La dipendenza da esercizio fisico, sebbene non sia ancora inclusa nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5), è stata definita come una dipendenza comportamentale poiché ne manifesta le caratteristiche distintive: pensiero costante sull’attività fisica e sui contesti nei quali è possibile svolgerla, cambiamenti nel tono dell’umore, tolleranza, astinenza, problematiche interpersonali, influenze negative sulla propria progettualità e ricadute.
La dipendenza da attività fisica può esprimersi in due forme:
- DIPENDENZA PRIMARIA DA ESERCIZIO FISICO: la dipendenza da esercizio si manifesta in assenza di altre problematiche psicologiche.
La Persona che può spingere la Persona dipendente dall’esercizio fisico all’allenamento eccessivo, nel caso in cui si tratti di una forma primaria, è generalmente evitare la percezione di emozioni, sentimenti o pensieri negativi. Questo processo spesso non è consapevole. La dipendenza si configura come una “fuga” da una condizione stressante, che causa disagio in maniera persistente e che la Persona sente di non poter fronteggiare in altro modo.
- DIPENDENZA SECONDARIA (più frequente): la dipendenza da esercizio si manifesta come conseguenza di altri disturbi psicologici, ad esempio, disturbi del comportamento alimentare.
Nel caso in cui l’esercizio fisico eccessivo si associ invece ad un disturbo del comportamento alimentare, la motivazione sottostante potrà essere la perdita di peso, solitamente connessa a diete rigide e/o restrizioni alimentari.
La dipendenza da esercizio fisico primaria e quella secondaria hanno eziologia diversa, ma si manifestino con sintomi e conseguenze analoghe.
In letteratura esiste ad oggi un ampio dibattito a riguardo circa la legittimità clinica della diagnosi di dipendenza primaria da esercizio fisico. Per stabilire una diagnosi è necessario esaminare le caratteristiche, la frequenza e l’intensità dei sintomi di astinenza, in quanto sensazioni psicologiche negative sono riportate da tutte le persone che praticano esercizio fisico regolarmente e, per qualche motivo, non possono può svolgerlo.
L’intensità dei sintomi connessi all’astinenza costituisce un fattore cruciale per distinguere chi si allena regolarmente da chi dipende dall’esercizio fisico.
La dipendenza da esercizio fisico è correlata, oltreché con i disturbi del comportamento alimentare, anche con disturbi depressivi, disturbi d’ansia e disturbi relativi alla percezione della propria immagine corporea, al proprio peso e al controllo della dieta.
Come insorge la dipendenza da esercizio fisico
Le motivazioni dell’insorgere della dipendenza da attività fisica possono essere rintracciate in fattori fisiologici:
- In seguito all’allenamento intensivo spesso le persone sperimentano un forte senso di euforia, sensazione attribuita all’attività cerebrale delle endorfine che si attivano proprio durante l’attività fisica.
- La soddisfacente condizione psicologica elicitata dagli effetti rilassanti e ansiolitici dell’attività fisica, incoraggia le Persone ad allenarsi appena sentono che ansia o stress stanno prendendo il sopravvento. La condizione nella quale, la frequenza, la durata e l’intensità dell’esercizio fisico aumentano progressivamente come antidoto a stress ed ansia, è definita tolleranza tipica di tutte le forme di dipendenza da sostanze e comportamentali.
Per ciò che concerne i fattori psicologici, l’ipotesi della regolazione affettiva riguardo alla dipendenza da esercizio fisico suggerisce che l’esercizio fisico abbia un duplice effetto sul tono dell’umore, ovvero aumenta le emozioni positive e contribuisce al miglioramento del tono dell’umore (inteso come stato psicologico che si protrae per molte ore o giorni) e riduce l’impatto delle emozioni spiacevoli.
La regolazione della affettività tramite l’allenamento induce effetti temporanei. In seguito a periodi di astensione dall’esercizio possono svilupparsi sintomi dell’astinenza che trovano sollievo solo con la ripresa dell’esercizio.
Per prevenire l’insorgenza dei sintomi di astinenza, la Persona riduce i periodi di riposo tra una sessione di allenamento e l’altra.
Intervento psicologico
Per la dipendenza da esercizio fisico è importante individuare se ci troviamo di fronte ad una dipendenza primaria o secondaria e strutturare di conseguenza un percorso terapeutico efficace per il ritrovamento del benessere psicofisico della Persona.
È significativo analizzare la storia del sintomo e della sua espressione, nonché i significati simbolici ad esso connessi. Lavorare affinché la Persona sviluppi comportamenti alternativi, più evolutivi, nonché strategie efficaci di gestione delle emozioni che sostituiscano la fuga nell’esercizio fisico eccessivo è tra le finalità del processo terapeutico.
Il percorso psicologico si focalizza sul sostenere la Persona a:
- Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali.
- Acquisire consapevolezza circa la dipendenza da esercizio fisico e gli svantaggi psico-fisici e relazionali che questa condotta di dipendenza comporta nella propria vita e nella propria salute.
- Ristrutturare le credenze disfunzionali legate al proprio valore, alla propria amabilità e alla propria immagine corporea.
- Potenziare l’autostima e il senso di Sé.
- Individuare, destrutturare e ristrutturare i pensieri, le emozioni (paura della solitudine, del rifiuto e dell’abbandono) e i comportamenti ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo, sostituendoli con schemi più adattivi per uno stile di vita personale e relazionale più sano.
- Apprendere alcune strategie pratiche di fronteggiamento (coping) degli eventi stressanti e ansiosi come alternative all’esercizio fisico.
- Sviluppare comportamenti alternativi per la gestione delle emozioni intense.
- Sostenere la motivazione al cambiamento dello stile di vita e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale (es. alimentazione sana, visione della dieta e del peso realistica, apertura alle relazioni, etc.)
- Prevenire le ricadute mediante l’identificazione degli stimoli attivanti e dei sintomi.
L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, emotiva, psicologica e socio relazionale della Persona e può avvalersi di diversificati approcci terapeutici, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana e la Mindfulness.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.
Potrebbe interessarti