Mal d’amore
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“Se osservi abbastanza attentamente il tuo problema, ti accorgerai di essere parte del problema”. Arthur Bloch

 

Il problema relazionale definibile come “mal d’amore” riguarda persone che vivono storie d’amore dominate dalla sofferenza, che vivono il loro rapporto sentimentale in una continua attesa di qualcosa che non si realizzerà mai. Ad esempio, l’attesa che il partner smetta di bere, di giocare d’azzardo, lasci la moglie, lavori di meno, passi meno tempo con gli amici, etc., ovvero dedichi più attenzioni e cure.

Solitamente, sono relazioni dove la stima di Sé è strettamente vincolata al partner, del quale si sente un bisogno vitale per esistere. In alcuni casi, la relazione sentimentale è già finita e ciò che risulta difficile è riuscire ad accettare la fine del rapporto e la perdita del partner, nonostante le sofferenze, i tradimenti, le ferite inflitte.

 

Quando l’amore si trasforma in qualcosa di non sano?

L’amore non è sano quando essere innamorati significa soffrire.

L’amore non è sano quando si arriva a mancare di rispetto a se stessi, si dedica molto tempo a cercare di cambiare l’Altro, si ha paura di rimanere soli, si ha paura di non essere degni d’amore, di essere abbandonati, si ha bisogno morbosamente dell’Altro ritenendolo indispensabile per la nostra esistenza.

 

Da dove nasce questo modo di amare?

Chi soffre di “mal d’amore” spesso è stato un bambino non amato, trascurato. Crescendo, questa Persona riproduce lo stesso schema relazionale che ha appreso durante l’infanzia nella relazione con le figure significative di riferimento.

Non avendo sperimentato un senso di valore positivo di se stesse, (non sono amato -> non valgo), queste Persone saranno insicure e tenderanno a relazionarsi, anche in coppia, attraverso comportamenti ipercontrollanti con il partner. Ricercano l’amore, il calore, l’accudimento che non hanno avuto e, se non raggiungono ciò che vogliono, tentano di cambiare l’Altro.

 

Chi soffre di “mal d’amore”, spesso:

  • Ricerca un partner con il quale intraprendere una relazione, senza prima aver sviluppato una relazione sana ed evolutiva con se stesso, senza prima essere consapevole di Sé.

  • Rincorre i partner che incontra nel proprio cammino ricercando ciò che manca dentro di Sé.

 

Avere una relazione di coppia gratificante e smettere di soffrire implica amare se stessi, valorizzarsi, senza cercare di trovare il senso del proprio valore in una relazione, senza riempire i propri vuoti esistenziali e/o riparare a ferite emotive attraverso la relazione con l’Altro.

 

Intervento terapeutico

Il “mal d’amore” spesso porta con sé la paura di non potersi più riprendere, di vedere un futuro buio e solitario, di non poter avere amori veri e passionali al di fuori di quelli problematici, già vissuti e che hanno provocato ferite emotive.

Il tentativo di soluzione, in base alla propria storia personale e a quella affettiva e sentimentale, è rappresentato spesso dall’evitamento del dolore, dal mettere in campo comportamenti ipercontrollanti, dal rimuginare su quello che è stato e quello che non potrà mai arrivare, nonché dall’arrivare a esprimere sentimenti di tristezza, di colpa, di inutilità, mancanza di speranze e senso di vuoto, stato depressivo, ansia, disturbi psicosomatici, disturbi del sonno, disturbi del comportamento alimentare, difficoltà di concentrazione e perdita di interesse per le attività quotidiane.

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Il mal d’amore può portare alla luce antiche ferite, si rivela la ripetizione di qualcosa che si è già vissuto in epoche anteriori, come nei legami dell’infanzia, tempo nel quale si forma il senso dell’affettività verso l’Altro, nonché l’amore per se stessi, l’autostima, la fiducia in sé.

È dal valore che attribuiamo alla nostra Persona che deriva il superamento dell’emozione della gelosia o di una mancata corrispondenza sentimentale. È da lì che nasce la forza di non invischiarsi in situazioni emotive frustranti, all’insegna dell’instabilità, della precarietà o del conflitto perenne.

Se notiamo che certe situazioni sentimentali continuano regolarmente a reiterarsi, come un copione, può essere utile fermarsi e valutare che non si tratti di un caso.

 

Cosa mi porta a ripercorrere le stesse situazioni sentimentali, a sperimentare la stessa sofferenza?

Come posso instaurare una relazione che non sia basata sul bisogno, sull’insoddisfazione e la sofferenza, ma sul benessere e sulla mia crescita e su quella dell’Altro?

 

Queste sono solamente alcune delle domande alle quali dare risposta all’interno di un percorso terapeutico, prendendo consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo, emotivo, affettivo, psicologico e relazionale, così da introdurre un cambiamento nella relazione con Sé e nella relazione con l’Altro.

RICONOSCERE, ACCETTARE, RISIGNIFICARE E GESTIRE gli schemi o circoli viziosi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicofisico, emotivo, relazionale e affettivo può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, per rivolgere uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto per vivere in modo appagante e serenamente la dimensione temporale del presente.

L’intervento terapeutico andrà ad agire sulla concezione che la Persona ha di Sé, in modo da riportare alla luce una percezione reale di se stessa, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze del passato spiacevoli e traumatiche all’interno dei propri contesti relazionali d’appartenenza.

 

Per non trovarsi, ancora una volta, a rivivere lo stesso copione sentimentale disfunzionale, l’intervento terapeutico si pone l’obiettivo di:

  • Approfondire la storia di vita della Persona all’interno dei suoi mondi relazionali d’appartenenza.
  • Ripercorrere la storia della relazione attuale e di quelle passate, delineando gli eventi che hanno contribuito all’instaurarsi delle credenze di base di non amabilità, che fanno ritrovare la Persona in relazioni di coppia disfunzionali.
  • Ristrutturazione le credenze disfunzionali legate al proprio valore e alla propria amabilità e quelle legate alle emozioni di paura, solitudine, rifiuto e abbandono.
  • Rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti.
  • Accogliere e gestire lo stato di confusione, di disorientamento, ansia, paura, rabbia, frustrazione e tristezza.
  • Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e le risonanze delle stesse nella propria vita sentimentale e affettiva.
  • Acquisire maggiore autostima e sicurezza in se stessi.
  • Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi, ad accettarsi.
  • Imparare a conoscersi meglio e sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere e far rispettare i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé e della propria indipendenza.
  • Imparare a mettere dei chiari confini: dove inizio Io, dove inizia l’Altro.
  • Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico.
  • Sostenere la motivazione al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico, emotivo e relazionale.
  • Riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere se stessi, sentire di meritarsi di essere felici e sereni, da soli o insieme ad un partner.

 

Il PERCORSO PSICOTERAPEUTICO si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica), la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, Carte Dixit, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

Puoi metterti in discussione per non sprofondare nella dinamica “perché è successo a me, non me lo merito”, ma affrontare l’accaduto riscoprendo tutte le tue risorse mentali, emotive e relazionali, provando un po’ alla volta a riorganizzarti e a ripartire da Te, andando incontro ad una vita sentimentale nuova e appagante.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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