Nella vita possiamo essere rifiutati in tanti modi diversi. A volte si tratta di un semplice lavoro, in cui magari scelgono qualcun altro al posto nostro, altre volte veniamo rifiutati da un gruppo di amici o da una singola Persona, altre volte sperimentiamo dei rifiuti sentimentali.
Non essere capiti o voluti genera un profondo dolore.
Quando a non ricambiare i nostri sentimenti è una Persona che ci piace o amiamo o della quale vogliamo avere rispetto e stima, il nostro corpo somatizza, il nostro equilibrio emotivo e psicologico vacilla, la nostra autostima si abbassa.
I pensieri possono diventare ossessivi arrivando a domandarci:
- Cosa non va in me?
- Perché sceglie lui/lei e non me?
- Non sono abbastanza bello/a, simpatico/a, intelligente, etc.
Tutto questo dolore deriva dal fatto che tendiamo a vivere un rifiuto come qualcosa di molto personale, strettamente connesso al nostro Sé e al nostro valore di Persona, mentre ignoriamo che molto spesso un rifiuto non dipende da noi, ma dall’altra Persona (ad esempio, è impegnato/a, non è interessato a nuove relazioni, etc.).
Sono rifiutato -> Non ho valore, non sono amabile.
Un rifiuto può compromettere il nostro senso di identità, la percezione del proprio valore, della propria amabilità, per cui tendiamo a chiederci chi siamo e come siamo percepiti dall’Altro. Non riusciamo a comprenderne il motivo e ciò impedisce di accettare l’accaduto e poter andare avanti.
Attraverso l’esperienza dolorosa posso imparare qualcosa su di me, un rifiuto può rivelarci qualcosa di utile su di se stessi.
Affinché un rifiuto possa portare ad una crescita personale, chiediamoci:
- Cosa ho imparato da questo rifiuto?
- Come posso trasformare un rifiuto in esperienza?
- Come può farmi crescere questo rifiuto?
- Cosa mi può insegnare?
Anche quando un rifiuto sembra non insegnarci assolutamente nulla di nuovo, in realtà ci regala qualcosa di utile, ovvero l’esperienza di superarlo. Un rifiuto può così diventare un’opportunità di crescita personale e può aumentare la nostra autostima nel momento in cui non ci facciamo sovrastare da esso.
Il rifiuto in amore può esserci utile anche per imparare a gestire le emozioni.
Generalmente, quando si viene rifiutati in amore, le emozioni positive svaniscono per lasciare spazio a quelle negative. Allontanarsi da ciò che ci fa male farà sì che quel pensiero divenga un’idea fissa. Avvicinarsi alle emozioni negative, consente di accoglierle ed elaborarle.
Giocare in difesa, allontanarsi delle emozioni per evitare di soffrire è possibile, non avvicinarsi agli altri per non sperimentare il rifiuto è possibile, ma facendo così, probabilmente, vivremmo di rimpianti.
Intervento terapeutico
Una delusione amorosa ci scuote profondamente e ci getta nel dolore e nell’angoscia, in una condizione di malessere da cui si pensa di non uscire più.
Se il rifiuto non viene elaborato nel modo giusto, l’autostima può risultare gravemente danneggiata. A nessuno piace essere rifiutato, ma fa parte della vita.
Il primo passo per superare un rifiuto è accogliere il dolore, senza cercare di mandarlo via, di cambiarlo e razionalizzarlo.
Cercare di “non pensarci” o, al contrario, continuare a rimuginare sul rifiuto ricevuto, non fa altro che peggiorare la situazione.
Lottare con il dolore, cercare di evitarlo, farà durare la nostra sofferenza ancora di più.
Il primo passo per portare consapevolezza nel rifiuto è osservare in modo consapevole cosa accade dentro di noi quando ci sentiamo rifiutati.
- Cosa sto sperimentando proprio ora?
- Come sento questa esperienza nel corpo?
- Che sensazioni ci sono?
- Quali sono i miei pensieri in questo momento?
- Etc.
COSA FA LA MIA MENTE, QUANDO MI SENTO RIFIUTATO, ALLONTANATO, ABBANDONATO?
COME MI RELAZIONO CON L’ESPERIENZA DEL RIFIUTO, GIUDIZIO O ABBANDONO?
- La rinnego, cercando di ricostruire la storia in un modo più accettabile o distorcendo la realtà?
- Cerco di cambiare la situazione, per ottenere accoglienza e interesse?
- Cerco di non sentire ciò che sto sentendo?
- Reagisco con rabbia e rancore?
- Prendo le distanze dalla Persona o da ciò che sta accadendo?
- Mi identifico con quello che è accaduto o che mi hanno detto, dando un valore di verità assoluta?
- Mi colpevolizzo e mi giudico severamente per quello che è accaduto?
- Attribuisco la colpa all’Altro?
- Penso che si ripeterà o che sarà così per sempre?
- Etc.
Il rifiuto sentimentale spesso porta con sé la paura di non potersi più riprendere, di vedere un futuro buio e solitario, di non poter avere amori veri e passionali al di fuori di quelli problematici, già vissuti e che hanno provocato ferite emotive.
Il tentativo di soluzione, in base alla propria storia personale e a quella affettiva e sentimentale, è rappresentato spesso dall’evitamento del dolore, dal mettere in campo comportamenti ipercontrollanti, dal rimuginare su quello che è stato e quello che non potrà mai arrivare, nonché dall’arrivare a esprimere sentimenti di tristezza, di colpa, di inutilità, mancanza di speranze e senso di vuoto, stato depressivo, ansia, disturbi psicosomatici, disturbi del sonno, disturbi del comportamento alimentare, difficoltà di concentrazione e perdita di interesse per le attività quotidiane.
Un rifiuto sentimentale e affettivo può portare alla luce antiche ferite, si può rivelare la ripetizione di qualcosa che si è già vissuto in epoche anteriori, come nei legami dell’infanzia, tempo nel quale si forma il senso dell’affettività verso l’Altro, nonché l’amore per se stessi, l’autostima, la fiducia in sé.
È dal valore che attribuiamo alla nostra Persona che deriva il superamento dell’emozione della gelosia o di una mancata corrispondenza sentimentale. È da lì che nasce la forza di non invischiarsi in situazioni emotive frustranti, all’insegna dell’instabilità, della precarietà o del conflitto perenne.
Se notiamo che certe situazioni sentimentali continuano regolarmente a reiterarsi, come un copione, può essere utile fermarsi e valutare che non si tratti di un caso.
RICONOSCERE, ACCETTARE, RISIGNIFICARE E GESTIRE gli schemi o circoli viziosi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicofisico, emotivo, relazionale e affettivo può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, per rivolgere uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto vivere in modo appagante e serenamente la dimensione temporale del presente.
L’intervento terapeutico andrà ad agire sulla concezione che la Persona ha di Sé, in modo da riportare alla luce una percezione reale di se stessa, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze del passato spiacevoli e traumatiche all’interno dei propri contesti relazionali d’appartenenza.
Per non trovarsi, ancora una volta, a rivivere lo stesso copione sentimentale disfunzionale, è possibile intervenire attraverso un PERCORSO DI PSICOTERAPIA INDIVIDUALE che con l’obiettivo di:
- Approfondire la storia di vita della Persona all’interno dei suoi mondi relazionali d’appartenenza.
- Ristrutturazione le credenze disfunzionali legate al proprio valore e alla propria amabilità e quelle legate alle emozioni di paura, solitudine, rifiuto e abbandono.
- Rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti.
- Imparare a prendersi cura di se stessi, imparando ad imparare dalle proprie esperienze.
- Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e le risonanze delle stesse nella propria vita sentimentale e affettiva.
- Acquisire maggiore autostima e sicurezza in se stessi.
- Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi, ad accettarsi.
- Imparare a mettere dei chiari confini: dove inizio Io, dove inizia l’Altro.
- Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico.
- Sostenere la motivazione al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico, emotivo e relazionale.
- Riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere se stessi, sentire di meritarsi di essere felici e sereni, da soli o insieme ad un partner.
Il PERCORSO PSICOTERAPEUTICO si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica), la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, Carte Dixit, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
Puoi metterti in discussione per non sprofondare nella dinamica “perché è successo a me, non me lo merito”, ma affrontare l’accaduto riscoprendo tutte le tue risorse mentali, emotive e relazionali, provando un po’ alla volta a riorganizzarti e a ripartire da Te, andando incontro ad una vita sentimentale nuova e appagante.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.