La gelosia è un sentimento comune in amore, tollerato se non eccessivo. Diviene patologico quando cresce in maniera esponenziale fino a divenire un ingestibile problema che condiziona non solo chi la prova, ma chi è “oggetto” di questo sentimento.
La gelosia per il passato del partner può diventare un’ossessione che mina la serenità della relazione. A lungo andare può distruggere un rapporto o appesantire fortemente la qualità della vita di entrambi i partner.
In questo tipo di gelosia, gli/le ex o qualsiasi vecchia amicizia “ambigua” vengono viste come fonti di pericolo.
La persona gelosa, che non riesce a controllare questi pensieri, vorrebbe far parte del passato del partner, essere il centro della sua vita anche quando, cosa ovviamente impossibile, non era presente.
La gelosia nei confronti del passato del partner viene denominata “Sindrome di Rebecca“, nome che deriva dal film “Rebecca la prima moglie” di Alfred Hitchcock, tratto dal libro della scrittrice e poetessa inglese Daphne du Maurier.
Il film narra le vicende della seconda moglie di un ricco vedovo che inizia a soffrire di gelosia verso la defunta prima moglie e del passato del marito, soprattutto a causa della governante che non fa che ricordare l’ex padrona di casa. Questa gelosia si rivelerà poi del tutto infondata, dal momento che dietro il primo matrimonio si nascondono tradimenti, bugie e delitti. Ovvero questa gelosia si configurerà come una gelosia senza basi reali, ma che crea insicurezze nella Persona che la sta vivendo e rischia di far naufragare la relazione.
Viene chiamata anche gelosia retroattiva in quanto riguarda le vicende accadute nel passato del proprio partner. Non si tratta di un sentimento normale, ma di una vera e propria ossessione che riguarda le esperienze passate dell’Altro.
In questi casi, la Persona gelosa crea una visione distorta della realtà esprimendo comportamenti estremi nei confronti del partner, scatenati da motivi irreali.
I segni della gelosia retroattiva
La gelosia del passato si può riconoscere quando:
- Si impone al partner di non vedere, né sentire gli/le ex.
- Si fanno ricatti a sfondo affettivo.
- Si tiene il muso in momenti di relax.
- Si mette in difficoltà il partner nei momenti più inopportuni con domande incessanti, controlli continui e indagini sul suo passato.
- Si esegue un confronto costante con gli ex del partner, provando un senso profondo di fastidio quando vengono nominati.
- Etc.
Chi esprime una gelosia retroattiva indaga costantemente sulla vita di coppia passata del partner per avere un senso di controllo, con l’epilogo di rimanere intrappolato/a in questo loop.
Spesso è un’ossessione che impedisce di vivere il presente in maniera serena proprio per l’ansia che la caratterizza che si rivela in eccessi di rabbia e aggressività sempre più incontrollabili.
Questo stato è riscontrato sia in uomini che in donne, con la differenza che gli uomini tendono prevalentemente a fissarsi sul passato sessuale della compagna per l’idea irrazionale di non essere stati gli unici a possederla, ricercando continuamente il paragone con gli ex, mentre le donne danno più rilevanza alla sfera emozionale e soffrono l’idea di non essere state le prime ad aver vissuto le prime esperienze romantiche del partner.
Ciò che alimenta la gelosia retroattiva sta proprio nell’immaginare l’intensità del rapporto che precedentemente coinvolgeva l’attuale partner con l’ex, la condivisione di esperienze, di momenti comuni, la stima reciproca. Il risultato è un emergente e forte senso di frustrazione.
Solitamente, i segni della gelosia retroattiva sono:
- Scarsa autostima e insicurezza.
- Costante paura dell’abbandono e paura di non poter essere amati profondamente.
- Una visione distorta delle relazioni di coppia dove vengono mitizzate le storie passate del partner, temendo che il partner possa ancora provare sentimenti nei confronti dell’ex.
- Forte senso di possessività che possono portare la Persona gelosa a non discernere tra realtà e pensieri ossessivi.
- Rabbia.
- Aggressività.
- Mitizzazione del/della presunto/a rivale
- Senso di inferiorità che si può manifestare a livello sessuale, estetico o intellettuale.
- Ansia.
- Paura di perdere il controllo.
- Etc.
Come comportarsi con un/una partner che esprime gelosia retroattiva?
E’ molto frequente la gelosia del passato, si può essere gelosi degli ex, ma anche dei figli di precedenti relazioni, delle amicizie, persino delle esperienze professionali.
Per ciò che concerne le storie amorose, può essere utile non fornire al partner geloso troppi dettagli sulle proprie storie precedenti, per evitare che la Persona inizi a crearsi pensieri ossessivi e irreali.
Soprattutto, è importante evitare di fare paragoni e allo stesso tempo sentirsi in colpa per avere avuto un passato.
Ognuno ha un passato che merita di essere rispettato. Anche il geloso retroattivo ha la sua storia personale che lo ha fatto diventare quello che è. L’espressione della gelosia può derivare da ferite emotive ancora aperte che solo se rimarginate ed elaborate consentiranno di vivere relazioni sentimentali sane per se stessi e l’Altro.
Cercare di parlare apertamente del problema con il partner che esprime gelosia retroattiva è il primo passo per superarlo. Riuscire ad ammettere le proprie insicurezze, risolvendole insieme può far sì che i fantasmi scompaiano. Entrambi i partener devono essere disposti a mettersi in gioco.
Può essere anche utile, se il partner è ossessionato dai ricordi passati, proporgli di crearne di nuovi. La costruzione di nuovi ricordi e la crescita potranno aiutarvi a uscire dal circolo vizioso dell’ossessione e riportare l’attenzione sul presente, invece che sul passato.
Intervento terapeutico
La gelosia retroattiva si manifesta in tanti modi e si configura come una caccia ai fantasmi, rappresentati normalmente dagli ex del partner, che danneggiano il benessere della coppia e delle persone coinvolte.
Quello che non accadere è permettere alla gelosia di diventare un elemento di controllo all’interno della relazione.
Se questa gelosia non viene affrontata, si perde in controllo e la relazione si impoverisce.
Riuscire a comprendere quali sono i fattori in gioco, i significati che la mantengono, è il primo passo per riuscire a risolverla.
Capire da dove provengono i nostri sentimenti e imparare come affrontare la gelosia in modo sano e adattivo è la chiave di tante aree della nostra vita, dalle relazioni interpersonali, fino alla nostra carriera e ai nostri obiettivi personali.
La gelosia verso il passato del partner non dovrebbe mai diventare una limitazione dei gradi di libertà della Persona all’interno della coppia.
Per poter uscire da una dimensione di gelosia irrazionale, che distrugge ogni rapporto, può essere utile lavorare su se stessi potenziando l’autostima e le abilità relazionali e comunicative, migliorando l’autocontrollo e la gestione della componente cognitiva, emotiva e comportamentale della gelosia, arrivando a capire che si sta proiettando sull’Altro qualcosa che, invece, andrebbe ricercato in se stessi.
Per poter costruire una relazione sana con l’Altro occorre riconoscergli la sua indipendenza e autonomia e vederlo non come qualcuno che ci salva, ma come qualcuno che ci stimola a migliorare noi stessi, con cui crescere insieme, mantenendo sempre la propria distinta identità.
La gelosia irrazionale per il partner può portare alla luce antiche ferite, si rivela la ripetizione di qualcosa che si è già vissuto in epoche anteriori, come nei legami dell’infanzia, tempo nel quale si forma il senso dell’affettività verso l’Altro, nonché l’amore per se stessi, l’autostima, la fiducia in sé.
È dal valore che attribuiamo alla nostra Persona che deriva il superamento dell’emozione della gelosia o di una mancata corrispondenza sentimentale. È da lì che nasce la forza di non invischiarsi in situazioni emotive frustranti, all’insegna dell’instabilità, della precarietà o del conflitto perenne.
Se notiamo che certe situazioni sentimentali continuano regolarmente a reiterarsi, come un copione, può essere utile fermarsi e valutare che non si tratti di un caso.
*Cosa mi porta a ripercorrere le stesse situazioni sentimentali, a sperimentare la stessa sofferenza?
*Come posso instaurare una relazione che non sia basata sul bisogno, sull’insoddisfazione e la sofferenza, sulla gelosia, ma sul benessere e sulla mia crescita e su quella dell’Altro?
Queste sono solamente alcune delle domande alle quali dare risposta all’interno di un percorso terapeutico, prendendo consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo, emotivo, affettivo e comportamentale, così da introdurre un cambiamento nella relazione con Sé e nella relazione con l’Altro.
RICONOSCERE, ACCETTARE, RISIGNIFICARE E GESTIRE gli schemi o circoli viziosi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicofisico, emotivo, relazionale e affettivo può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, per rivolgere uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto per vivere in modo appagante e serenamente la dimensione temporale del presente.
L’intervento terapeutico andrà ad agire sulla concezione che la Persona ha di Sé, in modo da riportare alla luce una percezione reale di se stessa, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze del passato spiacevoli e traumatiche all’interno dei propri contesti relazionali d’appartenenza.
L’intervento psicologico può realizzarsi attraverso un percorso di:
- TERAPIA DI COPPIA focalizzandosi sul riconoscimento, l’elaborazione e la ri – significazione in senso evolutivo del malessere/disturbo/problema espresso dal singolo partner e/o dal sistema coppia, che ha portato la coppia in terapia. Questo processo congiunto verso il cambiamento consente di riscoprire le risorse della Persona e/o del sistema coppia, riprendendo il controllo della propria vita personale e della relazione di coppia stessa.
- TERAPIA INDIVIDUALE per fare chiarezza dentro di Sé, esplorare il proprio mondo interiore, risignificare gli eventi della propria vita e quelli inerenti alla relazione che sta vivendo, giungendo a comprendere cosa desidera, quali sono i propri bisogni e decidere cosa fare rispetto alla relazione di coppia. E’ possibile rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti, nonché ristrutturare le credenze disfunzionali legate al proprio valore e alla propria amabilità. Si può lavorare sulle emozioni in modo molto pratico e creare un collegamento tra situazioni e sensazioni passate e presenti, per identificare gli schemi relazionali coinvolti, confrontarsi con essi e mettere in atto strategie di fronteggiamento delle situazioni diverse. L’obiettivo generale per la Persona è quello di riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere se stessa, sentire di meritarsi di essere felice e serene, da sola o insieme ad un partner.
Il processo di cambiamento terapeutico è sostenuto da tecniche e strumenti diversificati in base alle necessità all’unicità del singolo partner e del sistema coppia: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia (per ricordare episodi significativi, cogliere, osservare e comprendere le modalità comunicative e relazionali e gli stati emotivi correlati a quei momenti dall’inizio della storia ad adesso), Carte Dixit, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play (nei quali si chiede al partner di assumere una diversa posizione relazionale per comprendere meglio il punto di vista dell’Altro e permettere di lavorare sempre più in profondità nella relazione), il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del problema/disagio/malessere, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé e di Noi.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.
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