Diventare genitori rappresenta una delle più significative transizioni all’età adulta ed implica una serie di adattamenti biologici, psicologici e sociali, nonché una ridefinizione dell’identità relazionale individuale e di coppia.
Fondamentale, in questa fase, è la percezione della competenza genitoriale da parte dei neogenitori. Percepirsi più o meno abili nel gestire le richieste di soddisfazione dei bisogni relativi alla genitorialità può costituire fonte di stress ed è un prerequisito dell’effettivo adattamento della coppia al ruolo genitoriale. Questo sostanziale cambiamento può portare alla rottura di alcuni equilibri nella coppia.
Diventare genitore è un passaggio importante verso la vita adulta, non solo perché segna il passaggio da coppia a famiglia, il passaggio da figlio a genitore, ma anche perché contrassegna una svolta nella vita della Persona, che a differenza di altri cambiamenti (iniziare il primo lavoro, lasciare l’abitazione dei propri genitori, sposarsi, etc.) non è più reversibile.
In particolare, la prima gravidanza e l’imminente passaggio alla maternità e alla paternità sono avvenimenti che mettono in atto un processo di ri- definizione dell’identità personale e sociale dei protagonisti.
Nel passaggio dall’essere coppia al “divenire famiglia”, i partner sono coinvolti sia a livello personale nella ridefinizione di se stessi e del proprio ruolo, sia nella rinegoziazione del loro legame di coppia al fine di trovare nuovi equilibri. Tale processo può rafforzare il legame oppure può condurre a situazioni conflittuali e/o alla rottura della relazione.
Altro aspetto significativo nella coppia è quello relativo all’intimità. La nascita di un bambino comporta un nuovo assetto organizzativo che il più delle volte agevola una diminuzione dell’intimità sessuale, principalmente nell’ultima parte della gravidanza o nei primi mesi di vita del bambino.
I cambiamenti nell’immagine corporea, la mancanza di tempo per stare vicini da parte dei partner, la paura di un’altra gravidanza, sono alcuni dei fattori che possono influenzare la coesione della relazione e/o l’intimità emotiva dei neogenitori.
La transizione alla genitorialità viene considerata come un evento stressante in relazione al supporto sociale e familiare, alla qualità della relazione di coppia e alla disposizione nei confronti della gravidanza, cioè il suo essere attesa o imprevista. Un supporto sociale pratico ed emotivo sembra costituire un fattore protettivo per i neogenitori, riducendo il rischio di insorgenza di forme psicologiche di depressione post partum materna, depressione post partum paterna o stati ansiosi.
La genitorialità implica situazioni per le quali non sempre esistono soluzioni giuste o sbagliate. La coppia può sentirsi sovraccarica di responsabilità, emozioni e stress che potrebbero influenzare negativamente la relazione.
Il fattore chiave per affrontare eventuali difficoltà in questo periodo di cambiamento è la comunicazione nei neogenitori, ovvero la capacità di esprimere i propri pensieri, sentimenti e bisogni in modo aperto e sincero, facendo valere i propri diritti nelle situazioni interpersonali e al contempo rispettando i diritti degli altri.
Una comunicazione assertiva può evitare il nascere di inutili risentimenti, cattive modalità di comunicazione e la distorta lettura di pensiero tra i partner. Una relazione di coppia armonizzata richiede un bilanciamento tra bisogni e obiettivi diversi e tra loro conflittuali dei partner per poi giungere ad un rapporto equilibrato.
La nascita di un figlio comporta una serie di importanti modificazioni per la coppia, tali cambiamenti portano con sé una crisi, non intesa come problema, ma come sinonimo di cambiamento, il quale, quasi sempre, implica complessità e opportunità di crescita.
La condivisione della responsabilità della cura, dovrebbe potersi concretizzare in un continuo dialogo, impegno e investimento da parte dei genitori anche sul proprio rapporto di coppia nei termini di affetto, accoglienza, stima e legittimazione reciproca. La coppia, intesa in questa chiave è dunque, il fondamentale punto di partenza per una genitorialità consapevole e “riuscita”.
Come fare affinché il passaggio di vita dalla coppia alla coppia genitoriale possa costituire un momento in cui ritrovarsi anziché perdersi?
SFORZARSI DI TROVARE DEL TEMPO PER LA COPPIA
Nonostante gli impegni lavorativi, le responsabilità, la nuova organizzazione che la nascita di un bambino comporta è di fondamentale importanza che la coppia si ritagli uno spazio proprio nel quale il bambino non c’è o è sullo sfondo. La coppia dovrebbe vivere questo spazio come un appuntamento (quotidiano, settimanale, etc.) irrinunciabile da pianificare in ogni caso.
PERDONARSI PER LE PROPRIE PAURE
Avere paura di mettere al mondo un figlio e di accudirlo è la cosa più normale del mondo.
CHIEDERE AIUTO
Quando il peso dei problemi e delle difficoltà quotidiane diventa insostenibile è bene allentare la tensione e lasciarsi aiutare. Chiedere aiuto non è sempre facile, a volte la coppia ha la sensazione di dovercela fare da sola a gestire un bambino e sente che chiedere aiuto rappresenti una sorta di fallimento. In altri casi, la coppia può temere di essere di peso se chiede aiuto e così facendo si priva della possibilità di scoprire che a volte genitori, amici e parenti sono ben contenti di rendersi utili. Chiedere aiuto, ad esempio, alle famiglie d’origine non significa diventarne dipendenti, l’autonomia e il rispetto dei ruoli genitoriali rispetto ai nonni e/o altre figure di accudimento per il neonato/a, è fondamentale per il mantenimento di relazioni evolutive e costruttive per tutto il sistema familiare.
I GENITORI PERFETTI NON ESISTONO
Sentirsi preoccupati e bloccati dalla paura di sbagliare è normale, specie quando nostro figlio è appena nato, ma questo non fa di noi genitori inadeguati.
Intervento terapeutico
Il processo di costruzione del ruolo di madre e di padre richiede ai partner di ridefinire i propri spazi per far posto al bambino nel sistema coppia e/o familiare e crearne uno, fisico ed emotivo, in cui accogliere il nuovo componente.
È importante che i partner riescano a superare questo momento di cambiamento che il periodo della gravidanza comporta, cercando di stabilire un nuovo equilibrio che li conduca ad un’evoluzione come persone, come sistema genitoriale e come sistema coppia, prevenendo l’espressione di complessità psicologiche del singolo o una crisi di coppia fino alla rottura della relazione stessa.
Un INTERVENTO PSICOLOGICO DI COPPIA agevola la ricostruzione della storia della coppia e del significato (conscio ed inconscio) della gravidanza per i singoli partner (es. una scelta voluta da entrambi, un imprevisto, una necessità di colmare un senso di solitudine, un modo per trattenere il partner, un modo per essere socialmente accettati ed uguali ad altri amici o conoscenti, un modo per avere qualcuno sul quale proiettare i propri bisogni o attraverso il quale realizzare i propri sogni infranti, etc.) e consente di introdurre modalità relazionali più adattive al benessere personale, al sistema coppia e al sistema genitoriale.
Un intervento psicologico stimola una comunicazione efficace e assertiva, centrata sul dialogo costruttivo e sull’ascolto attivo, dei rispettivi e reali bisogni dei partner, consente di condividere le verità non dette ed imparare ad avere fiducia nell’Altro, nonché a potenziare la sicurezza circa le proprie capacità genitoriali, a strutturare una genitorialità condivisa, ad indagare sulle proprie emozioni e sulle proprie preoccupazioni, acquisendo maggiore consapevolezza e competenza emotiva, allontanando sensazioni pervasive di ansia, sconforto e senso di inadeguatezza.
ACCOMPAGNARE ALLA NASCITA I GENITORI diventa il momento per sviluppare quelle risorse che potranno permettere alla mamma, al papà o ai genitori insieme di far fronte al cambiamento che l’evento della nascita di un figlio inevitabilmente comporta.
Scegliere di dedicare del tempo, come futuri mamme e papà o come futura coppia genitoriale, ad un percorso psicologico può essere la scelta migliore per informarsi, per conoscere, per mettersi in ascolto con se stessi e l’Altro.
Il percorso offre gli strumenti di conoscenza e consapevolezza per vivere la maternità e la paternità arrivando all’evento nascita e a tutto quello che succede dopo l’arrivo del bambino con una nuova fiducia in stessi e nelle proprie capacità, sentendosi all’altezza dei nuovi compiti e sperimentando un senso di autoefficacia positivo e di competenza genitoriale.
Nella pratica, l’intervento consiste in un percorso che favorisce l’analisi della domanda e la definizione delle possibili soluzioni alle tematiche o problematiche portate.
Il percorso psicologico esperienziale è personalizzato e si co – costruisce rispetto ai bisogni della mamma o del papà o della coppia genitoriale che si presenta insieme.
L’intervento psicologico è sostenuto da tecniche e strumenti diversificati, tra i quali: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, , la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, il protocollo Mindfulness Based Childbirth and Parenting (MBCP) per genitori in attesa e per la neogenitorialità, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento e respirazione, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il Genogramma, nonché “home work” che permettono ai genitori di riflettere e lavorare nella loro quotidianità sugli argomenti affrontati in colloquio.
Perché intraprendere un percorso psicologico che sostenga il processo di cambiamento da coppia a genitori?
- La creazione di uno spazio che accompagni la genitorialità in divenire.
- Una riflessione e ri – significazione dei vissuti emotivi legati alla genitorialità in attesa.
- La sensibilizzazione sull’importanza dei sentimenti e della relazione con l’Altro in quanto altro da Sé, essere singolare, particolare e unico come nel caso di un figlio/a in arrivo.
- Le conoscenze sui processi emotivi e relazionali legati ai cambiamenti della genitorialità in attesa, del parto e del primo periodo con il bambino (il ritorno a casa).
- La capacità di identificare gli aspetti positivi e di incertezza circa la gravidanza, confrontando le proprie esperienze o aspettative relative alla propria vita, alla propria identità personale, alla vita di coppia coniugale e di quella genitoriale.
- Migliorare la capacità di identificare i propri bisogni e aspettative rispetto al rapporto di coppia.
- Aumentare la fiducia nelle proprie competenze come futura mamma e futuro papà.
- La capacità di affrontare le ansie e paure legate al momento del parto in modo da viverlo senza angoscia.
- La capacità di capire maggiormente il proprio corpo in cambiamento.
- La costruzione di uno spazio di confronto, di comunicazione, di elaborazione e di crescita che può continuare anche fuori dalla stanza dello psicologo.
- L’aumento delle conoscenze del partner necessarie per poter sostenere la donna in un momento così importante e delicato.
- Il coinvolgimento attivo del papà per aiutarlo a creare un legame personale e un dialogo con il bambino/a.
- La prevenzione dei disturbi dell’umore post partum, in quanto, cogliere alcuni segnali in modo tempestivo, è già una risorsa per porre in essere azioni attraverso cui farvi fronte.
- Il mantenimento ed evoluzione di eventuali precedenti legami genitori-figli, di quelli con i genitori non conviventi e con la famiglia di origine allargata.
- La creazione di nuove relazioni tra genitori, figli e fratelli acquisiti, nonché con la famiglia estesa dei genitori acquisiti puntando a fondare un senso di appartenenza alla nuova unità familiare.
- Trovare un’integrazione armoniosa dei due stili genitoriali che possono essere anche molto diversi. Ognuno, infatti, mette in gioco ciò che gli è stato trasmesso dai genitori e l’idea che ha sviluppato sull’essere genitori. Nella cura del nuovo arrivato emergono allora stili relazionali che entrambi i genitori hanno sperimentato quando erano piccoli. Il tipo di attaccamento sviluppato nella propria famiglia d’origine comprende l’insieme di schemi e aspettative che ognuno sviluppa durante l’infanzia verso le proprie figure di riferimento e influenzerà il proprio modo di essere genitore.
- Il mantenimento di un’intimità emotiva e di una progettualità condivisa che sostenga e rafforzi il singolo partner e la coppia.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé e di Noi.
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