Saper prendere decisioni, scegliendo tra diverse alternative, è una skill importante in diversi aspetti della vita, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) inserisce il Decision Making, o processo decisionale, tra le competenze chiave trasversali conosciute come life skill.
Il Decision Making fa leva sulla capacità di scelta dell’essere umano, cioè sul processo mentale che consente di individuare la strategia di azione migliore tra le alternative possibili. E’ un oggetto di studio interdisciplinare: dalla statistica, alla psicologia, all’economia. I ricercatori di questi diversi campi concordano sull’importanza che hanno due motivazioni nei processi decisionali:
- Il desiderio di ridurre l’incertezza.
- Il desiderio di ottenere un vantaggio.
Il processo decisionale
Il processo decisionale è una componente fondamentale nella vita di ogni Persona. Continuamente, ci troviamo a prendere decisioni, anche nelle situazioni più banali: dal decidere se andare al lavoro in macchina o a piedi, se gustare un gelato al cioccolato o alla crema, se indossare una camicia o una maglietta, etc. Decisioni che, seppur possano sembrare di poco conto, implicano un processo di valutazione, spesso velocissimo. Lo stesso processo di valutazione che affrontiamo quando dobbiamo prendere decisioni di maggiore portata o complessità, come quelle legate al lavoro, alla scuola, alla famiglia, alla coppia o al futuro.
Il Decision Making è un processo strutturato attraverso il quale vengono raccolte informazioni, vengono valutate le diverse alternative, giungendo alla decisione che si ritiene più appropriata.
Il processo è di Decision Making è strettamente legato a quello di problem solving, in quanto entrambi implicano la ricerca di una soluzione. Tuttavia, mentre nel problem solving la decisione è orientata al raggiungimento di un obiettivo specifico, nel Decision Making dobbiamo confrontare e valutare diverse alternative.
Il prendere decisioni implica l’utilizzo di razionalità ed emozioni, ma in alcune situazioni, il cervello attua strategie o scorciatoie cognitive, dette euristiche, che consentono di prendere decisioni rapide e intuitive, risparmiando tempo ed energia mentale.
Il concetto di euristiche fu inizialmente introdotto da Herbert Simon, laureato e Premio Nobel per l’economia, e successivamente approfondito dagli psicologi Amos Tversky e Daniel Kahnemna. Le euristiche sono fondamentalmente delle semplici ed efficienti regole che descrivono come le Persone risolvono le criticità, formulano giudizi e prendono decisioni di fronte a problemi complessi o informazioni incomplete. Queste regole sono basate sul principio fondamentale che il nostro sistema cognitivo opera con risorse limitate. In altre parole, le persone utilizzano strategie per semplificare il processo decisionale e risolvere problemi.
Esistono alcune tipologie di euristiche:
- Euristica della rappresentatività: si valuta l’appartenenza di qualcuno o qualcosa a una specifica categoria basandosi sulla similitudine con le caratteristiche principali della categoria. Esempio: definisco come musicista una Persona che indossa abiti appariscenti, ha i capelli lunghi e i tatuaggi, etc.
- Euristica dell’ancoraggio: si emettono giudizi sulla base di informazioni certe o ambigue cercando dei punti di riferimento a cui ancorarsi. Esempio: quando si compra una macchina, la percezione del costo degli optional è alterata dal prezzo d’acquisto del veicolo.
- Euristica della disponibilità: prendiamo decisioni e/o giudichiamo la realtà in base alla frequenza o alla probabilità con cui un certo evento si verifica intorno a noi. Esempio: giudico la pericolosità di un evento basandomi sulle notizie recenti e sulla loro risonanza mediatica.
Le euristiche sono strumenti cognitivi che consentono alla Persona di elaborare, interpretare e agire nel proprio ambiente, sono parte importante dei processi decisionali e di risoluzione dei problemi quotidiani. Sebbene possano essere utili in molte situazioni, le euristiche possono anche portare a pregiudizi ed errori di valutazione.
In tal senso, può essere utile riconoscere quando ci affidiamo troppo ad esse e INTRODURRE SCELTE SOSTENUTE DA UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DECISIONALE E DAL PENSIERO CRITICO.
Cosa influenza le nostre decisioni?
Per comprendere a fondo come funzioni il processo decisionale è fondamentale identificare, innanzitutto, quali sono i meccanismi cognitivi coinvolti. L’azione del decidere, infatti, richiede l’attivazione di una serie di processi intellettivi: percezione, la memoria, l’attenzione e il ragionamento. Ad esempio, quando si cercano informazioni per prendere una decisione, si utilizza la memoria per richiamare alla mente dati rilevanti e l’attenzione per concentrarsi sulle fonti di informazioni pertinenti.
Non bisogna tralasciare le emozioni, come la paura, la rabbia o la gioia che svolgono un ruolo significativo nelle decisioni umane.
Inoltre, oltre alle euristiche sopra citate, siamo esposti a una serie di bias decisionali, che sono distorsioni sistematiche nel processo decisionale, spesso influenzate dalle nostre emozioni. Ad esempio, il bias di conferma ci induce a ricercare informazioni che confermano le nostre convinzioni, l’effetto alone ci fa giudicare una Persona in base a un singolo aspetto, il bias di ancoraggio ci fa focalizzare su un valore inziale, etc.
Come si fa a prendere una decisione?
Prendere una decisione è un processo spesso impegnativo, ma seguire una strategia d’azione può aiutare. Innanzitutto, definire il proprio obiettivo è fondamentale. In altre parole, bisogna comprendere bene il problema che si sta cercando di risolvere e capire perché è importante. Questo aiuta a stabilire una scala delle priorità. La raccolta di informazioni è il passo successivo. Raccogliere tutti i dati necessari relativi al problema consente di avere una visione più chiara della situazione, generare idee sulle possibili soluzioni e prendere una decisione informata. Ovviamente, bisogna anche tener conto dei propri valori guida, un valido supporto nel determinare la direzione che si intende seguire, e tener presente che un’eccessiva razionalità a volte può essere un ostacolo. L‘intuito, come una specie di scorciatoia mentale del cervello, può infatti fornire spesso indicazioni preziose. Non bisogna poi dimenticare di considerare sempre le conseguenze delle proprie scelte. Ogni decisione avrà un impatto su altre persone e situazioni, sia nel presente che nel futuro, e bisogna valutare bene i pro e i contro delle diverse opzioni al vaglio.
Non esiste una decisione perfetta, esiste solo la decisione migliore in una determinata situazione.
Se sorgono dubbi o incertezze, basta chiedersi come ci si sente interiormente rispetto alla decisione presa e, qualora la risposta non dovesse piacere, cambiare strada.
Quali sono le fasi principali del processo decisionale?
Un processo decisionale efficace può variare a seconda delle situazioni. Detto ciò, è possibile distinguere alcune fasi principali che possono essere adattate sia a decisioni più semplici, sia a decisioni più complesse.
- IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA O DELL’OPPORTUNITÀ: consiste nel riconoscere che vi è una situazione che richiede una decisione, ad esempio, per un problema da risolvere o un’opportunità da cogliere.
- RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI PERTINENTI: dati utili, conoscenze da acquisire, ricordi.
- IDENTIFICAZIONE DEI DIVERSI PERCORSI D’AZIONI O ALTERNATIVE: vengono formulate diverse opzioni o soluzioni per affrontare il problema o sfruttare l’opportunità, che poi vengono valutate sulla base di vantaggi e svantaggi, probabilità di successo. Si soppesano i pro e i contro di ogni alternativa.
- SCELTA: viene selezionata una delle alternative individuate.
- ATTUAZIONE: è il momento di mettere in atto la decisione. Questa fase può includere la comunicazione della scelta fatta o la pianificazione di un piano attuativo.
- VALUTAZIONE DELLA DECISIONE PRESA E DEL SUO IMPATTO: è importante valutare i risultati della decisione presa per capire se è stata efficace e quali eventuali modifiche occorre apportare.
Il processo decisionale non è sempre lineare e può comportare un ritorno a fasi precedenti se emergono nuove informazioni o se le circostanze cambiano. Inoltre, le decisioni possono variare notevolmente in casi complessi, ovvero, le decisioni quotidiane, come cosa mangiare a colazione, possono richiedere solo alcune di queste fasi, mentre le decisioni complesse, come l’acquisto di una casa o la scelta professionale o scolastica, possono richiedere una pianificazione più elaborata e il coinvolgimento di più fasi.
Quali sono gli stili decisionali?
Le persone si avvalgono di vari stili decisionali in base alla loro personalità, esperienza e situazione specifica.
Decision Making in ambito lavorativo
In ambito professionale, il Decision Making è una delle competenze trasversali più richieste.
Questa abilità non solo determina il successo immediato di progetti e iniziative, ma incide anche nella costruzione della propria carriera professionale. La capacità di decidere con saggezza, sotto pressione e in tempi rapidi, è un distintivo di leadership, innovazione e resilienza.
Il decision maker efficace è affidabile, riflessivo, abbraccia la logica e l’intuizione. Si impegna costantemente nell’auto – sviluppo, nell’analisi critica e nella valutazione del rischio.
Da quanto descritto, si può dedurre che chi si trova a prendere decisioni azienda può anche sviluppare una particolare fatica cognitiva (“decision fatigue”), che può comportare anche alti costi, quando il risultato è inefficiente. Al contrario, aziende che si distinguono per la qualità del proprio processo decisionale e, quindi, di decision maker efficaci, ottengono migliori performance.
Un’azienda che vuole migliorare il proprio processo decisionale deve seguire cinque step:
AUTOVALUTAZIONE: Il primo passo è misurare e valutare le proprie capacità decisionali attraverso un’analisi rigorosa e basata sui fatti, strutturata secondo quattro indicatori chiave: la qualità delle decisioni, la velocità con cui vengono prese, l’efficacia della loro esecuzione e lo sforzo impiegato nel processo.
CONCENTRARSI SULLE DECISIONI CHIAVE: Il secondo passo è identificare le decisioni più importanti per il successo dell’azienda. Dal momento che nelle organizzazioni vengono prese quotidianamente migliaia di decisioni, è essenziale concentrarsi su quelle che contano di più sulla base di due criteri: il valore in gioco e il grado di attenzione gestionale richiesta.
RENDERE OPERATIVE LE DECISIONI: Questo passo è mirato a correggere i problemi specifici legati a una decisione, e si concentra su quattro aree: cosa (chiarire l’oggetto della decisione), chi (definire i ruoli delle figure coinvolte nel processo decisionale), come (stabilire il metodo con cui dovrà essere presa la decisione) e quando (definire scadenze e tabelle di marcia).
COSTRUIRE UN’ORGANIZZAZIONE: che supporti un buon processo decisionale a tutti i livelli, agendo sia su quegli elementi “hard” (come struttura e processi), sia su quelli “soft” (come persone e cultura). Un aspetto chiave è quello di mettere le persone giuste nei ruoli chiave che hanno un grande impatto sulle decisioni.
INTEGRARE LE CAPACITÀ DECISIONALI: in questa fase è importante definire quali leader guideranno lo sforzo decisionale e come coinvolgere l’intera organizzazione, incorporare i comportamenti decisionali tramite la formazione e la condivisione delle migliori pratiche.
Focalizzarsi sulla progettazione di ambienti decisionali, e non solo sulle singole decisioni, diventa un fattore di successo strategico, in quanto si tratta di una competenza aziendale che produce vantaggi in termini di produttività e competitività sul mercato.
Un processo decisionale efficace richiede non solo competenze analitiche, ma anche intelligenza emotiva e capacità di comunicazione per gestire l’impatto delle decisioni sulle persone coinvolte. Per questo è fondamentale allenare la propria capacità di prendere decisioni attraverso percorsi di formazione per la leadership e il management.
In questi casi, una CONSULENZA ORGANIZZATIVA può consentire di trovare una soluzione organizzativa efficace ed evolutiva, orientata a creare un ambiente di lavoro equilibrato, produttivo e motivante.
L’obiettivo è quello di intervenire strategicamente a sostegno dello sviluppo dei processi decisionali e del benessere organizzativo, attraverso azioni (formazione, sessioni individuali di supporto psicologico, programmi personalizzati di gestione dello stress e di potenziamento delle performance per leader, manager e team) che connettano la salute psicofisica, emotiva e relazionale individuale e gli obiettivi di business.
Dal pensiero all’azione
Ogni giorno abbiamo a che fare con innumerevoli scelte da fare, dalle più semplici alle più complesse. In alcuni casi prendiamo delle decisioni sulla base di ragionamenti o di automatismi, in altri, invece, abbiamo difficoltà a scegliere tra più opzioni. Non sempre prendere la decisione giusta e focalizzarsi sui propri desideri risulta così semplice, ci ritroviamo bloccati di fronte ad una scelta semplicemente perché abbiamo paura di commettere un errore o di deludere qualcuno.
Questo accade in tutti gli ambiti della nostra vita: nelle scelte personali, quelle lavorative, scolastiche, quelle riguardano la famiglia o la coppia, etc.
Quello che hanno in comune tutte le scelte è che possono determinare il nostro benessere psicologico, emotivo e relazionale. Alcune scelte possono avere impatto di breve o lunga durata sulla nostra vita e su quella delle persone che ci sono vicine ed è proprio questo che ci può mettere in crisi.
Il processo decisionale attraverso il quale prendiamo delle scelte e decisioni è influenzato da molteplici variabili. È un processo che coinvolge aspetti cognitivi, emotivi, relazionali ed esistenziali della Persona. Per questo, UNA SCELTA O UNA DECISIONE EFFICACE NECESSITA DI CONSAPEVOLEZZA E PENSIERO CRITICO.
DECIDERE SIGNIFICA METTERSI IN GIOCO, fare una scelta rinunciando a tutte le altre possibilità, crescere e imparare a capire cosa per me è davvero importante in quello specifico momento della mia vita.
E’ importante comprendere che non esiste una decisione perfetta. Ogni scelta comporta rischi e benefici e ciò che conta è individuare la soluzione che sia più adatta per noi stessi e per gli altri coinvolti nella situazione specifica. Questo concetto è supportato da studi nel campo della psicologia decisionale, che hanno dimostrato che cercare la perfezione può portare a indecisione, insoddisfazione e senso di inadeguatezza.
In che modo prendo le mie decisioni?
Sono influenzato da qualcosa o da qualcuno quando scelgo?
Aspettative e giudizi influenzano le mie scelte?
Le mie decisioni da quali bisogni sono guidate?
Riesco a definire realmente i pro e i contro delle mie scelte?
Riesco a selezionare la soluzione più efficace?
Monitoro l’impatto e mi assumo la responsabilità delle decisioni che prendo?
Perché scelgo sempre d’impulso?
Perché procrastino sempre le decisioni?
Posso migliorare le mie capacità decisionali?
Posso allenare la mia mente per prendere decisioni migliori?
Etc. etc.
Per rispondere a queste ed altre domande è possibile intraprendere un PERCORSO PSICOLOGICO CENTRATO SULLA PERSONA e sullo SVILUPPO DELLA CAPACITA’ DECISIONALE con lo scopo di:
- Approfondire i meccanismi personali che guidano il processo decisionale, analizzandone le dimensioni emotive, valoriali, esperienziali, organizzative e cognitive.
- Individuare ed elaborare gli schemi cognitivi, emotivi e relazionali disfunzionali appresi nei propri mondi relazionali, introducendo un cambiamento adattivo che consenta di approcciarsi alle scelte in modo libero, senza paura di deludere le aspettative dell’Altro, di essere criticati o rifiutati per i propri desideri e bisogni.
- Imparare a mettere dei chiari confini: dove inizio Io, dove inizia l’Altro, consentendo agli altri di avvicinarsi senza esserne plasmati e sopraffatti.
- Sostenere un processo decisionale autonomo.
- Apprendere ad analizzare le criticità e valutare opzioni identificando i pro e i contro di ciascuna scelta.
- Individuare e gestire le “trappole decisionali” che possono ostacolare l’efficacia del processo.
- Imparare a prendere decisioni in contesti di gruppo e situazioni di interdipendenza.
- Potenziare le abilità di coping per il fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
- Acquisire strumenti pratici e metodologie per strutturare il processo decisionale, sviluppando il pensiero critico e analitico.
- Acquisire maggiore consapevolezza di Sé.
- Implementare il senso di sicurezza, potenziare l’autostima, il senso di autoefficacia e la capacità di assumersi le responsabilità di prendere le decisioni per la propria vita.
- Sviluppare il coraggio di rischiare ricordandosi che la scelta perfetta non esiste.
Il senso di un percorso psicologico va ricercato in un’ottica di promozione della crescita personale, di esplorazione delle potenzialità e delle fallibilità che ci rappresentano, accompagnando la Persona in un processo di ricerca e acquisizione di competenze pragmatiche che la conducono ad una espansione di Sé.
Strumenti
Il percorso psicologico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa, la Terapia delle emozioni, la Terapia EMDR, l’Ipnosi ericksoniana, la Terapia cognitivo – comportamentale, la Terapia sistemico – relazionale, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, la Timeline, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, Carte Dixit, esercizi di role play, il Genogramma, Mental Training, etc., che consentono di rintracciare i costrutti, le credenze o gli schemi fissi di ragionamento, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
A chi è rivolto?
- A chi desidera implementare le proprie capacità decisionali.
- A professionisti con responsabilità decisionali che vogliono affinare il proprio pensiero critico per valutare opzioni, identificare rischi e prendere decisioni più consapevoli ed efficaci.
- A manager e responsabili che devono prendere decisioni strategiche e gestire situazioni complesse in azienda, valutandone le implicazioni a lungo termine.
- A chi vuole investire su di Sé e nella propria crescita personale.
Puoi contattarmi per scoprire come possiamo progettare insieme una soluzione personalizzata, in uno spazio professionale, empatico e non giudicante.
Fai il primo passo per aprire le porte a un presente e un futuro di crescita e successo.
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