Nell’epoca della velocità e del “tutto e subito”, l’attesa è una delle condizioni vissute con maggior disagio.
L’arte di aspettare è in disuso, avere pazienza sembra diventato piuttosto sinonimo di “perdere tempo”. Un tempo che sembra fuggire, un tempo che si rincorre in nome di non si sa più cosa. Un tempo che diventa fretta, che diventa ansia.
La pazienza può essere descritta come la capacità di mantenere nei confronti delle avversità un atteggiamento neutro. E’ una qualità e un atteggiamento interiore proprio di chi accetta le avversità della vita con animo sereno e tranquillo, controllando la propria emotività e perseverando nelle azioni.
Essere pazienti vuol dire “saper aspettare”, attendere, ma in maniera attiva di svolgere, ad esempio, degli incarichi per i quali abbiamo avuto il tempo di prepararci o di vivere degli incontri significativi che richiedono di essere vissuti in profondità e con consapevolezza.
Saper aspettare non significa farlo con rassegnazione o passività, ma piuttosto con la capacità di gestire situazioni diversificate con lucidità, senza perdere la calma, adottando un atteggiamento costruttivo.
Spesso la pazienza viene confusa con l’inerzia, la sconfitta, la resa passiva. Attualmente, si è portati a credere che il tempo meriti di essere vissuto solo se adrenalinico, rischiando di compiere errori di valutazione o a compiere azioni impulsive che fondamentalmente non corrispondono al nostro modo di essere.
Una ricerca inglese ha calcolato il limite massimo di attesa sopportato da una Persona, sia che si tratti di un call center o del cameriere al ristorante. L’essere umano in media perde la pazienza dopo 8 minuti e 22 secondi. Al computer, la soglia di sopportazione si abbassa ulteriormente: si è dimostrato, infatti, che se un download dura più di un minuto, l’umore inizia ad alterarsi, raggiungendo il picco dopo 5 minuti e 4 secondi di attesa.
Tali risultati sono indicativi del fatto che nella società attuale, la giusta percezione del tempo ha subito un cambiamento radicale, portandoci ad essere più veloci e reattivi, costantemente proiettati al futuro, sempre ansiosi per delle scadenze in arrivo o per degli impegni da rispettare.
L’incapacità di attendere, a cui spesso fa seguito il continuo passare da un’esperienza all’atra, spesso nasconde la tendenza ad annoiarsi facilmente, riscontrabile, in genere, in ambiti diversi: relazioni sentimentali, amicizie, hobby, lavoro.
Il risultato di questo stato di noia è un senso di insoddisfazione generale, rabbia, frustrazione e senso di inutilità che spinge a cercare cose ed emozioni sempre nuove, in un circolo vizioso fatto di entusiasmi appena sperimentati e ricerca affannosa del nuovo.
Come coltivare la pazienza
IMPARA A VIVERE IL QUI ED ORA
Spesso l’impazienza deriva dalla difficoltà nell’ascoltare le proprie emozioni e vissuti nel qui ed ora, specialmente se spiacevoli come frustrazione, noia e rabbia. Imparare a vivere il momento presente e accogliere ciò che ci accade, le opportunità di un momento “vuoto”, è qualcosa di importante per migliorare la propria pazienza e per non farsi prendere dall’ansia.
RIDIMENSIONA LE ASPETTATIVE
Le aspettative non permettono di vedere i traguardi raggiunti, le competenze acquisite e quanto si è costruito. Un’autoriflessione più attenta potrà permettere di capire cosa si può raggiungere e cosa no e in quali tempi, così da ridurre il vissuto negativo di fronte all’attesa.
PONITI OBIETTIVI REALISTICI
Imparare, con consapevolezza, a costruire degli obiettivi che siano raggiungibili partendo dall’analisi della condizione attuale, delle risorse e dei limiti può è essere la via migliore. In questo modo, l’impegno per raggiungerle sarà mirato e le energie ben investite. La pazienza si sviluppa nell’imparare a gestire i differenti step che conducono alla meta finale, senza frenesia.
NON CRITICARE
Il giudizio verso Sé e verso gli altri è un nemico della pazienza. Effetti negativi su di Sé, ad esempio, percepirsi incapaci, pigri, inattivi, hanno effetti poco funzionali per un’azione costruttiva. Concedersi la possibilità di prendersi del tempo, senza giudicarsi è un buon modo per incrementare la pazienza e migliorare il vissuto nell’attesa. Stessa cosa vale per l’Altro. Imparare ad accettare i suoi tempi e le modalità attraverso le quali si esprime, agevola un atteggiamento più propositivo e favorevole all’accettazione reciproca e all’instaurazione di una relazione più solida.
PIANIFICA
Porsi delle priorità e pianificare permette di imparare ad aspettare. Comprendere cosa può attendere e cosa deve essere fatto subito, è infatti un modo per ridurre la frenesia e darsi dei tempi. Pianificare consente di porre più attenzione a quello che si andrà a fare, riducendo il senso di insoddisfazione e inutilità.
CONCEDITI UNA SECONDA POSSIBILITA’
L’impaziente, tendenzialmente, è una Persona determinata che sa come ottenere ciò che vuole, ma poco incline ad accettare un eventuale insuccesso. Comprendere che non riuscire o sbagliare in una determinata circostanza non equivale ad essere degli incapaci, ci consentirà di essere più comprensivi verso noi stessi e di vivere l’attesa di una nuova opportunità come un’occasione per scoprire o ri-scoprire aspetti nuovi di Sé.
Intervento terapeutico
La frase “il tempo è denaro” suggerisce che non c’è tempo da perdere. Sembra che l’uomo moderno sia stato programmato per fare, senza potersi mai fermare, per non perdere tempo, né ricchezze. Tutto ciò ci costringe a vivere a ritmi frenetici, mettendo a repentaglio la propria salute.
Questa dinamica crea sofferenza, frustrazione e stress, inseguiti dall’incubo delle scadenze e dal dover sempre performare velocemente e nel miglior modo possibile, anche se ciò significa sbagliare o lasciarsi scappare grandi opportunità di vita.
L’impazienza ci impedisce di goderci il presente, a causa dei pensieri sempre fissi sul futuro e quando quel futuro arriva, non sempre ci soddisfa.
In questo quadro, la pazienza è una qualità necessaria per poter vivere nel qui ed ora, godendo appieno del momento presente, vivendolo, sentendolo e prendendone consapevolezza.
Coltivare la pazienza favorisce il cambiamento e l’evoluzione del Sé.
Riprendere la propria storia personale, ricontestualizzare gli eventi significativi della propria vita, può essere utile per imparare ad essere pazienti, a fermarsi, per prendere fiato, pianificare e progettare nuove attività e obiettivi futuri.
Fermarsi a riflettere non vuol dire “non muoversi”, ma muoversi meglio, poiché anche un’attesa apparentemente fastidiosa può favorire una riflessione utile ad un nostro miglioramento.
Lasciare che il tempo scorra non vuol dire “stare fermi a guardare la vita che passa”, significa utilizzare il tempo per prendere decisioni, per scegliere la strada da intraprendere e aspettare l’arrivo di opportunità.
Un percorso psicologico può sostenere la Persona ad allenarsi a guardare obiettivamente ciò che ha fatto e a vivere con la certezza di sapere che l’incertezza, quando affiancata da comportamenti e atteggiamenti attivi (riflettere e cercare), non è sinonimo di immobilità, piuttosto è un momento di elaborazione.
Se stai vivendo un momento di cambiamento della tua vita, durante il quale devi prendere delle decisioni sul tuo futuro scolastico, professionale, sentimentale, ti accorgi di avere delle emozioni contrastanti, SENTI DI GESTIRE FATICOSAMENTE IL TUO TEMPO, ti senti disorientato e stressato, vuoi focalizzare e/o valorizzare i tuoi punti di forza per sentirti più determinato nelle decisioni e nelle scelte da compiere, vuoi sentirti in grado di affrontare le situazioni (in famiglia, a lavoro, a scuola, in coppia, etc.), concediti la possibilità di chiedere aiuto per riordinare le idee, spezzare gli schemi disfunzionali di ragionamento che mantengono nel tempo la necessità di assecondare sempre i “devo” e mai i “voglio o vorrei”, svincolarti dalle credenze disfunzionali legate al tuo valore, superando quei condizionamenti che non sono utili alla tua evoluzione ed acquisire maggiore CONSAPEVOLEZZA E COMPETENZA DI TE STESSO per sperimentare una sensazione di soddisfazione, realizzazione e appagamento rispetto agli obiettivi che vuoi raggiungere nella tua vita e rispetto a quello che vuoi realmente diventare.
Strumenti d’intervento
Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role play, Carte Dixit, il potenziamento delle risorse, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio che impedisce di perseguire in modo fluido i propri obiettivi evolutivi, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.