Miti e mandati familiari
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La nostra famiglia d’origine influenza la nostra vita quotidiana, le nostre emozioni, i nostri pensieri e i nostri comportamenti, al di là del fatto che il nostro atteggiamento sia, verso di essa, docile o ribelle.

Dal punto di vista psicologico, le relazioni familiari modellano la rappresentazione mentale di se stessi, degli altri e del mondo, attraverso complessi processi interni di interiorizzazione e identificazione.

Per ciò che concerne i mondi relazionali, quelli osservabili, gli studiosi delle famiglie hanno dedicato molta parte delle loro ricerche sull’osservazione e l’analisi delle regole implicite della vita familiare, veicolate dalle storie che le famiglie raccontano su se stesse e dai ruoli che assegnano ai propri componenti.

Ogni famiglia è un sistema complesso, qualcosa di più e di diverso rispetto alla somma delle sue parti, con una propria storia, una visione, un modo di leggere gli eventi e particolari regole di comportamento che la definiscono come gruppo, al di là delle traversie dei singoli membri.

La famiglia è immersa in una dimensione temporale allargata, tra passato presente e futuro, realizzando un dialogo tra le generazioni e trasmettendo le regole e i valori alla base del senso di identità e appartenenza che si sviluppa tra i componenti, anche se lontani.

Nelle famiglie si strutturano diverse tipologie di legami, ad esempio, quello gerarchico tra genitori e figli o quello paritario tra fratelli, regolati da una legge inconscia e sottile che ha lo scopo di mantenere l’equilibrio, la stabilità e il benessere familiare.

Questo codice di leggi invisibili è trasmesso attraverso i miti e i copioni familiari.

 

Le regole non scritte della famiglia: miti, copioni e mandati familiari

Così come i popoli, anche le famiglie hanno i loro MITI, un insieme di credenze condivise da tutti i membri della famiglia, in parte reali, in parte frutto della fantasia, che concernono i reciproci ruoli familiari e la natura delle relazioni tra i membri, favorendone l’identità e la coesione. I miti si costruiscono e si modificano nel tempo e cambiano così come evolvono le relazioni tra i componenti della famiglia.

I miti si modellano nel tempo attraverso l’esaltazione di alcuni aspetti di un componente o di una vicenda familiare, accantonandone altri, in modo che emerga un insieme di messaggi con il potere di dirigere i comportamenti futuri.

Il mito determina la storia familiare e trasmette alle nuove generazioni modelli di comportamento, valori, ruoli e funzioni.

Per ogni famiglia il proprio mito, benché illusorio, costituisce la “verità”, dà un senso all’esistenza, forma l’identità, assicura il riconoscimento di ciascuno all’interno del gruppo. Un mandato di lealtà familiare, fondamentale per garantire sicurezza e senso di appartenenza.

 

miti e mandati familiari

 

COPIONI sono invece “sceneggiature” in cui ogni componente della famiglia ha una propria caratterizzazione e un proprio ruolo nell’intreccio degli avvenimenti familiari. Nella famiglia, il copione definisce aspettative e modelli condivisi sui ruoli, sul tipo di relazioni possibili, sui comportamenti da adottare nelle diverse circostanze, su “chi fa cosa” all’interno e all’esterno del nucleo familiare.

 

Modelli di ruolo e mandati familiari

I miti e i copioni familiari trasmettono, generalmente, tre tipi di modelli di ruolo, attraverso i quali viene garantita una certa stabilità ai comportamenti dei familiari, essenziale per vivere insieme:

  • Modelli ideali, ai quali ognuno aspira o che un membro induce altri componenti della famiglia a adottare. Ad esempio, in questa famiglia bisogna essere forti, indipendenti, determinati, etc.
  • Modelli rifiutati, comportamenti proibiti e disapprovati in se stessi e negli altri. Ad esempio, in questa famiglia non si può essere deboli, non ci si può lamentare, etc.
  • Modelli concordati, che comportano un tacito accordo per cui ogni componente eseguirà il ruolo assegnatogli. Ad esempio, il padre è il capofamiglia, la mamma la regina della casa, il fratello maggiore è il simpaticone della famiglia, il fratello piccolo è quello introverso, lo zio la pecora nera, etc.

 

MANDATI familiari sono invece quei compiti che la famiglia ha implicitamente assegnato a ciascun componente, in modo più o meno consapevole e definitivo. Ad esempio, una figlia prenderà la laurea che non ha preso la madre, un figlio farà la carriera che non ha fatto il padre, un’altra si prenderà cura dei genitori anziani, un altro figlio litigherà con lo zio continuando le dispute irrisolte del padre, etc.

 

Campo limitato d’azione

Miti e mandati familiari forniscono un modello di interpretazione della realtà della famiglia e al contempo definiscono una serie di scelte, azioni, ruoli, spazi possibili all’interno dei quali i componenti della famiglia devono e si possono muovere (in modo più o meno consapevole).

Ciò non vuol dire che all’interno delle famiglie tutti si comportino in ugual modo o che la pensino tutti uguale. Ci possono essere delle diversità, ma nella maggior parte dei casi, c’è un perimetro definito all’interno del quale ognuno può schierarsi, accondiscendendo o contrapponendosi ai “modelli ufficiali”.

 

miri e mandati familiari 2

 

Funzionalità e disfunzionalità di miti, copioni e mandati familiari

Nelle famiglie sane, i copioni sono flessibili e adattivi, ovvero ogni componente può decifrarli e tradurli secondo le proprie esigenze, interpretarli in modo libero e personale, senza sentirsi “obbligato” in un ruolo che non gli appartiene o non gli appartiene più.

Nei nuclei con un buon funzionamento, i copioni che non sono più utili al benessere familiare sono rivisti e corretti, mentre nelle famiglie “patologiche” si utilizzano schemi rigidi e ripetitivi che causano disagio e sofferenza, andando ad attivare stati di malessere psicologico in uno e/o in alcuni componenti della famiglia.

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In alcune situazioni, la coesione e la stabilità familiare sono mantenute (omeostasi), attraverso la “scelta” di un capro espiatorio, che ammalandosi copre il disagio di tutto il nucleo (paziente designato) e, con la sua malattia cristallizza le dinamiche familiari nel tempo, impedendo ogni cambiamento.

Il disturbo psichico, come descritto dal modello psicoterapeutico sistemico – relazionale, è così un sintomo del malessere di tutta la famiglia e allo stesso tempo una “soluzione”, anche se disfunzionale, che sembra impedire la disgregazione del sistema famiglia.

Ad esempio, in caso di separazione coniugale, il figlio inizia ad esprimere sintomatologia psicosomatica, ad andare male a scuola, a dormire male, etc. Il sintomo del figlio può consentire ai genitori di riavvicinarsi e interrompere il processo di separazione per occuparsi del bambino. Il sistema famiglia rimane così unito.

Ogni sistema familiare si fonda su un’adesione inconsapevole e involontaria della Persona al sistema (lealtà familiare). Nel caso delle famiglie “patologiche”, questa lealtà diventa un significativo ostacolo all’autorealizzazione dei componenti, prolungando nelle generazioni successive i comportamenti distruttivi di quelle precedenti.

Nelle famiglie vige una vera e propria trasmissione transgenerazionale della salute e della patologia psichica, perché di genitore in figlio vengono trasmesse le basi del mondo psichico, cioè le modalità di pensiero, le rappresentazioni interne di Sé e degli altri, i modelli relazionali, gli schemi di comportamento.

Poiché il mito ha una funzione di proteggere l’identità, la coesione e l’equilibrio familiare, ogni tentativo di attaccarlo è arginato e respinto con forza e la sofferenza psicologica ed emotiva è la risposta.

 

Intervento terapeutico

Scrivere una storia diversa da quella passata è possibile, ci vuole l’impegno a volersi svincolare dai copioni ripetitivi e distruttivi, miti e mandati familiari non evolutivi.

Esistono molti strumenti di sostegno psicologico per accompagnare la famiglia e i suoi componenti verso un nuovo modo di stare insieme più funzionale ed evolutivo.

 

UN NUOVO EQUILIBRIO può essere ricercato:

*Lavorando attraverso un percorso di TERAPIA FAMILIARE, che è sempre costruito in base ai bisogni specifici della famiglia e dei suoi componenti, consente di esplorare la storia familiare, di riconoscere i limiti dei miti familiari, di elaborare nuovi copioni, spezzando le catene dei mandati bloccanti per l’autonomia e l’indipendenza del singolo. Ciò non significa disconoscere o rifiutare la storia della propria famiglia, ma riconoscere la propria unicità in quanto Persona, frutto di una storia, con un presente e un futuro da vivere. La propria storia va rispettata, ma se rielaborata consentirà alla Persona di investire nel mondo esterno (progetti professionali, relazioni sentimentali e amicali appaganti, la creazione di una nuova famiglia, etc.) e andare verso il proprio futuro con più entusiasmo e determinazione. Il lavoro di psicoterapia si pone l’obiettivo di aumentare il benessere emotivo e psicologico della Persona nei suoi mondi relazionali, di superare quei condizionamenti che non sono funzionali alla sua evoluzione, spezzando i vincoli che non gli consentono di esprimere il suo autentico Sé. Il percorso consente di migliorare il funzionamento relazionale della famiglia e incrementare il grado di benessere individuale dei suoi componenti.

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*Lavorando attraverso un PERCORSO DI PSICOTERAPIA INDIVIDUALE che agevola il processo naturale di differenziazione dalla propria famiglia d’origine per affrontare e proseguire il proprio cammino di vita.

Svincolarsi dalla propria famiglia d’origine non significa abbandonare la famiglia, ma riconoscere la propria unicità in quanto Persona, con una propria storia.

Svincolarsi dalla propria famiglia d’origine non vuole dire recidere i legami o rinnegare i miti familiari, ma valorizzarli all’interno di una nuova storia generazionale, riletta in modo flessibile e adattivo, traducendo copioni e mandati familiari secondo i propri bisogni, le proprie aspirazioni, senza sentirsi obbligati in ruoli che non ci appartengono. 

DIVENTARE CONSAPEVOLI DELLE CONTRADDIZIONI DEI PROPRI MONDI RELAZIONALI, PUO’ CONSENTIRE DI COMPRENDERE CHE C’E’ SEMPRE UNA SCELTA CHE PUO’ ESSERE FATTA.

L’intervento psicologico può diventare uno strumento importante per riuscire a spezzare gli schemi disfunzionali e RITORNARE AD ESSERE LIBERI DI SCEGLIERE E DI ESPRIMERE I PROPRI BISOGNI, ad acquisire maggiore consapevolezza di Sé, competenza emotiva, autostima, senso di autoefficacia, sentendosi di meritare di vivere relazioni costruttive, appaganti ed evolutive.

Il processo terapeutico si avvale di tecniche e strumenti diversificati in base alle necessità del caso: il colloquio clinico, l’osservazione clinica, l’ascolto attivo, una comunicazione partecipativa e trasformativa per amplificare una risonanza cognitiva ed emotiva con l’Altro, tecniche di rilassamento, tecniche immaginative, la Terapia sistemico – relazionale, la  terapia delle emozioniTerapia EMDRIpnosi ericksoniana, strumenti grafici, fotografie e audiovideo, home work, prescrizioni comportamentali, esercizi di role playCarte Dixit, il potenziamento delle risorse, tecniche di Mindfulness, il Genogramma, etc., che consentono di rintracciare i costrutti o le credenze responsabili dell’attivazione e del mantenimento del disturbo/problema/disagio, destrutturarli e ristrutturarli, facendo emergere modalità alternative e più adattive di costruzione della realtà.

 

POSSO ESSERTI D’AIUTO?

Essere ascoltati e confrontarsi in uno spazio professionale, empatico e non giudicante è il primo passo per iniziare a prendersi cura di Sé o di qualcuno importante per Te.

Puoi contattarmi per chiedere informazioni o fissare un appuntamento.

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