Gli “energy drink” sono bibite nate per migliorare le prestazioni sportive degli atleti, vendute in lattine che contengono, ciascuna, tanta caffeina quanto diverse tazze di caffè espresso.
Secondo gli ultimi dati dell’ESFA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare), in Europa il 68% degli under 18 ricorre a queste bevande ed il 12% ne è dipendente.
La maggior parte degli adolescenti le assume in modalità “binge drinking”, cioè senza limiti ed insieme ad alcolici vari.
Negli ultimi anni, ulteriori alternative e formati condensati di energy drink sono state messi in commercio: gomme da masticare, sciroppi, compresse effervescenti. La tendenza va verso un consumo quotidiano, diurno, anche tra gli adulti, quasi a sostituire la classica tazzina di caffè espresso.
L’utilizzo di energy drink sembra far parte di un rituale, si passa dall’aperitivo ai superalcolici alla bevanda energetica perché la caffeina riduce il senso di ubriachezza e la Persona sembra non accorgersi di aver superato il limite, proseguendo il consumo di alcol.
Il rischio è la perdita di consapevolezza delle proprie azioni (es. mettersi alla guida, etc.) e l’euforia può spingere la Persona a commettere atti pericolosi verso se stessi e gli altri, nonché a percepirsi come invulnerabili.
Effetti dell’abuso di energy drink
Le ricerca presso l’Università di Yale hanno dimostrato che l’abuso di energy drink può condurre a:
Inoltre, gli energy drink, contenendo spesso, oltre la caffeina, anche altri stimolanti come ginseng e guaranà, possono elicitare l’insorgenza di problemi cardiovascolari, pressione alta, aritmie.
L’utilizzo occasionale di energy drink non crea problematiche psicofisiche alla Persona, l’abuso può condurre all’espressione della suddetta sintomatologia.
Come insorge l’abuso di energy drink
Spesso la dipendenza da energy drink si struttura in persone che hanno inizialmente fatto un uso regolare di tali sostanze facendone un utilizzo ludico e sociale.
Nel caso degli adolescenti, pressioni sociali, quali gruppo dei pari o mass media, possono invogliare all’utilizzo di energy drink, conducendoli ad abusare di tali sostanze e alla dipendenza.
L’idea di aumento di performance, di successo sociale e/o sessuale, di prestazioni fisiche e mentali potenziate, veicolata anche negli spot pubblicitari di tali prodotti, può agevolare l’insorgere di un abuso di tali sostanze.
La possibilità di sostituire i pasti utilizzando la caffeina degli energy drink, “tenendosi su” senza ingrassare può spingere ulteriormente ad abusare di queste sostanze.
Intervento terapeutico
Il disagio psicofisico e relazionale derivante da un abuso di caffeina può essere sostenuto da un percorso psicologico che agisca sia sulla gestione degli stati emotivi, degli stati ansiosi e stressanti e sulle abitudini della Persona.
Il miglioramento della qualità e dello stile di vita rientra tra le finalità dell’intervento psicologico in una dimensione comunicativa empatica.
Per superare con successo una dipendenza è necessario che la Persona sia motivata, che riesca a proiettarsi in una nuova dimensione di vita, accogliendo ed elaborando gli elementi disfunzionali e disadattivi dei propri schemi cognitivi ed emotivi che hanno causato l’insorgere del sintomo e il suo mantenimento.
Il percorso di psicoterapia per la dipendenza da energy drink si pone l’obiettivo di:
- Approfondire la storia di vita della Persona, la storia del sintomo e il significato dello stesso all’interno dei propri mondi relazionali.
- Individuare, destrutturare e ristrutturare i pensieri, le emozioni e i comportamenti ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle reazioni fisiche, emotive e comportamentali relative all’espressione del sintomo.
- Acquisire maggiore consapevolezza circa la propria dipendenza e le ripercussioni della stessa nella propria vita.
- Potenziare le abilità di coping, ovvero di fronteggiamento dello stress e dell’ansia.
- Acquisire competenza emotiva, riconoscendo, gestendo e regolando le proprie emozioni per affrontare le diverse situazioni che si propongono.
- Recuperare una maggiore efficienza e autoefficacia in campo sociale, lavorativo o scolastico e relazionale.
- Migliorare la motivazione della Persona al cambiamento e al recupero del proprio benessere psicofisico e relazionale.
- Sostenere il cambiamento dello stile di vita (alimentazione sana, sonno adeguato, attività fisica, etc.).
- Riprendere il controllo della propria vita e migliorarne la qualità.
L’intervento psicologico si struttura analizzando la complessità del quadro sintomatologico, comprendente la dimensione cognitiva, fisiologica, comportamentale, emotiva, psicologica e socio relazionale della Persona e può avvalersi di diversificati approcci terapeutici, tra i quali quello sistemico relazionale, quello cognitivo comportamentale, l’ipnosi ericksoniana e la Mindfulness.
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