La Persona giusta
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Generalmente, investiamo molte energie nel cercare la persona giusta, quella con la quale condividere la nostra vita. Ci preoccupiamo di fare la scelta giusta e tentiamo di carpire quali sono i segnali per riconoscerla, tuttavia, in questa ricerca tutta volta all’esterno, trascuriamo spesso un fattore cruciale: noi stessi.

Per riconoscere la Persona giusta dovremmo prima imparare a conoscere profondamente noi stessi.

 

Hai mai avuto la curiosità o provato a comprendere veramente chi sei?

Hai mai provato a conoscere realmente quelli che sono i tuoi valori e i tuoi scopi di vita?

Hai mai pensato ad ascoltare le tue vere emozioni, a “pensare ai tuoi pensieri”?

Hai mai pensato a come stai in relazione, a come comunichi?

Hai mai pensato a riflettere sulla tua unicità, alle sfumature della tua personalità?

Hai mai pensato al rispetto che hai nei tuoi confronti?

Hai mai pensato se ti senti amabile? Se temi di essere abbandonato o rifiutato?

Hai mai riflettuto sulle ferite emotive che hai vissuto e ancora non hai superato?

Hai mai pensato se la tua scelta del partner derivi da bisogni non soddisfatti derivanti dal tuo passato?

Etc. etc.

 

La Persona giusta è quella che con noi condivide valori e obiettivi, ma per trovarla bisogna prima conoscere quali sono i nostri reali valori, obiettivi, ovvero conoscere profondamente se stessi.

L’amore non ha il compito di colmare un vuoto o di sistemare quello che di noi non va.

Alcune persone aspettano la Persona giusta con la pretesa che questa possa sistemargli in qualche modo la vita, ma non funziona così.

 

Ognuno ha il potere di completarsi da solo, di poter costruire una propria dimensione entro la quale sentirsi soddisfatto/a e poter evolvere anche attraverso una relazione di coppia. 

 

Idealmente, la Persona giusta dovrebbe:

  • Essere presente, affidabile.
  • Ascoltare in modo attivo.
  • Essere impegnata tangibilmente nella relazione.
  • Mostrare cura, attenzione, idea di progettualità presente e futura.
  • Sostenere la crescita individuale e congiunta.

 

Tutte queste caratteristiche sono percepibili mettendosi in ascolto con le proprie emozioni, abbandonando standard sociali o ideali di perfezione, focalizzandosi e acquisendo consapevolezza di Sé, mentre pensiamo all’altra Persona o mentre trascorriamo del tempo insieme.

 

la persona giusta

 

Intervento terapeutico

Per riuscire ad accedere a delle risposte è necessario un processo di conoscenza di se stessi attraverso l’autoriflessione (introspezione) che consentirà di riconoscere il proprio limite, dove possiamo o non possiamo arrivare.

 

Incontrare se stessi permette di conoscersi e di decidere chi vogliamo essere e chi vogliamo avere accanto.

 

Ascoltarsi, osservare i processi che guidano la nostra mente ci fa diventare esperti, competenti di noi stessi.

Ci consentirà di rispondere alle domande “perché faccio sempre le stesse scelte?”, “quali sono le mie opinioni?”, “cosa mi piace?”, “cosa desidero?”, “cosa ha senso per me?”, “cosa è importante per me?”, “cosa non voglio più?”, “chi non voglio più vicino?” “chi voglio vicino a me?”, etc. riducendo l’ansia e la confusione rispetto alla relazione con se stessi e gli altri.

Diventare consapevoli rispetto a quello che blocca la possibilità di avere vicino una Persona giusta per noi è nelle nostre possibilità.

 

Se cambio io, cambia il mondo intorno a me.

 

Premettendo che la conoscenza di Sé non ha mai limite, un percorso psicologico ci può insegnare a conoscere chi siamo veramente, aldilà delle nostre quotidiane identificazioni, ponendo l’accento non tanto su chi penso di essere, ma su chi realmente sono, svincolato da tutti gli schemi emotivi, cognitivi, relazionali e sociali acquisiti. In questo riconoscimento, la vita può acquisire un senso ed armonizzarsi, come anche la vita sentimentale.

 

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Un incontro non è mai casuale, poiché a livello inconscio siamo attratti da ciò che già abbiamo conosciuto, non siamo attratti, invece, da qualcosa di totalmente diverso e sconosciuto da noi.

Questi confronti vengono fatti in modo inconsapevole, ma esistono e guidano il nostro interesse verso persone che, nel loro modo di parlare, comunicare, muoversi, ci fanno sentire in mondi già conosciuti.

Le persone tendono in qualche misura a creare relazioni con persone che fanno rivivere una sorta di “ricordo” di una relazione passata problematica.

Come una ripetizione, una riedizione, di una relazione passata in cui ci si è sentiti in conflitto, non compresi, insoddisfatti, nel tentativo inconscio di risolvere i problemi di quella relazione passata, attraverso un’altra relazione problematica presente.

Ripetere relazioni insoddisfacenti che hanno delle caratteristiche simili con altre relazioni insoddisfacenti passate (molto probabilmente con le figure significative del nostro primo accudimento), permette alla mente di verificare le proprie percezioni e sensazioni, in un disperato tentativo di cambiare le cose.

Sembrerebbe che il bisogno inconsapevole di curare delle ferite passate, di curare relazioni passate che non hanno soddisfatto la Persona a livello emotivo e relazionale, si trasferisca nelle relazioni del presente.

E’ come quando una donna, figlia di un uomo violento, si trova in relazione con un compagno altrettanto violento o come quando un uomo che non ha ricevuto affetto dalla propria madre, si trova in un matrimonio senza amore. Etc.

Queste scelte sono apparentemente inconsapevoli e per fermare questi automatismi comportamentali ed emotivi, c’è la necessità di rileggere le relazioni passate e originarie, comprendendo quali sono i bisogni emotivi non soddisfatti, per riuscire a curare quei bisogni ed evitare di cercarli e riprodurli all’interno di una relazione di coppia.

Un percorso di psicoterapia individuale può consentire di riorientarsi nelle proprie relazioni comprendendo il ruolo che hanno gli schemi relazionali appresi nei propri contesti di appartenenza nella scelta nel partner. Inoltre, è possibile lavorare sulle emozioni in modo molto pratico e creare un collegamento tra situazioni e sensazioni passate e presenti, per poi identificare gli schemi coinvolti, confrontarsi con essi e mettere in atto strategie di fronteggiamento diverse.

Se riconosciamo il nostro bambino interno ancora sofferente per le ferite sperimentate in passato ed impariamo a prenderci cura di lui possiamo essere in grado di individuare i suoi bisogni e di avvicinarci a partner che sono in grado di condividerli, soddisfarli piuttosto che scegliere partner da accudire, che non ci sostengono, che non ci valorizzano, che non ci vanno evolvere, limitando le nostre potenzialità e la nostra progettualità di vita.

Prendere consapevolezza e mettere in discussione i modelli relazionali ed emotivi disfunzionali appresi nella propria storia è alla base della possibilità di stabilire relazioni gratificanti con l’Altro, nonché con se stessi.

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In quest’ottica, un percorso di psicoterapia può aiutare a LASCIARE IL PASSATO NEL PASSATO e a modificare quegli schemi disfunzionali di pensiero e relazionali che continuano a influenzare le scelte presenti e che originano dolore e sofferenza e ci fanno scegliere sempre la persona sbagliata.

 

Inoltre, un percorso psicologico può essere utile a:

  • Approfondire la storia di vita della Persona all’interno dei suoi mondi relazionali d’appartenenza.
  • Identificare e ristrutturare le credenze disfunzionali legate al proprio valore e alla propria amabilità e alle emozioni legate alla paura della solitudine, del rifiuto e dell’abbandono.
  • Rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti.
  • Capire cosa accade nelle relazioni sentimentali, comprendendo quali fattori hanno fatto scattare l’amore e poi cosa ha fatto spegnere questi sentimenti, avendo uno sguardo obiettivo su quello che è successo, per poter imparare dai propri errori e rivivere il proprio passato senza sensi di colpa o sentimenti di rabbia, disprezzo, rimorso e rimpianto, etc.
  • Pacificarsi con il passato, per rivolgere uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto per vivere in modo appagante e serenamente la dimensione temporale del presente.
  • Imparare a prendersi cura di se stessi, imparando ad imparare dalle proprie esperienze.
  • Accogliere e gestire lo stato di confusione, di disorientamento, ansia, paura, rabbia, frustrazione e tristezza.
  • Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e le risonanze delle stesse nella propria vita sentimentale e affettiva.
  • Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi, ad accettarsi.
  • Imparare a conoscersi meglio e sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere e far rispettare i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé, della propria autonomia e della propria indipendenza.
  • Aumentare l’autostima e il senso di autoefficacia, riflettendo sulle proprie vulnerabilità e potenziando i propri punti di forza.
  • Sostenere la motivazione al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico, emotivo e relazionale.
  • Riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere se stessi, sentire di meritarsi di essere felici e sereni, da soli o insieme ad un partner.

 

Il PERCORSO PSICOTERAPEUTICO si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica), la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, Carte Dixit, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

Puoi metterti in discussione per non sprofondare nella dinamica “perché è successo a me, non me lo merito”, ma affrontare l’accaduto riscoprendo tutte le tue risorse mentali, emotive e relazionali, provando un po’ alla volta a riorganizzarti e a ripartire da Te, andando incontro ad una vita relazionale e sentimentale nuova e appagante.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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