Permalosità
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Una Persona si definisce permalosa quando tende a risentirsi facilmente per gesti o parole che per altre persone risultano innocui o non offensivi.

Le motivazioni alla base della permalosità sono molteplici e influiscono in modo significativo nella percezione del Sé e nelle relazioni interpersonali della Persona.

 

I permalosi

In seguito a battute scherzose o ironiche alcune persone rispondono con la chiusura relazionale, ad esempio, mettendo il broncio o evitando di partecipare alla conversazione, nel timore che vengano rivolte loro altre battute magari poco piacevoli.

Solitamente, dietro reazioni di questo tipo si cela la MANCANZA DI AUTOSTIMA. Questo tipo di Persona, non avendo stima di Sé, ricerca negli altri un senso di accettazione e gratificazione. Quando però tale gratificazione non arriva, la Persona permalosa reagisce in modo inopportuno e sgradevole, attirando inevitabilmente ulteriori critiche da parte degli interlocutori. Tale condizione causa un ulteriore calo di autostima nel permaloso.

Oltre alle persone permalose per mancanza di autostima, ci sono quelle permalose piene di Sé, EGOCENTRICHE, narcisiste, le quali tendono a percepirsi impeccabili, perfette e un’eventuale critica proveniente da altre persone è percepita come un fallimento o un tentativo di screditare la loro immagine, il loro valore e il loro operato.

Altre persone permalose hanno una RIGIDITÀ DI PENSIERO, ovvero pensano che le cose vadano dette e fatte in un modo solo. Quando ciò non avviene, si sentono tradite e si offendono. Sono molto suscettibili verso qualsiasi attacco alle loro convinzioni.

 

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Molte persone vivono la propria esistenza sulla base di un parametro irrinunciabile: il giudizio altrui.

 

Se per te sono OK ho valore.

Se per te NON SONO OK non ho valore.

 

Quando ci troviamo in presenza di persone ipersensibili e/o permalose che sentono questa tematica e utilizzano questo schema mentale per relazionarsi all’Altro, quasi sempre ci troviamo a trattare con persone alle quali è mancato il riconoscimento, verso le quali c’è stata una disattenzione nell’accogliere i bisogni, persone squalificate, disconfermate, mai apprezzate dalle figure significative durante l’infanzia, persone che vivono con una ferita affettiva, la ferita dei non amati, la cui profondità varia da Persona a Persona.

La bassa autostima e la percezione del non valore, della non amabilità amplifica l’essere permalosi, sentirsi toccati dalle critiche, che vanno ancora a confermare l’ipotesi del “non valore”, della loro “non amabilità”.

 

Come NON essere permalosi

A prescindere dalle situazioni, dagli aspetti caratteriali di ciascuna Persona, è possibile individuare un elemento comune a tutte le persone permalose: la difficoltà ad accettare le critiche.

Può essere utile iniziare a lavorare sul fatto che le critiche, per quanto possano far male, sono uno strumento utile per poter crescere. Molto spesso, infatti, attraverso le critiche è possibile trasformare aspetti del proprio carattere e della propria personalità che se mantenuti possono invalidare le relazioni interpersonali.

Non tutte le critiche sono pronunciate con l’obiettivo di attaccare o sminuire l’altra Persona. Spesso, le osservazioni che ci vengono rivolte devono essere semplicemente considerate come un incentivo di crescita.

 

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Come gestire una persona permalosa

E’ molto difficile comunicare con un permaloso. Bisogna stare attenti ad evitare certi argomenti, avere cura degli aggettivi da usare, fare molta attenzione ad esporre le proprie opinioni, etc. In presenza di una Persona con questa caratteristica è facilissimo inciampare.

Come comportarsi con un partner, un collega o un amico permaloso?

Utilizzare una comunicazione positiva, un linguaggio positivo, evitando le ambiguità, i doppi sensi, le allusioni, il sarcasmo, non mettendosi sulla difensiva e non sottolineando la sua permalosità, può essere una possibilità comunicativa efficace per relazionarsi con una Persona permalosa.

 

Intervento terapeutico

Una persona realmente sicura di Sé, tendenzialmente, supera serenamente le critiche, utilizzandole come feedback per riflettere sulle proprie eventuali carenze o errori, per migliorarsi e crescere.

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La mancanza di autostima, per contro, fa perdere di vista il fatto che tutti gli esseri umani sono imperfetti e pieni di difetti e, che ognuno ha la propria visione del mondo e i propri metri di giudizio e opinione.

La suscettibilità non comporta disagio e irritazione soltanto verso se stessi, ma influenza le relazioni con gli altri e le reazioni altrui nei diversi contesti d’appartenenza (famiglia, coppia, lavoro, scuola, società, etc.).

Quando una qualsiasi critica, anche la più costruttiva, vien vissuta come un giudizio di valore globale su se stessi, non come un semplice feedback su un aspetto specifico del proprio comportamento, può essere utile intraprendere un percorso psicologico che sblocchi l’effetto paralizzante delle critiche, consenta di acquisire maggiore competenza emotiva, a farsi scivolare di dosso le osservazioni/critiche non costruttive, ascoltando solamente quello che può farci migliorare.

Il senso di un intervento terapeutico va ricercato in un’ottica di promozione della crescita personale, di esplorazione delle potenzialità e delle fallibilità che ci rappresentano, accompagnando la Persona in un processo di ricerca.

 

Decidere di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale significa:

  • Approfondire la propria storia di vita. 
  • Esplorare la storia familiare e le modalità relazionali, emotive ed affettive acquisite nei propri contesti significativi di appartenenza.
  • Riportare alla luce una percezione reale di se stessi, non offuscata e debilitata da pensieri negativi e non evolutivi appresi da critiche, ricordi, eventi ed esperienze passate.
  • Individuare, destrutturare e ristrutturare gli schemi distorti di funzionamento, le credenze negative e disfunzionali legate al proprio valore “IO NON VALGO”, “IO NON MI POSSO AMARE”, “IO NON SONO AMABILE” e le implicazioni che ne derivano da un punto di vista cognitivo, emotivo, psicologico, affettivo, comportamentale e relazionale, comprenderne i significati, sostenendo l’apprendimento di una nuova percezione di Sé, più costruttiva ed evolutiva.
  • Agevolare lo sviluppo della consapevolezza e del collegamento tra convinzioni negative e l’idea di Sé attuale che impedisce alla Persona di sentire di avere valore, indipendentemente dal giudizio e dalle osservazioni dell’Altro.
  • Imparare a mettere dei chiari confini: dove inizio Io, dove inizia l’Altro, consentendo agli altri di avvicinarsi senza esserne sopraffatti. 
  • Imparare a volersi bene, a stare bene con se stessi e ad accettarsi.
  • Imparare a prendersi cura di se stessi, imparando ad imparare dalle proprie esperienze.
  • Acquisire maggiore consapevolezza circa le proprie modalità relazionali e comunicative e le ripercussioni delle stesse nelle proprie relazioni.
  • Imparare a conoscersi meglio e sviluppare l’assertività in modo da poter esprimere i propri bisogni senza timore, contribuendo alla costruzione di un più solido senso di Sé e della propria indipendenza.
  • Potenziare la propria autostima e il senso di autoefficacia, riflettendo sulle proprie vulnerabilità e potenziando i propri punti di forza.
  • Migliorare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico ed emotivo.

 

Strumenti d’intervento

Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDRl’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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