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Con l’espressione inglese long term singlehood si definisce una condizione sempre più diffusa, soprattutto nel mondo occidentale, traducibile con solitudine sentimentale prolungata nel tempo.
Tale condizione sentimentale ha attivato numerose ricerche allo scopo di comprendere la motivazione per la quale alcune persone non hanno una relazione stabile da molto tempo.
Dai risultati emerge che la solitudine sentimentale, per alcuni è una scelta personale, per altri è il risultato di una difficoltà a stabilire o mantenere un legame.
Da ieri ad oggi
Dal rapporto di accudimento con le figure parentali e/o di riferimento, il bambino/a apprende le modalità relazionali che riprodurrà nel corso della sua vita. È proprio durante le prime fasi della vita che si generano le principali differenze tra una Persona ed un’Altra, in base a come le figure significative rispondono in termini di amore alle esigenze del bambino.
Se da piccolo vivo l’esperienza dell’amore, del calore, dell’affetto, del senso di sicurezza e protezione, ovvero “sono visto” nella mente dell’Altro, sono “riconosciuto”, “sentito”, “apprezzato”, attraverso i suoi pensieri, le sue emozioni e azioni, imparerò ad amarmi.
Esperienze di questo tipo, sin da piccoli, consentono di interiorizzare l’idea di poter essere amati e di avere un valore, nonché di poter amare.
Viceversa, quando manca l’accudimento sicuro, l’amore, il bambino si sentirà solo, abbandonato, trascurato ed interiorizzerà questo stato nella mente.
Da adulti, l’effetto, è quello di sentirsi abbandonati, incompresi, incapaci di prendersi cura di se stessi, riproducendo nelle relazioni interpersonali, quello che è stato appreso. Ad esempio, mi posso trovare nella condizione di non riconoscere i miei bisogni affettivi ed emotivi (perché da piccolo non sono stati riconosciuti) e di reprimerli, andando incontro a una vita di sofferenza relazionale, sperimentando un senso di bassa autostima, scarsa fiducia e d’impossibilità di poter ricevere e dare amore all’Altro.
Il bambino che non riceve amore lo ricercherà per tutta la vita, andando incontro, potenzialmente, a relazioni invischianti e dipendenti e instabilità emotiva, nonché di rifiuto della relazione.
Accudimento del bambino e relazioni sentimentali dell’adulto
Situazioni disfunzionali nell’accudimento durante l’infanzia, ovvero bisogni emotivi mal soddisfatti, da un punto di vista relazionale, si riattualizzeranno nell’adulto con:
INTENSA RICERCA DEL LEGAME AFFETTIVO
Questa modalità si caratterizza per una grande sensibilità al rifiuto e all’abbandono che diventa rabbia e angoscia qualora il bisogno di amore venga disatteso. Le persone che esprimono questa modalità, tendenzialmente, non comunicano in modo efficace e tendono a non risolvere realmente i problemi. Queste persone sono tendenzialmente ansiose, rimangono molto legate agli ex partner, sono disponibili a relazioni sessuali rischiose e, spesso, non si allontanano da relazioni instabili. All’apparenza queste persone sono aperte alle relazioni interpersonali, ma in realtà hanno poca fiducia nella relazione sentimentale che intraprendono e nel partner, riducendo, spesso, il rapporto a ricerca di conferme e rassicurazioni. Ogni forma conflittuale viene allontanata e vissuta con grande sofferenza. E’ spesso presente il timore della solitudine affettiva e la ricerca di amore romantico.
CANCELLAZIONE DEL BISOGNO DI LEGAME
Questa modalità si caratterizza per la riduzione della ricerca di contatto relazionale ed emotivo allo scopo di preservare la vulnerabilità a cui l’intimità espone per sua natura. Si preferisce evitare situazioni coinvolgenti per timore di fallimenti e sofferenze. La Persona che esprimere questa modalità preferisce mantenere una certa distanza emotiva, ha poche manifestazioni di affetto, è attenta a non svelarsi troppo, tende a sottrarsi anche dal confronto verbale. In una dinamica tradizionale di coppia, ad esempio, le persone saranno evasive, tenderanno a non cercare il partner nei momenti di difficoltà, tenderanno a fuggire da una relazione troppo impegnativa. Queste persone hanno grande bisogno di amore, ma la paura di soffrirne è più grande e la risposta, spesso, è quella di ripiegare su altre forme di appagamento come, ad esempio, la ricerca del successo lavorativo.
Essere single
Essere single non è assolutamente una condizione vissuta negativamente da tutti, ci sono persone che la scelgono.
Alcuni evitano relazioni significative che vivono come troppo faticose e vincolanti e invece prediligono relazioni occasionali o sospendono momentaneamente il discorso coppia.
In ogni caso, le motivazioni che fanno rimanere single una Persona sono tante e, spesso, come descritto prima, sono molto profonde. Alcune sono:
- La Persona ha un carattere molto indipendente, non ama i legami stabili e preferisce vivere la propria vita senza sentirsi vincolata in alcun modo.
- La Persona ha vissuto un passato sentimentale complesso che si è concluso bruscamente e ora vuole evitare di soffrire nuovamente, pensando, in alcuni casi, di non trovare mai più la Persona che la completi.
- La persona ha avuto una storia d’amore intensa e meravigliosa, purtroppo terminata e ora avendo idealizzato l’ex partner fa fatica a trovarne un altro/a all’altezza.
- Le disavventure della famiglia d’origine, per esempio, separazione conflittuale dei genitori o vissuti che hanno trasmesso una visione negativa della coppia, influenzano in modo consapevole o meno il desiderio di essere single.
- La relazione con un genitore troppo invadente e direttivo, anche in modo implicito, può aver influito sul figlio/a rendendogli difficile avvicinarsi o costruire una relazione duratura e appagante con l’Altro.
- La progettualità lavorativa, le ambizioni personali assorbono completamente la Persona, mettendo in secondo piano il desiderio di una vita di coppia.
- La scarsa autostima, il sottovalutarsi in qualsiasi ambito della vita, possono portare la Persona a sottovalutarsi anche in campo sentimentale. La Persona crede di non essere degna di essere amata, che l’Altro perde tempo con lei perché non ne vale la pena. Molto spesso queste persone non si sentono abbastanza piacevoli per poter piacere a qualcuno, si trascurano o si nascondono agli altri, appaiono timide e, spesso, rifiutano possibili pretendenti, frenando il desiderio di amare ed essere amati che hanno dentro.
- Etc.
Intervento terapeutico
Se da un lato essere single consente di mettere se stessi al centro della propria vita, (permette di gestire il tempo a proprio piacimento, di non doversi giustificare, di vivere relazioni senza sensi di colpa, etc.), con il passare del tempo può far chiudere la Persona, facendole vedere la vita solo dal suo punto di vista, al contrario della dimensione di confronto che la coppia richiede.
Coltivare la giusta distanza dall’Altro, non annullandosi e non trascurando se stessi, può essere una dimensione ideale, che attiva complicità e reciproca attrazione emotiva e sessuale, nonché la ricerca di una progettualità individuale e congiunta soddisfacente.
Un non incontro come un incontro non è mai casuale, poiché a livello inconscio siamo attratti da ciò che già abbiamo conosciuto, non siamo attratti, invece, da qualcosa di totalmente diverso e sconosciuto da noi.
Questi confronti vengono fatti in modo inconsapevole, ma esistono e guidano il nostro interesse verso persone che, nel loro modo di parlare, comunicare, muoversi, ci fanno sentire in mondi già conosciuti.
Le persone tendono in qualche misura a creare relazioni con persone che fanno rivivere una sorta di “ricordo” di una relazione passata problematica.
Come una ripetizione, una riedizione, di una relazione passata in cui ci si è sentiti in conflitto, non compresi, insoddisfatti, nel tentativo inconscio di risolvere i problemi di quella relazione passata, attraverso un’altra relazione problematica presente.
Ripetere relazioni insoddisfacenti che hanno delle caratteristiche simili con altre relazioni insoddisfacenti passate (molto probabilmente con le figure significative del nostro primo accudimento), permette alla mente di verificare le proprie percezioni e sensazioni, in un disperato tentativo di cambiare le cose.
Sembrerebbe che il bisogno inconsapevole di curare delle ferite passate, di curare relazioni passate che non hanno soddisfatto la Persona a livello emotivo e relazionale, si trasferisca nelle relazioni del presente.
E’ come quando una donna, figlia di un uomo violento, si trova in relazione con un compagno altrettanto violento o come quando un uomo che non ha ricevuto affetto dalla propria madre, si trova in un matrimonio senza amore. Etc.
La scelta del partner o il rimanere o il fuggire dalle relazioni sentimentali sono scelte apparentemente inconsapevoli, ma che nella realtà dipendono da processi comportamentali ed emotivi automatici derivanti da esperienze relazionali del nostro passato che, se invalidano il nostro benessere affettivo, possono e devono essere trasformati. Emerge, quindi, la necessità di rileggere le relazioni passate e originarie, comprendendo quali sono i bisogni emotivi non soddisfatti, per riuscire a curare quei bisogni ed evitare di cercarli e riprodurli all’interno di una relazione di coppia, ad esempio, attraverso una dipendenza affettiva verso il partner o la paura di amare, etc.
Un percorso di PSICOTERAPIA INDIVIDUALE può consentire di riorientarsi nelle proprie relazioni comprendendo il ruolo che hanno gli schemi relazionali appresi nei propri contesti di appartenenza nella scelta nel partner o nella fuga dalle relazioni, percependole come soffocanti o invalidanti della propria autonomia e indipendenza o impossibili in quanto sostenute da convinzioni negative quali, ad esempio, “IO NON VALGO”, “IO NON SONO AMABILE”, “IO NON RIESCO AD AMARE”, etc.
Inoltre, è possibile lavorare sulle emozioni in modo molto pratico e creare un collegamento tra situazioni e sensazioni passate e presenti, per poi identificare gli schemi coinvolti, confrontarsi con essi e mettere in atto strategie di fronteggiamento diverse.
Se riconosciamo il nostro bambino interno ancora sofferente per le ferite sperimentate in passato ed impariamo a prenderci cura di lui possiamo essere in grado di individuare i suoi bisogni e di avvicinarci a partner che sono in grado di condividerli, soddisfarli piuttosto che scegliere partner da accudire, o dai quali fuggire, o che non ci sostengono, che non ci valorizzano, che non ci vanno evolvere, limitando le nostre potenzialità e la nostra progettualità di vita.
Prendere consapevolezza e mettere in discussione i modelli relazionali ed emotivi disfunzionali appresi nella propria storia è alla base della possibilità di stabilire relazioni gratificanti con l’Altro, nonché con se stessi.
In quest’ottica, un percorso di psicoterapia può aiutare a LASCIARE IL PASSATO NEL PASSATO e a modificare quegli schemi disfunzionali di pensiero e relazionali che continuano a influenzare le scelte presenti e che originano dolore e sofferenza e ci fanno scegliere sempre la persona sbagliata o fuggire dalla possibilità di stare insieme a qualcuno che ci ami per come siamo e da amare.
Inoltre, un percorso psicologico può essere utile a:
- Approfondire la storia di vita della Persona all’interno dei suoi mondi relazionali d’appartenenza.
- Ristrutturazione le credenze disfunzionali legate al proprio valore e alla propria amabilità e quelle legate alle emozioni di paura, solitudine, rifiuto e abbandono.
- Capire cos’è accaduto nelle relazioni vissute precedentemente, cercando di capire quali fattori hanno fatto scattare l’amore e poi cosa ha fatto spegnere questi sentimenti, avendo uno sguardo obiettivo su quello che è successo, per poter imparare dai propri errori e accettare così il proprio passato senza sensi di colpa o sentimenti di rabbia, disprezzo, rimorso e rimpianto, etc.
- Rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti.
- Imparare a prendersi cura di se stessi, imparando ad imparare dalle proprie esperienze.
- Riportare alla luce una percezione reale di se stessi, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze inerenti alle relazioni precedenti.
- Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e le risonanze delle stesse nella propria vita sentimentale e affettiva.
- Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi, ad accettarsi.
- Imparare a conoscersi meglio e sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere e far rispettare i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé, della propria autonomia e della propria indipendenza, non percependo l’Altro come invasore della propria libertà.
- Aumentare l’autostima e il senso di autoefficacia, riflettendo sulle proprie vulnerabilità e potenziando i propri punti di forza.
- Pacificarsi con il passato, rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto per vivere in modo appagante e serenamente la dimensione temporale del presente.
- Sostenere la motivazione al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale.
- Riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere se stessi, sentire di meritarsi di essere felici e sereni, da soli o insieme ad un partner.
Il PERCORSO PSICOTERAPEUTICO si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica), la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, Carte Dixit, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.
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