Il termine depressione viene usato per definire diversi stati d’animo. Nel linguaggio comune, viene utilizzato per descrivere uno stato dell’umore particolarmente negativo, che incide sulla sfera psicofisica e sociale della Persona.
A tutti capita di sentirsi “giù di morale”, di non aver voglia di alzarsi dal letto o di non aver voglia di svolgere un’attività lavorativa o ricreativa che di solito viene svolta.
Vivere un episodio depressivo non significa aver sviluppato un disturbo depressivo maggiore, il quale si esprime attraverso una diversa sintomatologia, difatti, molte persone possono avere oscillazioni del tono dell’umore durante l’arco della propria vita, derivanti da diversificate motivazioni.
I sintomi della depressione
La depressione può presentarsi sotto una grande varietà sintomatologica:
SINTOMI COGNITIVI
- Ridotta capacità di concentrarsi o prendere anche piccole decisioni.
- Distraibilità e difficoltà di memoria.
- Tendenza a incolparsi e svalutarsi, abbassamento autostima.
SINTOMI AFFETTIVI
- Umore depresso, marcata tristezza, senso di impotenza, pensieri negativi.
- Ritiro sociale e abbandono delle attività ricreative.
- Diminuzione del desiderio sessuale.
SINTOMI MOTIVAZIONALI
- Stanchezza anche in assenza di attività motoria.
- Fatica nello svolgere compiti quotidiani, con conseguente riduzione dell’efficienza.
SINTOMI COMPORTAMENTALI
- Appetito aumentato o diminuito.
- Cambiamenti nel ciclo sonno/veglia. Possono manifestarsi insonnia e difficoltà di ripresa del sonno dopo risvegli notturni o ipersonnia, ossia la tendenza a dormire molte ore di seguito.
- Rallentamento motorio e dei pensieri o, al contrario, marcata agitazione e reattività agli stimoli.
SINTOMI FISICI
- Mal di testa, palpitazioni, tachicardia, dolori muscolari, alle ossa, alle articolazioni e addominali.
- Senso di confusione.
- Disturbi gastro intestinali.
Può accadere che la Persona esprima solo i sintomi fisici della depressione senza che vi sia una percezione dell’abbassamento del tono dell’umore da parte della stessa. Quando questi disturbi somatici non sono dovuti a condizioni traumatiche come incidenti o a patologie, alterazioni metaboliche o sforzi muscolari ed è stata esclusa qualsiasi causa organica, potrebbe essere presente uno stato depressivo “mascherato”.
I sintomi della depressione possono ingannare, conducendo la Persona ad attribuirli a normale stanchezza o stress derivanti da difficoltà familiari, di coppia o lavorative. La Persona può trascurarli non riconoscendoli significativi oppure può scegliere di non voler accogliere quanto le sta accadendo.
Come insorge la depressione
Il disturbo depressivo può essere espresso da chiunque e le motivazioni possono essere dettate da molteplici fattori e variare da persona a persona.
I contesti significativi di appartenenza (familiare, lavorativo, sociale), nei quali la Persona è inserita e all’interno dei quali ha appreso il senso del proprio Sé, i propri modelli relazionali, gli schemi cognitivi e comportamentali, possono essere il punto di partenza per ricercare dove tutto è partito, ricollocando quanto emerso nella dimensione temporale presente della Persona.
Oltre a fattori psicologici e sociali, numerose ricerche scientifiche avvalorano la componente genetica nell’espressione della depressione. Da sottolineare che ad essere presumibilmente ereditata geneticamente è la predisposizione a sviluppare il disturbo non il disturbo vero e proprio.
Anche i fattori biologici, ovvero, eventuali alterazioni a livello dei neurotrasmettitori (sostanze che veicolano le informazioni fra i neuroni attraverso la trasmissione sinaptica), del sistema ormonale e nel sistema immunitario possono contribuire all’espressione della depressione. Ad esempio, alterazioni nella regolazione dei neurotrasmettitori come la noradrenalina e la serotonina, alterando la trasmissione degli impulsi nervosi, possono incidere sull’iniziativa della Persona, sul sonno, sul rimuginio e nelle interazioni con gli altri.
Episodi depressivi possono insorgere anche per eventi di vita stressanti e/o traumatici, riconosciuti come fattori precipitanti, lutti, malattie fisiche, cambiamenti di vita, catastrofi, etc., ovvero eventi incontrollabili.
Le strategie per vincere la depressione
Le componenti psicologiche principali che favoriscono il mantenimento della sintomatologia depressiva sono:
- La RUMINAZIONE MENTALE, ovvero, il continuo e ripetitivo interrogarsi sulle cause e sulle conseguenze dei propri problemi e delle proprie difficoltà, impedisce strategie di problem solving. Esempio: “perché capita a me?”, “cosa c’è che non va in me?”, “cosa ho di sbagliato?”, “perché sto così male?”.
- Il RITIRO, ovvero, la riduzione e/o l’evitamento di contatti sociali, delle normali attività quotidiane e dello svolgimento di compiti, si fonda sull’idea di non essere capace, che sia troppo complicato e faticoso, o che non porti alcun beneficio. Il ritiro inibisce la sperimentazione di stati mentali positivi, il senso di efficacia personale, la valutazione oggettiva dei propri limiti e delle proprie capacità.
- L’AUTOVALUTAZIONE NEGATIVA, ovvero, la tendenza a denigrarsi e a valutarsi negativamente come inutile, inadeguato, indegno o sfortunato. Esempio: “non valgo nulla”, “non sono in grado di fare niente!”, “tutti mi considerano un perdente”.
- Il NEGATIVISMO, ovvero, la tendenza a fare previsioni pessimistiche sul mondo e sul futuro, a sminuirsi costantemente e a focalizzare l’attenzione sul mancato raggiungimento degli obiettivi e sull’INSODDISFAZIONE ad essa correlata per non averli raggiunti. Esempio: “ci sarebbe riuscito chiunque”, “se solo ne fossi capace!”
La Persona depressa esprime il proprio Sé attraverso cognizioni disadattive, aspettative irrealistiche e pensieri negativi su se stessa, sul mondo e sul futuro, fa riferimento a dei “doveri” che sente di dover assolvere per rispettare i propri valori, quindi, ogni suo pensiero come “non posso sbagliare”, “se fallisco è perché non valgo nulla”, “non posso essere amato perché non piaccio a nessuno”, “non posso essere debole”, alimenta il proprio disagio non ammettendo possibilità di errore.
È automatico pensare di non piacere o di non riuscire, piuttosto che chiedersi cosa è possibile fare di diverso per raggiungere gli obiettivi. In tal senso, l’attribuzione dei significati alla realtà appare disfunzionale.
Il primo passo è recuperare l’autostima, ovvero potenziare le aree di funzionamento personale che sono state colpite e rese deboli e fragili. L’autostima consente di riconoscere e riscoprire le proprie risorse personali, cognitive e psicologiche al momento offuscate dalla difficoltà sperimentata.
Recuperare la fiducia in se stessi ri – attiva la motivazione che mette in modo il processo decisionale e fa compiere azioni.
Da un punto di vista psicoterapeutico può essere efficace lavorare:
- Sul riconoscimento e sulla gestione delle emozioni, ricostruendo un equilibrio emotivo e acquisendo una competenza emotiva dei propri e degli altrui stati emotivi.
- Sull’avvicinarsi all’idea di ricostruire delle relazioni con gli altri, di sperimentare nuovamente le proprie abilità sociali e comunicative, acquisendone delle nuove, come l’assertività.
- Sull’apprendimento di strategie di coping per controllare e gestire situazioni di stress e ansia.
Cosa possono fare i familiari di una persona depressa?
I familiari che vivono vicino ad una Persona depressa provano spesso un forte senso di insicurezza, talvolta non sanno come reagire o come comportarsi.
Significativo è condividere la possibilità che la depressione non è un destino irreversibile, può essere gestita e/o superata.
I familiari possono sostenere la Persona:
- Non colpevolizzandola, ritenendola la responsabile dei problemi della famiglia.
- Mettendosi in discussione ed aprendosi a nuove possibilità di lettura circa i propri comportamenti passati e presenti.
- Mantenendo il controllo ed evitando eventuali offese o critiche distruttive.
- Non percependola come “un oggetto da riparare”.
- Sostenendola nell’intraprendere e partecipare attivamente ad un percorso terapeutico e/o farmacologico.
- Essendo presenti e ascoltando in modo attivo.
- Essendo più empatici.
- Prendendo sul serio il disagio espresso senza sminuirlo, ma anche senza drammatizzarlo.
- Incoraggiandola quando prende iniziative.
- Mostrando la propria disponibilità ad affrontare insieme la malattia.
- Affidandosi alla propria intelligenza emotiva.
Sostegno psicologico per i familiari
La convivenza quotidiana e la gestione di una Persona che esprime un disturbo depressivo può essere molto impegnativa da un punto di vista emotivo e affettivo per le persone che la assistono, con il rischio, in alcuni casi, di essere completamente assorbite dalle necessità del malato, fino al punto di lasciare il proprio lavoro e/o isolarsi socialmente.
Gli stati d’animo conseguenti sono frustrazione, senso d’impotenza, stress e ansia.
I familiari possono essere sostenuti tramite un percorso di sostegno psicologico per accogliere gli stati emotivi dolorosi, riattivare quelle risorse emotive e fisiche che consentano di percepire una maggiore padronanza della situazione e un maggiore senso di autoefficacia, ripristinando un benessere psicofisico, che può avere una positiva ricaduta anche sulla relazione con il componente della famiglia depresso e sulla sua qualità di vita.
EMDR e depressione
La terapia EMDR permette di desensibilizzare i ricordi e i pensieri negativi per metabolizzare i traumi del passato, comportamenti o idee negative.
L’EMDR è uno strumento utile a lavorare nel profondo dei sintomi legati ad eventi passati che non sono stati metabolizzati. Attraverso la stimolazione oculare bilaterale si lavora per sbloccare l’evento traumatico rimasto cristallizzato nella mente in modo disadattivo e riattivare il naturale sistema di auto guarigione del cervello.
La terapia EMDR attiva un normale processo di guarigione, consente di alleviare il dolore acuto causato da un trauma passato per poi permettere di comprendere e risignificare, all’interno di un percorso psicoterapeutico, i riflessi che le ferite emotive o le esperienze traumatiche del passato hanno sul proprio presente e futuro, ritornando a sperimentare un benessere psicofisico e relazionale.
Ipnosi e depressione
L’ipnosi per la cura della depressione è uno strumento terapeutico naturale che può apportare grandi benefici nello sviluppo di una maggiore consapevolezza e cambiamento.
L’efficacia dell’ipnosi è legata al fatto che va ad agire sugli aspetti tipici della depressione, ad esempio, il senso di sconforto e di impotenza, le aspettative negative circa il futuro, la visione pessimistica dell’esistenza, le aspettative realistiche e non realistiche, il senso di auto-svalutazione e di vuoto, la tendenza a focalizzarsi sugli aspetti negativi della vita, tutti elementi caratteristici del disturbo depressivo.
L’intervento terapeutico ipnotico agisce nel trattamento della depressione in diversi modi, “utilizzando” i fenomeni che la caratterizzano.
Nella cura della depressione, la regressione di età può essere usata per permettere alla Persona di avvicinarsi e riconoscere al blocco disfunzionale che mantiene il sintomo depressivo. Ad esempio, di fronte ad una “depressione reattiva” ad un evento traumatico, è possibile favorire una rielaborazione dell’evento più adattiva. Facendo regredire la Persona al tempo in cui la depressione non era presente, si riattiva quel ricordo, modificando gradualmente lo stato mentale attuale. Attraverso questo processo viene facilitata una rielaborazione cognitiva, emotiva e sensoriale della realtà in cui la Persona vive, anche attraverso l’uso di suggestioni post-ipnotiche tese a rinforzare quel ricordo nel presente.
Similmente si può agire con la progressione d’età, attraverso la quale si ricercano due scopi principali. Da un lato quello di favorire la capacità della Persona di immaginare e pensare ad un futuro migliore, andando così ad intaccare quello schema disfunzionale che caratterizza chi soffre di depressione, ovvero la tendenza a focalizzarsi su eventi negativi del passato invece che sul presente o sul futuro.
Si può anche lavorare con la Persona inducendola ipnoticamente a vivere in un tempo in cui la depressione è scomparsa, intaccando quelle credenze limitanti che “tengono bloccato” l’individuo nello stato depressivo. La depressione, infatti, porta con sé determinati schemi di pensiero e di comportamento che la autoalimentano.
L’Ipnosi può aiutare a riequilibrare le energie, riscoprire le potenzialità e risorse mai espresse della Persona, il suo spirito vitale, entrando nella profondità dell’inconscio, verso il ritrovamento di un benessere psicofisico ed emotivo.
Intervento psicologico
La depressione rientra nell’ambito dei disturbi dell’umore ed invalida la capacità di pensare in modo lucido e realistico, altera le funzioni corporee, riduce la motivazione a qualsiasi tipo di azione, provoca una significativa sofferenza emotiva, tristezza e insoddisfazione verso se stessi, correlata alla sensazione di non riuscire ad uscire da questa condizione.
Il grado di complessità della sintomatologia determina la scelta dell’intervento più efficace, nel rispetto dell’unicità della Persona, della sua storia e della consapevolezza di malattia.
A livello episodico, stati depressivi, pensieri pessimisti e isolamento possono essere presenti nella vita di ognuno.
Affinché si possa parlare di uno stato depressivo maggiore, questi elementi devono essere reiterati in un tempo che esula dai normali tempi di ripresa da un ipotetico lutto o da una delusione o dall’elaborazione di un evento traumatico e/o destabilizzante.
L’intervento psicoterapeutico si può avvalere di diversificati approcci metodologici, in base all’unicità del caso, derivanti dal modello terapeutico sistemico relazionale, dal modello terapeutico ericksoniano, oltreché dalla Terapia EMDR, da tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, etc., allo scopo di rintracciare gli schemi automatici e disfunzionali responsabili del mantenimento del sintomo, i quali vanno identificati, destrutturati e ristrutturati, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
Tra gli obiettivi dell’intervento terapeutico ci sono anche quelli di sostenere la Persona nella ricerca di una realistica e maggiore consapevolezza di Sé, decentrare l’attenzione della Persona al qui e ora, al presente, distogliendola dai pensieri ricorsivi disadattivi, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali e professionali con determinazione, forza e libertà decisionale e recuperare una qualità di vita soddisfacente per lei e per le persone significative che le stanno accanto.
Tutti gli studi scientifici indicano che associare terapia farmacologica e psicoterapia rende il trattamento di questa patologia più efficace rispetto all’utilizzo di un unico intervento, prevenendo anche le ricadute.
La Depressione è un disturbo che richiede grande attenzione, poiché può essere una fonte di isolamento dagli altri e dal mondo circostante, dal momento che si preferisce soffrire in solitudine.
Infatti, molto spesso, le attività di ordine abituale vengono interrotte e ciò può essere molto pericoloso, perché crea un ritiro maggiore all’interno di se stessi, nonché pensieri autolesivi e comportamenti correlati al suicidio, incluso il suicidio portato a termine.
Potrebbe essere utile accogliere e comprendere pensieri, emozioni e sensazioni che si provano in un momento difficile, prima di etichettarli come un disturbo, questo in ottica di prevenzione, evitando il cronicizzarsi di un malessere psicologico ed emotivo subdolo, con le conseguenze che, se sottovalutato, potrebbe avere sulla propria vita.
Condividere quello che cosa si prova, si sente e si pensa può aiutare a fare ordine.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
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