Coping
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Il concetto di coping si riferisce al modo in cui le persone rispondono e fronteggiano situazioni avverse e sfidanti.

 

Che cos’è il coping?

Il termine “coping”, tipicamente associato al concetto di stress, deriva dall’inglese “to cope with” e significa fronteggiare, reagire, resistere, gestire.

Il coping è oggi considerato un processo adattivo e dinamico, in quanto si esprime nell’interazione e influenza reciproca tra Persona e ambiente.

 

La teoria cognitivo transazionale di Lazarus e Folkman

La più nota formulazione teorica sul coping e sullo stress è quella proposta dallo psicologo americano Richard Lazarus (1974), poi rielaborata con la psicologa americana Susan Folkman (1984). La teoria cognitivo transazionale considera lo stress come esito della transazione tra variabili ambientali e personali, mediate da valutazioni cognitive.

Secondo gli autori, il coping è un processo adattivo dato dagli sforzi operati per gestire le richieste del contesto. Le persone interpretano gli eventi in modo immediato ed è principalmente questa valutazione cognitiva dell’evento, piuttosto che l’evento in sé, a innescare o meno una reazione.

 

Si possono distinguere due momenti del processo di VALUTAZIONE:

  • Durante l’appraisal primario si opera una prima valutazione rispetto al significato di un evento, interpretato come rilevante o meno per il proprio benessere e i propri scopi.
  • Nell’appraisal secondario, invece, si valutano le modalità con cui far fronte alla situazione, esaminando le risorse e le opzioni di cui si dispone.

 

Queste modalità sono definite strategie di coping e fanno riferimento all’insieme di sforzi cognitivi e comportamentali finalizzati alla gestione e al controllo dell’evento stressante.

Modificare in un secondo momento il significato attribuito all’evento è definito reappraisal. Esso può avere due accezioni: da un lato si configura come una nuova valutazione dell’evento in seguito alla strategia di coping utilizzata, dall’altro può essere esso stesso una forma di coping, teso a modulare l’impatto emotivo delle situazioni stressanti.

 

Strategie di coping

Parlando di strategie di coping si fa riferimento alle modalità con cui le persone affrontano le diverse situazioni, comprese quelle stressanti.

Due diverse strategie di coping:

  • Strategia centrata sul problema (problem-focused coping), per cui la Persona esplora le proprie capacità di affrontare e dominare l’evento, compiendo delle azioni per intervenire direttamente sul problema.
  • Strategia centrata sull’emozione (emotion-focused coping), ovvero tentativi regolativi di modificare l’impatto emozionale negativo dell’evento.

 

Le strategie di coping sono modalità che definiscono il processo di adattamento alla situazione stressante.

 

coping

 

Oltre alle due principali strategie di coping, centrata sul problema e centrata sull’emozioni, altre ricerche hanno descritto la:

  • Strategia di coping proattivo: cerca di anticipare i problemi per poterli gestire quando si presentano.
  • Strategia di coping sociale: prevede il supporto da parte di amici e familiari.
  • Strategia di coping centrata sul significato: nasce dal cercare di dare un senso e trarre insegnamento dalle avversità.
  • Strategia di coping centrata sull’evitamento: rappresentata dal tentativo di ignorare la minaccia o distanziarsene con espedienti sociali o distraenti. In molti casi, un coping di evitamento può diventare uno dei fattori di mantenimento del problema. Ad esempio, “Se io temo le discussioni col mio capo e lo evito, non sviluppo le competenze per gestire la relazione con lui, sperimentando e mantenendo un vissuto di paura”.

 

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Queste risorse di coping connoterebbero la Persona resiliente, in grado di superare le difficoltà e trarne un arricchimento in termini di risorse e crescita personale.

 

Coping e resilienza

La definizione e le caratteristiche del coping appaiono simili al concetto di resilienza. Pur avendo diversi elementi in comune, questi costrutti sono però distinti, in quanto le strategie di coping si inseriscono nel più ampio fenomeno della resilienza.

Photo by Alicia Mary Smith on Unsplash

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La resilienza costituisce la capacità di affrontare e superare gli eventi stressanti, continuando ad incrementare le proprie risorse e riorganizzando positivamente la propria esperienza. L’evento stressante viene affrontato e superato efficacemente, mentre il concetto di coping rimanda alla messa in atto di strategie nel tentativo di far fronte all’evento, con la possibilità che queste non portino a una risoluzione positiva (coping funzionale e disfunzionale).

 

La definizione di coping si basa su tre presupposti:

  1. Il primo è relativo alle modalità di resistere agli eventi stressanti e dunque alla capacità di far fronte a. Quando si parla di individui resilienti, l’evento stressante è affrontato e superato con successo, mentre il coping rimanda solo alla messa in atto di strategie, che potrebbero non condurre ad una risoluzione positiva.
  2. Il secondo presupposto del coping fa riferimento alla capacità di continuare a svilupparsi e aumentare le proprie competenze, nonostante le condizioni avverse, mentre nella reintegrazione resiliente possono essere potenziate anche l’autostima o l’autoefficacia.
  3. Il terzo presupposto è riconducibile alla riorganizzazione positiva della vita. Questo significa che, mentre la resilienza si iscrive in un contesto temporaneamente dilatato, le strategie di coping riguardano le risposte a una certa situazione hic et nunc.

 

Una serie di studi, che collegano la resilienza al coping, hanno fornito la dimostrazione che le persone resilienti usano l’umorismo, l’esplorazione creativa, il rilassamento e il pensiero ottimistico, come strategie di coping.

 

Intervento terapeutico

In ogni contesto quotidiano ci troviamo ad affrontare situazioni che mettono a dura prova le capacità di adattamento.

Un evento è considerato più o meno stressante in base alla valutazione soggettiva che ne viene fatta. La valutazione soggettiva si basa sull’idea delle risorse che la Persona ritiene di possedere per poter affrontare quell’evento.

 

La comprensione delle proprie risorse è data dall’immagine che una Persona ha di se stessa.

 

Le persone che si percepiscono come fragili tendono di solito a sovrastimare la difficoltà delle situazioni e pensano di non essere in grado di affrontarle senza che qualcuno li aiuti. Al contrario, chi è abituato a considerarsi autonomo e in grado di farcela da solo, affronta le situazioni difficili contando solo sulle proprie forze, talvolta anche quando la situazione e le risorse a disposizione richiederebbero un aiuto esterno.

Ci sono, poi, persone in grado di valutare in che misura possano contare sulle proprie forze e quanto possa essere utile ricevere un supporto, apprendere nuove strategie per gestire eventi ansiogeni o stressanti. Quest’atteggiamento richiede però consapevolezza di Sé e fiducia nei confronti degli altri.

Non solo disporre di un buon repertorio di coping ci aiuta a vivere meglio e a adattarci alle difficoltà, ma anche reagire con minor attivazione emotiva e stress davanti alle sfide di ogni giorno.

 

Vuoi migliorare le tue capacità di coping? 

 Nella tua quotidianità, puoi iniziare a domandarti:

  • Reagisci in maniera attiva o passiva allo stress?
  • Pianifichi e fai problem solving oppure improvvisi in base alle emozioni del momento?
  • Reagisci con ostilità oppure riesci a rimanere calmo?
  • Cerchi il supporto di altre persone?
  • Cosa stai evitando di fare? Perché?
  • Quali aspettative hai?
  • Come si dovrebbero comportare le altre persone coinvolte nelle situazioni stressanti o problematiche?
  • Quali abitudini automatiche compaiono nei momenti di maggiore stress e difficoltà?
  • Quali abitudini costruttive stai accrescendo?
  • Etc.

 

Un percorso psicologico punterà a potenziare l’autostima, il senso di autoefficacia, la consapevolezza circa i propri circoli viziosi cognitivi, emotivi e comportamentali, introducendone di più adattivi, potenziare la competenza emotiva, ma soprattutto stimolare la Persona verso la proattività.

Photo by American Public Power Association on Unsplash

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La Persona proattiva non aspetta che le cose accadano, subendole, ma si organizza per modificare gli eventi a proprio vantaggio e adotta strategie di regolazione emotiva più funzionali all’adattamento.

Gli individui proattivi hanno la percezione di essere in grado di cambiare gli eventi e si adoperano per trovare le risorse cognitive, emotive e relazionali necessarie per pianificare le strategie di intervento che ritengono più efficaci. Quando modificare la situazione non è possibile, anziché adottare atteggiamenti di evitamento o di impotenza e chiusura verso il cambiamento, le persone proattive cercano di modificare i propri sistemi di significato in modo che le esperienze negative possano essere considerate elementi di valore per la propria esistenza sia sul piano personale che relazionale.

In questa prospettiva, le situazioni stressanti costituiscono una palestra, sia per ampliare il patrimonio di risorse a cui attingere per affrontare le difficoltà, sia per scoprire e arricchire il proprio valore personale. Qui è possibile osservare come, contrariamente agli altri stili di coping, l’individuo che adotta un coping proattivo, assuma una posizione ottimistica nei confronti della vita, caratterizzata da apertura al cambiamento e da aspettative positive.

Se stai vivendo un momento di cambiamento della tua vita, durante il quale devi prendere delle decisioni e/o ti trovi dentro ad una situazione nuova e ti accorgi di avere delle emozioni contrastanti, ti senti disorientato e stressato, concediti la possibilità di chiedere un aiuto per riordinare le idee, lavorare sulla paura che ti blocca nell’andare incontro al cambiamento, individuare gli schemi automatici e disfunzionali di ragionamento che impediscono la tua evoluzione, focalizzare meglio i tuoi obiettivi, esprimere i tuoi reali bisogni e acquisire maggiore CONSAPEVOLEZZA E PADRONANZA DI TE STESSO, migliorando la qualità della tua vita relazionale, affettiva e professionale. 

 

Strumenti d’intervento

Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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