La parola invidia deriva da verbo latino “in videre”, ovvero “guardare bieco”.
L’invidia è un’emozione universale che sperimentiamo nei confronti di qualcuno quando valutiamo che il suo successo sottolinei l’inferiorità del nostro status o la nostra sconfitta.
A partire dal vissuto di malevolenza nei confronti dell’invidiato che, per il solo fatto di esistere, fa sentire inferiore l’invidioso, l’aggressione può essere attiva e quindi agita apertamente o passiva.
In entrambi i casi, si persegue lo scopo di ridurre il dislivello e riequilibrare il confronto o diminuendo il valore dell’altro o innalzando il proprio.
Le CONDIZIONI CHE POSSONO GENERARE INVIDIA sono:
- Il desiderio di una qualità e/o un bene.
- Il confronto sociale in un ambito rilevante per il Sé.
- Una valutazione di insussistenza e/o inefficacia.
- Un sentimento di malevolenza nei confronti della Persona invidiata.
L’invidia può associarsi a stati emotivi quali ansia, depressione, rabbia, senso di colpa, rimpianto, disperazione, vergogna e risentimento, basati sulla minaccia allo status.
Questi stati emotivi possono attivare modalità di fronteggiamento emotivo disfunzionali, quali ruminazione, lamentele, ricerca di rassicurazioni, autocritica, evitamento, fino all’ideazione suicidaria.
Per questo è necessario accettare le emozioni dolorose e disorientanti che accompagnano l’invidia, sperimentarle e dare loro spazio e significato.
L’invidia può anche associarsi ad emozioni positive come la curiosità, l’apprezzamento, la gratitudine, la soddisfazione, l’ammirazione, che possono promuovere l’adozione di comportamenti vantaggiosi e funzionali.
Identificare modalità comportamentali non adattive come, ad esempio, lamentosità con gli altri per l’ingiustizia subita, adottare comportamenti di sabotaggio, sminuire l’oggetto di invidia, ruminare, evitare la persona invidiata, ritirarsi socialmente, abusare di alcol e sostanze, mettere in atto comportamenti autolesivi, può mitigare e/o modificare comportamenti disfunzionali conseguenti all’invidia, può essere utile ad utilizzare la parte positiva di questo sentimento, nonché introdurre nuove possibilità di pensiero e azione circa lo stato emotivo sperimentato.
Ad esempio, accettare, normalizzare e tollerare la presenza dell’invidia adottando comportamenti orientati a raggiungere obiettivi per noi vantaggiosi, ci consente di sperimentare la possibilità di scegliere come comportarci e questo incrementa anche la percezione di padronanza di noi stessi e di controllo sulle nostre azioni.
Tipologie di invidia
In letteratura troviamo alcune tipologie di invidia:
- L’INVIDIA BENIGNA è paragonabile all’ammirazione e spinge ad un miglioramento della propria performance.
- L’INVIDIA MALIGNA diminuisce la motivazione a migliorarsi.
- L’INVIDIA DEPRESSIVA riguarda il confronto con gli altri e fa sperimentare emozioni come tristezza e abbattimento.
- L’INVIDIA OSTILE rileva rabbia e ostilità orientate allo scopo di rovinare l’Altro e desiderarne il fallimento, criticandolo, screditandolo o sminuendo l’importanza dell’obiettivo da lui raggiunto. Può anche essere presente un aspetto di piacere che deriva dal fallimento delle persone oggetto d’invidia.
Lo stato emotivo dell’invidia può generare comportamenti deleteri per le relazioni amicali, familiari e professionali, col rischio di danneggiare il proprio funzionamento relazionale e lavorativo.
L’invidia è un’emozione universale, che si trova in ogni gruppo sociale. Non può, e non deve, pertanto essere eliminata. Tuttavia, è possibile lavorare al fine di ridurre gli effetti disfunzionali che può produrre.
Quando l’invidia diventa un problema
La costellazione emotiva dell’invidia è basata sulla tristezza e la rabbia, emozioni di base largamente sperimentate sia da persone che esprimono disturbi d’ansia sia da persone con quadri più rilevanti.
Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5), l’invidia viene elencata tra i criteri diagnostici del disturbo narcisistico di personalità. Il narcisista “è spesso invidioso degli altri o crede che gli altri lo invidino”.
È possibile ipotizzare che in quelle patologie dove è in gioco il valore personale – depressione, disturbi alimentari, disturbo narcisistico di personalità e disturbi borderline di personalità – più frequentemente e più intensamente si dovrebbe sperimentare questa emozione.
POSSO ESSERTI D’AIUTO?
Se è frequente vedere persone invidiose, lo è molto meno sentire persone che ammettono di esserlo, perché in tale riconoscimento c’è una implicita ammissione di senso d’inadeguatezza e d’inferiorità.
Per rendere meno disfunzionale lo stato emotivo dell’invidia, può essere utile porre l’accento sull’unicità della Persona e sui suoi punti di forza.
In questo modo, anziché considerare l’Altro come termine di paragone, la Persona può svincolarsi da un’ottica competitiva, può impegnarsi in azioni efficaci da adottare per salvaguardare lo scopo (desiderio) danneggiato dal confronto sociale.
La strategia è innalzare il proprio valore e non quella di diminuire il valore dell’Altro.
Un percorso di psicoterapia può consentire d’interrompere o attenuare le eventuali ruminazioni mentali che sostengo il CIRCO VIZIOSO DELL’INVIDIA.
Esplorare, riconoscere, accettare, risignificare, gestire, comprendere la funzionalità delle proprie emozioni, nonché acquisire consapevolezza circa le proprie capacità relazionali e comunicative, può essere utile per sperimentare una maggiore padronanza di se stessi e un maggiore senso di autoefficacia e autostima, ritornando a perseguire i propri obiettivi personali e professionali con determinazione, forza e libertà decisionale.
ACQUISIRE UNA MAGGIORE COMPETENZA EMOTIVA e individuare gli schemi mentali, emotivi e comportamentali, automatici e disfunzionali, appresi all’interno dei propri contesti significativi d’appartenenza e i circoli viziosi, che impediscono di vivere in uno stato di benessere psicologico e relazionale, può essere utile per prendere consapevolezza di Sé e della propria storia, pacificandosi con il passato, rivolgendo uno sguardo positivo al futuro, ma soprattutto vivere con intensità il presente.
Il percorso psicoterapeutico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base all’unicità della Persona e ai suoi bisogni (es. Terapia delle emozioni, terapia EMDR, Ipnosi ericksoniana, tecniche di Mindfulness, tecniche immaginative, tecniche di rilassamento, l’apprendimento di tecniche di autoipnosi da utilizzare quotidianamente per gestire gli stati emotivi, strumenti grafici, la Fotovideo Terapia, home work, prescrizioni comportamentali, Carte Dixit, esercizi di role play, etc.) che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione disfunzionale di particolari emozioni e/o sentimenti, i quali vanno identificati, destrutturati e ristrutturati, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.
Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé.
Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento, stabiliremo insieme come proseguire e, se Tu deciderai, inizieremo un percorso personalizzato, nel quale sarai parte attiva nel processo di ricerca del tuo benessere fisico, psicologico e relazionale.