L’impulsività rappresenta la tendenza alla messa in atto di comportamenti agiti senza un’attenta valutazione delle conseguenze che l’azione può comportare.
Si agisce impulsivamente quando si risponde ad uno stimolo in maniera immediata, quasi automatica, senza pensare.
Un esempio può essere rappresentato dal rispondere subito ad una presa in giro con aggressività, senza valutare se l’altra Persona stia scherzando o abbia l’intento di ferirci.
Lo stimolo a cui si risponde in maniera repentina può nascere sia all’esterno si all’interno della Persona stessa.
Un esempio, del secondo caso può essere rappresentato dal comprare un oggetto eccessivamente costoso per il solo fatto di desiderarlo, senza pensare se ce lo si possa permettere o meno.
L’impulsività è, dunque, l’incapacità di resistere ad un impulso o ad un desiderio.
La Persona impulsiva, prima di mettere in atto il comportamento generalmente avverte una crescente tensione interna. A mano a mano che questa tensione cresce, la Persona sente sempre più il bisogno di ripristinare uno stato di tranquillità, vendicandosi di un’ingiuria, mangiando o facendo l’ennesimo giro di slot machine.
Nonostante l’azione impulsiva sia stata messa in atto per riuscire a rilassarsi eliminando la tensione, spesso le persone impulsive tendono a sentirsi in colpa per ciò che hanno fatto, con continui autorimproveri e promesse a Sé e agli altri di non rimettere in atto l’azione.
Se, dunque, l’agito impulsivo è una modalità che viene messa in atto per potersi sentire bene e liberarsi da una sensazione negativa, spesso questa stessa azione è la causa di forti sentimenti di vergogna e disprezzo.
La personalità impulsiva
La personalità impulsiva si caratterizza per un insieme di elementi che riguardano la regolazione delle emozioni, la messa in atto di comportamenti disfunzionali e la difficoltosa gestione delle relazioni interpersonali.
Impulsività vs Autocontrollo
Al polo opposto dell’impulsività troviamo l’AUTOCONTROLLO, ovvero la capacità di regolare i propri pensieri, emozioni, bisogni e comportamenti.
La Persona con un buon autocontrollo è capace di differire la soddisfazione dei propri bisogni.
Anche l’autocontrollo si può esprimere in modalità disfunzionali. Un eccessivo autocontrollo può impedire la realizzazione dei propri desideri o inibire comportamenti utili a fa sì che gli altri rispettino i propri diritti.
Tecniche per gestire la propria impulsività
PRENDERSI DEL TEMPO TRA LO STIMOLO E LA RISPOSTA, ad esempio, contando fino a 10 prima di agire. Questo intervallo può permettere di valutare il contesto in cui si è presentato tale stimolo, mettendo così in atto l’azione più adeguata a seconda del luogo dove ci si trova. Attendere prima di rispondere permette, inoltre, di avere il tempo di valutare le conseguenze e di considerare quale sia l’obiettivo che si vuole raggiungere.
ATTENDERE PRIMA DI RISPONDERE AD UNO STIMOLO INTERNO O ESTERNO È UTILE PER VALUTARE IL PROPRIO COMPORTAMENTO PRECEDENTE. Pensare, ad esempio, se la fame che si sente sia dovuta a un vero e proprio bisogno di nutrimento o sia un modo per gestire l’ansia o la noia.
Intervento terapeutico
L’impulsività è una scarica, uno sfogo che consente per un attimo di dare ordine, lenire la sofferenza e ridurre il caos; si tratta però di un effetto temporaneo che produce conseguenze negative e rende più difficile l’adattamento all’ambiente, la cura delle relazioni e il percorso di evoluzione personale.
In generale, la caratteristica psicologica che ricorre è la difficoltà a gestire la propria vita psichica, senso di Sé, relazioni, emozioni e comportamenti, in modo stabile, integrato.
Se il tuo pensare, sentire e agire è caratterizzato da condotte impulsive che comportano spesso conseguenze negative per se stessi e per gli altri può essere utile intraprendere un percorso psicologico per imparare a gestire le proprie pulsioni e comprendere la motivazione che innesca gli agiti impulsivi.
Lasciar andare l’impulsività significa accettare la propria vulnerabilità, rientrando in contatto con le proprie emozioni, confrontarsi con se stessi fino in fondo, apprendendo modalità più evolutive e costruttive di affrontare il mondo, gli altri e se stessi, sapendo equilibrare i bisogni personali con le necessità esterne.
Riconoscere, esplorare, accettare, risignificare, gestire e comprendere la funzionalità delle proprie emozioni e degli agiti impulsivi, dei riflessi che essi hanno nella propria vita e in quella delle persone a noi vicine, può essere utile per sperimentare una maggiore PADRONANZA DI SE STESSI e un maggiore senso di autostima e autoefficacia, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali e professionali con determinazione, forza e libertà decisionale.
ACQUISIRE UNA MAGGIORE COMPETENZA EMOTIVA e individuare gli schemi mentali, emotivi e comportamentali, automatici, maladattivi e disfunzionali, appresi all’interno dei propri contesti significativi d’appartenenza e i circoli viziosi, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico e relazionale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, riprendere il controllo della propria vita e riscoprire la possibilità di sentire di meritarsi di essere sereni e liberi dagli impulsi disadattivi all’interno dei propri mondi relazionali.
Strumenti d’intervento
Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
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