Food addiction
dipendenza da cibo
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L’espressione inglese “food addiction” o dipendenza da cibo, denota una condizione compulsiva in cui non si può fare a meno di mangiare certi tipi di cibo, in generale ricchi di zuccheri e grassi.

Alcune caratteristiche della food addiction appaiono somiglianti a quelle riscontrate nel disturbo da abuso di sostanze e alcuni cibi, gustosi e saporiti, sembrano avere gli stessi effetti delle sostanze su specifici circuiti cerebrali legati alla ricompensa (sistema dopaminergico mesolimbico) innescando la dipendenza.

In particolare, alcuni studi di tipo neurobiologico hanno sviluppato l’ipotesi che la facile accessibilità e sovra consumazione di questi cibi possa favorire l’attivazione dei medesimi processi cerebrali sottostanti sia a comportamenti alimentari di tipo binge (abbuffata) che sintomi di astinenza.

Nella dipendenza da sostanze, il passaggio da un utilizzo casuale della sostanza d’abuso ad una vera e propria dipendenza è stato correlato con la deviazione dalla situazione di rinforzo positivo (porta sensazioni piacevoli) ad una di rinforzo negativo (porta a sensazioni di conforto).

Inizialmente, il consumo di cibo altamente gradevole ha sia una funzione di rinforzo positivo che una di rinforzo negativo, le quali possono nel breve termine normalizzare la risposta dell’organismo allo stress. L’assunzione intermittente di tali alimenti potrebbe invece amplificare i circuiti cerebrali dello stress e bloccare le vie neurologiche di ricompensa cosicché l’assunzione continuativa diventa obbligatoria per prevenire gli stati emotivi negativi, attraverso il sistema di rinforzo.

 

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Lo stress, l’ansia e la depressione hanno dimostrato un’alta correlazione patologica con il comportamento alimentare di simil-dipendenza e il potenziale di scatenare acuzie. Ciò potrebbe condurre all’introduzione di notevoli quantità di cibo o al suo consumo al solo scopo di ottenerne una gratificazione, di conseguenza perpetrando l’iperalimentazione.

 

Il concetto di food addiction, la cui validità viene attualmente discussa, spesso viene sovrapposto e collegato oltreché alle dipendenze anche a schemi di comportamenti alimentari disfunzionali e problematici, come il disturbo da alimentazione incontrollata e la bulimia in cui sono presenti le abbuffate incontrollate di cibo ipercalorico, tanto da ritenere che la food addiction non sia distinta dal sintomo del binge eating disorder.

 

Emozioni e food addiction

Come già affermato, stress, ansia e depressione sono strettamente correlati con la food addiction. Lo stress cronico induce l’instaurarsi di meccanismi neuro-biologici che promuovono la natura compulsiva dell’iperfagia (aumento di appetito) che conduce all’aumento di peso.

Lo stress è un fattore importante nello sviluppo della dipendenza e della ricaduta nella dipendenza e può contribuire ad un maggiore rischio di obesità e di altre malattie metaboliche.

Lo stress incontrollabile modifica i modelli alimentari e il consumo di alimenti iperpalatabili (molto gradevoli) e, nel corso del tempo, ciò potrebbe comportare cambiamenti fisiologici e innescare adattamenti neurobiologici che favoriscono sempre più il comportamento compulsivo.

A livello di neuro circuiti, lo stress cronico può influenzare la sezione mesolimbica del sistema dopaminergico e altre regioni cerebrali coinvolte nei circuiti di stress/motivazione. Insieme, questi possono potenziare sinergicamente la sensibilità alla ricompensa, la preferenza alimentare e il desiderio e la ricerca di alimenti iperpalatabili, nonché indurre cambiamenti metabolici che favoriscono peso e massa grassa.

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Le differenze individuali nella predisposizione all’obesità e i tipi di fattori di stress possono moderare ulteriormente questo processo.

L’ingestione eccessiva di cibo appetibile è in gran parte una forma di “automedicazione”, che serve per contrastare e migliorare la condizione di disagio dovuta allo stress, sentimenti di solitudine, di difficoltà a riconoscere e condividere i propri bisogni emotivi ed affettivi.

 

 

Come insorge la food addiction

Le motivazioni dell’insorgenza della food addiction derivano dalla compresenza di fattori ambientali, esposizione a fattori di rischio ed una componente biologicamente determinata.

La crescita in un contesto significativo di appartenenza (familiare, scolastico, professionale, sportivo, etc.) in cui viene data molta rilevanza all’aspetto fisico o nel quale il peso e l’immagine corporea sono sempre tenuti sotto controllo, possono influire nell’insorgere del disturbo.

Fattori di rischio come l’obesità infantile, un familiare affetto da obesità, esperienze negative legate al peso e critiche riguardanti la forma fisica aumentano le probabilità di sviluppare la food addiction.

Una bassa autostima, la mancanza di fiducia in se stessi, una tendenza al perfezionismo con comportamenti ossessivi e impulsivi ed una scarsa consapevolezza delle proprie emozioni, possono favorire l’espressione della food addiction.

Questo stato psicologico ed emotivo influisce negativamente sull’umore provocando sentimenti di tristezza, stati depressivi e aumento del senso di colpa, con ripercussioni sul benessere cognitivo, psicologico e relazionale.

 

Sintomi ed effetti della food addiction

La food addiction può avere tutta una serie di conseguenze negative, anche gravi, per la salute psicofisica della Persona. Può infatti causare un notevole aumento ponderale, che costituisce un fattore di rischio per molte malattie, come ad esempio le malattie a carico dell’apparato cardiocircolatorio o il diabete e avere conseguenze importanti anche sull’autostima, favorendo sentimenti di inadeguatezza che rischiano di impattare negativamente sul tono dell’umore, che diventa sempre più deflesso.

 

Tra i sintomi di questa addiction si riportano:

  • Perdita del controllo alimentare (nonostante la consapevolezza delle conseguenze negative).
  • Incapacità a smettere di cibarsi nonostante il desiderio di farlo.
  • Episodi di abbuffate compulsive.
  • Senso di conforto portato dall’eccesso alimentare.
  • Scarso controllo riguardo alla quantità di cibo e la modalità di assunzione.
  • Eccessi alimentari in risposta ad una situazione di stress.

 

Food addiction, Binge eating disorder e obesità

Ricerche scientifiche realizzate presso l’Università di Yale nel Connecticut hanno consentito di condividere che la Food Addiction (FA) potrebbe anche giustificare, almeno in parte, il crescente fenomeno dell’obesità, un problema globale che sta colpendo la nostra era e che porta con sé gravi conseguenze per la salute.

La FA, infatti, si associa spesso con l’obesità ed è presente nel 40-70% dei pazienti affetti da Binge Eating Disorder (BED), consentendo pertanto l’ipotesi dell’esistenza di sottotipi più severi rispetto a BED o FA presi singolarmente. Si rileva, inoltre, associata ad iperalimentazione compulsiva e a bulimia nervosa.

Le persone obese dimostrano una peggior risposta ponderale ai trattamenti e un maggiore recupero ponderale successivamente agli interventi di chirurgia bariatrica ottenendo punteggi YFAS (Yale Food Addiction Scale) maggiori. Dunque, i trattamenti per la perdita di peso dovrebbero considerare il ruolo della FA come fattore psicologico di possibili situazioni difficili nella gestione del peso. Ciò ha portato a considerare la food addiction come un fenotipo di obesità “sensibile alla ricompensa”.

Una diagnosi appropriata e la discriminazione corretta tra i disturbi alimentari aumenta le possibilità di adeguato trattamento nei pazienti obesi.

 

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Sia nel trattamento del BED come in quello della FA è importante limitare l’accesso della Persona al consumo di cibi processati industrialmente e a quei prodotti ad alto potere calorico, considerando i seguenti aspetti:

  • Monitoraggio del comportamento alimentare per identificare i fattori scatenanti l’iperalimentazione.
  • Identificazione dei pensieri automatici riguardanti il cibo o l’alimentazione, così come riguardanti il body mass index o l’immagine corporea in caso di BED.
  • Sviluppo di metodi costruttivi di coping (nelle situazioni ad elevato rischio, astinenza, ricaduta).
  • Prevenzione delle ricadute analizzando le cause e le conseguenze della recente iperalimentazione.
  • L’educazione riguardo alle cause, ai sintomi e alle conseguenze dell’iperalimentazione; in aggiunta, l’educazione ad una corretta dieta, al peso corporeo, all’immagine corporea (nel BED) e alle similitudini tra droghe d’abuso e cibi processati (nella FA).
  • Esercizi di coping in caso di stress emotivo (decision making) e lo sviluppo di capacità sociali (problem solving).

 

FA, BED e la concomitanza delle due condizioni patologiche, potrebbero avere implicazioni nel comprendere e combattere l’attuale pandemia dell’obesità.

Sono necessari ulteriori studi ad ampio spettro per arrivare a comprendere se la food addiction possa essere considerata entità a sé, indipendente e/o complementare, rispetto ad altri disturbi del comportamento alimentare già noti e classificati.

 

Intervento terapeutico

Rispetto alla presenza di un comportamento alimentare auto e/o etero percepito come disfunzionale o invalidante, è utile porsi delle domande:

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L’intervento psicoterapeutico si pone l’obiettivo di sostenere la Persona nel prendere consapevolezza dei processi che mantengono il disturbo e/o di prevenire la sua espressione in una forma più grave.

L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, emotiva, psicologica e socio relazionale della Persona e può avvalersi di diversificati approcci terapeutici, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana e la Mindfulness.

Attraverso un percorso personalizzato, sarà possibile lavorare sull’idea di Sé e d’immagine corporea che la Persona ha strutturato, sui significati emotivi che rappresentano per lei il cibo e il suo controllo, come e quando sono stati appresi.

È necessario interrompere i circoli viziosi connessi al comportamento e/o abitudini nutrizionali scorrette che si instaurano a partire da un pensiero automatico disfunzionale. La food addiction genera sentimenti di rabbia, tristezza e autosvalutazione che predispongono ad un nuovo episodio critico, rafforzando la percezione di non sentirsi degni, mentre la possibilità di tollerare emozioni spiacevoli in modo più adattivo, può porre le basi per indagare gli stati emotivi profondi che sostengono l’espressione della sintomatologia.

Verranno approfondite la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali. Si sosterrà la motivazione al cambiamento e si lavorerà, inoltre, sull’acquisire consapevolezza circa la dipendenza da cibo e gli svantaggi psico-fisici, affettivi e relazionali che questa condotta di dipendenza comporta nella propria vita e per la propria salute.

Si procederà con l’individuare, destrutturare e ristrutturare i pensieri, le emozioni e i comportamenti ricorrentigli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo, sostituendoli con schemi più adattivi per uno stile di vita personale e relazionale più sano.

La terapia della food addiction permette alla Persona di sostenere l’autostima e sperimentare un senso di autoefficacia positivo, riconquistando un senso di progettualità e qualità di vita appaganti.

 

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