La chat, ossia quella forma efficacissima di comunicazione attraverso App come Whatsapp, Telegram, etc., mediata da computer, cellulari o vari strumenti elettronici, da utile strumento può trasformarsi in problema qualora sia il solo mezzo attraverso cui la Persona cerca di stabilire “contatti”.
La dipendenza da chat può essere di due tipologie:
- Chat utilizzata per intraprendere relazioni o scambi virtuali con partner virtuali idealizzati.
- Chat utilizzata nel tentativo di incontrare potenziali partner.
L’avvicinarsi alla chat è determinato dall’aspetto relazionale e/o compensatorio affettivo.
La comunicazione mediante messaggi sfrutta il bisogno della Persona di essere in contatto con qualcuno, avere amici, sentirsi parte di un gruppo, intraprendere una relazione sentimentale, etc.
La fantasia nel presentarsi e nell’immaginare l’Altro utente funge da catalizzatore, poiché la relazione che si intraprende in chat, attraverso messaggini, esclude il linguaggio del corpo e le emozioni che trapelano dalle espressioni del volto, tipiche del rapporto reale tra persone, tendenzialmente più profondo e gratificante.
Chat = scorciatoia relazionale?
Riuscire ad interessare e incuriosire gli altri, differentemente da quanto si riuscirebbe nella vita di tutti i giorni, rende la chat affascinante e coinvolgente.
Le conversazioni in chat possono creare un circolo vizioso per cui la Persona diventa dipendente da un modo più facile di entrare in relazione con gli altri, relazioni che dal vivo sarebbero più difficili perché dovrebbe:
- Mettersi in gioco e vincere un’eventuale timidezza.
- Prendersi dei rischi d’investimento affettivo e quindi coinvolgersi affettivamente.
- Aver fiducia in Sé e negli altri.
I messaggi della chat facilitano la relazione virtuale poiché garantiscono una comunicazione istantanea, ma penalizzano la relazione in quanto espressa attraverso messaggini telegrafici.
La Persona si può trovare a vivere nell’illusione di essere inserita in un contesto sociale, di vivere relazioni significative, ma in realtà si sta accontentando di rapporti superficiali.
Sintomi della dipendenza da chat
La dipendenza da chat si presenta attraverso centinaia di messaggi inviati al giorno, un disturbo del comportamento di tipo compulsivo (simile allo shopping senza freno o al gioco d’azzardo patologico) che consiste in un’azione obbligata che la Persona compie meccanicamente.
Inoltre, il tempo trascorso a chattare aumenta esponenzialmente, il linguaggio utilizzato nei messaggi è sempre traboccante di parole abbreviate e stereotipate e, inoltre, si manifestano frequenti sbalzi d’umore, irritabilità e aggressività nel caso in cui non sia possibile agire il comportamento di chattare.
Dal sovra – utilizzo della chat si passa alla dipendenza. La compulsione a mandare messaggi induce la produzione di dopamina che stimola il sistema nervoso dando una sensazione di benessere alla quale è facile abituarsi, ma difficile rinunciare. La gratificazione spinge a ripetere il comportamento compulsivo.
Tipologie di Chat – dipendenti
La dipendenza da messaggi serve a compensare sensazioni di disagio emotivo e affettivo, senso di vuoto e solitudine, problematiche relazionali, etc. Questi bisogni sono espressi in chat in modo differenziato in base ai tratti personologici della Persona:
- La Persona ansiosa aspetta continuamente la risposta ai suoi messaggi, se questa non arriva, inizia a temere che il destinatario non li abbia ricevuti o che si sia arrabbiato per ciò che c’è scritto. I dubbi e i timori la spingono a scrivere altri messaggi.
- La Persona perfezionista continua ad accomodare il testo di un messaggio, in quanto non è mai soddisfatta di ciò che ha scritto oppure manda molti messaggi in sequenza, ognuno dei quali è il ripensamento e/o correzione e/o precisazione di quello precedente.
- La Persona ossessiva riceve e conserva tutti i messaggi in un archivio.
- La Persona paranoica può credere di essere spiata da persone che accedono segretamente al suo smartphone, leggendone i messaggi. Per difendersi, può arrivare a scrivere molti messaggi e lasciarsi volutamente in memoria per farli trovare agli ipotetici lettori.
Intervento terapeutico
Nel caso della chat dipendenza le richieste d’intervento possono arrivare dai familiari dei “cyber-dipendenti”, dai genitori, dai partner o dal dipendente stesso quando la necessità di chattare diventa sempre più predominante, richiedendo così l’incremento del tempo da dedicarci, a scapito delle relazioni e degli impegni di vita reali, oppure quando è rimasto deluso in seguito ad un incontro con il partner virtuale.
L’intervento psicologico entra nel processo che mantiene la dipendenza, individuando schemi disfunzionali e limitandone la forza. Analizzate le soluzioni, la Persona può iniziare a rompere il circolo vizioso che la mantiene all’interno della dipendenza da relazioni virtuali.
Ogni terapia è un percorso unico, strutturato in base ai bisogni della Persona e alle sue caratteristiche. Gli elementi di base sembrano essere: la promozione di attività finalizzate al controllo dei comportamenti disturbanti, nonché il lavoro sulle emozioni e sui bisogni interiori che hanno favorito l’insorgere della dipendenza.
Per aiutare la Persona a riprendere in mano il controllo del proprio tempo al di là delle chat e a riscoprire il rispetto per la sua unicità senza mascherarla, può essere utile intraprendere un percorso terapeutico con le seguenti finalità:
- Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali.
- Acquisire consapevolezza circa la dipendenza da chat e gli svantaggi psico-fisici e relazionali che questa condotta di dipendenza comporta nella propria vita e nella propria salute.
- Individuare, destrutturare e ristrutturare i pensieri, le emozioni e i comportamenti ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo, sostituendoli con schemi più adattivi per uno stile di vita personale e relazionale più sano.
- Imparare a condividere i propri bisogni affettivi ed emotivi, nonché a far conoscere la parte più autentica di Sé senza sentirsi vulnerabili e giudicati.
- Potenziare l’autostima e il senso di Sé.
- Sviluppare comportamenti alternativi e più adattivi per la gestione delle emozioni intense.
- Sostenere la motivazione al cambiamento dello stile di vita e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale (es. regolare il tempo passato sulle chat, limitarne l’uso e confinarlo in momenti precisi della giornata, oppure dedicarsi ad esso solo dopo aver svolto compiti necessari, impegnarsi in attività alternative, come attività sportive o hobbies di vario genere entrando in contatto, possibilmente, con persone reali con le quali relazionarsi e fare amicizia, etc.).
- Riprendere il controllo della propria vita, migliorandone la qualità.
L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, emotiva, psicologica e socio relazionale della Persona e può avvalersi di diversificati approcci terapeutici, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana e la Mindfulness.
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Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
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