiamo più, può essere utile prendersi del tempo per comprendere quali sono i nostri reali sentimenti nei suoi confronti (“Posso amare una Persona di cui non mi fido?”) e le motivazioni alla base di quella sfiducia.

Se non riesco a sentire di potermi fidare dell’Altro (a torto o a ragione che sia) devo poter mettere in discussione il mio vissuto riguardo alla relazione che vivo, prendendo in considerazione la possibilità di cambiare qualcosa in me se voglio continuare a stare con l’Altro oppure mantenere quel senso di sfiducia, accettando l’impossibilità di continuare a stare con l’Altro e interrompere la relazione.

 

Intervento terapeutico

Essere incapaci di fidarsi dell’Altro è un problema che interessa un gran numero di coppie. La mancanza di fiducia nella coppia può sfociare in complessità che possono condurre al: deterioramento della relazione, distanza emotiva, comunicazione disfunzionale, dinamiche conflittuali, alterazioni emotive, stati depressivi, rabbia, stress, sofferenza per l’incapacità di lasciarsi, etc. fino alla rottura della relazione.

La fiducia è un aspetto su cui la coppia deve lavorare se vuole portare avanti una relazione stabile. Lavorare sul tema della fiducia significa lavorare molto su di Sé, indagare sulle proprie paure e da dove derivano, acquisendo maggiore consapevolezza di Sé e competenza emotiva, così da allontanarsi da sensazioni pervasive di sconforto e solitudine.

 

Stare in coppia significa trovare un modo proprio di stare insieme a un’altra Persona in condizioni di serenità e soddisfazione. La soddisfazione di coppia è legata alla presenza di un legame di attaccamento sicuro, ovvero la fiducia nel fatto che il partner rappresenti una base sicura, fonte di sostegno e vicinanza affettiva, alla presenza di un’intimità fisica appagante, alla condivisione di momenti ed esperienze piacevoli di coppia ed esperienze condivise socialmente che coinvolgono il singolo partner o entrambi, nonché ad una intimità emotiva fondata sulla fiducia, la complicità, il rispetto, la sincerità e la reciproca comprensione che sostengano i cambiamenti continui del Sé individuale e del sistema coppia.

Quando una o più di queste aree vengono compromesse (affettiva, comunicativa, sociale, sessuale, progettuale, genitoriale, etc.), la coppia sperimenta un senso di inefficienza, di non riconoscimento dei reciproci bisogni, incorrendo in conflitti, critiche, accuse e/o stati di sofferenza emotiva, di solitudine, d’inadeguatezza, di rabbia, di non lucidità nel prendere le decisioni e/o affrontare le situazioni.

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Un percorso di psicoterapia di coppia si focalizza sul RICONOSCIMENTO, l’ELABORAZIONE e la RI – SIGNIFICAZIONE in senso evolutivo DEL MALESSERE/DISTURBO/PROBLEMA ESPRESSO DAL SINGOLO PARTNER E/O DAL SISTEMA COPPIA.

Il lavoro terapeutico si orienta sull’acquisizione di comportamenti e abilità alternative nella gestione delle emozioni intense e dello stress, nonché sull’apprendimento di nuove ed efficaci modalità relazionali e comunicative da sperimentare nella relazione con il/la partner. Questo per depotenziare le aspettative irrazionali, le situazioni conflittuali e/o i comportamenti di evitamento di situazioni relazionali, emotive, affettive e sessuali temute e/o disturbanti.

Secondo un’ottica di co – costruzione del benessere e di motivazione a risolvere insieme le problematiche da parte di entrambi i partner, sostenere la Persona nel recupero di un maggiore senso di autostima e di autoefficacia consente di ridimensionare o eliminare le cognizioni negative che la Persona ha di Sé, come ad esempio, il peso del sentirsi sempre inadeguata, insicura, giudicata dal partner, autocriticarsi costantemente, etc., giungendo a ridimensionare e/o risignificare in modo diverso l’Altro, le sue reazioni, le sue intenzioni e i suoi comportamenti.

In tal modo, la Persona riporta alla luce una PERCEZIONE REALE DI SE STESSA dandosi la POSSIBILITA’ DI RILEGGERE LA STORIA DELLA COPPIA E GLI EVENTI ACCADUTI, disturbanti e maladattivi, che portano il singolo partner e la coppia a non stare bene, attraverso lenti più reali ed evolutive.

Questo PROCESSO CONGIUNTO VERSO IL CAMBIAMENTO consente di riscoprire le risorse della Persona e/o del sistema coppia, riprendendo il controllo della propria vita personale e della relazione di coppia stessa.

Tutto è volto a prendere consapevolezza di Sé, dei modelli relazionali appresi dalla propria storia (es. rapporto coniugale dei genitori, miti e mandati familiari che influenzano inconsciamente le decisioni dei componenti della famiglia, anche rispetto alla scelta del partner o alla progettualità di vita, etc.), di come  i partner si sono incontrati e scelti, delle differenze e dei punti di connessione del loro percepire e vivere una relazione, di come vivere il presente e progettare il futuro, di come elaborare il passato del partner, degli irrisolti di coppia taciuti e mantenuti nel tempo, della condivisione di verità scomode e dolorose, etc., questo allo scopo di pacificarsi con il passato, per rivolgere uno sguardo verso un futuro condiviso, ma soprattutto per vivere con intensità, serenità, libertà la dimensione temporale del presente.

Il processo di cambiamento terapeutico è sostenuto da tecniche e strumenti diversificati in base alle necessità all’unicità del singolo partner e del sistema coppia: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulnesstecniche immaginative, tecniche di rilassamento, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia (per ricordare episodi significativi, cogliere, osservare e comprendere le modalità comunicative e relazionali e gli stati emotivi correlati a quei momenti dall’inizio della storia ad adesso), Carte Dixithome work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play (nei quali si chiede al partner di assumere una diversa posizione relazionale per comprendere meglio il punto di vista dell’Altro e permettere di lavorare sempre più in profondità nella relazione), il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del problema/disagio/malessere, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

NON ESISTE UN LIBRO DELLE ISTRUZIONI che sia utile e uguale per tutte le coppie.

Imparare insieme, a ripristinare una comunicazione efficace tra i due partner, a comprendere le motivazioni reali dell’Altro, a sentirsi emotivamente, fisicamente e affettivamente connessi, a prendere decisioni condivise, a riconoscere i bisogni che sottendono le manifestazioni problematiche, può essere l’inizio di un percorso di crescitad’esplorazione delle potenzialità e ritrovamento del benessere fisico, psicologico, cognitivo, affettivo, emotivo e relazionale del singolo partner, del sistema coppia, del sistema genitoriale e del sistema famiglia.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé e di Noi.

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