Conflittualità di coppia
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Il conflitto è parte inevitabile di qualunque relazione umana e non può essere considerato un problema da evitare o da temere per le sue conseguenze. Ogni conflitto, infatti, può essere affrontato e anche se ciò implica molto impegno, il risultato è quello di poter vivere relazioni soddisfacenti ed equilibrate.

All’interno delle relazioni di coppia il conflitto, derivante da molteplici fattori (diverse modalità comunicative, disaccordo sulla divisione delle responsabilità, sulla gestione dei figli e sull’interferenze delle famiglie d’origine, problematiche inerenti all’ intimità fisica, etc.) scatena emozioni intense e non sempre facili da gestire.

Nella coppia, la conflittualità è sempre presente: aperta, esplosiva e continua, oppure latente, silenziosa ed episodica. In ogni coppia sono presenti degli elementi di contrasto che devono essere gestiti. Le strategie che si adottano per la soluzione di questi problemi relazionali fanno la differenza.

 

  • La risoluzione costruttiva e collaborativa dei conflitti lascia nelle persone l’esperienza di sicurezza e stabilità, che col tempo rinforza il legame.
  • L’incapacità di riconoscere e gestire il problema del conflitto lascia spazio ad una distruttività, spesso reciproca, che rende la coppia un’esperienza invivibile. Il conflitto è gestito in modo non costruttivo diventa terreno di squalifica dell’Altro e affermazione prepotente di Sé, di evitamento del confronto.

 

Clima nella relazione

Molto spesso conflitti irrisolti si sommano fino a provocare un clima di ostilità continuo.

L’ostilità può essere espressa sia in modo aperto, critico con rabbia accesa, urla e vari gradi di comportamento violento, oppure al contrario possono stabilirsi guerre fredde dove l’ostilità è per la maggior parte del tempo latente, o espressa in modo passivo e indiretto, in questi casi, l’aggressività può venire negata, giustifica o ridefinita solo come una risposta al comportamento dell’Altro.

I vari gradi di negazione dell’aggressività indicano un progressivo allontanamento, mentre, in un certo senso, il legame aggressivo esplosivo, può essere considerato comunque un legame stretto.

Numerose coppie litigano per anni senza mai avere per questo intenzione di lasciarsi, ma se il conflitto è fuori controllo oppure determina una distanza eccessiva, la relazione di coppia viene compromessa in una o più aree, quali: la sessualità, la comunicazione, l’intimità emotiva, la stabilità, la possibilità di continuare a investire su una progettualità condivisa, etc.

 

L’esperienza conflittuale determina l’esprimersi di stati emotivi negativi da parte dei partner gestiti, spesso, attraverso strategie non sempre funzionali.

  • C’è chi tende a prevaricare l’Altro e manifesta aggressività, salvo poi sperimentare sensi di colpa o vergogna.
  • Chi al contrario tende a subire, ad essere accondiscendente e sperimentare senso di impotenza, frustrazione o umiliazione.

In tutti questi casi, è chiaro che qualcosa non sta funzionando.

 

Come comunicare con il partner?

Imparare a comunicare con il proprio partner è il primo canale di gestione della conflittualità di coppia.

Mentre non esiste una forma universalmente valida di dialogo efficace tra due persone, è possibile delimitare gli atteggiamenti fallimentari da evitare, a livello quotidiano, per evitare l’escalation del conflitto.

 

conflittualita di coppia

 

Esistono, poi, forme meno articolate di comunicazione, ma in grado di provocare irritazione, rabbia nel partner. Prima tra tutte: “Te l’avevo detto!”, con tutte le sue varianti: “Lo sapevo…”, “Non mi hai voluto dare retta, vedi?!”, etc.

E, ancora, il non richiesto “lo faccio solo per te”: questo non solo fa sentire l’Altro in debito, ma lo squalifica. Un atto altruistico dichiarato si trasforma in una manovra egoistica e manipolativa.

Un’altra forma di squalifica delle capacità dell’altro è il: “Lascia… faccio io”. Un contributo non richiesto non solo non aiuta, ma danneggia.

Infine, per boicottare un dialogo efficace, c’è la tecnica del biasimare. Il biasimo non è una critica diretta, non è una contestazione, non è un mettere in dubbio le capacità dell’Altro, ma è una sequenza comunicativa rappresentata da una prima parte nella quale ci si complimenta con l’Altro e una seconda parte nella quale si afferma che però avrebbe potuto fare di meglio, di più o che ciò non è abbastanza.

Spesso, chi mette in atto queste forme comunicative è convinto/a delle proprie ragioni ed è questo che ciò conduce al conflitto.

Per evitare di mettere in atto queste strategie comunicative fallimentari che conducono quasi sempre ad un dialogo distruttivo, il primo passo è divenire consapevoli del proprio stile comunicativo, per poi introdurre delle differenze che rendano le nostre relazioni, compresa quella di coppia, più costruttive, assertive, empatiche ed evolutive.

 

Intervento terapeutico

A volte, alcuni partner si trovano coinvolti in una discussione per la soluzione di un problema e si lasciano sopraffare da emozioni e sensazioni negative, questa affettività distorta e bloccata li porta ad agire in modo distruttivo. Quando c’è una mancanza di disponibilità da parte di uno dei due la collera, può venire esasperata manifestandosi sotto forma di comportamenti aggressivi o può venire inibita attraverso il ritiro dalla comunicazione e addirittura dalla relazione.

Simili modalità comunicative incrementano la probabilità di cicli ripetuti di espressioni non funzionali e di risposte di difesa, in cui entrambi i partner si sentono accusati ingiustamente e autorizzati a reagire per recare di far valere le proprie ragioni. A questo punto, il legame tra i due comincia a indebolirsi.

Rimuginare sempre sul conflitto senza condividere con l’Altro le proprie emozioni, impressioni e idee, porta a cristallizzarsi solo sulla propria prospettiva, iniziando a mancare di un senso di realtà lucido e obiettivo, a ingrandire i problemi e ad incolparsi reciprocamente.

Le potenzialità individuali si riducono, la coppia si impoverisce sul piano del funzionamento e gli aspetti di personalità repressi finiscono inevitabilmente per riemergere, alimentando i conflitti.

 

Il comportamento sbagliato dell’uno diventa l’alibi del comportamento sbagliato dell’Altro.

 

Se in una relazione emergono stati di malessere che sfociano in conflitti che portano i partner a sperimentare per lungo tempo un forte senso di distanza e tormento emotivo e i tentativi di risolvere le problematiche non hanno dato esito positivo, può essere utile pensare di intraprendere un percorso psicologico per ripristinare un confronto efficace e costruttivo in uno spazio equo, più orientato all’espressione delle proprie emozioni, dei propri bisogni (trasformando la rabbia in affermazioni chiare che riguardano se stessi, senza attaccare l’Altro) e all’ascolto reciproco.

Questo processo prevede l’agevolazione di una riflessione sui propri stili comunicativi e relazionali, come e dove sono stati appresi, nonché di rendere l’espressione della conflittualità tra i partner come un’esperienza di crescita e di ritrovamento di un nuovo equilibrio per il singolo partner e per il sistema coppia.

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Stare in coppia significa trovare un modo proprio di stare insieme a un’altra Persona in condizioni di serenità e soddisfazione. La soddisfazione di coppia è legata alla presenza di un legame di attaccamento sicuro, ovvero la fiducia nel fatto che il partner rappresenti una base sicura, fonte di sostegno e vicinanza affettiva, alla presenza di un’intimità fisica appagante, alla condivisione di momenti ed esperienze piacevoli di coppia ed esperienze condivise socialmente che coinvolgono il singolo partner o entrambi, nonché ad una intimità emotiva fondata sulla fiducia, la complicità, il rispetto, la sincerità e la reciproca comprensione che sostengano i cambiamenti continui del Sé individuale e del sistema coppia.

Quando una o più di queste aree vengono compromesse (affettiva, comunicativa, sociale, sessuale, progettuale, genitoriale, etc.), la coppia sperimenta un senso di inefficienza, di non riconoscimento dei reciproci bisogni, incorrendo in conflitti, critiche, accuse e/o stati di sofferenza emotiva, di solitudine, d’inadeguatezza, di rabbia, di non lucidità nel prendere le decisioni e/o affrontare le situazioni.

Un percorso di psicoterapia di coppia si focalizza sul RICONOSCIMENTO, l’ELABORAZIONE e la RI – SIGNIFICAZIONE in senso evolutivo DEL MALESSERE/DISTURBO/PROBLEMA ESPRESSO DAL SINGOLO PARTNER E/O DAL SISTEMA COPPIA.

Il lavoro terapeutico si orienta sull’acquisizione di comportamenti e abilità alternative nella gestione delle emozioni intense e dello stress, nonché sull’apprendimento di nuove ed efficaci modalità relazionali e comunicative da sperimentare nella relazione con il/la partner. Questo per depotenziare le aspettative irrazionali, le situazioni conflittuali e/o i comportamenti di evitamento di situazioni relazionali, emotive, affettive e sessuali temute e/o disturbanti.

Secondo un’ottica di co – costruzione del benessere e di motivazione a risolvere insieme le problematiche da parte di entrambi i partner, sostenere la Persona nel recupero di un maggiore senso di autostima e di autoefficacia consente di ridimensionare o eliminare le cognizioni negative che la Persona ha di Sé, come ad esempio, il peso del sentirsi sempre inadeguata, insicura, giudicata dal partner, autocriticarsi costantemente, etc., giungendo a ridimensionare e/o risignificare in modo diverso l’Altro, le sue reazioni, le sue intenzioni e i suoi comportamenti.

In tal modo, la Persona riporta alla luce una PERCEZIONE REALE DI SE STESSA dandosi la POSSIBILITA’ DI RILEGGERE LA STORIA DELLA COPPIA E GLI EVENTI ACCADUTI, disturbanti e maladattivi, che portano il singolo partner e la coppia a non stare bene, attraverso lenti più reali ed evolutive.

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Questo PROCESSO CONGIUNTO VERSO IL CAMBIAMENTO consente di riscoprire le risorse della Persona e/o del sistema coppia, riprendendo il controllo della propria vita personale e della relazione di coppia stessa.

Tutto è volto a prendere consapevolezza di Sé, dei modelli relazionali appresi dalla propria storia (es. rapporto coniugale dei genitori, miti e mandati familiari che influenzano inconsciamente le decisioni dei componenti della famiglia, anche rispetto alla scelta del partner o alla progettualità di vita, etc.), di come  i partner si sono incontrati e scelti, delle differenze e dei punti di connessione del loro percepire e vivere una relazione, di come vivere il presente e progettare il futuro, di come elaborare il passato del partner, degli irrisolti di coppia taciuti e mantenuti nel tempo, della condivisione di verità scomode e dolorose, etc., questo allo scopo di pacificarsi con il passato, per rivolgere uno sguardo verso un futuro condiviso, ma soprattutto per vivere con intensità, serenità, libertà la dimensione temporale del presente.

Il processo di cambiamento terapeutico è sostenuto da tecniche e strumenti diversificati in base alle necessità all’unicità del singolo partner e del sistema coppia: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulnesstecniche immaginative, tecniche di rilassamento, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia (per ricordare episodi significativi, cogliere, osservare e comprendere le modalità comunicative e relazionali e gli stati emotivi correlati a quei momenti dall’inizio della storia ad adesso), Carte Dixithome work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play (nei quali si chiede al partner di assumere una diversa posizione relazionale per comprendere meglio il punto di vista dell’Altro e permettere di lavorare sempre più in profondità nella relazione), il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del problema/disagio/malessere, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

NON ESISTE UN LIBRO DELLE ISTRUZIONI che sia utile e uguale per tutte le coppie.

Imparare insieme, a ripristinare una comunicazione efficace tra i due partner, a comprendere le motivazioni reali dell’Altro, a sentirsi emotivamente, fisicamente e affettivamente connessi, a prendere decisioni condivise, a riconoscere i bisogni che sottendono le manifestazioni problematiche, può essere l’inizio di un percorso di crescitad’esplorazione delle potenzialità e ritrovamento del benessere fisico, psicologico, cognitivo, affettivo, emotivo e relazionale del singolo partner, del sistema coppia, del sistema genitoriale e del sistema famiglia

Nel caso in cui, invece, non sia possibile trovare le risorse necessarie per mantenere unita la relazione di coppia, si potrà intraprendere un percorso di accompagnamento alla separazione e/o divorzio, affinché il singolo partner ritrovi un benessere psicofisico ed emotivo al di fuori del sistema coppia e, nel caso in cui ci siano dei figli, venga mantenuta un’adeguata funzione genitoriale.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé e di Noi.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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