Comunicazione
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La comunicazione è un processo di interazione tra persone, che significa condividere, creare una connessione o stabilire una relazione mediata da parola, immagine, gesto, simbolo o segno con l’Altro.

Attraverso di essa, le Persone condividono le loro conoscenze, esperienze, interessi, atteggiamenti, emozioni, opinioni e idee.

Comunicare significa dire alle persone chi sei, cosa vuoi, perché vuoi una certa cosa e quali sono i mezzi che utilizzerai per raggiungere i tuoi obiettivi.

L’esigenza di trasmettere queste informazioni è riconducibile alla necessità di soddisfare dei bisogni, da quelli primari, fisiologici, che riguardano la sopravvivenza organica e della specie, a quelli secondari, di natura sociale e psichica.

 

Il sistema della comunicazione

La comunicazione è l’azione che ci permette di comunicare (mettere in comune), di entrare in relazione con gli altri allo scopo di trasmettere un messaggio o di far circolare un’informazione.

In una comunicazione avremo:

  • 2 o più comunicanti (emittente e ricevente).
  • Un messaggio.
  • La formazione e l’interpretazione del messaggio (codifica e decodifica).

Occorre distinguere tra ricezione del messaggio (il messaggio è stato trasmesso dall’emittente e ricevuto dal ricevente) e comprensione di un messaggio (il ricevente ha dato al messaggio lo stesso significato dell’emittente).

 

Roman Jakobson, linguista americano di origine russa specializzato in psicolinguistica, ha elaborato uno schema dell’atto della comunicazione:

Il sistema della comunicazione

Il sistema della comunicazione di Roman Jakobson

 

Emittente: o fonte di trasmissione, è colui che invia un messaggio attraverso un canale di comunicazione.

Ricevente: è il destinatario del messaggio, colui che riceve il messaggio.

Codice: sistema di segni comune tra Emittente e Ricevente.

 

Esistono molti tipi di codice, la distinzione principale è tra:

  • Codice Verbale o digitale (linguaggio orale e scritto, ad es. la lingua italiana). Si basa sull’utilizzo di una lingua comune o conosciuta dai partecipanti. Il limite principale di ogni codice è quello di non essere comprensibile a tutti.
  • Codice Non Verbale o analogico, che può essere a sua volta:
  • Gestuale (linguaggio dei segni, sguardi, mimica, atteggiamento corporeo, postura, etc.).
  • Sonoro (codice Morse, sirene, tam-tam, grida, riso, musica, etc.).
  • Visivo o iconografico (codice della strada, segnaletica di sicurezza, drappi, abbigliamento e accessori, etc.).
  • Tattile (scrittura Braille, strette di mano, abbracci, etc.).
  • Olfattivo (profumi, odori, etc.).
  • Gustativo (sapori, etc.).

 

Referente: tema del messaggio, a cosa ci riferiamo, il sistema di riferimento che deve essere comune, condiviso tra i due comunicanti. Può essere relativo al reale o all’immaginario.

Canale: è il supporto fisico della comunicazione, il mezzo attraverso cui scorre il messaggio, la via di passaggio (l’aria per i suoni e la voce, il corpo per i gesti, supporti cartacei per la scrittura, etc.).

Messaggio: ciò che è trasmesso concretamente dall’Emittente al Ricevente, il contenuto e il significato di quanto viene trasmesso.

 

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Norbert Wiener, matematico e statistico statunitense, introdusse un ulteriore elemento, il feedback o retroazione, definito come “la risposta del destinatario, la reazione del ricevente che ci dà precise informazioni sul fatto che il messaggio sia arrivato, oppure no, a destinazione e sia stato compreso, oppure no, correttamente”. Il feedback è un atto di comunicazione che consente di verificare sempre l’efficacia delle nostre azioni comunicative (ad es. un cenno per annuire, lo sguardo, ecc.). Il feedback sulla qualità delle informazioni inviate alla fonte può essere positivo (quando svolge un ruolo motivazionale) o negativo (quando svolge un ruolo correttivo), immediatamente o in ritardo. Il canale di trasmissione del messaggio può essere: vocale, uditivo, visivo, tattile, posturale.

In ogni comunicazione dobbiamo considerare le possibili fonti di disturbo, definite in linguistica rumore (può essere sia il rumore che ostacola l’ascolto e la comprensione del messaggio, ma anche il volume della voce troppo basso, una macchia sul foglio che sto leggende, etc.) che si cerca di limitare con la ridondanza, cioè la ripetizione di parole, immagini, gesti, riformulazione del messaggio etc.

 

Descritto il sistema, è possibile descrivere la comunicazione come:

  • un processo CIRCOLARE.
  • un comportamento. Così come ogni comportamento è comunicazione, ogni comunicazione influenza il comportamento stesso.

Perché la comunicazione sia efficace non basta che Emittente e Ricevente parlino la stessa lingua (conoscano lo stesso codice), ma devono condividerne il maggior numero di elementi e conoscere entrambi il Referente sottostante (contesto), come accade, ad esempio, nella comprensione di un testo scientifico.

 

Funzioni svolte dalla comunicazione:

  • La trasmissione di un’informazione.
  • La socializzazione.
  • La motivazione per il perseguimento di obiettivi.
  • L’educazione e la divulgazione del sapere.
  • La promozione culturale.
  • L’integrazione tra persone, gruppi e nazioni.

 

Il processo comunicativo è caratterizzato dal fatto che:

  • Ha sempre l’obiettivo di influenzare il pensiero, i sentimenti e il comportamento dell’interlocutore.
  • L’obiettivo è raggiunto se il messaggio è sentito, compreso e accettato dal ricevitore.
  • E’ un processo dinamico, una volta avviato, si evolve e cambia.
  • E’ un processo irreversibile: il messaggio, una volta emesso e ricevuto, non può più essere ritirato.
  • C’è un dialogo bidirezionale tra trasmettitore e ricevitore.

 

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Assiomi della Comunicazione umana

La comunicazione ha degli effetti pragmatici e di questi se ne sono occupati gli studiosi della Scuola di Palo Alto (California). L’attenzione è focalizzata sul rapporto emittente-ricevente in quanto mediato dalla comunicazione.

L’analisi riguarda sia l’effetto della comunicazione sul ricevente, sia l’effetto che la ricezione del ricevente produce sull’emittente.

Per chi si occupa di comunicazione i 5 assiomi di Paul Watzlawick, Janet H. Beavin e Don D. Jackson, rimangono un modello di riferimento per capire le dinamiche comunicative.

Gli autori basano la loro elaborazione teorica su alcune proprietà semplici della comunicazione che hanno natura di assiomi, i quali servono ad illustrare certe caratteristiche di funzionamento della comunicazione interpersonale.

I cinque assiomi sono descritti nel libro di Watzlawick, Beavin e Jackson (1971) “Pragmatica della comunicazione umana”, volume che tuttora rappresenta il principale punto di riferimento nel mondo della comunicazione.

 

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1°ASSIOMA E’ IMPOSSIBILE NON COMUNICARE

La non – comunicazione è impossibile, perché qualsiasi comportamento comunica qualcosa di noi ed è impossibile avere un non – comportamento.

Il comportamento ha dunque valore di messaggio. Anche una Persona passiva e silenziosa trasmette la volontà di non comunicare e sta comunque inviando un messaggio. Comunica di non voler comunicare.

“L’attività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri, e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro”.

La comunicazione può essere involontaria, non intenzionale, non conscia e anche inefficace, ma avviene comunque.

 

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2°ASSIOMA ESISTONO DUE LIVELLI DI COMUNICAZIONE: CONTENUTO E RELAZIONE

Watzlawick afferma che esistono due livelli di comunicazione: il primo è quello del contenuto che indica cosa stai comunicando, il secondo è quello della relazione che indica il tipo di relazione che vuoi instaurare con la Persona a cui ti rivolgi.

“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione”.

I messaggi che gli esseri umani si scambiano tra loro non possono essere considerati semplici trasmissioni di informazioni. Oltre al contenuto oggettivo del linguaggio, ossia i dati che esso trasmette in superficie, c’è anche un aspetto che definisce la relazione stessa dei soggetti interessati.

In sostanza, conta “che cosa diciamo” e anche “come lo diciamo”.

Ogni comunicazione comporta di fatto un aspetto di metacomunicazione che determina la relazione tra i comunicanti.

“La capacità di metacomunicare in modo adeguato non solo è conditio sine qua non della comunicazione efficace, ma è anche strettamente collegata al problema della consapevolezza di sé e degli altri”.

Ad esempio, una Persona che emette un ordine, oltre al contenuto (cioè la volontà che il destinatario del messaggio compia l’azione indicata), definisce anche il tipo di relazione che intercorre tra chi comunica e il suo destinatario, in questo caso quella di superiore/subordinato. L’aspetto relazionale dà senso al contenuto. 

 

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3°ASSIOMALA PUNTEGGIATURA DELLE SEQUENZE DEGLI EVENTI DEFINISCE LA RELAZIONE

Le persone comunicano con una serie ininterrotta di scambi. Ognuno utilizza il proprio punto di vista e interpreta i messaggi alla luce di questo, ovvero ciascuna Persona utilizza la propria punteggiatura per organizzare, decifrare, attribuire significato agli scambi con l’Altro.

Ad esempio, nella vita di coppia, il rischio è quello di osservare la situazione esclusivamente dal proprio punto di vista, usando cioè la propria punteggiatura e non riuscendo a cogliere quella dell’Altro.

La punteggiatura utilizzata da una moglie può sottolineare che il marito sia sempre taciturno e di cattivo umore al punto di portarla ad arrabbiarsi e alzare la voce. La punteggiatura utilizzata dal marito, invece, parte dall’evento della moglie arrabbiata a cui lui reagisce col malumore e stando zitto.

La realtà, secondo Watzlawick, è un circolo vizioso infinito nel quale gli scambi comunicativi continuano a influenzarsi reciprocamente.

La punteggiatura (o, semplicemente, il punto di vista) determina i comportamenti ed è quindi alla radice dei conflitti di relazione.

 

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4°ASSIOMA – LA COMUNICAZIONE AVVIENE ATTRAVERSO CANALI VERBALI (digitali) E NON VERBALI (analogici)

La comunicazione verbale o digitale riguarda l’utilizzo delle parole e la costruzione logica delle frasi, secondo le strutture grammaticali e sintattiche della propria lingua.

La comunicazione verbale (CV) utilizza un codice digitale fatto di segni, cioè di simboli utilizzati convenzionalmente per designare una determinata parola.

È il livello che indica ciò che si dice o, nel caso della comunicazione scritta, ciò che si scrive.

La comunicazione non verbale (CNV) o analogica si basa invece sulla somiglianza (detta appunto analogia) tra la comunicazione in essere e l’oggetto stesso della comunicazione.

Questa tipologia di comunicazione acquisisce significato considerando il contesto in cui ha luogo l’interazione (come l’espressione del viso o la cadenza delle parole).

CV e CNV sono due sistemi comunicativi congruenti tra loro. Se una Persona afferma di essere interessata a ciò che stiamo dicendo, ma guarda altrove, si verifica una discrepanza tra il contenuto e la forma che mina l’esito della conversazione stessa e in alcuni casi, anche della relazione.

La comunicazione non verbale include la postura, il movimento, i gesti, l’espressione del volto, il tono di voce e il ritmo, altre espressioni sonore, la posizione che si occupa nello spazio, l’abbigliamento, l’andatura, etc.

La modalità non verbale è più utilizzata per esprimere e dare senso alle relazioni (metacomunicare), la modalità verbale è quella predominante per esprimere contenuti.

Incongruenze tra CV e CNV all’interno di relazioni significative (squalifica, rifiuto, disconferma relazionale – “tu non esisti”), se riprodotte in modo costante nel tempo, andando ad invalidare il riconoscimento di Sé, possono condurre all’espressione di sofferenza psicologica.

 

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5°ASSIOMALE INTERAZIONI POSSONO ESSERE COMPLEMENTARI O SIMMETRICHE

Si ha un’interazione simmetrica quando gli interlocutori si considerano sullo stesso piano, e quindi di pari livello. In questo caso, la Persona tende a rispecchiare il comportamento dell’altra, arrivando spesso ad accesi scontri, considerandosi sullo stesso piano.

Un’interazione simmetrica è tra pari.

L’interazione complementare, al contrario, si verifica quando gli interlocutori non si considerano sullo stesso piano. Ciò emerge chiaramente dai loro scambi, che pongono uno dei due in una posizione di superiorità e l’altro in una posizione subordinata.

Un esempio le interazioni tra dipendenti e datori di lavoro.

Un’interazione complementare può essere quella padre-figlio, soldato-ufficiale, capo – dipendente, etc.

L’interazione simmetrica tende a ridurre le differenze mentre l’interazione complementare tende ad amplificarle.

 

Comunicazione efficace

La comunicazione è fondamentale per la nostra COMPETENZA SOCIALE, poiché ci permette di entrare in rapporto con gli altri.

Chi è caratterizzato da una buona capacità comunicativa e sociale, riesce a stare bene con se stesso, ma soprattutto riesce a sviluppare una capacità fondamentale nota come INTELLIGENZA SOCIALE, che secondo Daniel Goleman si basa “sulla capacità di mantenere rapporti armoniosi con gli altri senza rinunciare all’assertività”.

Quando parliamo di competenza sociale, facciamo riferimento anche all’efficacia dello stile di comunicazione, dunque, la Persona comunica efficacemente quando riesce a far arrivare il suo messaggio all’interlocutore, quando riesce a farsi comprendere.

Molte volte gli scambi comunicativi sono caratterizzati proprio dall’inefficacia: il messaggio non viene comunicato ottimamente e, quindi, l’interlocutore non lo comprende. Questo non può che insidiare il rapporto tra gli interlocutori.

 

Strategie per comunicare in modo efficace

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Intervento terapeutico

Quando le nostre relazioni non funzionano come vorremmo, sentiamo un forte senso di disagio, che può tradursi in ostilità e rabbia, disprezzo, paura, gelosia verso l’Altro, in desiderio di fuga o anche in senso di confusione e smarrimento.

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Molti problemi di relazione e molte crisi dipendono da incomprensioni che se non affrontate possono anche arrivare a produrre un blocco nella comunicazione invalidando le nostre relazioni interpersonali.

Negli scambi comunicativi che intratteniamo non è detto che l’Altro ci comprenda, perché non è affatto scontato che assegni alle nostre parole il significato che noi gli diamo, provi le stesse emozioni, abbia i nostri stessi obiettivi, speranze e paure, veda la situazione come noi.

Comunicare è difficile e l’Altro può fraintendere e, allora, è fondamentale ascoltarsi a vicenda in modo da riconoscere e chiarire le differenze giungendo a comprendersi con reciprocità.

Saper comunicare è di fondamentale importanza per acquisire informazioni (inviare, trasmettere, trasferire, far conoscere), costruire e mantenere relazioni soddisfacenti, persuadere e convincere gli altri delle nostre idee e ragioni.

 

Comunicare in modo efficace significa: 

  • Far capire agli altri il tuo punto di vista.
  • Comprendere le motivazioni e i problemi dell’interlocutore.
  • Scoprire il ruolo del comportamento non verbale.
  • Diventare consapevole del proprio stile comunicativo.
  • Assumere il punto di vista degli altri.

 

Saper gestire la comunicazione significa limitare ansia, stress, aumentare la fiducia in se stessi e nelle proprie risorse.

Intraprendere un percorso di autoriflessione circa le proprie modalità relazionali e il proprio stile comunicativo, nonché della componente emotiva ad essi connessa, consente di AUMENTARE LA COMPETENZA COMUNICATIVA, di comunicare in modo più soddisfacente con se stessi e con gli altri, favorire un miglioramento nei rapporti interpersonali, sperimentare una maggiore consapevolezza di Sé, sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere i propri bisogni in modo diretto e senza timore, acquisire padronanza di se stessi e un maggiore senso di autoefficacia e autostima, perseguendo i propri obiettivi relazionali, affettivi e professionali con determinazione, forza e libertà decisionale.

Un percorso psicologico personalizzato, per potenziare la propria INTELLIGENZA SOCIALE, può consentire di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione disfunzionale di particolari schemi di ragionamento automatici, i quali vanno identificati e messi in discussione, facendo emergere modalità comunicative e relazionali più efficaci ed evolutive da spendere all’interno dei propri mondi relazionali.

 

Strumenti d’intervento

Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, Carte Dixit, esercizi di role play, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi e relazionali, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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