Due persone che decidono di formare una coppia portano con sé le proprie caratteristiche, i modelli relazionali introiettati e le aspettative delle rispettive famiglie d’origine, in altre parole, s’incontrano due storie familiari, con complesse dinamiche, miti e credenze.
Avere in mente questo aspetto, permette di capire quanto possano essere numerose le variabili che influiscono sulla buona evoluzione di una relazione di coppia.
Uno degli aspetti che maggiormente influenzano la coppia è il mancato svincolo dalle rispettive famiglie d’origine di ogni singolo partner. Se questo processo non è adeguatamente risolto può portare a difficoltà nel creare un solido progetto di coppia e, addirittura, incidere sulla decisione di interrompere un matrimonio o una convivenza.
Processo di individuazione dalla famiglia d’origine
Una delle fasi evolutive più difficili che un essere umano si trova ad affrontare è il processo di individuazione e differenziazione dalla famiglia d’origine. Generalmente, una Persona comincia ad andare incontro verso lo svincolo dalla propria famiglia d’origine sin dall’adolescenza, ma questo processo raggiunge il suo apice quando decide di intraprendere un percorso di autonomia, sia economica che emotiva, dal proprio nucleo familiare originario. Separarsi dal contesto familiare in cui si è cresciuti è un processo graduale che non finisce mai e che ha un enorme influenza sui processi decisionali e anche sulla scelta del partner.
Per alcune persone, il legame di coppia può costituire un fine sociale, più che un mezzo di crescita personale, per altre può avere un carattere opportunistico, ma generalmente i motivi principali che spingono le persone a stare in coppia vanno ricercati nei sistemi motivazionali interni che regolano la vita dell’essere umano: il bisogno di attaccamento-accudimento e quello sessuale-riproduttivo. A questi naturali bisogni dell’essere umano, spesso, si aggiungono altri fattori come le pressioni sociali, le aspettative familiari, le insicurezze personali, etc.
Quando viene mantenuto un rapporto simbiotico e di dipendenza con la famiglia d’origine, le proprie scelte e il proprio agire possono essere condizionati da quanto appreso in questo contesto, ad esempio, scegliendo una tipologia di relazione di coppia, reputando che questa sia più idonea al proprio stile di vita solo perché accettata dal proprio sistema familiare. In questi casi, i bisogni e le esigenze personali verranno trascurate trovandosi a vivere un rapporto che non ci soddisfa.
Una situazione altrettanto problematica può essere quella in cui per ribellarsi alle aspettative familiari, si scelga un partner con caratteristiche opposte a quelle auspicate dalla propria famiglia, conducendoci nuovamente ad un rapporto insoddisfacente. Il partner non viene riconosciuto per quello che è realmente, ma strumentalizzato in funzione del proprio conflitto familiare.
Altro aspetto, altrettanto significativo, di mancato svincolo è quello che deriva dalla difficoltà del genitore nell’accettare che il figlio/a cresca e possa costruirsi una sua vita indipendente. Per una famiglia dove i genitori vivono una relazione molto conflittuale, la presenza del figlio consente loro di mantenere la loro vita coniugale, ovvero il figlio rimane in famiglia (in modo consapevole o meno) per impedire che essi si separino, oppure laddove uno dei due genitori è venuto a mancare, il figlio ha la funzione di colmare tutta una serie di bisogni coniugali (consapevoli o meno) che il genitore cerca di soddisfare in modo disfunzionale attraverso di lui e a cui il figlio/a ha difficoltà a sottrarsi per non sentirsi in colpa e/o deludere le aspettative che sono state riposte in lui dal genitore.
Questi esempi di mancato svincolo ci permettono di capire perché nonostante la coppia decida di costruire un progetto comune, la presenza delle proprie famiglie d’origine può influire sulla buona evoluzione di una relazione di coppia.
Lo svincolo è un processo di crescita che deve avvenire in entrambi i partner, in una dimensione ideale, facilitato dai genitori che dovrebbero tollerare possibili sentimenti di tristezza, abbandono, solitudine e vuoto derivanti dalla separazione.
Se i figli sentiranno che i propri genitori non potranno farcela da soli, probabilmente rimanderanno la loro indipendenza, con il risultato di non riuscire a realizzarsi come adulti, come adulti in coppia e come futuri genitori.
Capire l’origine di queste dinamiche così complesse non è semplice, ma ancora più difficile è riuscirci da soli. Spesso, vivere una relazione di coppia stabile ed evolutiva implica individuare sia individualmente che in coppia i nodi derivanti dalle proprie radici e scioglierli.
Attaccamento e relazione di coppia
Le interferenze della famiglia d’origine sono una realtà concreta. Secondo i dati Istat, la nostalgia dei genitori è uno dei fattori di maggior attrito tra marito e moglie (31% dei casi) e ciò è peggiorato dalla frequente invadenza dei suoceri nella vita di coppia (27% dei casi).
Presumibilmente, la base di queste motivazioni risiede nel tipo di relazione sperimentato con le proprie figure di accudimento (genitori) durante l’infanzia e nel contesto d’appartenenza in cui si sono sviluppate le relazioni significative.
Come concettualizzato dalla teoria dell’attaccamento di John Bowlby (1982), le relazioni che si instaurano da piccoli con le proprie figure di attaccamento (chi si prende cura del bambino) sono la base da cui ogni Persona parte e sviluppa il proprio essere, nonché il senso di sicurezza e fiducia necessarie per muoversi nel mondo esterno e per creare relazioni significative.
In base allo stile di attaccamento con il genitore, il bambino sarà educato in un determinato modo e avrà la possibilità di sviluppare o meno determinate caratteristiche come la fiducia in se stesso, il senso di autostima e fiducia nel mondo, il proprio senso di autonomia e indipendenza, andando verso lo svincolo in modo naturale.
Spesso, le famiglie con uno stile di attaccamento insicuro/ansioso rischiano di soffocare i figli con un’eccessiva protezione, trasmettendo l’idea di un ambiente esterno pericoloso, interferendo con un’esplorazione autonoma del mondo.
La conseguenza di un attaccamento insicuro è che questi bambini sviluppino una sfiducia nelle proprie capacità e un’immensa fiducia nelle capacità dell’Altro. Tutto ciò può portare ad avere paura o a sentirsi in colpa quando si allontana dalla figura di attaccamento.
Da adulti è possibile avere difficoltà a conquistare la propria indipendenza e a svincolarsi dalla famiglia d’origine, pregiudicando la nascita e il mantenimento di relazioni affettive future.
Situazioni che alimentano le interferenze delle famiglie d’origine nella coppia
BISOGNO DI SOSTEGNO
Il figlio/a che diviene genitore può esplicitare un bisogno di aiuto o di supporto e ciò può rappresentare per il genitore/i il modo per diventare il terzo nella coppia o, addirittura, sostituirsi al partner. Una situazione tipica è quella in cui il genitore deve sempre dire la sua, dare il proprio consiglio che non può essere rifiutato o che necessariamente deve essere ascoltato. In questo caso, il rapporto si complica perché il partner potrebbe sentirsi isolato e rifiutato dall’Altro, sentendosi escluso dalla coppia o prevaricato o squalificato nel ruolo genitoriale, etc.
DIPENDENZA ECONOMICA
Molte coppie decidono di andare a convivere o, addirittura, di diventare genitori ancor prima di aver raggiunto una propria indipendenza economica. Questo può alimentare le interferenze genitoriali, in quanto questi ultimi si sentono in diritto di controllare la coppia, le spese e le decisioni. Ciò genera malumori nella coppia e, spesso, può determinarne la rottura della relazione e/o invalidare la competenza genitoriale.
Come intervenire sulle interferenze genitoriali quando alla coppia nasce un figlio
Ciascun componente della coppia deve poter modificare le proprie relazioni con i rispettivi genitori, attraverso quello che, ora, è un ruolo comune e condiviso quello genitoriale.
Per la salvaguardia del benessere della coppia e/o della famiglia nascente e della continuità del legame con quelle d’origine, deve potersi stabilire un certo dinamismo e scambio reciproco tra le diverse generazioni.
Le relazioni tra “i futuri genitori” ed “i futuri nonni” devono essere rinegoziate affinché i primi vengano accettati e considerati dai secondi in un ruolo diverso da quello avuto sino ad ora, ovvero non più solamente come figli, ma anche come genitori consapevoli e competenti.
I due partner sono chiamati a ridefinire le aspettative nei confronti dei propri genitori, individuando e distinguendo le diverse regole del ruolo e le funzioni dei nonni da quelle dei genitori.
Il passaggio alla genitorialità rappresenta un’occasione importante per entrambe le generazioni di stabilire un nuovo rapporto, maggiormente paritario.
Nel momento in cui le famiglie d’origine fanno pressione sulla coppia e/o sulla nuova coppia genitoriale può essere utile che i partner stabiliscano i propri ruoli: SONO TUO FIGLIO/A, MA SONO ANCHE UN/UNA PARTENER NELLA MIA RELAZIONE E PADRE O MADRE DI MIO FIGLIO.
Questo processo può essere sostenuto attraverso una comunicazione efficace, diretta e sincera.
Nel momento in cui si decide di essere una coppia, può essere utile sviluppare un nuovo senso di appartenenza verso quello che si sta costruendo. Questo non significa rinnegare e/o amare di meno le origini, significa sentirsi sempre più vicini al vostro partner, essere alleati con lui/lei permettendovi di staccarvi gradualmente da ciò che non è evolutivo per il benessere della coppia e per il vostro, limitando le interferenze genitoriali.
Intervento terapeutico
Quando si crea una nuova coppia, i partner portano con sé tutta la complessità delle loro caratteristiche, della loro storia e delle relazioni, nonché i mandati, i miti, le credenze e le aspettative della famiglia d’origine.
La creazione di una nuova coppia e/o coppia genitoriale dovrebbe implicare una riorganizzazione e ricontrattazione dei legami che non è semplice da effettuare.
Il rapporto con le famiglie d’origine comporta delle difficoltà che si evolvono e cambiano a seconda della fase del ciclo di vita che la coppia e/o famiglia nucleare attraversa. Può essere utile pensare all’interazione con i componenti delle reciproche famiglie d’origine come confronto tra sistemi familiari che si influenzano inevitabilmente. Ognuno dei sistemi in questione dovrebbe dimostrare apertura al confronto con l’altro, fondato su un delicato equilibrio che tiene conto del rispetto dell’Altro e delle necessità proprie e altrui al fine di trovare delle soluzioni che siano riconosciute e accettate da tutti.
Le interferenze, se continue e soprattutto non richieste, possono certo diventare un problema. Quando sono troppe e fuori luogo rischiano di far litigare la coppia. Non è affatto raro, infatti, che esistano coppie che litigano espressamente per i genitori che dicono una parola in più circa la loro relazione, la gestione dei figli, etc.
Spesso si crede che fuggendo ed eliminando ogni tipo di rapporto con la propria famiglia o con un componente della stessa, si possa conquistare l’autonomia e l’indipendenza. Al contrario, tagliando emotivamente, le questioni rimangono irrisolte, gravando sulle future relazioni e il partner sarà destinato a reiterare, senza consapevolezza, certe dinamiche.
Se pensi che la tua coppia sia in affaticamento soprattutto per le interferenze delle famiglie d’origine, può essere utile lavorare insieme al tuo partner per rafforzare la stabilità di coppia, ricercare identità e autonomia, negoziando obiettivi condivisi che rispettino, sì le proprie radici, ma soprattutto il progetto di coppia che si è scelto di creare insieme.
Affrontare le difficoltà connesse alla relazione tra partner e le interferenze delle famiglie d’origine attraverso un percorso di psicoterapia di coppia può essere un’opportunità di:
- approfondimento della storia di coppia;
- RICONOSCIMENTO, l’ELABORAZIONE e la RI – SIGNIFICAZIONE in senso evolutivo DEL MALESSERE/DISTURBO/PROBLEMA ESPRESSO DAL SINGOLO PARTNER E/O DAL SISTEMA COPPIA.
- accettazione del significato di crisi, incomprensione, diversità come passaggio naturale di ogni relazione;
- crescita, riconoscendo gli schemi affettivi e relazionali ripetitivi e non evolutivi che ogni partner mette in campo, schemi appresi nei propri contesti relazionali di appartenenza;
- svincolo dalla famiglia d’origine;
- distacco dalle credenze, miti, mandati, aspettative familiari che non rendono libera la Persona;
- costruzione di una nuova relazione basata sulle reali caratteristiche di ciascun partner;
- potenziamento del benessere psicologico ed emotivo individuale e di coppia;
- consapevolezza del proprio e reciproco sentito e pensato;
- ricostruire il senso di intimità emotiva, mentale e fisica.
- ridefinizione di un nuovo equilibrio, di un progetto di vita condiviso fondato sul rispetto delle aspettative e dei bisogni personali ed altrui.
- raggiungimento di un nuovo modo di stare insieme più funzionale del precedente.
Il lavoro terapeutico si orienta sull’acquisizione di comportamenti e abilità alternative nella gestione delle emozioni intense e dello stress, nonché sull’apprendimento di nuove ed efficaci modalità relazionali e comunicative da sperimentare nella relazione con il/la partner. Questo per depotenziare le aspettative irrazionali, le situazioni conflittuali e/o i comportamenti di evitamento di situazioni relazionali, emotive, affettive e sessuali temute e/o disturbanti.
Secondo un’ottica di co – costruzione del benessere e di motivazione a risolvere insieme le problematiche da parte di entrambi i partner, sostenere la Persona nel recupero di un maggiore senso di autostima e di autoefficacia consente di ridimensionare o eliminare le cognizioni negative che la Persona ha di Sé, come ad esempio, il peso del sentirsi sempre inadeguata, insicura, giudicata dal partner, autocriticarsi costantemente, etc., giungendo a ridimensionare e/o risignificare in modo diverso l’Altro, le sue reazioni, le sue intenzioni e i suoi comportamenti.
In tal modo, la Persona riporta alla luce una PERCEZIONE REALE DI SE STESSA dandosi la POSSIBILITA’ DI RILEGGERE LA STORIA DELLA COPPIA E GLI EVENTI ACCADUTI, disturbanti e maladattivi, che portano il singolo partner e la coppia a non stare bene, attraverso lenti più reali ed evolutive.
Questo PROCESSO CONGIUNTO VERSO IL CAMBIAMENTO consente di riscoprire le risorse della Persona e/o del sistema coppia, riprendendo il controllo della propria vita personale e della relazione di coppia stessa.
Tutto è volto a prendere consapevolezza di Sé, dei modelli relazionali appresi dalla propria storia (es. rapporto coniugale dei genitori, miti e mandati familiari che influenzano inconsciamente le decisioni dei componenti della famiglia, anche rispetto alla scelta del partner o alla progettualità di vita, etc.), di come i partner si sono incontrati e scelti, delle differenze e dei punti di connessione del loro percepire e vivere una relazione, di come vivere il presente e progettare il futuro, di come elaborare il passato del partner, degli irrisolti di coppia taciuti e mantenuti nel tempo, della condivisione di verità scomode e dolorose, etc., questo allo scopo di pacificarsi con il passato, per rivolgere uno sguardo verso un futuro condiviso, ma soprattutto per vivere con intensità, serenità, libertà la dimensione temporale del presente.
Il processo di cambiamento terapeutico è sostenuto da tecniche e strumenti diversificati in base alle necessità all’unicità del singolo partner e del sistema coppia: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia (per ricordare episodi significativi, cogliere, osservare e comprendere le modalità comunicative e relazionali e gli stati emotivi correlati a quei momenti dall’inizio della storia ad adesso), Carte Dixit, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play (nei quali si chiede al partner di assumere una diversa posizione relazionale per comprendere meglio il punto di vista dell’Altro e permettere di lavorare sempre più in profondità nella relazione), il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del problema/disagio/malessere, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
NON ESISTE UN LIBRO DELLE ISTRUZIONI che sia utile e uguale per tutte le coppie.
Imparare insieme, a ripristinare una comunicazione efficace tra i due partner, a comprendere le motivazioni reali dell’Altro, a sentirsi emotivamente, fisicamente e affettivamente connessi, a prendere decisioni condivise, a riconoscere i bisogni che sottendono le manifestazioni problematiche, può essere l’inizio di un percorso di crescita, d’esplorazione delle potenzialità e ritrovamento del benessere fisico, psicologico, cognitivo, affettivo, emotivo e relazionale del singolo partner, del sistema coppia, del sistema genitoriale e del sistema famiglia.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé e di Noi.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.