Fobie specifiche
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Essendo completamente soggettive, le fobie specifiche sono in qualche modo proprie di ognuno di noi, derivate dalla propria storia e dai significati manifesti e latenti che abbiamo imparato ad attribuire alla nostra realtà.

La cosa certa è che le fobie o le paure irrazionali invalidano, talvolta, in modo significativo la vita di chi le sperimenta.

 

Tra le fobie più comuni ci sono:

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  • Acrofobia: paura del vuoto e delle altezze.
  • Agorafobia paura degli spazi aperti, dei luoghi affollati o di trovarsi lontano da luoghi sicuri.
  • Claustrofobia: paura di trovarsi in luoghi stretti o chiusi.
  • Belonefobia: paura di aghi, spilli e oggetti appuntiti.
  • Aracnofobia: paura dei ragni.
  • Emetofobia: paura di vomitare.
  • Emofobia: paura del sangue e delle ferite.
  • Nictofobia: paura del buio.
  • Tripanofobia: paura delle iniezioni.
  • Filofobia: paura di amare.
  • Atelofobia: paura delle imperfezioni.
  • Afefobia: paura del contatto, di esser toccati.
  • Agliofobia: paura di provare dolore fisico.
  • Entomofobia: paura degli insetti.
  • Acatartofobia: paura dello sporco e della polvere.
  • Astrafobia: paura degli agenti atmosferici (tuoni, lampi).
  • Aereofobia: paura di volare.
  • Amaxofobia: paura di guidare.
  • Talassofobia: paura del mare.

 

I sintomi associati alla presenza di una fobia specifica sono complessivamente sovrapponibili a quelli caratteristici di una crisi d’ansia o di un attacco di panico, con l’unica differenza che a scatenare le manifestazioni sono fattori ben definiti e circoscritti, di cui la Persona interessata ha piena consapevolezza.

 

Di fronte all’elemento critico, la Persona affetta da fobia specifica sperimenta principalmente:

  • Paura intensa, fino al panico.
  • Forte stato di tensione e nervosismo.
  • Accelerazione del battito cardiaco.
  • Difficoltà respiratorie.
  • Mal di stomaco, nausea.
  • Alterazione del tono di voce.
  • Tensione muscolare.
  • Mani fredde e sudate.
  • Confusione mentale.

 

Cosa scatena le fobie e le conseguenti sensazioni di ansia e panico? 

  • Un’esperienza negativa e/o pericolosa avuta durante l’infanzia (come, per esempio, l’essere stati morsi da un cane da bambini porterà a non avvicinarsi ai cani da adulti o a sviluppare paure legate a questo genere di situazioni).
  • Per modellamento, per cui s’impara ad aver paura osservando il comportamento altrui. Per esempio: chi è stato morso insegnerà ai figli tramite il suo comportamento a non avvicinarsi ai cani.
  • A causa di piccoli eventi traumatici per cui s’impara ad aver paura perché da piccoli siamo stati spaventati da un cane o qualcuno ci ha messo in guardia dalle conseguenze di un possibile morso.

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EMDR e fobie specifiche

La terapia EMDR si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento delle fobie, in quanto lavora sull’elaborazione di esperienze traumatiche che spesso sono alla base del circolo vizioso che mantiene il sintomo fobico. Durante la terapia EMDR, il terapeuta guida il paziente a ricordare l’esperienza traumatica o l’oggetto/la situazione della paura.

L’obiettivo è modificare la percezione dell’evento traumatico e ridurre l’impatto emotivo che provoca, permettendo all’individuo di vivere una vita più libera e meno limitata dalle proprie fobie.

Il primo passo nella terapia EMDR per le fobie è insegnare alla Persona le tecniche di autoregolazione per gestire la paura della paura e/o altre emozioni negative, attraverso esercizi di respirazione e rilassamento, di consapevolezza del corpo o attraverso l’installazione di risorse come la creazione di un luogo sicuro esterno al corpo e nel corpo.

Sia che si tratti di eventi traumatici, esperienze somatiche, emotive o cognitive appena percettibili, ma disequilibranti, o di situazioni che evocano forti reazioni emotive, la terapia EMDR agevola la rielaborazione di ciò che è accaduto e che ha innescato l’avvio del circolo vizioso della paura verso oggetti, situazioni ed esperienze.

A tale scopo, all’interno del processo terapeutico, la Persona è incoraggiata a visualizzare un modello di comportamento futuro che è libero da paura e ansia. Questo modello di azione viene costruito accompagnando gradualmente la Persona ad immaginare se stessa affrontare l’oggetto o la situazione temuta in maniera sicura e controllata. Questa tecnica si basa sull’uso del potere della visualizzazione e dell’immaginazione per modificare le risposte emotive e comportamentali dell’individuo.

Progressivamente, la Persona va a riscrivere il proprio “copione interno”, sostituendo le aspettative di paura e panico con aspettative di calma e controllo.

Con il tempo e con la pratica, la Persona può accrescere la fiducia nelle proprie capacità di gestire la situazione temuta, portando a un cambiamento duraturo nel proprio comportamento e nella propria risposta emotiva, depotenziando la risposta fobica.

Questo approccio consente alla Persona di “ripercorrere” l’esperienza temuta in un ambiente sicuro e controllato, facilitando la rielaborazione e la desensibilizzazione del trauma.

La valutazione continua da parte del terapeuta è essenziale per assicurare che la terapia rimanga su un percorso produttivo e che si facciano gli aggiustamenti necessari per ottimizzare i risultati, offrendo alla Persona l’opportunità di trasformare le proprie emozioni negative e la paura in risposte più adattive e funzionali.

 

Ipnosi e fobie specifiche

L’utilizzo dell’ipnosi all’interno di un percorso psicoterapeutico rappresenta uno strumento efficace per il miglioramento della sintomatologia fobica. Grazie all’alterazione dello stato di coscienza indotto per mezzo della trance ipnotica, la Persona, attraverso tecniche di visualizzazione e immaginazione, può entrare in contatto con i propri contenuti inconsci, stabilendo una comunicazione mente – corpo in grado di innescare un processo di elaborazione del sintomo.

Attraverso l’ipnosi è possibile tornare all’origine dell’evento scatenante che è stato da innesco per lo sviluppo della rappresentazione fobica nella mente della Persona, al circolo vizioso che mantiene il sintomo, procedendo verso una rielaborazione dei contenuti capace di generare una nuova percezione degli oggetti e delle situazioni che hanno costituito lo stimolo fobico.

L’esposizione a stimoli ansiogeni, oggetti o situazioni, è considerata la principale modalità di trattamento per le fobie specifiche. L’esposizione può avvenire in vivo oppure in forma immaginativa, chiedendo alla persona di immaginarsi la situazione fobica.

Richard Bandler, psicologo, saggista, linguista, counselor e life coach statunitense, cofondatore insieme a John Grinder della Programmazione Neuro Linguistica (PNL), condivide l’ideazione della tecnica del rewind (o Fast Phobia Cure) che può essere utilizzata in ipnosi per il trattamento delle fobie.

La tecnica consiste nell’indurre nella Persona un senso di profondo benessere e rilassamento psicofisico e fargli osservare, gradualmente e ripetutamente su uno schermo il film dell’episodio fobico, fino a quando perde di rilevanza ed è sufficientemente scaricato emozionalmente.

Le tecniche di ipnosi e autoipnosi si sono dimostrate molto efficaci nell’accesso ai significati più profondi, alla gestione e al superamento di paure e fobie, anche quando queste sono strutturate e limitanti e hanno pesanti conseguenze sulla qualità della vita della Persona, invalidandone il raggiungimento di obiettivi relazionali, personali e/o professionali.

Progressivamente, attraverso la tecnica del rewind e di altre tecniche ipnotiche la Persona può sperimentare un aumento del senso di autoefficacia, un miglioramento del tono dell’umore e risoluzione della paura per lo stimolo fobico.

 

Intervento terapeutico

L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, psicologica, emotiva e socio relazionale della Persona.

Esplorare, riconoscere, accettare, risignificare, gestire, comprendere la funzionalità delle proprie risposte emotiverisposte stressogene ed ansiogene può essere utile per sperimentare una maggiore padronanza di se stessi e un maggiore senso di autoefficacia e autostima, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali, professionali e affettivi con determinazione, forza e libertà decisionale.

Individuare gli schemi o circoli viziosi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico e relazionale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto vivere con intensità e senza ansia e paura la dimensione temporale del presente.

Il percorso psicoterapeutico  si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni (es. Terapia delle emozioniterapia EMDRIpnosi ericksonianaterapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica: esposizione guidata e graduale ai pensieri evitati e agli episodi che generano l’evitamento, consentendo un controcondizionamento alla paura), terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, etc.) che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione disfunzionale dell’ansia e della paura di fronte ad alcuni stimoli, i quali vanno identificati, destrutturati e ristrutturati, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

Accogliere la premessa teorico – operativa cognitivo comportamentale, secondo la quale fobie e paure irrazionali, così come sono state apprese, possano essere anche “disapprese”, conduce a definire un intervento terapeutico che mette al centro la Persona, la quale diviene agente attivo del processo di cambiamento della situazione disturbante, vincendo le proprie paure attraverso il potenziamento delle risorse individuali già presenti e/o scoprendone di nuove, necessarie a ripristinare una qualità di vita soddisfacente.

 

Il percorso di psicoterapia può essere associato a terapia farmacologica e si pone l’obiettivo di:

  • Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei suoi mondi relazionali.
  • Individuare e ristrutturare i pensieri e le emozioni ricorrentigli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà disturbanti e disfunzionali, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
  • Facilitare l’esposizione alle situazioni temutesviluppare modalità alternative per gestire la paura che in questo modo torna ad essere un’emozione utile e funzionale.
  • Ridurre e/o estinguere il comportamento di evitamento.
  • Sviluppare comportamenti alternativi all’evitamento per la gestione delle emozioni intense.
  • Recuperare il senso di autostima e di autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
  • Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
  • Aumentare l’autoconsapevolezza e l’autodeterminazione.
  • Potenziare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale.
  • Riscoprire i punti di forza e le risorse della Persona, nonché i fattori che mantengono il sintomo e ostacolano il cambiamento.
  • Ristabilire la libertà di movimento e di azione.
  • Riprendere il controllo della propria vita e migliorarne la qualità.

 

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Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

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