Doverizzazione
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Il dovere è un comportamento imposto da una norma, un obbligo dettato dal sistema socioculturale e dalle convinzioni erronee introiettate nell’infanzia, che conduce la Persona a fare determinate cose.

 

Il senso del dovere è un obbligo che nasce da impegni presi in modo più o meno consapevole.

Parole chiave:

  • Obbligo: non è quindi una raccomandazione, un consiglio, un invito, etc.
  • Impegno: cioè una promessa o comunque un atto chiaro.
  • Consapevolezza: il senso del dovere può nascere da condizionamenti (l’impegno è allora poco consapevole) o da leggi, regolamenti e disposizioni chiare.

 

Fare quello che è giusto fare

Il “DEVO” può divenire una parola pesante quando la vita individuale si riempie di un forte senso di dovere rischiando di venire intrappolati in una trappola di dovere, dove non c’è più spazio per i propri bisogni, per i propri desideri, per l’espressione libera del proprio Sé.

La Persona finisce per sopprimere le proprie esigenze compiendo il proprio dovere indipendentemente da quanto ciò possa pesare per se stessa, perché non farlo innescherebbe un forte senso di colpa.

Si parla in questo caso di DOVERIZZAZIONEche comporta una estrema rigidità nel focalizzare la propria attenzione su una vita quotidiana strutturata all’insegna di compiti che devono essere eseguiti scrupolosamente, senza se e senza ma. Subentrano degli standard di comportamento dettati dal bisogno di prendersi cura degli altri e soddisfare le necessità e le aspettative degli altri. Le proprie emozioni e la ricerca del proprio piacere vengono recepiti come punti di debolezza e repressi.

Nel tentativo di ottenere amore, approvazione e stima, la Persona “doverizzata” non solo finisce con il rinunciare ai propri criteri di valutazione e a modificarli sull’indicazione di quelli altrui, ma perde anche la fiducia nella propria sensibilità di discriminare certi aspetti dell’esperienza attuale come guida al suo comportamento, anche se i valori che assume sono in netto contrasto con i suoi bisogni.

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Anche se questi valori non conciliano con le proprie preferenze, la Persona “doverizzata” vi si attacca rigidamente per non dover mettere in discussione il modello educativo ricevuto dalle figure significative che la hanno cresciuto. Per esempio, una Persona che non si permette di rilassarsi quando ha bisogno di riposare, probabilmente ha appreso l’idea/il valore che: “chi si riposa è uno sfaticato, un fannullone”.

La Persona pur essendo stanca e avendo bisogno di riposare continua a lavorare nonostante la sua volontà confligga / sia discrepante con quella originaria.

I valori che la Persona non condivide diventano delle imposizioni, dei DEVO, che la costringono a fare quello che in realtà non desidera.

Trasgredire il DEVO significa deludere chi le ha trasmesso quel modello educativo, temendo di perdere il suo affetto e la sua ammirazione.

Il criterio secondo cui la Persona definisce i suoi valori è il parametro in base al quale viene apprezzata e accettata e, dunque, assume per Sé quei valori che gli assicurano stima e affetto, ovvero il valore del poter essere amata.

 

Io ho un valore -> Io posso essere amato

Se non vengo amato e stimato dagli altri non valgo nulla.

 

Da qui discende, il senso del dovere: io faccio quello che tu vuoi, quello che tu desideri, quello che tu ti aspetti, per ottenere un giudizio favorevole come prova o garanzia del mio valore.

Nel caso in cui questo non accada la Persona “doverizzata” si sente in colpa per aver agito in maniera sbagliata, che si traduce nella convinzione che non sono buono a nulla’, assumendosene la piena responsabilità anche rispetto a quello che non le compete.

La colpa diventa un’autocondanna, come fosse una punizione, giustificata dal fatto che si vergogna per quel che si ha fatto.

 

Tipologie di doverizzazioni

Da piccoli ci hanno insegnato che: “devi essere un bravo bambino”, “devi essere educato e rispettoso”, “devi fare l’Università così troverai un lavoro fisso”, etc.

In quel momento, dentro di noi si sta costruendo uno schema, che è fatto da una parte di regole funzionali che servono per vivere nella società e da una parte di regole che portiamo dentro la nostra visione del mondo e da cui può dipendere una certa rigidità mentale, emotiva e comportamentale.

 

Se le regole sono troppe e abbiamo troppi obblighi da rispettare, rischiamo di rimanere intrappolati. Di seguito, ne vengono descritte alcune:

DOVERIZZAZIONI SU SE STESSI

Queste doverizzazioni fanno sperimentare alla Persona uno stato di ansia e depressione, un senso di insicurezza e inadeguatezza quando non riesce a realizzare gli obiettivi. Esempio: “io devo assolutamente avere successo in ogni attività”, “io devo essere assolutamente essere amato e ammirato dalle persone a cui voglio bene”, “io devo essere perfetto in tutto quello che faccio”, etc.

 

DOVERIZZAZIONI SUGLI ALTRI

Queste doverizzazioni generano nella Persona rancore, rabbia, aggressività poiché gli altri non si adeguano ai suoi voleri e non la trattano precisamente come lei hai imposto. Esempio: “le altre persone devono sostenermi nel raggiungere i miei obiettivi”, “gli altri devono amarmi e stimarmi quando lo desidero”, etc.

 

DOVERIZZAZIONI SULLE CONDIZIONI DI VITA

Queste doverizzazioni fanno sperimentare alla Persona depressione, scarsa tolleranza alle frustrazioni, propensione a procrastinare. Esempio: “il tempo deve essere adeguato in base ai miei impegni”, “le posizioni economiche e politiche non devono andare contro i miei interessi personali”, etc.

Ogni volta che la Persona ha in mente un obiettivo specifico che desidera raggiungere, ma non si appesantisce (completamente) di doverizzazioni e pretese derivanti dal proprio modello educativo e socioculturale, sperimenterà emozioni correlate all’evento specifico, emozioni adeguate, come ad esempio, tristezza, rimpianto, frustrazione, dispiacere, ansia, ma non sarà sopraffatta dal senso di colpa.

 

doverizzazione

 

Scoprire le proprie doverizzazioni, metterle in discussione e abbandonarle, tornando ad avere preferenze realistiche, a soddisfare i miei reali bisogni e desideri implica poter essere se stessi ed esprimere i propri bisogni liberamente.

 

Intervento terapeutico

Essere responsabili è senza dubbio una buona qualità, ma diviene pericoloso aderire rigidamente al senso di responsabilità nel momento in cui questo diviene prioritario rispetto ai bisogni, esigenze, obiettivi che vorremmo realmente soddisfare e raggiungere.

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Aderire ciecamente alle imposizioni della doverizzazione può impedirci di scoprire chi effettivamente siamo e che progetti vogliamo realmente realizzare e dove vogliamo andare. 

Un alto grado di doverizzazione non influisce solamente sul benessere personale di chi li subisce, ma anche nella qualità delle relazioni interpersonali.

Gli standard rigidi su come devono comportarsi e su cosa devono pensare gli altri si trasformano infatti facilmente in rabbia o atteggiamenti aggressivi.

Questo accade perché le altre persone, nella maggior parte dei casi, non si comportano secondo le aspettative della Persona “doverizzata”, la quale, penserà: “Come si permette a trattarmi così?”, “Deve capire sempre i miei bisogni”, “Gli altri devono capire le mie motivazioni”, etc.

Talvolta, la Persona “doverizzata” può sentirsi diversa dagli altri, isolata, non compresa o può pensare che le altre persone vogliano ferirla volontariamente.

 

Sia che i  DEVO siano rivolti a se stessi, sia che siano indirizzati al comportamento degli altri, COME È POSSIBILE MODIFICARLI?

Iniziamo con delle domande:

  • Da quali esperienze (relazionali, sociali, culturali, etc.) derivano le mie convinzioni?
  • Qualcuno ha influenzato le mie convinzioni?
  • Quali prove sostengono la validità dei miei pensieri? Quali prove la invalidano?
  • Quali vantaggi e svantaggi mi porta questo modo di pensare?
  • COSA ACCADE SE SOSTITUISCO “DEVO” CON “VORREI”? (es. “mio marito mi deve ascoltare di più” -> “vorrei che mio marito mi ascoltasse di più”).
  • Cosa penso e sento quando dico “devo”?
  • Cosa penso e sento quando dico “vorrei”?
  • Quali sono le differenze tra il “devo” e il “vorrei”?

 

doverizzazione 1

 

Intraprendere un percorso psicologico su di Sé può essere utile per comprendere meglio se stessi, riscoprire i propri desideri, i propri bisogni e le proprie esigenze personali ed arrivare a poter permettersi di non autoimporsi dei comportamenti, di non vivere attraverso i “DEVO”, per riuscire a chiedere senza sensi di colpa, mettendo al centro della propria vita se stessi e ritornare a fare per il piacere di fare e non solo per il dovere.

Svincolarsi da quegli schemi appresi nel passato, che se non faccio quello che mi dicono, soddisfacendo i loro bisogni e assecondando le loro aspettative “io non sarò amato”, “io non avrò valore”, significa riconquistare la libertà del proprio Sé.

 

Comprendere se stessi agevola il processo di cambiamento ed evoluzione di Sé.

 

Per riattivare, potenziare e allenare questo tipo di competenza, è possibile intraprendere un percorso psicologico che possa aiutare la Persona a conoscere chi è veramente, aldilà delle proprie quotidiane identificazioni, svincolata da tutti gli schemi emotivi, cognitivi, relazionali e sociali acquisiti.

Diventare consapevoli di quello che blocca la propria naturale espressione è nelle nostre possibilità. Questi condizionamenti sono idee che abbiamo di noi stessi, acquisite nel corso della nostra storia personale e che, con il passare del tempo, hanno acquisito forza, cristallizzandosi.

 

Un intervento psicoterapeutico si pone l’obiettivo di:

  • Approfondire la propria storia di vita. 
  • Esplorare la storia familiare e le modalità relazionali, emotive ed affettive acquisite nei propri contesti significativi di appartenenza.
  • Riportare alla luce una percezione reale di se stessi, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da ricordi, eventi ed esperienze passate.
  • Rielaborare le esperienze negative inerenti ai legami di attaccamento insicuro per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti.
  • Individuare, destrutturare e ristrutturare gli schemi distorti di funzionamento legati alla doverizzazione, al proprio valore “IO NON VALGO”, “IO NON MI POSSO AMARE”, “IO NON SONO AMABILE” e le implicazioni che ne derivano da un punto di vista cognitivo, emotivo, psicologico, affettivo, comportamentale e relazionale, comprenderne i significati, sostenendo l’apprendimento di una nuova percezione di Sé, più costruttiva ed evolutiva.
  • Svincolare le credenze disfunzionali legate al proprio valore, derivanti da forme di accudimento critiche e ipergiudicanti.
  • Riconoscere e accettare le proprie emozioni e i propri stati d’animo, riducendo l’autocritica e l’auto-colpevolizzazione rispetto a stati mentali positivi.
  • Alleviare il senso del dovere, dedicando del tempo anche ad attività piacevoli e rilassanti.
  • Porsi degli standard meno elevati.
  • Raggiungere una maggiore flessibilità riguardo ai principi etici e morali interiorizzati.
  • Sviluppare abilità volte a tollerare le emozioni intense.
  • Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
  • Agevolare l’esposizione e prevenzione della risposta ai comportamenti disfunzionali connessi alla doverizzazione, cercando di ridurre i comportamenti che mantengono nel tempo la necessità di assecondare sempre i “devo” e mai i “vorrei”.
  • Recuperare una maggiore senso di autostimaautoefficacia in campo sociale, lavorativo e relazionale.
  • Migliorare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico ed emotivo.

 

Strumenti d’intervento

Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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