Wilhelm Eulenberg, medico tedesco, fu il primo ad introdurre il concetto di “trauma psichico” (1878) per descrivere una reazione di scalpore e paura causata da un forte shock, in merito ad incidenti ferroviari. Altri studiosi dell’epoca evidenziarono come si potesse distinguere tra traumi fisici e sintomi di natura psicologica, definendo questi ultimi come “shock nervoso”, ma solo in seguito agli studi condotti su soldati tornati dalla guerra del Vietnam si poté parlare di un vero e proprio disturbo.
Come si esprime?
Il Disturbo post traumatico da stress (PTSD) viene espresso dalle Persone che hanno vissuto un evento traumatico che ha implicato gravi lesioni, morte, minaccia di morte o dell’integrità fisica propria o altrui, ovvero, tutti eventi molto gravi e alle volte catastrofici, che hanno causato un trauma psicologico nella Persona che quindi si ritrova in una situazione di forte sofferenza emotiva.
La Persona che subisce uno di questi traumi reagisce solitamente con orrore, paura e sentimenti d’impotenza, che spesso portano alla genesi, tra gli altri, di disturbi di ansia e/o all’abuso di sostanze e/o alcolici e/o disturbi affettivi e/o ansia sociale o fobie specifiche.
Esempi di traumi
Alcuni esempi di situazioni che possono aver causato un trauma psicologico sono:
- Essere tenuti in ostaggio o incarcerati.
- Essere stati vittima di catastrofi naturali (terremoti, incendi, alluvioni, uragani, tsunami, etc.).
- Aver vissuto o aver assistito a gravi ferimenti, lesioni, morti violente, combattimenti, guerre o essersi trovati di fronte a un cadavere.
- Abuso fisico e sessuale.
- Lutto complicato o traumatico.
- Malattie e prognosi infauste.
- Incidenti automobilistici, rapina, disastri aerei.
- Bullismo o cyberbullismo.
- Aggressioni, vittimizzazioni e discriminazioni basate sul genere, l’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’etnia o la religione.
- Separazioni, trasloco/cambiamento di città improvviso, etc.
- Traumi di tipo interpersonale – relazionale, come i traumi emotivi che si generano nella relazione con una figura di attaccamento disfunzionale (es. maltrattamento e/o trascuratezza nell’infanzia.
I sintomi del disturbo post traumatico da stress
I sintomi di questo disturbo sono molteplici e possono essere raggruppati schematicamente in tre categorie:
- La prima comprende le modalità con cui viene rivissuto l’evento traumatico: a questa categoria appartengono quindi le immagini, i flashback, i sogni e tutti quegli elementi che creano nel soggetto un forte disagio psicologico e reattività psicologica alla presenza di eventi simili al trauma.
- La seconda comprende l’evitamento persistente di tutti quegli elementi che vengono associati al trauma; in questa categoria si trovano quindi il rifiuto di ricordare il trauma, sentimenti di distacco e riduzione dell’affettività nei confronti degli altri, e preoccupazione per il futuro, data dalla convinzione di non poter mai più vivere un’esistenza normale.
- La terza comprende tutti quei sintomi legati all’aumento dell’attività da parte della Persona, che si manifesta sotto forma di ipervigilanza, difficoltà di concentrazione, subitanei scoppi d’ira e difficoltà a dormire.
Ipnosi e Disturbo post traumatico da stress
All’interno di un percorso psicoterapeutico, l’ipnosi rappresenta una possibilità per la Persona che ha vissuto un’esperienza traumatica di elaborare le emozioni, le sensazioni, le credenze disfunzionali associate al vissuto traumatico. Intraprendere una psicoterapia associata alle tecniche ipnotiche non significa procedere all’eliminazione dei file mentali associati all’episodio traumatico, ma entrare in contatto, attraverso tecniche di visualizzazione e immaginazione, con i propri contenuti inconsci, stabilendo una comunicazione mente – corpo – emozioni – sensi – pensieri – comportamenti, in grado di innescare un processo di rielaborazione dei vissuti traumatici del passato, rintegrandoli nella memoria in modo adattivo e disinnescando il loro condizionamento sul presente.
EMDR e Disturbo post traumatico da stress
L’intervento psicoterapeutico può avvalersi della Terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) che si focalizza sulla rielaborazione del ricordo dell’esperienza traumatica, particolarmente stressante dal punto di vista emotivo, che portano le persone in terapia.
L’EMDR va a lavorare sul ricordo di questi eventi, in modo da rielaborarli e riorganizzarli nella memoria, per fare sì che queste esperienze perdano l’intensa componente emotiva associata e che gli apprendimenti disfunzionali dal punto di vista cognitivo acquisiscano un significato maggiormente positivo. Tutto ciò permette alla Persona di poter utilizzare i propri “ricordi dolorosi” in modo costruttivo, trasformandoli in una risorsa. Ogni individuo è dotato della facoltà innata di elaborare gli eventi traumatici, ma in alcune persone, in situazioni particolarmente gravi, questa capacità si blocca. L’EMDR, usando la stimolazione bilaterale, cioè i movimenti oculari, è in grado di far ripartire la capacità di elaborazione.
L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette alla Persona, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva, di cambiare prospettiva, cambiando le valutazioni cognitive su di Sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione oltre ad eliminare le reazioni fisiche disfunzionali. Questo consente di scegliere modalità cognitive, emotive e comportamentali più adattive all’interno dei propri mondi relazionali.
Intervento terapeutico
L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, psicologica, emotiva e socio relazionale della Persona.
Esplorare, riconoscere, accettare, risignificare, gestire, comprendere la funzionalità della risposta sintomatologica all’esperienza traumatica può essere utile per sperimentare una maggiore padronanza di se stessi e un maggiore senso di autoefficacia e autostima, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali, professionali e affettivi con determinazione, forza e libertà decisionale.
Individuare gli schemi o circoli viziosi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico e relazionale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto vivere con intensità e senza ansia e stress la dimensione temporale del presente.
Il percorso psicoterapeutico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni (es. Terapia delle emozioni, terapia EMDR, Ipnosi ericksoniana, terapia cognitivo – comportamentale, terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, etc.) che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione disfunzionale del sintomo, i quali vanno identificati, destrutturati e ristrutturati, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
L’intervento terapeutico mette al centro la Persona, la quale diviene agente attivo del processo di cambiamento della situazione disturbante, vincendo le proprie paure attraverso il potenziamento delle risorse individuali già presenti e/o scoprendone di nuove, necessarie a ripristinare una qualità di vita soddisfacente.
Il percorso di psicoterapia può essere associato a terapia farmacologica e si pone l’obiettivo di:
- Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali.
- Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà disturbanti e disfunzionali, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
- Facilitare l’esposizione alle situazioni temute e sviluppare modalità emotive alternative per gestirle.
- Recuperare il senso di autostima e di autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
- Aumentare l’autoconsapevolezza e l’autodeterminazione.
- Potenziare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale.
- Riscoprire i punti di forza e le risorse della Persona, nonché i fattori che mantengono il sintomo e ostacolano il cambiamento.
- Sviluppare comportamenti alternativi per la gestione delle emozioni intense.
- Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
- Riprendere il controllo della propria vita e migliorarne la qualità.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
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