INNAMORARSI O INVAGHIRSI DI QUALCUNO/A È UN EVENTO CASUALE?
C’È QUALCOSA DI PREDETERMINATO IN QUESTO EVENTO?
COSA CI GUIDA IN QUESTA SCELTA?
Su un piano psicologico, la scelta del partner ha radici molto profonde.
Nella relazione con il partner ognuno di noi porta le proprie esperienze e una precisa modalità relazionale, uno schema, un modello di come quella relazione sarà e di cosa ci aspettiamo da essa. Questo “schema relazionale” lo abbiamo appreso nel corso della nostra storia personale e lo riproponiamo in maniera abbastanza sistematica nelle nostre relazioni.
E’ uno “schema” che ricalca, in linea generale, quello che abbiamo sperimentato nel corso delle nostre primissime relazioni significative, ovvero quelle con le figure di accudimento.
Fin dai primi momenti di vita ci abituiamo ad avere vicino persone, genitori in primis, che hanno un loro approccio alla relazione. Esso può essere amorevole, comprensivo, oppure apprensivo, iperprotettivo, ansioso e controllante o rabbioso, umiliante e distanziante, giudicante, critico, oppressivo, etc.
Sulla base di ciò che abbiamo sperimentato durante l’infanzia, sceglieremo i partner in età adulta attraverso due modalità: per somiglianza o per contrasto, rimanendo quindi all’interno dello stesso perimetro di relazioni note.
Spesso, la scelta ricade su persone che ci ricordano il nostro primo amore: il genitore (padre e/o madre) e spesso, nello scegliere un partner, inconsciamente rimettiamo in scena la stessa relazione sperimentata con loro.
Se il genitore è stato “sufficientemente buono”, come sostiene Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista britannico, saremo probabilmente capaci di scegliere un partner amorevole, ma se il rapporto col genitore non è stato soddisfacente, probabilmente cercheremo un partner che ha caratteristiche simili a quelle.
In questo modo, “scegliamo” qualcosa di familiare, perché è quello che fin da piccoli abbiamo respirato in casa, magari con la speranza inconscia di modificare un passato doloroso.
“Se mio padre/mia madre non mi ha amato, (situazione che spesso ci porta a colpevolizzarci, come se fosse dipeso da noi), vedrai che stavolta sarò capace di farmi apprezzare e voler bene”.
Questo il pensiero latente e poco cosciente che sta sotto ad una scelta apparentemente legata ad attrazione fisica ed emotiva forte.
Senza volerlo davvero, ci si ritrova a investire su persone problematiche o complesse che, dopo un primo periodo in cui le cose sembrano andare bene, iniziano a manifestare atteggiamenti di rifiuto, oppure diventano sfuggenti o aggressive, etc.
Ne può conseguire che la relazione che ci coinvolge diventa una missione il cui scopo è salvare il partner dal suo destino, arrivando ad occuparci esclusivamente delle sue difficoltà e dei suoi bisogni. Questi appaiono forti, drammatici e così urgenti, da farci dimenticare di dedicare tempo e risorse a noi stessi, alle nostre esigenze e al nostro benessere.
Il rapporto finisce quindi con l’alimentare un circolo vizioso in cui l’amore non corrisposto adeguatamente si scontra con il desiderio di riceverlo proprio dalla Persona che si rifiuta di darlo o ce lo dà in modo disfunzionale e tossico (es. relazione malata, dipendenza affettiva).
Talvolta, investire su partner che, nel corso del tempo, si rivelano problematiche, trasforma la relazione in una missione di salvataggio che occuperà gran parte del nostro tempo e delle nostre energie, facendoci perdere il focus non solo su noi stessi, ma anche sul senso della relazione di coppia, che innanzitutto deve avere carattere di reciprocità.
Intervento terapeutico
Un incontro non è mai casuale, poiché a livello inconscio siamo attratti da ciò che già abbiamo conosciuto, non siamo attratti, invece, da qualcosa di totalmente diverso e sconosciuto da noi.
Questi confronti vengono fatti in modo inconsapevole, ma esistono e guidano il nostro interesse verso persone che, nel loro modo di parlare, comunicare, muoversi, ci fanno sentire in mondi già conosciuti.
Le persone tendono in qualche misura a creare relazioni con persone che fanno rivivere una sorta di “ricordo” di una relazione passata problematica.
Come una ripetizione, una riedizione, di una relazione passata in cui ci si è sentiti in conflitto, non compresi, insoddisfatti, nel tentativo inconscio di risolvere i problemi di quella relazione passata, attraverso un’altra relazione problematica presente.
Ripetere relazioni insoddisfacenti che hanno delle caratteristiche simili con altre relazioni insoddisfacenti passate (molto probabilmente con le figure significative del nostro primo accudimento), permette alla mente di verificare le proprie percezioni e sensazioni, in un disperato tentativo di cambiare le cose.
Sembrerebbe che il bisogno inconsapevole di curare delle ferite passate, di curare relazioni passate che non hanno soddisfatto la Persona a livello emotivo e relazionale, si trasferisca nelle relazioni del presente.
E’ come quando una donna, figlia di un uomo violento, si trova in relazione con un compagno altrettanto violento o come quando un uomo che non ha ricevuto affetto dalla propria madre, si trova in un matrimonio senza amore. Etc.
Queste scelte sono apparentemente inconsapevoli e per fermare questi automatismi comportamentali ed emotivi, c’è la necessità di rileggere le relazioni passate e originarie, comprendendo quali sono i bisogni emotivi non soddisfatti, per riuscire a curare quei bisogni ed evitare di cercarli e riprodurli all’interno di una relazione di coppia.
Un percorso di psicoterapia individuale può consentire di riorientarsi nelle proprie relazioni comprendendo il ruolo che hanno gli schemi relazionali appresi nei propri contesti di appartenenza nella scelta nel partner. Inoltre, è possibile lavorare sulle emozioni in modo molto pratico e creare un collegamento tra situazioni e sensazioni passate e presenti, per poi identificare gli schemi coinvolti, confrontarsi con essi e mettere in atto strategie di fronteggiamento diverse.
Se riconosciamo il nostro bambino interno ancora sofferente per le ferite sperimentate in passato ed impariamo a prenderci cura di lui possiamo essere in grado di individuare i suoi bisogni e di avvicinarci a partner che sono in grado di condividerli, soddisfarli piuttosto che scegliere partner da accudire, che non ci sostengono, che non ci valorizzano, che non ci vanno evolvere, limitando le nostre potenzialità e la nostra progettualità di vita.
Prendere consapevolezza e mettere in discussione i modelli relazionali ed emotivi disfunzionali appresi nella propria storia è alla base della possibilità di stabilire relazioni gratificanti con l’Altro, nonché con se stessi.
In quest’ottica, un percorso di psicoterapia può aiutare a LASCIARE IL PASSATO NEL PASSATO e a modificare quegli schemi disfunzionali di pensiero e relazionali che continuano a influenzare le scelte presenti e che originano dolore e sofferenza e ci fanno scegliere sempre la persona sbagliata.
Inoltre, un percorso psicologico può essere utile a:
- Approfondire la storia di vita della Persona all’interno dei suoi mondi relazionali d’appartenenza.
- Identificare e ristrutturare le credenze disfunzionali legate al proprio valore e alla propria amabilità e alle emozioni legate alla paura della solitudine, del rifiuto e dell’abbandono.
- Rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti.
- Capire cosa accade nelle relazioni sentimentali, comprendendo quali fattori hanno fatto scattare l’amore e poi cosa ha fatto spegnere questi sentimenti, avendo uno sguardo obiettivo su quello che è successo, per poter imparare dai propri errori e rivivere il proprio passato senza sensi di colpa o sentimenti di rabbia, disprezzo, rimorso e rimpianto, etc.
- Pacificarsi con il passato, per rivolgere uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto per vivere in modo appagante e serenamente la dimensione temporale del presente.
- Imparare a prendersi cura di se stessi, imparando ad imparare dalle proprie esperienze.
- Accogliere e gestire lo stato di confusione, di disorientamento, ansia, paura, rabbia, frustrazione e tristezza.
- Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e le risonanze delle stesse nella propria vita sentimentale e affettiva.
- Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi, ad accettarsi.
- Imparare a conoscersi meglio e sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere e far rispettare i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé, della propria autonomia e della propria indipendenza.
- Aumentare l’autostima e il senso di autoefficacia, riflettendo sulle proprie vulnerabilità e potenziando i propri punti di forza.
- Sostenere la motivazione al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico, emotivo e relazionale.
- Riprendere il controllo della propria vita, ritrovare l’autonomia decisionale e la libertà di essere se stessi, sentire di meritarsi di essere felici e sereni, da soli o insieme ad un partner.
Puoi metterti in discussione per non sprofondare nella dinamica “perché è successo a me, non me lo merito”, ma affrontare l’accaduto riscoprendo tutte le tue risorse mentali, emotive e relazionali, provando un po’ alla volta a riorganizzarti e a ripartire da Te, andando incontro ad una vita relazionale e sentimentale nuova e appagante.
Il PERCORSO PSICOTERAPEUTICO si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale (desensibilizzazione sistematica), la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, Carte Dixit, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.