La frustrazione è una risposta emotiva complessa e universale che si manifesta quando le aspettative, i desideri, gli obiettivi o i bisogni di una Persona non trovano soddisfazione. È un sentimento che può emergere in ogni ambito della vita, dall’ambiente lavorativo alle relazioni interpersonali ed ha un impatto significativo sul benessere psicologico, fisico, emotivo e relazionale.
Lo stato emotivo della frustrazione ha a che fare con fattori interni alla Persona come la percezione di controllo degli eventi o la resilienza personale e con fattori esterni come le difficoltà impreviste o le relazioni difficili.
La frustrazione può essere considerata un meccanismo adattivo che motiva l’organismo a modificare le proprie strategie o a intensificare gli sforzi per superare gli ostacoli. In tal senso, la frustrazione ha un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento e nello sviluppo personale, in quanto influenza la capacità della Persona di adattarsi a situazioni complesse e a perseverare di fronte agli imprevisti della vita. Tuttavia, quando è prolungata o molto intensa, può portare a conseguenze negative sulla salute psicofisica della Persona.
L’intensità e il grado di manifestazione della frustrazione si diversifica nelle persone in base ai fattori genetici, alle esperienze di vita passate, alla capacità di tollerare gli ostacoli, alla resilienza e flessibilità emotiva posseduta e al contesto socio – relazionale al quale appartiene.
Le cause della frustrazione
La frustrazione è un’emozione che emerge in risposta a situazioni in cui le aspettative o i desideri non vengono soddisfatti, nonostante l’impegno e gli sforzi profusi. Essa può insorgere in una vasta gamma di contesti quotidiani e le circostanze che la scatenano variano notevolmente da persona a persona, a seconda delle aspettative, esperienze pregresse e resilienza emotiva. Tuttavia, esistono alcune situazioni comuni che sono frequentemente associate all’esperienza della frustrazione.
Lo stato emotivo della frustrazione nasce spesso dal divario tra ciò che la Persona si aspetta e ci che accade realmente. Ad esempio, una persona nel proprio contesto professionale, che lavora con serietà ed impegno per ottenere una promozione lavorativa, si sente frustrata se, nonostante i sacrifici non riceve il riconoscimento che si aspetta. In questa situazione, la frustrazione non dipende solo dal mancato risultato, ma anche dal significato attribuito a tale evento, come il sentirsi sottovalutati, squalificati o non capiti. Questi sentimenti, oltre a mettere in discussione la percezione del proprio valore, possono mettere in discussione la giustizia del sistema in cui lavora, alimentando il senso di incertezza e la mancanza di controllo percepito sul proprio destino professionale.
Un aspetto fondamentale della frustrazione è la sua relazione con il modo in cui interpretiamo gli eventi. Infatti, grande rilievo ha il fatto che molto spesso, non è l’impedimento in sé a generare la frustrazione, ma il significato che gli attribuiamo. Ad esempio, se la relazione di coppia attraversa un momento di crisi, la frustrazione può derivare dalla convinzione che i bisogni emotivi e i patti impliciti della relazione non saranno rispettati o le cose non cambieranno mai, alimentando il distacco emotivo, il conflitto e il senso d’impotenza. Tuttavia, rivalutare la situazione, considerando che i conflitti o le situazioni di crisi possono rappresentare una possibilità evolutiva per migliorare la comunicazione, può trasformare la frustrazione in uno stimolo positivo di crescita per il singolo partner e per la coppia.
I sintomi della frustrazione
La frustrazione si manifesta attraverso una molteplicità di sintomi che possono variare in intensità e durata a seconda della complessità della situazione frustrante e della resilienza della Persona coinvolta.
SINTOMI FISICI
La frustrazione può provocare una serie di reazioni fisiche nel corpo. Uno dei sintomi fisici più comuni è la tensione muscolare, che può manifestarsi come rigidità nei muscoli del collo, delle spalle o della schiena. Questo accade perché la frustrazione attiva il Sistema Nervoso Simpatico (SNS), preparando il corpo a una risposta di “attacco o fuga”, anche se la situazione non richiede un’azione fisica immediata. Altri sintomi fisici possono includere mal di testa, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, sudorazione eccessiva e disturbi gastrointestinali, disturbi del sonno, etc.
SINTOMI EMOTIVI
A livello emotivo, la frustrazione è spesso associata a sentimenti di irritabilità, impazienza, delusione, rabbia, tono dell’umore basso, depressione, etc. La frustrazione prolungata può anche generare emozioni di tristezza o disperazione, specialmente se la Persona percepisce che la situazione frustrante è fuori dal suo controllo. Un altro sintomo emotivo comune è l’ansia, che può derivare dal timore che la situazione frustrante possa peggiorare, generando uno stato di stress intenso.
SINTOMI COMPORTAMENTALI
Sul piano comportamentale, la frustrazione può stimolare cambiamenti nel modo in cui una persona agisce o si relaziona con gli altri. L’aggressività (o il comportamento passivo – aggressivo), l’impulsività o l’ostilità sono spesse le risposte utilizzate come risposta alla frustrazione. Queste modalità relazionali possono includere l’alzare la voce, fare commenti sarcastici o offensivi, o persino arrivare a comportamenti fisici aggressivi, come sbattere porte o oggetti. Altri comportamenti comuni associati alla frustrazione includono il procrastinare, evitare le situazioni che causano frustrazione o isolarsi dagli altri.
La frustrazione può portare anche a sviluppare pensieri ricorrenti e ossessivi sulla situazione frustrante, nonché a sviluppare il rimuginio, nel quale le persone rimangono intrappolate in un ciclo di pensieri negativi, ripetendo mentalmente l’evento frustrante e cercando soluzioni che sembrano irraggiungibili. Questo pensiero ripetitivo non solo perpetua lo stato emotivo negativo, ma può anche impedire alla Persona di concentrarsi su altre attività o di trovare altre possibili soluzioni.
Il ruolo delle aspettative
Le aspettative giocano un ruolo fondamentale nella genesi della frustrazione. Le aspettative non sono altro che convinzioni o previsioni su come le cose dovrebbero andare. Esse possono essere personali, basate sulle proprie ambizioni e desideri, o sociali, influenzate dalle norme e dalle aspettative della società. Quando queste aspettative non vengono soddisfatte, la frustrazione è una reazione quasi certa.
ASPETTATIVE PERSONALI
Le aspettative personali sono quelle che la Persona costruisce in base ai propri sogni, obiettivi e desideri. Sono spesso il risultato di anni di lavoro, sacrifici e speranze. Quando investe emotivamente in un progetto, una relazione o un obiettivo, la Persona crea una serie di aspettative su come le cose dovrebbero evolversi. Se queste aspettative vengono deluse, la frustrazione può essere distruggente. Ad esempio, un cuoco che vuole aprire un ristorante, riesce dopo moltissimi sacrifici ad aprirlo, si aspetta clienti soddisfatti, recensioni positive, una crescita economica e, invece, l’attività non decolla, ma anzi riceve recensioni negative e i profitti sono insufficienti. Il livello di frustrazione del cuoco andranno a mettere in discussione la sua identità, in quanto il suo valore personale era legato alla realizzazione/successo del suo sogno.
ASPETTATIVE SOCIALI
Le aspettative sociali sono costituite dalle norme e le convinzioni imposte dalla società su come tutte le persone si dovrebbero comportare, cosa dovrebbero ottenere e quali ruoli dovrebbero ricoprire. Queste aspettative possono essere estremamente influenti e condizionare profondamente il modo in cui le persone vedono se stesse e il proprio posto nel mondo. La società attuale impone degli standard, ad esempio, di successo o bellezza irrealistici. Ecco, una Persona che sente di non riuscire a soddisfare questi standard può sperimentare un senso di frustrazione persistente, tanto da non sentirsi mai abbastanza poiché, non è mai ricca abbastanza, non è mai bella abbastanza, non ha una carriera di successo abbastanza, non possiede uno status socio – economico accettabile, etc. In questi casi, la Persona sperimenta costantemente un senso di inadeguatezza e fallimento che la conducono a ricercare spasmodicamente di conformarsi alle aspettative sociali, anche a costo della propria felicità e autenticità, mentre altre persone si ribellano, rifiutando le norme sociali, ma sperimentando sempre un senso di insoddisfazione e risentimento, altri ancora si ritirano in se stessi cercando di sopprimere il disagio.
ASPETTATIVE TRA AUTOSTIMA E MOTIVAZIONE
Sia che siano personali che sociali, le aspettative hanno a che fare con l’autostima. Sperimentare uno stato costante di frustrazione significa diminuire la fiducia in se stessi, significa alimentare un circolo vizioso, nel quale la frustrazione alimenta l’insicurezza di Sé, riduce la possibilità di vedere soluzioni alternative alle problematiche, non consente di affrontare le sfide della vita e aumenta la possibilità di sperimentare una sensazione più forte di frustrazione e delusione. Nel caso in cui, ad esempio, una Persona non riesca, nonostante l’impegno che mette, ad ottenere un buon risultato a scuola, inizierà a dubitare delle proprie capacità, pensando di non essere in grado di affrontare ulteriori compiti o sfide. Questi sentimenti invalideranno la fiducia in se stessa, conducendola ad evitare di perseguire ulteriori obiettivi per paura di ulteriori fallimenti, alimentando il senso di frustrazione, riducendo l’autostima e il senso di autoefficacia.
Oppure, nel caso in cui, ad esempio, un atleta che ha dedicato anni di allenamenti intensivi, ha fatto sacrifici nella sua vita personale, con l’aspettativa di vincere una competizione importante, arriva il giorno della gara e nonostante tutto l’impegno e la dedizione, arriva secondo o non arriva neppure sul podio. Ecco, questo risultato smentisce le aspettative dell’atleta, ma soprattutto mette in dubbio il suo valore e il suo impegno. La frustrazione che ne deriva è intensa e può portare a una crisi di fiducia, in cui l’atleta si chiede se tutto il duro lavoro sia stato vano. Questa esperienza può avere un impatto duraturo sulla sua motivazione e sul suo approccio futuro alle competizioni.
Lavoro e frustrazione professionale
Il lavoro è una parte centrale della vita di molte persone, non solo come fonte di guadagno, ma anche come contesto di realizzazione personale e professionale. Tuttavia, il contesto lavorativo può anche essere una delle principali fonti di frustrazione, specialmente quando le aspettative non vengono soddisfatte o quando si incontrano impedimenti che sembrano insuperabili.
Tra le più comuni cause della frustrazione sul lavoro c’è:
- La mancanza di riconoscimento, ad esempio, quando un dipendente investe moltissimo tempo, impegno, fa sacrifici nella vita personale, è dedito al lavoro, competente, molto professionale, ma non riceve mai la promozione che tanto aspetta o un aumento di stipendio. In questi casi la Persona inizia a dubitare del proprio valore e a sentirsi svalutato.
- La mancanza di opportunità di crescita, ad esempio, quando non si presentano delle opportunità per progredire nella propria carriera, o acquisire nuove competenze o assumere maggiori responsabilità. In questi casi, il lavoratore può sentirsi frustrato, in quanto, nonostante le proprie esperienze e le proprie qualifiche, rimane bloccato in una posizione lavorativa inferiore e non appagante.
- Un ambiente di lavoro “tossico”, dove intercorrono dinamiche relazionali negative, come un alto grado di competizione scorretta, il sabotaggio dei risultati raggiunti, il prendersi il merito per il lavoro altrui, il bullismo, la mancanza di sostegno o una leadership non efficace e inadeguata. In questi casi, la frustrazione cresce, incidendo sul benessere generale dei lavoratori e del sistema organizzativo, in termini di produttività, ma soprattutto di salute psicologica, emotiva e relazionale.
Relazioni sentimentali e familiari e frustrazione
Nelle relazioni con gli amici, con il partner, con i familiari è possibile sperimentare un senso di frustrazione, spesso, percependo di non essere ascoltati o compresi o supportati.
La frustrazione, ad esempio, può essere sperimentata in una coppia, nella quale il partner si sente ignorato o trascurato, o quando cerca di esprimere i propri bisogni o i propri desideri e l’altro non prende sul serio quello che sta comunicando o minimizza le sue preoccupazioni. Sempre nella coppia, si può sperimentare frustrazione quando uno dei partner desidera più intimità fisica, mentre l’altro si sente soddisfatto con un livello inferiore di contatto fisico. In questi casi, emerge una differenza tra desideri e aspettative che può manifestarsi in forme di risentimento, distacco emotivo o conflitto aperto, minando l’intimità emotiva, il progetto di coppia e il benessere psicologico ed emotivo di entrambi i partner.
La frustrazione può essere sperimenta nella relazione tra genitori e figli, quando i figli non corrispondo alle richieste dei genitori, ad esempio, non collaborando nelle faccende quotidiane, non rispettando le regole, non raggiungendo gli obiettivi scolastici o sportivi desiderati, etc. oppure quando i genitori non corrispondo alle richieste dei figli, ad esempio, essendo più presenti nella loro vita, più coinvolti e supportivi, dando pari attenzione tra fratelli, rispettando i sogni e le ambizioni senza squalificarle, etc. Anche in questi casi, il benessere del sistema famiglia ed individuale viene messo a dura prova, con l’emergere di risentimento, delusione, rabbia, tristezza, distacco emotivo fino ad arrivare a conflitti aperti.
Obiettivi personali e frustrazione
Gli obiettivi personali sono una parte importante dell’identità di ogni Persona. Raggiungere un obiettivo porta un forte senso di realizzazione e soddisfazione, mentre fallire o incontrare blocchi lungo il cammino può generare una profonda frustrazione. Questa frustrazione può essere particolarmente intensa quando gli obiettivi personali sono legati a valori fondamentali o a sogni a lungo termine.
Tentare numerose volte di raggiungere un obiettivo e non riuscirsi, fa emergere nella Persona un grande senso di frustrazione, conducendola anche a sperimentare senso di impotenza, abbassamento di autostima e autoefficacia (es. una dieta con tanto esercizio fisico che non porta risultati, partecipare a numerosi Concorsi per accedere ad un posto di lavoro e non riuscirci, volersi comprare una casa, ma nonostante l’impegno e gli sforzi economici non riuscire a prendere il mutuo in nessuna Banca, etc.).
Nel raggiungimento dei propri obiettivi, sperimentare un senso di frustrazione è collegato al perfezionismo. Le persone perfezioniste fissano standard molto elevati per se stesse e possono diventare estremamente frustrate quando non riescono a raggiungere questi standard. Ad esempio, uno sportivo che aspira alla perfezione in ogni esecuzione può sentirsi frustrato se commette un piccolo errore, anche se il pubblico non lo nota. Questo tipo di frustrazione può portare a sviluppare forte insoddisfazione, autocritica, sentimenti di delusione, di sensi di colpa, in quanto ogni risultato è percepito come insufficiente. Inoltre, il perfezionismo può impedire alle persone di gioire dei successi che ottengono, ad esempio, lo sportivo può ottenere una promozione in campionato, può vincere una gara, ma invece che festeggiare il successo, si concentra su quello che avrebbe potuto fare meglio, non è mai soddisfatto, indipendentemente dai risultati ottenuti.
Perché è importante imparare a tollerare la frustrazione?
Come ogni emozione, la frustrazione deve essere canalizzata in modo positivo affinché la Persona acquisisca la capacità di far fronte alle difficoltà e ai limiti che le si presentano nella vita. Vivere una situazione frustrante non equivale ad un fallimento, non equivale a definire la Persona.
In tal senso, appare importante sviluppare una certa tolleranza alla frustrazione, in quanto parte di un processo di apprendimento che comincia durante l’infanzia e non finisce mai.
La tolleranza della frustrazione va sviluppata fin dalle prime fasi dell’infanzia.
Alcuni bambini vengono educati a vivere in un mondo dove la frustrazione non esiste, dove il soddisfacimento del desiderio rappresenta un diritto. Questi bambini, da adulti, si aspetteranno di vedere soddisfatti i loro bisogni e faranno fatica a tollerare quelle attività e quelle relazioni che non offrono una soddisfazione a breve termine o totale dei loro bisogni. In alcuni casi, potranno anche sviluppare una personalità narcisistica che non tollera il rifiuto e i no nelle proprie relazioni interpersonali o di coppia o sviluppare forme di dipendenza, ad esempio, da sostanze o da gioco che danno l’illusione di una ricompensa immediata.
Non si parla di esporre di proposito i bambini piccoli a delle frustrazioni, ma di lasciare che affrontino e sperimentino gli eventi negativi per come sono (a scuola, nello sport, con gli amici, nel gioco, etc.), preparandoli a sperimentare ed affrontare anche le emozioni negative che nel corso della vita si troveranno a dover gestire. Si tratta di accompagnare i bambini in queste esperienze e accogliere le loro emozioni, aiutarli a sviluppare le competenze emotive per farvi fronte, alimentando così l’autostima.
Una dose moderata di frustrazione è importante per la crescita individuale di ogni Persona.
Sperimentare e superare la frustrazione permette di comprendere i limiti della realtà e l’importanza di rispettare i bisogni e l’individualità dell’Altro.
Sperimentare una dose adeguata di frustrazioni da bambini aiuta i futuri adulti ad imparare a gestire le emozioni negative, come rabbia e tristezza. Proteggere i propri figli dall’esperienza della frustrazione attraverso un’educazione eccessivamente permissiva ed indulgente può portare ad una serie di problematiche del futuro adulto che si ritroverà a non saper gestire i limiti all’espressone dei propri bisogni e nell’accogliere i bisogni dell’Altro.
La vita non è facile e la capacità di tollerare i momenti difficili che il destino ci propone richiede pazienza e resilienza. E’ importante imparare a tollerare e affrontare le frustrazioni per evitare che si trasformino in sentimenti di sconfitta, demotivazione e disvalore di Sé.
Trasformare un’esperienza frustrante in apprendimento
L’intolleranza alla frustrazione dipende principalmente dall’incapacità di sopportare la fatica di affrontare situazioni difficili e dal bisogno di avere tutto sotto controllo.
L’aspettativa delusa, che rischia di far chiudere la Persona nella propria delusione e dolore, può divenire motore di cambiamento. Si tratta di accogliere la sofferenza e trovare nuove forme di elaborazione che permettano di integrare il proprio malessere con le proprie risorse e comprendere che l’esperienza imprevista e stressante può diventare un’occasione formativa.
La Persona che impara a tollerare le frustrazioni è più realista verso la vita, se stessa e gli altri. Sperimenta meno lo stress perché è in grado di vedere in ogni problema come un’opportunità di cambiamento e crescita, riuscendo a trovare soluzioni alternative alle situazioni complesse, alimentando la propria autostima e recuperando le energie da canalizzare verso progetti costruttivi sia personali, relazionali che professionali.
E’ possibile migliorare la tolleranza alla frustrazione?
Un senso di frustrazione, impotenza, delusione e inappagamento è sperimentato da tutti durante il corso della vita, in più occasioni, sia sul lavoro che all’interno delle proprie relazioni interpersonali, familiari o di coppia. E’ una sensazione scomoda che può emergere quando le aspettative e i desideri non si realizzano e/o i propri bisogni vengono ostacolati, facendo emergere stati emotivi quali rabbia, tristezza e una sensazione di stress intensa.
Quando siamo frustrati, i nostri processi mentali subiscono significative alterazioni, ad esempio, l’attenzione si focalizza in modo ossessivo sul problema o sull’imprevisto o sull’ostacolo che non riusciamo ad oltrepassare, spesso non considerando soluzioni alternative.
La percezione del tempo si distorce, facendo percepire alla Persona che lo stato di frustrazione duri molto più a lungo di quando non sia in realtà.
Questo processo debilità la propria autostima e il senso di autoefficacia, alimentando pensieri negativi su se stessi e sulle proprie capacità.
Inoltre, può alterare la propria percezione circa il comportamento degli altri, facendoci interpretare le loro azioni o le loro emozioni in modo più ostile o negativo di quanto non siano in realtà.
Gestire la frustrazione richiede un approccio consapevole.
Riflettere sulle proprie aspettative e adattarle alla realtà può ridurre il senso di insoddisfazione. Allo stesso modo, cercare nuove soluzioni o percorsi alternativi aiuta a spostare l’attenzione dalle difficoltà al potenziale di crescita. Ad esempio, una Persona che affronta ripetuti rifiuti durante la ricerca di lavoro potrebbe decidere di ampliare le proprie competenze o esplorare settori diversi, trasformando l’esperienza negativa in una spinta verso l’innovazione personale.
La frustrazione, pur essendo spesso percepita come un’emozione negativa, può diventare un motore di cambiamento e miglioramento. Invece di vederla come un nemico, possiamo imparare a interpretarla come un segnale che qualcosa nella nostra vita necessita di attenzione. Riconoscerla, comprenderla e utilizzarla come stimolo per adattarsi alle circostanze o rivedere i propri obiettivi può aprire nuove prospettive e rafforzare la resilienza personale. Questo approccio non solo ci aiuta a superare i momenti difficili, ma ci prepara a vivere con maggiore equilibrio e consapevolezza.
Affrontare la frustrazione in modo costruttivo è essenziale per la propria crescita personale e il benessere complessivo. Imparare a riconoscere e accettare le emozioni che emergono durante situazioni frustranti ci permette di elaborarle in modo sano. Trovare strategie di problem solving e cercare il supporto psicologico può aiutarci a superare gli ostacoli, a smettere di rimuginare, a liberarsi dello stress, dell’ansia, del nervosismo, da ricadute fisiche, dalla rabbia e dalla difficoltà nel prendere sonno o mantenere gli impegni e a sviluppare una maggiore capacità di adattamento alle difficoltà della vita.
Prevenire e gestire la frustrazione è fondamentale per proteggere il proprio benessere psicologico, fisico, emotivo e relazionale. Una delle strategie più efficaci è quella di sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, riconoscendo i segnali di frustrazione prima che diventino cronici o debilitanti.
La psicologia offre diverse metodologie per affrontare e superare la frustrazione e imparare a riconoscere e gestire questa emozione può contribuire alla propria crescita personale e alla costruzione di relazioni più sane e soddisfacenti.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Nel caso in cui relazioni o eventi significativi abbiano condotto ad uno stato emotivo di frustrazione che permane nel tempo e si autoalimenta, generando ulteriore sofferenza, stati di rabbia e risentimento, può essere utile pensare di approfondirne il significato e limitare la possibile espressione di ulteriori disagi emotivi e relazionali.
Esplorare, riconoscere, accettare, risignificare, gestire, comprendere la funzionalità delle proprie emozioni, nonché acquisire consapevolezza circa le proprie capacità relazionali e comunicative, può essere utile per sperimentare una maggiore padronanza di se stessi e un maggiore senso di autoefficacia e autostima, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali e professionali con determinazione, forza e libertà decisionale.
ACQUISIRE UNA MAGGIORE COMPETENZA EMOTIVA e individuare gli schemi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, appresi all’interno dei propri contesti significativi d’appartenenza e i circoli viziosi, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico e relazionale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto vivere con intensità il presente.
Il percorso psicoterapeutico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni (es. Terapia delle emozioni, terapia EMDR, Ipnosi ericksoniana, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi da utilizzare quotidianamente per gestire gli stati emotivi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, Carte Dixit, esercizi di role play, etc.) che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione disfunzionale di particolari emozioni e/o sentimenti, i quali vanno identificati, destrutturati e ristrutturati, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento, stabiliremo insieme come proseguire e, se Tu deciderai, inizieremo un percorso personalizzato, nel quale sarai parte attiva nel processo di ricerca del tuo benessere fisico, psicologico, emotivo e relazionale.
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